Dopo
la
battaglia
Il padre della
nostra principessa non aveva torto. A nord si
era appena conclusa una lunga battaglia.
Proprio in
quelle lande gelide, un uomo correva in mezzo a
una foresta. Era talmente veloce che difficilmente lo si sarebbe
distinto in
mezzo alla coltre bianca, poteva essere anche un animale.
Benché avesse il
fiato corto l’uomo corse senza sosta, finché non
arrivò sul ciglio di un ripido
pendio, per guardare il paesaggio sottostante.
Era uno sfacelo.
Molti alberi erano crollati, gli animali e i
demoni minori erano tutti fuggiti verso sud, lasciando la terra vuota e
senza
vita. I villaggi nella valle erano in fiamme.
Ma al nostro
uomo non importava di quegli stupidi umani.
Abitavano nel suo territorio e in un certo modo ne era infastidito, ma
non
aveva mai perso tempo a perseguitarli, e loro avevano timore di lui.
Comunque
erano tutti morti. Erano rimasti coinvolti nella battaglia, insomma si
erano
trovati semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un
peso in meno,
pensò il demone (perché di un
demone si trattava), mentre con un sospiro di dolore si sedeva a terra
a
riprendere fiato.
Era stato uno
scontro molto lungo più che duro, quello. Ma il
demone aveva vinto e aveva conquistato il suo premio. La spada si era
battuta
fino all’ultimo per avere il dominio del suo nuovo padrone,
il quale ad un
certo punto la estrasse dal fodero e si mise a contemplarla.
Sounga. Una
spada dritta, lunga e sottile, dall’impugnatura
lucente, semplice ed elegante. Splendida quanto letale.
Ma ora non
avrebbe più distrutto nulla, perché era sotto il
suo controllo. Mentre il demone la riponeva nel suo fodero
l’arma ebbe un
fremito: era ancora molto ribelle, ma non avrebbe più osato
mettersi contro il
suo padrone.
Inu No Taisho
aveva ripreso abbastanza fiato. Era tempo di
andare ormai. Si alzò da
terra, e ora che l’effetto della stanchezza era svanito si
poteva facilmente
notare perché gli uomini e gli altri demoni lo temessero.
Egli era un daiyokai,
un demone superiore. La sua figura si presentava alta e imponente.
Qualunque
sovrano della specie umana sarebbe stato nulla in confronto a lui.
Portava un
kimono bianco, raccolto alle caviglie da stivali leggeri
e scuri. Tale kimono era quasi totalmente ricoperto da
un’armatura nera, fatta
eccezione per le gambe e parte del petto. Anche le braccia erano
coperte da
protezioni: i sode* erano molto ampi, di un colore grigio lucente; essi
conferivano al demone, già di per sé estremamente
potente, un’ulteriore aura di
regalità. I kote* erano aderenti all’avambraccio,
leggeri e decorati con
semplicità. Una soffice pelliccia candida ricadeva
morbidamente dalle spalle
del daiyokai, coprendolo fino ai piedi. Sulla schiena portava la spada
chiamata
Sounga, mentre sul fianco sinistro portava altre due spade, chiamate
Tessaiga e
Tenseiga.
Ma
ciò che più incuteva timore e riverenza non erano
le armi
che portava con sé, almeno non solo.
Il suo sguardo.
Il viso di Inu No Taisho poteva essere quello
di un ragazzo: essendo un demone infatti non subiva i segni
dell’età come gli
uomini comuni. I suoi lineamenti erano perfetti, ma i suoi occhi erano
ciò che
colpiva di più: si potrebbe dire che fossero del colore del
topazio o
dell’ambra, o ancora del colore del miele. Uno sguardo
profondo e tagliente che
rispecchiava gli anni che il Grande Demone Cane aveva vissuto ma che
nel fisico
non mostrava. Aveva inoltre degli splendidi e lunghi capelli
d’argento,
raccolti in una coda. Tutto l’insieme gli conferiva un
portamento fiero e
regale, degno del rispetto di chiunque, umano o demone che fosse.
Inu no Taisho si
stava appunto alzando per andarsene, quando
qualcosa di minuscolo arrivò saltellando e gli
atterrò sulla spalla, in mezzo
alla folta pelliccia.
“Mio
signore, sono così contento nel vedervi sano e
salvo!”
Il piccolo demone pulce si aggrappò al collo del daiyokai e
prese a succhiare
il suo sangue.
“Myoga…”
disse Inu no Taisho con tono paziente, “non dovresti
preoccuparti tanto…è stata una battaglia lunga,
ma non difficile”. Tolse la
pulce dal collo e la mise sul palmo della mano.
“Ma mi
sembravate in difficoltà…” Myoga aveva
assunto un tono
preoccupato.
Il demone
sospirò. “Non hai visto bene. Vuol dire ti trovavi
ad una buona distanza di sicurezza dal luogo dello scontro.”
