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Autore: kaos3003    22/08/2011    2 recensioni
Personaggi identificabili in meri aggettivi, personaggi caduti, personaggi che si rincontrano.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Albus/Gellert, Harry/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fandom: Harry Potter
Titolo: Rivolo d'aria fra capanne di rovine.
Rating: verde
Conto Parole: 500 (basta, non sapevo più cosa limare XD)
Personaggi/Pairing: Severus/Harry
Avvertimenti: relazione adulto/minore, preslash, death
Prompt: Scrivere una drabble che contenga le parole "Machiavellico" e "Boccaccesco" e che finisca con un anticlimax. [Italiano, terza Prova] , 'Fine' per la BDT
Disclaimer: non sono miei e non mi appartengono, io sono solo la pazza che ha pensato fosse divertente scriverci sopra.

Tema musicale: Knockin' on Heaven's door, rigorosamente di Bob Dylan

Tabella: qui

 

 

C'erano stati anni in cui l'aria fra quelle pietre profumava di pioggia e zucche mature abbandonate sotto l'ultimo tiepido sole autunnale, anni in cui l'abbaiare furioso di un cane accompagnava i rumori della foresta e un rivolo di fumo profumato di biscotti usciva dal comignolo di un capanno da caccia, spesso misto a risate allegre e ubriache.
Erano stati anni strani quelli, anni in cui gli occhi azzurri di un uomo Machiavellico sepolto in una torre parevano perennemente sorridere oltre una montatura a mezzaluna, senza il reale bisogno di un punto focale, rivolti com'erano a quel bene sociale superiore per cui tutto era sacrificabile. Eppure questo non basta, perché nemmeno in quel tempo la semplicità era comune e quelle iridi alle volte si scostavano dal bene per ancorarsi all'unico essere terribilmente terreno che aveva dovuto rinchiudere in una grotta, pur di preservarlo.
Ebbene sì, gli ultimi anni di quella alta torre furono strani, ma insoliti furono anche i tempi nei profondi sotterranei dove un probabile intreccio boccaccesco fra un Menzognero e un Figlio, troppo simile alla propria madre, non si rivelò mai. Troppe regole a dividerli, sostengono i più romantici, troppa solitudine o semplicemente mancanza del tempo opportuno, ribattono i pratici, ma alla gran parte della gente pare che una guerra sia un motivo più che valido per non abbandonarsi al decorso degli eventi.
Il Machiavellico fu il primo ad andarsene. Non era una sera tranquilla, non avrebbe mai potuto esserlo, ma quegli occhi azzurri parevano finalmente aver trovato un punto focale in quell'essere troppo terreno ed umano per essere il bene superiore.
Sì, c'erano stati anni in cui l'aria fra quelle pietre profumava di pioggia e zucche mature, ma negli ultimi mesi quell'odore scomparve, sostituito dall'acre olezzo del sudore, del sangue e della polvere.
Nessuno ricorda chi lanciò il primo incantesimo, ma tutti ricordano gli ultimi istanti, le parole che misero fine all'esistenza di un'istituzione millenaria e ad una paura decennale. Fra quei lampi anche il Menzognero se ne andò, cercando per l'ultima volta gli occhi verdi della madre e del Figlio che non aveva mai dimenticato.
Oggi che quel capanno è crollato, nessun cane abbaia fra quei prati e l'aria scorre lenta e grave fra le rovine, accarezzando le pietre candide delle lapidi, priva di qualsivoglia profumo. Nemmeno le poche persone venute a visitare quel sito ricordano come apparisse nei tempi gloriosi e mesta quella folla nera si raduna intorno all'ennesima lapide. Dopo il Machiavellico e il Menzognero, anche il Figlio ha raccolto quanto restava di sé e se n'è andato senza troppo rumore, con la tranquillità che solo la vecchiaia e una vita nella tiepida sicurezza familiare possono dare.
Quel capanno è ormai crollato e l'abbaiare del cane è ormai un sogno, ma qualcuno può giurare di aver sentito invocare con nostalgia il nome del Figlio, mentre una figura, troppo simile al Menzognero, si avvicinava alla lapide.
Ed è nell'abbandono delle rovine che quel nome muta in un dire, un canto, un sussurro nostalgico di quanto è stato, di quanto mai sarà.

 

   
 
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