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Autore: Lovely_Giady_96    22/08/2011    6 recensioni
"Sentii suonare alla porta, mi avviai e la spalancai, con un sorriso sulle labbra, anche se, quando vidi chi c’era sul vialetto di casa mia, mi venne da richiudergliela in faccia, Lamberti. Era il nemico giurato di Daniele, il mio ragazzo. Era famoso nella scuola per esser stato con più troie, una dopo l’altra. Non mi meravigliai se ancora prima di guardarmi il viso stesse fissando i “bottoni” della mia camicetta rosa perlata. Alzai un sopracciglio e, solo per cortesia, lo invitai ad entrare. Vidi un sorriso, illuminarsi quando finalmente alzò gli occhi.
- Ciao eh! – Dissi in modo scortese.
- Ciao.. Eva giusto? –
- Si Lamberti, si – Dai, ero professionale, non dovevo cadere in certe trappole, anche se lui e Daniele non si sopportavano, per via di non so cosa, non era d’ obbligo che non potessi fargli ripetizioni, no?! – Allora, cominciamo? –
- Certo – disse lui, compiaciuto, facendomi una radiografia da capo a piedi. "
In questa FF alternerò i fatti raccontati da Matteo e da Eva, in modo da far sapere i pensieri di entrambi. All'inizio lui cercherà di starle lontano, mentre lei lo eviterà... ma poi......Beh LEGGETExDxD e un commentino farebbe mooolto piacere!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eravamo completamente distanti dalla scuola, ed ero felice, felicissima. Con lui era tutto più bello, niente sembrava essere quello di prima. 
Ok, sembrano cazzate dette da una sdolcinata bimbaminchia ma niente era più vero in quel momento.
- Eva..Casa mia e qua vicino, che dici? Ci facciamo un salto? - mi sussurrò mentre camminavamo abbracciati
- Mmmh ok - dissi semplicemente, prima di mettermi a correre verso una fontanella, per bere.
Una volta giunti sulla soglia aprì con delle chiavi molto bizzarre una porta di legno ad arco. All'interno era veramente bella, ecco perché potevano darmi così tanto per delle semplici ripetizioni. Senza aspettare che facesse gli onori di casa, sapevo che non l'avrebbe fatto, se non con la sua stanza forse. Ammirai ogni singola stanza, finendo poi nella sua, che era moolto disordinata,ma veramente adorabile,il letto addossato al muro perlomeno era molto comodo. Come lo so? Perché dopo neanche dieci secondi da quando ero entrata, mi aveva spinta sul letto, dopo aver chiuso la porta sbattendola. Era salito a cavalcioni su di me, senza pesarmi per niente, e aveva iniziato a baciarmi e leccarmi il collo scendendo fino alla maglietta a maniche corte fucsia,era larga una spalla sopra, l'altra scendeva sul braccio. Infilò dentro una mano, mentre con l'altra saldava strettamente il mio fianco destro. In poco la maglietta era finita sul pavimento disordinato, accanto ad uno skate board.
I miei pantaloncini erano andati a fargli compagnia, assieme alla sua canotta bianca e hai suoi jeans a vita bassa che gli foderavano proprio un ben di dio. 
Eravamo rimasti in intimo, chiaramente, dati i miei 14 anni ero vergine, ovviamente lui no. Ero combattuta, lo desideravo, ma non credevo di essere pronta per un passo del genere. Lui ovviamente pensava lo fossi, il mio reggiseno cadde a terra. Quando però scese con le mani fino alle mie mutandine, lo fermai.
- No, Matteo - dissi cercando di regolare il respiro affannato - Non mi sento pronta, non ancora - gli rivelai sperando in un ok tranquillo. Sperai troppo, si alzò di scatto dal letto, lasciandomi lì, mezza nuda, e tirò un calcio all'anta aperta dell'armadio, che con un crack si chiuse. Ricevendo poi un pugno.
- Porca troia Eva! - Le urlai. Dopo poco realizzai che ero stato troppo duro, quindi addolcii la voce. - perché? -
Lei, spaventata di brutto, disse - Scusa Matteo, ma ho solo 14 anni, tu ne hai 17 e capisco che i tuoi ormoni siano pazzi, ma non sono pronta -
- Cazzo, dai Eva per favore, fallo per me dai, piccola - le sussurrai avvicinandomi sempre di più, finendo per inginocchiarmi accanto al letto - Non ti costa più di tanto -
Dissi sempre più piano accarezzandole la pancia nuda e liscia.
- Solo la mia verginità - rispose prontamente sarcastica.
- Eddaii... - dissi baciandola, con la mano destra stavo disegnando dei piccoli cerchi intorno al suo ombelico.
- No, scusami - disse prima di alzarsi, per raccogliere i suoi vestiti, mi voltai verso le sue mutandine, era troppo invitante, se le fossi resistito probabilmente sarei stato considerato gay. Con questo, e solo questo pensiero in testa, la presi per la vita portandola nuovamente sul letto, ora le mancavano solo i pantaloni. Cominciai a baciarla con foga, con desiderio, troppo desiderio. Cominciai a toccarla, nella sua intimità, prima con dolcezza e poi sempre di più con desiderio. Desiderio di lei, da impazzire. Dopo qualche apprezzamento probabilmente involontario da parte sua, fatto da qualche piccolo gemito di piacere. Uno schiaffo, molto forte mi sbatté il viso nel verso contrario.
I suoi occhi erano umidi per la disperazione, avevo sentito lo ammetto, che mi spingeva via, ma la sua forza era talmente poca, e la mia voglia talmente tanta, che non ci avevo fatto troppo caso. Ora lei era lì, distesa sotto di me, con gli occhi blu intenso veramente spaventati. Mi scansai, non sapendo cosa dire, tacqui. Mi allontanai dal letto ricominciandomi a vestire tranquillo.
Lei rimaneva lì, ora seduta, sul mio letto. Mi voltai in cerca della canotta, ma mi rigirai all’istante quando sentii i suoi singhiozzi. L’avevo combinata grossa. Non sapendo che fare, le passai in modo più ingenuo possibile i pantaloncini. Lei li prese e si vestì, poi si sistemò i capelli. Poi si girò, fissandomi mentre piangeva, perché non lo so, ma sembrava disperata. Che avevo fatto dopotutto? Avevo provato a farmela contro la sua volontà. E bon. Mi avvicinai cauto, per confortarla. Ma fece un pass indietro non appena tentai di toccarla. Che cazzo aveva?
Oddio. Come aveva potuto?! Non ci potevo credere, sapevo che andava con tutte, che era porco, e tutto. Ma una cosa del genere non l’avrei mai pensata. In effetti bene o male lo conoscevo, e avrei dovuto aspettarmi un risultato del genere. Da uno stronzo del genere. 
Per non contare dell’età che aveva.
Però Daniele era dello stesso anno, e non aveva mai provato a fare cose esagerate senza che io volessi. 
Le idee nella mia testa erano tante troppe. Lui provò ad avvicinarmi, mentre le mie lacrime scendevano indisturbate.
Indietreggiai.
Poi con uno sguardo simile ad un saluto aprii la porta e scesi svelta dirigendomi all’uscita. Corsi in strada, sperando che nessuno mi conoscesse o riconoscesse. Presi il cellulare e chiamai Ludovica. La scuola doveva essere appena finita.
- Oi ma dove sei finita Eva? -
- Ciao – dissi sforzandomi di non ricominciare a piangere, ma Ludo, mi conosceva troppo bene 
- Ehi ma che hai? E’ successo qualcosa? –
- Si.. Cioè.. Si. Puoi tornare in classe prima che chiudano e prendermi le mie cose? Sto venendo verso il parco ci troviamo lì.Buon giornoo

