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Autore: Jezabel_89    22/08/2011    3 recensioni
Le prime notizie che il mondo ebbe di Harry Potter, a quattro anni dalla fine della guerra, furono pubblicate sottoforma di lettera sulla pagina del cuore di una nota rivista scandalistica babbana. Era indirizzata a Draco Malfoy ma, ovviamente, pochissimi se ne accorsero.(past Mpreg)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Harry James Junior non poteva fare a meno di chiedersi cosa avesse mai potuto fare di male, nel corso della sua breve vita, per meritarsi ciò che gli si parava davanti.

-"Perchè quel musetto, Junior?"- gli chiese Vicktor Krum col suo pesante accento tedesco, inginocchiandosi per essere alla sua altezza. Junior sbuffò e accarezzò Salazar che se ne stava appallottolato , guardingo come non mai, sulle sue gambe in attesa di un segnale di pericolo per cui attaccare quel brutto armadio nerboruto. Non riusciva quasi più a contenere il veleno nelle sue zanne dalla voglia di morderlo. Junior lo vedeva, il piccolo capiva quell'animale così speciale, e cercava di tranquillizzarlo come poteva per evitare inutili spargimenti di sangue in salotto, ma a dir la verità neanche a lui sarebbe proprio dispiaciuto se il serpente avesse fatto di testa sua. Magari avrebbe potuto dirgli di soffocarlo anzichè morderlo: così anche il problema del tappeto sarebbe stato risolto!

Un inconsapevole ghignetto felice comparve sul volto del bambino al pensiero di un assassinio pulito, efficace e molto doloroso: mica tutti i bambini di cinque anni potevano disporre di un complice muto e dal potente veleno neurotossico come un Taipan Litoraneo. Purtroppo, però, Krum interpretò piuttosto male quel sorriso e credette di averlo tirato su di morale.

-"Vuoi vedere cosa ti ha portato lo zio Vicktor?"- gli disse estraendo qualcosa di colorato dal suo taschino. Il serpente sibilò minaccioso verso di lui nel momento stesso in cui cercava di porgergli il regalo.

-"Dì al tuo amichetto di starsene a cuccia, però!"- aggiunse ritraendo subito la mano -"Altrimenti non potrò darti la tua caramella!"-.

Junior alzò un sopracciglio -"Caramella?"-.

-"Certo! Tutti i bambini amano le caramelle!"- sorrise felice, convinto di aver fatto centro nel cuore del piccolo.

Il serpente continuava a sibilare irrequieto, quando il bambino decise che era meglio portarlo il più lontano possibile da quell'idiota: suo padre non sarebbe stato felice se avesse ucciso qualcuno.

-"Dovresti conoscere me e papà abbastanza da sapere che noi mangiamo solo lecca-lecca al sangue"- rispose altezzoso, alzandosi dal divano e lasciando che Salazar si attorcigliasse intorno al suo braccio.

-"Stupido idiota!"- aggiunse prima di lasciare il salotto.




Krum rimase interdetto con la caramella in mano: stava ancora cercando di capire cosa ci fosse di sbagliato in quel ragazzino, quando il padre di questo comparve sulle scale avvolto da un accappatoio bianco: era appena uscito dalla doccia. Vicktor lo fissò per qualche secondo, incapace di emettere un suono davanti alla figura di Draco.

-"Beh?"- gli fece scocciato il biondo, tamponandosi i lunghissimi capelli con un asciugamano -"Cos'hai da guardare?"- il biondo non attese neppure la risposta, si voltò e fece per salire le scale per poi fermarsi.

-"Seguimi!"- disse.