Aveva una nota
divertita nella voce.
La pulce parve
in evidente imbarazzo. “Ma guardate chi sta
arrivando padrone!”
Una sagoma
indefinita si avvicinava in volo. Inu No Taisho guardava la figura con
uno
sguardo indecifrabile, gli occhi color topazio scurivano mentre il
giorno
volgeva al termine. Totosai…,
pensò, non so perché,
ma non prevedo nulla di
buono…
Non distolse
lo sguardo finché il vecchio demone fabbro Totosai, sul
dorso del suo bue
volante, non atterrò con un tonfo al limitare della foresta.
Il daiyokai lo
raggiunse, il passo leggero e silenzioso.
“Cosa
ti
porta qui Totosai? Ho come l’impressione che tu sia arrivato
con cattive
notizie.”
Il fabbro si
schiarì la gola. “Eh, purtroppo sì. Ho
saputo che avete sconfitto e conquistato
Sounga infine. Potrei darle un’occhiata?”
Inu No
Taisho non se lo fece ripetere, e consegnò la spada al
vecchio demone. Sapeva
che nessuno meglio di lui avrebbe saputo analizzare
quell’arma. D’altronde
Totosai era il miglior costruttore di spade in circolazione: era
infatti l’autore
delle due katana che il daiyokai aveva con sé, Tessaiga e
Tenseiga.
Mentre il
fabbro analizzava Sounga, il silenzio era assoluto. Nessun rumore
proveniva
dalla valle, se non si teneva conto del crepitare delle fiamme nei
villaggi, e
nemmeno dalla foresta, che sembrava disabitata. Inu No Taisho era
immobile e
teso nell’attendere il verdetto.
“Sì,”
disse
infine Totosai, “Sounga è completamente vostra
ora. Ma resta comunque un grosso
problema.” Il Grande Demone lo guardò senza dire
nulla, in attesa che
continuasse.
Lo spadaio
riprese a parlare. Sapeva che il suo signore aveva il suo palazzo fra
quelle
montagne, perciò cercò di essere il
più delicato possibile. “Il combattimento
che si è svolto in questi giorni ha fatto sì che
l’aria e la terra di questa
zona si impregnassero dell’aura demoniaca di Sounga. Ne ho la
certezza, perché
ho fatto un giro di perlustrazione molto ampio”.
Sospirò. “Ampio abbastanza da
comprendere tutto il vostro territorio.”
Il daiyokai
non si scompose. “Cosa intendi dire con questo?”
“Voglio
dire
che…che sarete costretto ad allontanarvi da qui.
L’aura demoniaca di Sounga è
estremamente potente, e la spada si nutre di essa. Se resterete in
questa zona
abbastanza a lungo Sounga potrebbe riprendere il
controllo…sarebbe più potente
che mai e potrebbe uccidervi!” Totosai fece una pausa.
“Ma potete stare
tranquillo, nel giro di mezzo secolo l’aura maligna si
esaurirà da sola.”
Ecco
spiegato perché Sounga continuava ad agitarsi. Inu No Taisho
rimase un attimo
in silenzio. Infine sorrise. “Se servirà ad
evitare altri scontri inutili,
allora me ne andrò. Tanto non ho mai amato stare fermo in un
unico luogo.”
Myoga
intervenne. “Ma signore…vostro
figlio…”
“Sesshomaru
è un demone forte, ed è più che in
grado di cavarsela da solo ormai. Potrà
sempre trovarmi quando ne avrà voglia. Dovrò
andare a sud.” Sia Totosai che
Myoga non ebbero nulla da ribattere: era chiaro che quella era la sua
ultima
risposta.
Il daiyokai
andava
verso la foresta, ma si fermò poco prima di entrarvi.
“Devo fare in fretta.
Myoga, resta con Totosai. Ci vedremo presto”. La pulce
saltellò verso il grosso
bue volante, mentre Inu no Taisho si trasformava in un enorme cane
bianco,
dagli occhi rossi e scintillanti.
Il cane
demoniaco partì di corsa, mentre Myoga e Totosai rimasero a
guardarlo per un
po’. “Chissà quando lo
rivedremo”, disse la pulce, “il suo sangue
è sempre così
gustoso!”
Inu no
Taisho correva nella foresta, muovendosi leggero e senza
difficoltà, nonostante
la sua grossa stazza. Alla sua destra, fra le nubi scure, si
intravedeva un
pallido sole morente. In quello stesso momento, una principessa si
addormentava
serena dopo un lungo viaggio.
Note:
i *sode sono le protezioni per
le spalle, mentre i
*kote sono le
protezioni per le braccia, tipici elementi delle armature dei samurai.
L’angolo
dell’autrice: ecco il mio
secondo capitolo! Ho ritenuto opportuno introdurre anche il secondo
protagonista, oltre che iniziare la storia. Spero che abbiate gradito!
^^