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Autore: Lily White Matricide    21/08/2011    12 recensioni
Il Ricciocorno Schiattoso è veramente esistito ... O é solo esistito nella mente di Luna Lovegood?
Genere: Introspettivo, Mistero, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ben ritrovati cari lettori, sono prolifica eh?

Sì, direi che le idee stanno fiorendo abbastanza numerose.

Propongo una song-fic ... E’ di Tori Amos (ahò ma che palle ‘sta Tori Amos nd Lettore). Caro Lettore, Lei ha vinto un viaggio verso una destinazione esotica chiamata Avada Kedavra.

 

Tornando seri. La protagonista è Luna Lovegood, uno dei miei personaggi preferiti in assoluto (dopo Severus e Lily, das ist klar) e la canzone è “Here, In My Head”. Ho dovuto tagliare un paio di strofe perché non si incastravano bene con il resto. Vi consiglio di andarvi a cercare quest’esibizione, è a dir poco stupenda. Buona lettura!

 

Here, In My Head

 

 

In my head I found you there and
running around and following me

 

E se esistessi davvero solo nella mia testa? E se fosse ora di smetterla di darti la caccia, Ricciocorno Schiattoso?

 

Tutti mi hanno sempre preso in giro, tuttavia, non demordo. Tu mi mandi segni in questa fredda foresta svedese. Io ti voglio venire a cercare ... Anche se ...

 

Sono lontana da casa, voglio tornare nel mio letto caldo e colorato. Ho freddo, non sento più i piedi. Voglio rileggermi l’ultima copia del “Cavillo” sul divano sgangherato di casa. 

 

No, devo resistere, devo resistere, resisti, Luna! Perché io ... Ho sempre creduto in te, Ricciocorno. Ho sempre creduto nel tuo essere mitologico. Non ho mai dubitato di te, al contrario di tutti gli altri.

 

Tu esisti, mi stai seguendo da anni e mi stai chiamando a te. 


Vedo la tua pelle rugosa, come quella di un neonato - oh, quanto sono sgraziati gli appena nati, con quella pelle grinzosa - e le tue corna, levigate, perfette. A me piace pensarti colorato, oppure nero come la notte.

 

Posso toccarle, queste tue corna, anche se ora vivi solo dentro la mia mente?

 

Luna dormiva nella tenda con il padre, in quella foresta svedese presso Vålådalens, ma in quella notte stellata si era svegliata di soprassalto, dopo aver visto chiaramente la creatura mitologica. Non poteva sbagliarsi. L’aveva ancora impressa nei suoi grandi occhi blu. Si era posizionato davanti a lei. Gattonò a recuperare le scarpe, senza trovarle. Fece un po’ di trambusto, terrorizzata di poter svegliare suo padre, che dormiva nel suo eccentrico sacco a pelo. Cosa non era eccentrico, in quella bizzarra famiglia?

 

Le scarpe, Luna, le scarpe ... Dove le ho messe?

 

Lei le scarpe le teneva sempre addosso, dato il suo sonnambulismo.


but you don't, oh, dare, now
but I find that I have, now
more then I ever wanted to

No, ti prego, non osare sparire, non ora. 

Ti seguirò, ti troverò, fosse solo per accarezzarti un attimo, anche a costo di perdermi in questa riserva - ed è abbastanza sicuro che mi perderò.

 

Il satellite in cielo, che portava il suo stesso nome, la faceva sembrare una creatura mitologica. I capelli sembravano candidi, brillanti più di quello che non fossero già di natura. 

 

Lumos! Ah, ora ci vedo meglio!

 

Camminava lentamente, con la bacchetta ad illuminare il percorso, guidata da quella visione, spinta da un dolce istinto primordiale: la sua curiosità e la sua propensione a credere a qualsiasi cosa, senza arroganza, ma con una dolcezza ed una serenità olimpica. Perché gli altri le ridevano dietro? 