Krum si risveglio dal torpore in cui era sprofondato, e lo seguì per le scale, fino alla camera da letto. Appena entrati, Draco si spogliò dell'accappatoio che lo copriva, restando completamente nudo con i capelli ancora bagnati sciolti sulle spalle. Si lasciò abbracciare dall'altro e trascinare fino al letto con gli occhi chiusi.
E mentre Victor baciava affamato il suo petto, Draco pensava a quanto il corpo di Harry sopra al suo fosse più caldo ed i suoi baci più affettuosi ed il suo sguardo più incantato. Ricordò come i suoi capelli spettinati trovassero quasi un ordine, quando la testa di Harry era immersa fra le sue cosce e le mani bianche e delicate di Draco potevano affondare in quei riccioli indomabili, ma morbidi e piacevoli al tatto. Quei capelli fra le sue mani non erano altro che un groviglio d'amore. Non come la testa rasata di Krum.

Malfoy lasciò andare la testa del suo amante, che nel frattempo leccava e succhiava tutto ciò che aveva davanti e si portò le mani sugli occhi, cercando per l'ennesima volta nella sua giornata di trattenere le lacrime.

Quella mattina sperava davvero di trovare almeno delle tracce di Harry, invece, a fine giornata, non aveva altro che un manipolo di gente obliviata, un caffè ed una chiacchierata superficiale con un affascinante sconosciuto ed un uomo che non amava nel proprio letto. Il fatto che quel dato uomo gli stesse succhiando l'uccello era una magra consolazione: chi mai si accontenterebbe di mangiare brodino, dopo aver assaggiato un bel piatto di lasagne? Le mani di Krum erano grandi e forti ed era bravo a letto ma quel giorno Draco sentiva troppo la mancanza di Harry per accontentarsi di Vicktor.

-"Vicktor"- sussurrò, prendendogli la testa tra le mani per scostarlo dal suo ventre -"Vicktor"-.

-"Cosa c'è, amor mio?"- rispose l'altro risalendo lungo il suo corpo, lasciando dietro di sè una scia di baci. Si sdraiò supino distendendo un braccio ed invitando Draco a poggiare la testa sul suo petto muscoloso.

-"Pensavo"- fece il biondo godendosi ad occhi chiusi le carezze delle mani di Vicktor tra i suoi capelli ancora umidi.

-"A cosa?"-.

Draco aprì gli occhi e si girò sulla pancia, issando poi il busto sui gomiti.

-"Se tu fossi davanti allo Specchio delle Brame, cosa vedresti riflesso?"-.

Vicktor si mise su un fianco, la testa sorretta da una mano e l'altra mano sulla curva della schiena di Draco.

-"Non saprei proprio"- rispose sincero -"Magari me stesso con la Coppa del Mondo di Quidditch da un lato e te dall'altro"-.

Draco abbassò le braccia e ne fece un rifugio in cui nascondere il viso.

-"Tu?"- chiese Krum mentre gli scostava i capelli dalla fronte.

-"Io?"- Draco sorrise di un sorriso che spezzava il cuore -"Io vedrei me stesso proprio qui, adesso, ma con un altro uomo ad accarezzarmi la schiena"- sussurrò senza guardare l'altro negli occhi.

Viktor sospirò ma non smise di accarezzarlo.

-"Tu, Draco"- cominciò -"Mi hai sempre trattato come se fossi uno stupido."- Draco non lo interruppe per scusarsi: dopotutto era vero.

-"Io te l'ho lasciato fare: volevo darti tempo, volevo guarirti e se per farlo era necessario farmi trattare da te come un palo su cui dimenarti, come se la mia intera esistenza si riducesse al sesso, lo avrei accettato"-.

-"L'ho fatto, vero?"- chiese Draco, sottovoce -"Trattarti come una macchina per il sesso..."-.

Disse questo, eppure non si sentiva in colpa, Draco, anzi: era fiero di se stesso, per aver tenuto chiunque alla larga dai suoi sentimenti, come se avesse voluto tenerli in caldo per Harry.

-"Sì"- rispose Krum -"Ma non te ne faccio una colpa: te l'ho permesso io! Andava bene farmi trattare così finchè avevo la speranza di guarirti per poi tenerti con me"-.