Buon giornoooxD Scusate DAVVERO scusate per l'imperdonabile ritardo. Spero che le mie lettrici mi seguano ancora, c3ercherò di farmi perdonare con questo capitoletto. Lo so, non è bellissimo, né dolce. Ma nemmeno i ragazzi (come sappiamo) lo sono. Quindi volevo che Eva conoscesse tutte le parti del carattere di Matteo. Spero comunque vi piaccia. Poi tutto in un qualche modo si sistemerà :D Buona lettura!!

 

Eravamo completamente distanti dalla scuola, ed ero felice, felicissima. Con lui era tutto più bello, niente sembrava essere quello di prima. Ok, sembrano cazzate dette da una sdolcinata bimbaminchia ma niente era più vero in quel momento.

- Eva..Casa mia è qua vicino, che dici? Ci facciamo un salto? - mi sussurrò mentre camminavamo abbracciati.

- Mmmh ok - dissi semplicemente, prima di mettermi a correre verso una fontanella, per bere.

Una volta giunti sulla soglia aprì con delle chiavi molto bizzarre una porta di legno ad arco. All'interno era veramente bella, ecco perché potevano darmi così tanto per delle semplici ripetizioni. Senza aspettare che facesse gli onori di casa, sapevo che non l'avrebbe fatto, se non con la sua stanza forse.

Ammirai ogni singola stanza, finendo poi nella sua, che era moolto disordinata,ma veramente adorabile,il letto addossato al muro perlomeno era molto comodo. Come lo so? Perché dopo neanche dieci secondi da quando ero entrata, mi aveva spinta sul letto, dopo aver chiuso la porta sbattendola.

Era salito a cavalcioni su di me, senza pesarmi per niente, e aveva iniziato a baciarmi e leccarmi il collo scendendo fino alla maglietta a maniche corte fucsia,era larga una spalla sopra, l'altra scendeva sul braccio. Infilò dentro una mano, mentre con l'altra saldava strettamente il mio fianco destro.

