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Autore: NonSoCheNickMettere2    22/08/2011    1 recensioni
What if? (dark Luke) - Ambientata 18 anni dopo ROTS - Poche ore prima di diventare ufficialmente senatrice, Leia Organa viene rapita.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Bail Organa, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'apprendista Sith'
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Star Wars e i suoi personaggi appartengono a Lucas. Ho scritto questa fanfiction solo per divertimento, senza alcun guadagno.




Leia urlò per la sorpresa e, colta dal panico, indietreggiò.

Skywalker si rizzò in piedi davanti a lei. Nei suoi occhi gelidi non c’era che rabbia.

La schiena della principessa era ormai contro la parete, impossibilitata ad andare da qualsiasi parte.

In un istante, lui le fu addosso, le afferrò la gola e le sbatté la testa contro il muro.

Soffocata dalla presa, Leia non riuscì nemmeno urlare e lo guardò impotente.

Forse compiaciuto dal terrore negli occhi di lei, il giovane Sith allentò la presa abbastanza per farla respirare.

«Non vi illudete che questo cambierà qualcosa», dichiarò minaccioso. Poi, le afferrò i capelli con l’altra mano e la trascinò nella zona abitabile. Finalmente la lasciò e lei si rifugiò velocemente in un angolo.

Tenendola sotto osservazione, Skywalker si avvicinò alla brandina, digitò una password nel tastierino a fianco ai pensili e poté così aprirne uno. Era il cassetto degli attrezzi, proprio come Leia aveva previsto: magra consolazione!

Il giovane vi rovistò dentro. Poi, tenendo in mano delle manette legate ad una corda corta, si avvicinò a Leia, ancora immobilizzata dalla paura. Strattonandola senza troppi complimenti, la fece girare verso la parete e le imprigionò le mani dietro la schiena.

«Mi hanno ben messo in guardia di non fidarsi mai delle donne», commentò, tirando la corda per obbligarla ad andare sul letto, dove la legò alle sbarre in testata. Poi, si rimise a trafficare tra gli attrezzi del pensile.

«Perché voi cosa avreste fatto al mio posto?», chiese lei.

Lui si fermò, tenendo un cacciavite in mano e la fissò senza rispondere. Leia sostenne il suo sguardo, finché lui abbassò gli occhi, si voltò e andò a riavvitare le due griglie. Quando ebbe finito, mise a posto il cacciavite, uscì senza più rivolgerle nemmeno un'occhiata e chiuse la porta dietro di sé. Un istante e la luce si spense. Benone!

Dopo quella che per Leia poteva essere un’ora o persino una mezza giornata, la nave ebbe dei dondolii strani. Stavano atterrando. Dove però non lo sapeva. Erano arrivati al rendez-vous con Vader?

La luce si accese, si aprì la porta e Luke apparve. Slegò la corda dal letto, ne prese in mano l’estremità e, uscendo dalla stanza, la obbligò a seguirlo.

Il portellone si aprì.

Li investì una ventata d'aria fresca da una vasta prateria.

Leia sospirò in sollievo. Dopotutto, il suo piccolo exploit aveva dato dei risultati: avevano compiuto un atterraggio di fortuna. Magari c'era ancora speranza.

Probabilmente percependo il suo sollievo, Skywalker si girò verso di lei, puntandole un indice minaccioso: «Vi porto fuori per sorvegliarvi meglio. Non vi conviene tentare qualche altro scherzo.»

Scesero i gradini e fecero il giro intorno alla nave. Luke sganciò alcuni meccanismi sull’esterno del mezzo e aprì uno sportello. Ne estrasse fuori una specie di brugola e una scaletta pieghevole, che agganciò alla struttura. Salì sul tetto della nave, obbligando Leia, che aveva ancora le mani legate dietro la schiena, a seguirlo con estrema difficoltà. Procedette sicuro fino ad un cilindro d’acciaio. Strattonò la corda a cui era legata la principessa e con un cenno del capo le indicò di porsi di fronte a lui.

Lei non oppose resistenza e si sedette a guardare il suo rapitore che, inginocchiatosi, svitava un cilindro con la brugola. Lo lasciò al suo lavoro e osservò il paesaggio.

Un sole giallo scaldava piacevolmente il pianeta sconosciuto e una brezza spazzava con dolcezza il prato selvatico, che seguiva un morbido pendio. Nessun animale era in vista, anche se nel fruscio dei campi si udiva la sinfonia prodotta da centinaia di minuscoli abitanti. In fondo alla discesa, iniziava una zona petrosa, che dalla sua prospettiva sembrava creare molte caverne e rifugi naturali. Interessante.

Nessun segno di vita intelligente era all’orizzonte dovunque si voltasse. Erano su un pianeta disabitato, o solo in una località appartata?

Rivolse nuovamente la sua attenzione a Skywalker, che aveva già tirato fuori una parte del cilindro e ne aveva rimosso una chiusura. Leia comprese che si trattava della valvola d’aria manomessa. Stavano facendo rifornimento per proseguire il viaggio.

«Non siete riuscita a far uscire molta aria. Arriveremo in tempo lo stesso», constatò Luke.