-"Soltanto che io non posso essere guarito..."- Voctor ascoltava la voce sconsolata di Draco e lo guardava come se vederlo in quelle condizioni fosse un tormento.

-"No"- rispose sicuro -"Non da me. Non da chiunque non sia Harry"-.

Al sentire quel nome Draco sembrò risvegliarsi dal torpore. Si avvicinò cautamente al petto di Krum, facendosi abbracciare stretto.

-"Cosa dovrei fare, Vic?"- chiese -"Io vorrei ritrovarlo, ma non so dove cercare. E poi, se anche lo trovassi, il mio primo istinto sarebbe quello di cruciarlo e tu sai benissimo che ne sono in grado: i nostri vecchi amici non davano il Marchio a chi non poteva dimostrare di meritarlo!"-.

-"Non lo ucciderai"- rispose Vicktor -"Non ti arrenderai e continuerai a cercare e quando l'avrai trovato, perchè lo troverai, ascolterai le motivazioni che l'hanno portato a non tornare. Lo perdonerai se sarà il caso, altrimenti ti volterai e te ne andrai per la tua strada con il cuore in pace"-. Le parole di Victor sembravano davvero quelle di un amico sincero. Draco gli credette e, finalmente, sorrise.

-"Rivestiamoci"- fece all'altro: non era più serata da sesso. Piuttosto avrebbe preferito una serata con Harry. Senza sesso.







* * *




La porta della camera di Draco era socchiusa anche quella notte, come tutte le notti, e Junior ne approfittò seduta stante.

-"Papà?"- chiamò piano entrando, con Salazar attorcigliato sulle braccia.

-"Amore"- rispose Draco con una voce strana, quasi gracchiante, stropicciandosi le guance e gli occhi. Non fece neppure una storia, semplicemente scostò le coperte e permise al piccolo ed al serpente di entrare nel letto.

"Strano", pensò Junior, ma si arrampicò sul letto e si sdraiò di fianco al padre. Draco prese ad accarezzargli i riccioli neri con il suo solito tocco delicato e lui mugolò tutto contento.

-"Cosa ti turba, cucciolo mio?"- gli chiese sottovoce, con dolcezza.

Junior chiuse gli occhi.

-"Ultimamente stavo pensando"- rispose -"E mi sono accorto che io il mio papà, il mio altro papà, non me lo ricordo per niente"-.

Draco alzò un sopracciglio sorpreso: il suo bambino non gli aveva mai chiesto, mai neppure una volta, di Harry. Oltretutto come faceva Junior a sapere che i suoi genitori erano entrambi uomini?

-''...e chi ti ha detto che hai un altro papà? Non potresti avere una mamma come tutti i tuoi amichetti?''-.

Il piccolino sbuffò: non gli piaceva per niente essere trattato come un bambino!

-''Avanti, papy, guardiamo in faccia la realtà: a te le femmine proprio non piacciono!''-.

A quell'uscita Draco rise di gusto e gli scompigliò affettuosamente i capelli.

-”Sei proprio il mio draghetto...''-.

Era tentato di mentirgli ed inventarsi una madre qualsiasi, ma i capelli di Harry erano morbidi ed arruffati sulla testolina del loro bambino e la verità fu l'unica cosa che gli venne in mente da raccontare.

-"L'altro tuo papà si chiama come te: Harry Potter"- disse, non sapendo proprio da dove cominciare.

Junior si illuminò tutto.

-"Davvero? E gli somiglio?"- chiese curioso.

-"Moltissimo"- sorrise Draco -"Soprattutto i tuoi capelli e la forma del tuo viso"-.

-"E com'è il mio papà? E' bello? E' forte?"-.

Il papà storse il naso.

-''Bello! Tsk!''- fece con un'odiosa aria di sufficienza -''Direi passabile, se ti piace il genere sempliciotto-Grifondoro-col-complesso-dell'eroe...''-.