In poco la maglietta era finita sul pavimento disordinato, accanto ad uno skate board. I miei pantaloncini erano andati a fargli compagnia, assieme alla sua canotta bianca e hai suoi jeans a vita bassa che gli foderavano proprio un ben di dio. Eravamo rimasti in intimo, chiaramente, dati i miei 14 anni ero vergine, ovviamente lui no.

Ero combattuta, lo desideravo, ma non credevo di essere pronta per un passo del genere. Lui ovviamente pensava lo fossi, il mio reggiseno cadde a terra. Quando però scese con le mani fino alle mie mutandine, lo fermai.

- No, Matteo - dissi cercando di regolare il respiro affannato - Non mi sento pronta, non ancora - gli rivelai sperando in un ok tranquillo. Sperai troppo, si alzò di scatto dal letto, lasciandomi lì, mezza nuda, e tirò un calcio all'anta aperta dell'armadio, che con un crack si chiuse. Ricevendo poi un pugno.

- Porca troia Eva! - Le urlai. Dopo poco realizzai che ero stato troppo duro, quindi addolcii la voce. - perché? -Lei, spaventata di brutto, disse - Scusa Matteo, ma ho solo 14 anni, tu ne hai 17 e capisco che i tuoi ormoni siano pazzi, ma non sono pronta -

-Cazzo, dai Eva per favore, fallo per me dai, piccola - le sussurrai avvicinandomi sempre di più, finendo per inginocchiarmi accanto al letto - Non ti costa più di tanto -Dissi sempre più piano accarezzandole la pancia nuda e liscia.

- Solo la mia verginità - rispose prontamente sarcastica.

- Eddaii... - dissi baciandola, con la mano destra stavo disegnando dei piccoli cerchi intorno al suo ombelico.

- No, scusami - disse prima di alzarsi, per raccogliere i suoi vestiti, mi voltai verso le sue mutandine, era troppo invitante, se le fossi resistito probabilmente sarei stato considerato gay. Con questo, e solo questo pensiero in testa, la presi per la vita portandola nuovamente sul letto, ora le mancavano solo i pantaloni.

Cominciai a baciarla con foga, con desiderio, troppo desiderio. Cominciai a toccarla, nella sua intimità, prima con dolcezza e poi sempre di più con desiderio. Desiderio di lei, da impazzire. Dopo qualche apprezzamento probabilmente involontario da parte sua, fatto da qualche piccolo gemito di piacere.

Uno schiaffo, molto forte mi sbatté il viso nel verso contrario.I suoi occhi erano umidi per la disperazione, avevo sentito lo ammetto, che mi spingeva via, ma la sua forza era talmente poca, e la mia voglia talmente tanta, che non ci avevo fatto troppo caso. Ora lei era lì, distesa sotto di me, con gli occhi blu intenso veramente spaventati. Mi scansai, non sapendo cosa dire, tacqui.

Mi allontanai dal letto ricominciandomi a vestire tranquillo.Lei rimaneva lì, ora seduta, sul mio letto. Mi voltai in cerca della canotta, ma mi rigirai all’istante quando sentii i suoi singhiozzi. L’avevo combinata grossa. Non sapendo che fare, le passai in modo più ingenuo possibile i pantaloncini.

Lei li prese e si vestì, poi si sistemò i capelli. Poi si girò, fissandomi mentre piangeva, perché non lo so, ma sembrava disperata. Che avevo fatto dopotutto? Avevo provato a farmela contro la sua volontà. E bon. Mi avvicinai cauto, per confortarla. Ma fece un pass indietro non appena tentai di toccarla. Che cazzo aveva?

Oddio. Come aveva potuto?! Non ci potevo credere, sapevo che andava con tutte, che era porco, e tutto. Ma una cosa del genere non l’avrei mai pensata. In effetti bene o male lo conoscevo, e avrei dovuto aspettarmi un risultato del genere. Da uno stronzo del genere. 

Per non contare dell’età che aveva.Però Daniele era dello stesso anno, e non aveva mai provato a fare cose esagerate senza che io volessi. 

Le idee nella mia testa erano tante troppe. Lui provò ad avvicinarmi, mentre le mie lacrime scendevano indisturbate.Indietreggiai.Poi con uno sguardo simile ad un saluto aprii la porta e scesi svelta dirigendomi all’uscita.

Corsi in strada, sperando che nessuno mi conoscesse o riconoscesse. Presi il cellulare e chiamai Ludovica. La scuola doveva essere appena finita.- Oi ma dove sei finita Eva? -- Ciao – dissi sforzandomi di non ricominciare a piangere, ma Ludo, mi conosceva troppo bene - Ehi ma che hai? E’ successo qualcosa? –- Si.. Cioè.. Si. Puoi tornare in classe prima che chiudano e prendermi le mie cose? Sto venendo verso il parco ci troviamo lì.

 

E rieccomi, spero mi abbiata perdonata..Grazie comunque per la lettura, e per qualche, possibile commento, di critica, apprezamento consigli o altro. Mi farebbe molto piacere. Ciaoo =)

 

   
 
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