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Autore: Lisa_Pan    22/08/2011    3 recensioni
Fin da quando mettiamo piede per la prima volta in questo mondo riceviamo
miriadi di sensazioni al secondo, quando si è piccoli e non
si conosce nulla del mondo, ci guardiamo intorno interrogandoci su
tutto ciò che ci circonda dandoci risposte sensazionali che
risentendole quando si è grandi fanno venir da ridere. Barry
ha raccontato di un bambino unico, che non cresce mai, che resta sempre
meravigliato da quel parcogiochi che è il mondo, la domanda
allora sorge spontanea: com'è il mondo per Peter? Quanto
può essere meraviglioso entrare per un momento in quella
mente così speciale? In questi capitoli passo passo
troverete la risposta.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 5








Come previsto Wendy non gli parlò tutta la sera, tranne che per dirgli che lei andava a dormire e quindi di non fare tardi. Peter sapeva che le sarebbe passato, quindi la lasciò andare senza dire o chiedere nulla.
L'isola nelle ore subito dopo il tramonto diventava ancora più fantastica di come la immaginate: il mare si colora di sfumature di rosso e blu che si mescolano tra di loro creando contrasti di luce meravigliosi; la luce flebile del sole, ancora non del tutto scomparso dietro le montagne, si rispecchia nel mare e rincorre le onde creando un gioco di riflessi che si cercano come ossessi; sembra quasi che il mare si ricopra di polvere di stelle e fata e che al minimo respiro di esso questa si sposti come spinta da un vento invisibile e percorra l'intera superfice alimentandosi della luce del sole.
La leggera e fresca brezza marina dà ossigeno alla foresta, la quale sembra risvegliarsi e dare inizio ad una danza lenta e silenziosa. E' l'ora in cui le fate iniziano ad uscire dalle loro piccole tane riempiendo l'intera isola di dolci tintinnii. I pirati tornano sulla riva con le scialuppe, piantano le tende e, disponendosi a semicerchio, accendono al centro di esso il fuoco per cucinare e riscaldarsi riempiendo l'isola di aromi invitanti.
Oltre quel cielo, a Londra e in ogni altro paese, le famiglie si alzano dalla tavola e si riuniscono in salotto ad ascoltare della musica o a leggere dei libri mentre i bambini tentano in ogni modo di fuggire dal bagno dove li attende una vasca piena di schiuma.
Sotto casa Darling c'è un uomo per strada che suona la chitarra strimpellando una malinconica melodia, attorno a lui si sono radunate tre o quattro persone che si fanno consolare lasciando che quella musica faccia riaffiorare ricordi soffocati. Poco più lontano da quell'uomo, in un edificio interamente di legno e dal pavimento di coccio rosso fuoco, vengono servite birre e zuppe calde, il fumo delle cucine si alza alto dal camino disegnando una curiosa colonna in cielo. Al suo interno due ragazzi suonano su un piccolo palchetto rialzato anch'esso di legno, un ragazzo suona la chitarra e l'altro canta. La gente li osserva, qualcuno li segue con la testa, altri sono totalmente persi nei loro pensieri.
Nel giardino di casa Darling c'è Nana che riposa nella cuccia osservando il cielo alla ricerca di tre puntini distinti che facciano capire che i tre bambini sono tornati a casa. Sembra pronta ad abbaiare quando invece nota dispiaciuta che tre uccellini si sono posati sul tetto dell'edificio. Al piano di sopra nella stanza dei bambini la signora Darling legge un libro distrattamente interrompendosi per rivolgere lo sguardo speranzoso e triste al cielo. Non sa dove essi siano, sa solo che anche lei da piccola era stata da qualche parte anche se non ricorda dove, e sente che quel posto l' ha resa felice ma anche consapevole. Spera di rivederli, spera che non rimangano li per sempre, spera di non esser stata così dura con loro da convinverli a non tornare mai più a casa. Una lacrima scende sul volto della donna, scivola sulla rosea guancia, le sfiora l'angolo della bocca, quello con il bacio nascosto e dal mento ricade sul libro bagnandone una pagina.
"Ehi tu! io ti conosco! Mi ricordo di te!"
Una signora anziana affacciata ad una finestra di fronte all'edificio dei Darling gridava in direzione di Peter che dallo spavento si era nascosto sopra il tetto. Quanto stonavano quelle grida in una notte così silenziosa!
"Ehi, ti ho visto esci fuori, vieni qui! uccellaccio!" ora l'anziana stava esagerando, il tono di voce si era alzato ancora, tanto da attirare l'attenzione del signore dalla melodia malinconica. Non si può rompere quell'atmosfera così perfetta, non si possono interrompere i ricordi. Quelle grida stavano distruggendo una cornice perfetta.
Peter aspettò che la signora si fosse arresa e che rientrasse in casa distogliendo l'attenzione dal cielo, poi uscì dal nascondiglio e volò al capezzale della finestra. "Come fai a conoscermi? come fai a ricordarti di me?"
L'anziana sobbalzò. Si voltò verso Peter e con estrema lentezza si portò a sedere su una poltrona malandata posta vicino al camino fatto di mattoncini e coccio. Non faceva freddo eppure il camino era acceso e lei indossava abiti pesanti. Si portò la coperta di lana a coprire le ginocchia e tornò a guardare Peter, che nel frattempo era entrato nella camera e si era accomodato a terra davanti al camino di fronte alla signora. Ora, davanti al camino con la luce scoppienttante del fuoco, Peter riconobbe l'anziana signora che aveva di fronte.