Il piccolo alzò un sopracciglio, l'inconfondibile marchio Malfoy.

-''La verità, papy...''-.

-"E' il più bello"- Draco sorrise, nonostante sentisse una lacrima spingere per venire fuori dal suo occhio -"E il più forte"-.

-"Bello come te?"- chiese poi il piccolo incredulo.

-"Adesso non esageriamo!"- fece l'altro di rimando. Poi tornò serio e ci pensò su. -"Più bello e più forte di me. Il tuo papà probabilmente è il mago più potente di tutto il Mondo Magico. E pensa: anche lui parla il Serpentese!"-.

-"Wow!"- esclamò il piccolo con aria sognante -"Potrei fargli conoscere Salazar!"-.

-"Già. Forse andrebbero d'accordo: al tuo amichetto piace dormire accoccolato sul mio stomaco. Tuo padre, invece, amava appoggiare la testa sul mio grembo e parlare"-.

Junior temporeggiava, le mani di suo padre ancora affondate tra i suoi capelli, cercando dentro di sè il coraggio di fargli la domanda che più gli premeva. Decise di sondare il terreno un altro po'.

-"E come vi siete conosciuti?"-.

-"A Hogwarts"- rispose Draco malinconico -"Già al primo anno era Cercatore nella squadra Grifondoro. Lui si pavoneggiava con la sua divisa e la sua scopa e trattava con sufficienza me ed i miei amici. E pensare che se non fosse stato per me non sarebbe mai entrato in squadra!"-.

-"Era bravo, insomma..."- chiese il piccolo con ammirazione.

Draco sembrò indispettirsi.

-"Bravo! Tsk!"- esclamò con disprezzo, per poi addolcirsi immediatamente -"Era il migliore di tutti! Normalmente era uno stupido Grifondoro, pure un po' scialbo se devo dirla proprio tutta, ma quando era sulla sua scopa... Merlino, era bellissimo!"-.

Junior continuava a sorridere: come poteva non essere orgoglioso di avere un padre così? Anche se quel padre, lui, non l'aveva mai conosciuto.

-"Papà"- chiese, imbarazzato -"Tu e l'altro mio papà... ecco... voi eravate innamorati?"-.

Draco sentiva che quella domanda non era altro che il preludio di ciò che il piccolo voleva davvero sapere, ma rispose ugualmente: non avrebbe offeso l'intelligenza di suo figlio, mentendogli.

-"Credevo di sì"- rispose -"Insomma, sì! Eravamo molto innamorati. Lo siamo ancora"- aggiunse, per poi ripensarci -"Perlomeno io lo sono!"-.

-"Lo sei?"- il piccolo lo guardò con i suoi grandi occhi grigi -"Non l'hai mai dimenticato, dopo tutto questo tempo?"-.

Draco resse il suo sguardo con orgoglio.

-"Mai!"- disse convinto -"Non lo dimenticherò mai, neanche se non dovessi più rivederlo"- per poi aggiungere con un tono di voce talmente basso che il piccolo non lo intese -''E se anche dovessi rivederlo, non lo dimenticherò comunque dopo che gli avrò amputato braccia e gambe''-.

Junior non sembrava convinto.

-"E allora perchè ti vedi con quel Victor?"- chiese.

Al nome del nerboruto giocatore il serpente cominciò a sibilare rabbioso, tanto che il piccolo per un attimo credette che stesse seguendo il discorso e avesse riconosciuto il nome della persona che gli stava così antipatica. Ma la spiegazione era sicuramente un'altra: loro stavano parlando in inglese, mica nella lingua dei serpenti! Salazar non poteva assolutamente sapere ciò che stavano dicendo. Stava quasi per chiedergli cosa avesse, quando Draco rispose.

-"Non più"- fece -"Io e Victor abbiamo chiuso"-.

Il bambino si illuminò di felicità.