«Dovete essere veramente soddisfatto del vostro lavoro, allora», rispose lei sprezzante.

Lui tacque.

«Bel lavoro davvero: rapire, torturare, uccidere,...», proseguì polemica.

«A nessuno piace fare queste cose», l'interruppe brusco, «ma è l'unico modo per mantenere l'ordine nell'Impero»

«Ah, già, dimenticavo: l'ordine!», controbatté lei. «Com'è? Il fine giustifica i mezzi»

«Esatto ed evidente», concluse lui.

«La Repubblica è vissuta venticinquemila anni senza questa evidenza», puntualizzò lei.

«Risparmiatemi il comizio: non c'era corruzione nella Vecchia Repubblica? Nessuna ingiustizia?»

«Errori e abusi di alcuni senatori e funzionari: non si può controllare tutto e tutti…», Leia si appassionò nella sua difesa.

«Adesso sì». Il tono di lui era convinto.

«Con il terrore. Con l’abuso del potere militare e… della Forza», aggiunse la principessa, lasciando trapelare tutto il suo disgusto nel trovarsi di fronte ad un apprendista Sith.

Skywalker si fermò di lavorare e, alzando lo sguardo verso il suo viso, la fissò negli occhi. «I Jedi non facevano lo stesso?»

Nonostante il fervore che, ad ogni occasione, metteva nel difendere le proprie ragioni, Leia si fece cauta: non c’era niente di più pericoloso nella nuova Galassia Imperiale che difendere l’Ordine dei Jedi. «Almeno non andavano in giro a rapire la gente.», rispose infine.

Skywalker scosse il capo. «Anche loro lo facevano. Quando nacqui, lasciarono credere a mio padre che fossi morto, mentre in realtà ero stato rapito da un Jedi.»

A che punto poteva arrivare la propaganda imperiale!, pensò scandalizzata la principessa.

Ma Luke proseguì sicuro nel racconto: «Mio padre mi ritrovò che avevo già tre anni. Il Jedi mi aveva dato in adozione ad una famiglia di poveri contadini.»

Leia si turbò: possibile? Sì, possibile, dovette ammettere a sé stessa. Quale persona sana di mente avrebbe mai lasciato un neonato in mano a Vader? «Probabilmente voleva solo risparmiarti questo destino.»

«Una posizione importante nell'Impero?», domandò ironico.

«Diventare un Sith», corresse lei.

«Cioè sviluppare i miei talenti», tradusse il giovane.

«Vivere un’esistenza nell’odio e nella solitudine», non intendeva mollare la principessa.

«Questo è nulla di fronte al potere del Lato Oscuro della Forza», dichiarò prontamente Luke.

Ma a Leia parve più l’esposizione di una lezione ben appresa che una vera convinzione. «Come no?!», lo derise, «Immagino che divertimento deve essere vivere sotto lo stesso tetto di Lord Vader.»

Di colpo, anche se quasi impercettibilmente, qualcosa si spezzò sotto l’inespressiva indifferenza dello sguardo di Skywalker. Il giovane Sith abbassò gli occhi, richiuse il coperchio della valvola e iniziò a riavvitarlo nervosamente. Un giro, due, tre…

Agli occhi profani di Leia sembrava già al punto di partenza, ma Luke non era soddisfatto e continuava a spingere la brugola nel tentativo di sforzare il cilindro che rimaneva testardamente immobile. Irato, lasciò andare la corda delle manette.

Leia non esitò un istante: si diede una spinta con i reni in modo da scivolare giù dal tetto arrotondato della nave e si preparò all’impatto con il terreno sottostante tre metri. Riuscì a non perdere completamente l’equilibrio e corse a più non posso verso la zona rocciosa senza voltarsi, nonostante sentisse i passi di Skywalker dietro di lei.

Si gettò tra le rocce con la forza della disperazione, ignorando il dolore dei piedi nudi sui ciottoli e il pericolo di cadere con le mani legate dietro la schiena. Aveva pochi secondi di vantaggio sul suo rapitore e intendeva sfruttarli al meglio.

Individuò un antro buio abbastanza vicino e vi si gettò dentro.

Skywalker piombò giù con un salto dove era atterrata anche lei e si fermò dubbioso.

Leia trattenne il respiro, nella speranza di sentire presto i passi di lui allontanarsi per un’altra via. Ma una sensazione mai provata prima la fece rabbrividire, come se una presenza gelida l’avesse sfiorata. Poi, udì Luke dirigersi verso la sua direzione.

Le vennero subito in mente strani racconti di come i Sith percepissero la presenza di una persona anche senza vederla. La sua speranza che si trattassero solo di favolette per impaurire i bambini scemò man mano che i passi si avvicinavano più precisamente verso di lei.

Sentì il sudore colarle sulla schiena e cercò di mettere ordine al tumulto dei suoi pensieri, quando una presa violenta le circondò dolorosamente le braccia e la trascinò indietro. Venne sollevata in alto, mentre i suoi occhi vennero abbagliati dal ritorno improvviso alla luce.

Un verso mostruoso l’assordò.

  
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