 

Tante cose erano successe per davvero, il Cavillo non sbagliava mai! Suo padre non sbagliava, mai, no!

 
so maybe Thomas Jefferson
wasn't born in your backyard
like you have said and ...

 

Ed ecco che Hermione le rideva dietro, ad Hogwarts, con aria di sufficienza. 

Non le credeva, aveva sempre da correggerla su questo o quell’argomento. Aveva sempre da portarle prove razionali e ben descritte sui libri. Libri, libri di scuola, prendessero pure fuoco.

 

Dov’era il suo fuoco, la sua curiosità per il mistero? Luna non capiva perché dovesse sempre trovare una spiegazione all’universo intero. Non esisteva, non era possibile sapere sempre l’intero scibile, umano e magico.

 

Si poteva però credere. Fantasticare.

 

E quando la Grifondoro rideva, sprezzante e perfettina nei suoi boccoli e nei suoi dentini bianchi, era come se le pugnalasse il cuore, altro che rimanere serafica e serena. Avrebbe voluto ... Oh, avrebbe voluto dimostrarle che si sbagliava. E di molto.

 

Ma non le avrebbe mai dato quella soddisfazione, lei si sentiva bene in quel mondo, animato, magico, fatato, strampalato ...

 

Lì, nella sua testa.


maybe I'm just the horizon you run to when
she has left you there, you, are ...

 

E quando si sentiva incompresa, correva dal suo Ricciocorno. 

E la portava al di là dell’orizzonte, di tutto quello che poteva percepire. Con i suoi occhiali arcobaleno, il panorama diventava speciale. Distorto, alterato, unico. 


here. in my head

 

Ah, rieccoti, non mi hai abbandonato.


and running around and calling me

 

Si, si, ti sto seguendo! Non vedo più la tenda, la foresta s’infittisce, ma quanti fiori notturni magici! Quanti colori.

 

La vita scorre di notte, la vita continua, non si ferma mai ... Guarda che belle rose notturne. Come dici, Ricciocorno?


"come back i'll show you the roses
that brush off the snow
and open their petals again and again"

 

Sono le rose perpetue. Quelle che sopravvivono in inverno, a tutto. La neve non attacca mai dove questi fiori sbocciano. Ne avevano parlato sul Cavillo, non le avevo mai viste prima d’ora. Che belle.

 

Quasi quasi, ne colgo una.

 

Luna prese una rosa perpetua e se la mise in testa. Poi, continuò a camminare, silenziosamente, proseguendo quel colloquio immaginario con la creatura. L’avrebbe trovata, n’era certa.


and you know that
apple green ice cream
can melt in your hands
i can't, so...

Oh, no.

Mi dispiace Riccio mio, non ho il gelato alla mela verde. Lo sai che si scioglie.

Ma se verrai con me, se ti fiderai di me, a casa ne ho in abbondanza. A volte, io e mio papà ci riempiamo di gelato fino a stare male.

 

Certo, non riesci a mangiarlo con il cucchiaino, ti imboccherò io.

 

Potrei sempre farlo apparire con la mia bacchetta magica, qui ed ora, se solo me lo ricordassi.


and even Thomas Jefferson
wasn't born in your backyard
like you have said and

 

Ha-ha!

Hermione Granger, ti ho fregato.

 

Eccolo lì, davanti a sé, accucciato senza paura, davanti alla bionda ragazza. Una fresca brezza muoveva il praticello in quella radura. C’era un silenzio dolcissimo, interrotto di tanto in tanto dalla voce degli alberi, che si mettevano a canticchiare sommessamente con la brezza notturna.

 

Il Ricciocorno Schiattoso era appoggiato lì, e la guardava negli occhi. Sembrava sorridere, ma erano in grado di farlo, quelle creature?