-"Meno male!"- esplose -"Non lo sopportavo più!"-.

Draco risee fece un grattino sulla testa di Salazar, per calmarlo.

-"Mi puoi dire un'ultima cosa, papà?"-.

"Eccola", pensò il biondo sospirando.

-"Certo amore mio, puoi chiedermi tutto quello che vuoi"-.

Junior prese un bel respiro.

-"Cosa gli è successo?"-.

Draco lo guardò senza capire.

-"Perchè non mi hai chiesto il motivo per cui ci ha abbandonati? Come mai hai pensato subito che gli fosse capitato qualcosa?"-.

-"Un papà bravo come me lo hai descritto non abbandonerebbe mai suo figlio. E poi siamo seri, sei ancora innamorato di lui dopo tutto questo tempo: quale uomo sano di mente lascerebbe un amore così..."-.

Draco boccheggiò allibito dalla logica di suo figlio: aveva solo cinque anni, caspita! Era troppo piccolo per essere in grado di fare discorsi del genere... .

-"E' vero"- rispose -"Lui non voleva andarsene. Lui l'aveva sempre desiderata una famiglia tutta sua: non se ne sarebbe mai separato"- Draco si arrese all'intelligenza di suo figlio, con orgoglio, e decise che il piccolo doveva sapere tutto. Dall'inizio.

-"Devi sapere che anni fa, prima che io e tuo padre nascessimo, c'era un mago oscuro molto potente che aveva radunato un esercito per rovesciare il Ministero della Magia e salire al potere. Si chiamava Voldemort e la mia famiglia era dalla sua parte.

La guerrà durò molti anni e Voldemort uccise senza pietà tantissime famiglie ma quando cercò di uccidere tuo padre, che aveva solo un anno, la maledizione che gli scagliò gli si rivolse contro e quasi lo uccise. Tuo padre crebbe senza genitori, mentre io venivo plagiato dalla mia famiglia, che mi addestrò a credere che Voldemort era la via giusta per riportare i maghi Purosangue al lustro che gli apparteneva di diritto. Fu tuo padre a farmi capire che ero abbastanza intelligente per avere una mia opinione che non necessariamente coincideva con quella dei miei genitori. Ma allora Voldemort aveva già riacquisito il suo potere ed uno dei suoi obbiettivi principali era uccidere Harry. Decisi così di rischiare tutto e diventare una spia e riferire allo schieramento di tuo padre tutto quello che venivo a sapere dei piani di Voldemort..."-.

-"Merlino, papy"- lo interruppe Junior con ammirazione -"Era una faccenda pericolosa!"-.

Quest'uscita fece sorridere Draco, che continuò a raccontare e ad accarezzargli la testa mentre il serpente, con gli occhietti ben aperti, accoccolato sul suo stomaco, come sempre, sembrava ascoltare con attenzione.

-"Beh, sì.Era pericoloso, ma io mi fidavo di tuo padre, credevo in lui ed avrei fatto qualsiasi cosa per aiutarlo.

Insomma, un anno dopo la fine della scuola ci innamorammo e lui mi convinse ad abbandonare del tutto Voldemort e ad andare a vivere con lui. Doveva restare un segreto, però: Vodemort ed i suoi credevano che io fossi scappato e mi cercavano, così io ero costretto a vivere tra quattro mura, senza poter mai uscire di casa nè farmi vedere da nessuno. Mi ritrovai così prigioniero. Quando Harry credette di aver finalmente ucciso Voldemort, eravamo talmente felici ed io mi sentivo libero al punto che decidemmo di rendere pubblica la nostra relazione ed avere un bambino..."-.

-"Come si fa ad avere un bambino se si è entrambi uomini?"- lo interruppe di nuovo Junior, curioso.

-"Beh... basta una pozione"- fece Draco, per poi aggiungere vago -"e uno dei due deve immolarsi per la causa..."-.

-"Immostarci. Cioè?"-.