La ricordava molto diversa, molto più giovane. La ricordava con ricci morbidi e biondi che le ricadevano sulle spalle e che incorniciavano quel visino tondo ma perfetto dalle guance rosse e dal nasino piccolo e ben proporzionato al resto del volto. Ricordava le manine piccole e morbide con le quali afferrava la mano di Peter quando lo voleva vicino, quando aveva bisogno di protezione.
Ricordava benissimo quegli occhi, non erano cambiati, loro. Azzurri. Quando Peter li guardava pensava unicamente alla sola persona che aveva come lei gli occhi di quel blu intenso, glaciale: Uncino. Quella bambina, quella donna, aveva gli occhi dello stesso colore di Uncino, e come loro, questi avevano lo stesso potere attrattivo.
"Si diventa così?"
"Cosa vuoi dire?"
"Si diventa così quando si cresce? Si diventa così quando si sceglie di essere adulti?"
"Sì, si diventa così, ma solo dopo tanto tempo."
"Dopo quanto tempo sei diventata così tu?"
"Dopo ottantotto anni dall'ultima volta che ci siamo visti Peter!"
"Perchè si diventa così?"
"Quando decidi di crescere, accetti molti cambiamenti. Accetti la scuola ogni giorno, accetti il lavoro, accetti la famiglia, i figli, le responsabilità. Dimentichi spesso di darti una pausa, dimentichi i giochi che facevi da bambino ammettendo altri divertimenti. Dimentichi di aver bisogno delle favole la sera prima di addormentarti, del bacio della buonanotte, della giornata al parco con gli amici a giocare a rotolarti a terra. Cominciano a farti male le ferite, ti crescono le braccia, le gambe. Improvvisamente non entri più nel lettino e sei costretto a prendere un letto più grande, un letto vero. Butti via l'orsacchiotto con cui dormi, perchè ormai sei troppo grande per quello e cominci a prendere l'abitudine di pensare prima di prendere sonno rischiando di perderlo definitivamente. Allora a quel punto fai ricorso a dei rimedi per dormire e sogni poco e spesso se sogni è per fare degli incubi. Impari parole come stress, stipendio, rincaro, crisi. Tutto perde d'importanza, poche cose rimangono fondamentali, veramente fondamentali, nella tua vita. Fino a che, quando meno te lo aspetti, tutto questo finisce e ti ritrovi ad essere nonna, ad accudire i figli dei tuoi figli. Vedi il tuo viso cambiare, trasformarsi, assumere curve e pieghe che non avresti mai immaginato di prendere. Ti senti sempre meno forte, e cominci ad avere freddo anche quando fuori non fa così tanto freddo, e senti tremendamente caldo quando fuori non fa poi così tanto caldo."
" Basta! Mi spaventi così!"
"Oh no Peter, la vita è dura. Crescere è una bella scelta da fare, ma se la fai scegli di prendere il cattivo assieme al buono. Il cattivo ti spaventa ma solamente perchè non sei a conoscenza del buono. La morte, la vecchiaia, le responsabilità, sono cose che ti fanno a pezzi, ti piegano in due e ti straziano l'anima ma dall'altra parte c'è sempre qualcosa che fa rimarginare quelle ferite rendendoti ancora più forte, proprio quando meno te lo aspetti. Restare bambini, oh si sarebbe stupendo! Ma laddove la scelta è unica, ovvero crescere per forza, l'andare incontro a tale scelta non è poi così negativo e sgradevole. Anche la vita peggiore può avere risvolti positivi se sai trovarli."
"Ti prego raccontami cosa è successo quando sei tornata a casa!"
Il fuoco scoppiettava nel camino, l'anziana signora si alzò dalla poltrona e scese al piano di sotto a riscaldare un recipiente con dell'acqua. Appena la tisana fu pronta si strinse nella coperta e risalì le scale lentamente seguita da Peter che, pur essendo impaziente di conoscere la storia, apsettava rispettoso che la donna fosse pronta. Entrò nella stanza e si diresse verso una piccola libreria alla ricerca di qualcosa. Quando lo trovò vi soffiò sopra. Era...qualcosa, non si capiva cosa poichè era ricoperto da anni di polvere. La donna vi passò sopra il palmo della mano liberando un piccolo tratto di quel qualcosa lasciando intravedere una scritta. ALBUM. Era un album fotografico.
"Album fotografico
di
Maimie Mannering"












SA

Buongiorno a tutti, questa mattina mi sono svegliata felice e se vi dicessi che è anche merito di qualcuno di voi che legge, beh credetemi perchè è esattamente così!! Ho un male alla schiena incredibile e stare seduta su questa diamine di sedia fa abbastanza male.
Comunque passiamo al capitolo in se per se...abbiamo scoperto chi era questa new entry nella nostra storia, in realtà è tutt'altro che new poichè si tratta di Maimie, la inquietante prima bambina ad essere rimasta chiusa nei giardini di Kengsinton e a conoscere le case. Chi di voi ha letto la storia saprà di un particolare  molto utile che comparirà sicuramente nel prossimo capitolo.
Grazie a chi continua a leggere e a chi recensisce, approposito devo ringraziare la piccola Black Ice a questo proposito e la solita Serena che non  mi abbandona mai.
Goodbye my Darling! E, spero, alla prossima.

Ps: chiunque voglia dirmi cosa pensa della storia i suoi commenti sono assolutamente ben accetti!
   
 
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