 

Luna sorrise, rimanendo ferma a guardarlo. Mise la bacchetta in tasca. Non aveva bisogno di luce per avere ulteriori conferme. Sentiva il cuore batterle forte, così forte che avrebbe fatto volare via dallo spavento tutti i Cannoli Balbuzienti presenti, dormienti sugli alberi di quella riserva svedese.


maybe i'm just the horizon you run to
when she has left
you and me here
alone on the floor

 

L’uno davanti all’altra, il viso tondo e sognante della Corvonero davanti a quello della creatura, che respirava tranquilla, la guardava con gli occhi grandi pieni di sorpresa. Aveva un buon profumo, di muschio.

 

Luna non aveva il coraggio di accarezzarlo, non voleva farlo scappare con la sua voce. Era così bello.


you're counting my feathers
as the bells toll

 

Ti piacciono i miei orecchini con le piume dei volatili più strani al mondo?

Me li ha regalati Rolf Scamander, il nipote di Newt Scamander, il Magizoologo.

 

Oh, non ti ha mai visto Newt in vita sua? Poverino, chissà che rabbia.

Gli racconterò il mio incontro con te, che ne dici?

 

Luna si fece coraggio, il musetto di quella buffa creatura, bizzarra e particolare, si era avvicinato a lei. La ragazza, accovacciata, allungò una mano. Era caldo, era ... Come l’abbraccio di sua mamma. No, non era sua mamma quella strana creatura.

 

Però le ricordava lei. In quell’istante, Angelina Lovegood non era più una persona scomparsa. 

Era viva, era viva nella sua mente, nelle storie che aveva raccontato al suo Ricciocorno in tutti quegli anni.

 

Lo accarezzava, con qualche lacrima che le rigava il volto. Era così morbido ... Voleva sdraiarsi a dormire accanto a lui, come quando faceva da piccola con sua madre. Si sentiva protetta.

 

Si sdraiò accanto a lui, sull’erba fresca e l’animale magico abbassò la testolina, per permettere a Luna di continuare ad accarezzarlo. Gli accarezzò il dorso rugoso, ma forte e robusto.

 

Vuoi che ti racconti una favola? V-va bene.


you see the bow and the belt
and the girl from the south
all favorites of mine
you know them all well
and spring brings fresh little puddles

 

Luna Lovegood poteva parlare con il suo Ricciocorno ad alta voce, per la prima volta in prima sua. Si sentiva emozionata, in una maniera indescrivibile. La sua voce rimbombava in quell’angolo di mondo remoto, ma fendeva l’aria, con il garbo elegante di una rondine, ed arrivava ai piccoli padiglioni auricolari della sua sognata e desiderata creatura. Non era più sognata, era reale.

 

Parlò e ancora parlò, come si parla ad un amico del cuore che non si rivede da anni. E tutta la mancanza si trasforma in un fiume di parole incontrollato.

 

Si addormentò, abbracciando con una mano il suo migliore amico magico. 


that makes it all clear
makes it all...

 

Luci, cielo rosato. Era già l’alba?

Una mano affettuosa sul braccio di Luna. Un sorriso amorevole.

 

“Luna ... Ti sei ancora addormentata nella foresta ...”

 

“Papà!” esclamò Luna, immediatamente sveglia, abbracciandolo forte. “Il Ricciocorno Schiattoso! L’ho trovato! L’ho trovato .... E’ qua!”.

 

L’entusiasmo le morì all’istante. Si voltò.

 

Non c’era più.

 

Non c’erano orme, non c’erano impronte.

 

Nulla di nulla.


hey, do you know
hey, do you know
what this is doing to me?

 

Le veniva da piangere, da piangere come una fontana.

 

“Luna, ma non c’è nulla che conferma la sua presenza! Lo hai semplicemente sognato, tesoro mio”.

 

No, non è possibile! Ti ho avvertito, ti ho accarezzato, abbiamo parlato! Non sei un sogno.

 

Dove sei finito, per l’amor del cielo?

 

Non vuoi più venire a casa con me?

 

Vieni fuori!

 

D-dove sei?


Oh, here ...
here ...


here. in my head

   
 
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