-"Immolarsi, Junior. Uno dei due deve far crescere il bambino nella sua pancia e deve partorirlo. E' questo ciò che fanno le donne. La differenza sostanziale è che una gravidanza portata avanti da un uomo è molto più rischiosa di una normale e ti costringe a passare mesi a letto prima e dopo il parto. Quando si presentano complicazioni si può anche rischiare la vita"- disse con imbarazzo.

-"L'hai fatto tu vero?"- chiese il piccolo -"Sono uscito dalla tua di pancia?"-.

-"Si"- rispose Draco con dolcezza -"Lo rifarei mille volte se volesse dire avere un bambino come te"-.

Il piccolo si strinse al padre, usando il suo braccio come cuscino e Draco dovette girarsi su un fianco per continuare ad accarezzarlo. Salazar capitombolò sul materasso con un tonfo e quasi i due poterono sentirlo sbuffare. Ma i serpenti non sbuffano, quindi tutto quello che lo videro fare fu strisciare per andarsi ad acciambellare tra il corpo di Draco e quello del piccolo.

-"E poi?"- riprese Junior -"Cosa successe dopo?"-.

-"Per un annetto la situazione sembrò stabile: Voldemort era un ricordo ed il Mondo Magico era libero. Tu nascesti ed io ed Harry non eravamo mai stati così felici. Lui ti adorava! Eravate così carini quando dormivate vicini! Solo che quella felicità era solo la calma prima della tempesta: Voldemort era ancora vivo e ancora più arrabbiato dopo aver scoperto che io ed Harry avevamo avuto un bambino. Tuo padre pensò che il modo migliore per proteggerci era andarsene e trovarci un posto sicuro in cui nasconderci fino alla fine della guerra. Tu compisti un anno in una nuova casa in Scozia che avevamo preso insieme a Zia Hermione che aspettava un bambino, zio Blaise, zia Pansy e quella lenticchia di suo marito e i loro due bambini. Tu e Hugo siete cresciuti praticamente insieme, ma questo dovresti ricordartelo..."-.

Il piccolo Junior annuì, storcendo il naso al ricordo di sua cugina Rose, una ragazzina saccente, viziata e vanitosa. Hugo, però, era O.K., capelli rossi a parte.

-"Quando il nostro schieramento richiese anche le nostre bacchette, partimmo tutti lasciando i bambini a Hermione. Cercai tuo padre sul campo di battaglia, ma non lo vidi mai.

Un giorno una maledizione mi colpì e mi ritrovai al San Mungo ferito gravemente. I dottori mi relegarono prima in un letto d'ospedale, poi a casa con Hermione senza potermi mai alzare dalla poltrona''-.

-''E' per quella ferita che ti stanchi facilmente e non riesci a respirare bene?''- chiese Junior.

-''Esatto. Sono riuscito a riprendermi abbastanza da poter ricominciare a vivere normalmente, ma non guarirò mai del tutto e soffrirò sempre di capogiri e di crisi respiratorie. Ma non mi lamento proprio per niente: sono riuscito a tornare a casa da te ed i miei amici stanno tutti bene, quando molti non sono sopravvissuti... le mie ferite a confronto sono bazzeccole!

La guerra finì un anno dopo e per un po' fui certo che Harry fosse morto insieme a Voldemort, visto che di lui non si erano avute più notizie, ma un giorno uscì un comunicato stampa in cui diceva di star bene, di non preoccuparsi per lui e di goderci, finalmente, la libertà. Nessuno sa più nulla di lui da quel giorno"-.

Junior annuì pensieroso per poi sbadigliare.

-"Ne parliamo domani, però"- sorrise Draco -"A quest'ora i bambini dormono"-.

Gettò un'occhiata a Salazar, ancora appiccicato al suo torso che lo guardava con i suoi occhietti verdi ed intelligenti e aggiunse -"Anche i serpenti..."-.
   
 
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