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Autore: NonSoCheNickMettere2    22/08/2011    1 recensioni
What if? (dark Luke) - Ambientata 18 anni dopo ROTS - Poche ore prima di diventare ufficialmente senatrice, Leia Organa viene rapita.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Bail Organa, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'apprendista Sith'
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Star Wars e i suoi personaggi appartengono a Lucas. Ho scritto questa fanfiction solo per divertimento, senza alcun guadagno.


La prima cosa di cui Leia divenne cosciente fu il tremolio incontrollato delle sue labbra. Poi si rese conto che proveniva da più in basso: era il suo collo irrigidito che si agitava senza posa. Aprì a fatica gli occhi, ma la luce intensa la ferì. Li sbatté per tentare di focalizzare una sagoma scura di fianco a lei.

Le sue idee erano molto confuse. Non sapeva bene il perché, ma l'uomo con la voce metallica voleva sapere delle cose e lei doveva negare.

«Non so nulla», singhiozzò.

«Ssh! E’ tutto finito.» La sagoma aveva cambiato voce.

La principessa si sforzò di osservarla meglio: non era tutta nera questa volta. Indossava degli abiti grigi e aveva i tratti di un giovane che lei aveva già visto. Ne era sicura, ma non riusciva a riconoscerlo. La sua mente era come un enorme archivio, le cui cartelle fossero state sparse alla rinfusa sul pavimento. Lei era un’impiegata, che, carponi, rovistava alla ricerca frenetica dei documenti giusti. Finalmente afferrò qualcosa di utile. Luke. Luke Skywalker.

Ma chi era Luke Skywalker? Aprì mentalmente il fascicolo: il figlio di Lord Vader.

Ogni pezzo tornava al suo posto: Luke Skywalker l'aveva rapita per consegnarla a Vader.

«L’interrogatorio è finito», ribadì lui.

L’interrogatorio? Sì, ora Leia lo ricordò. E ricordò anche la tortura: le droghe che scorrevano nelle vene, le domande sempre più pressanti della voce metallica, i suoi sforzi per negare, il senso di impotenza, il dolore che aumentava, e aumentava, senza limite apparente…

Fu troppo! Si chiuse in posizione fetale e con la testa fra le braccia iniziò a singhiozzare. Serrava gli occhi, ma continuava a vedere la sagoma nera del Sith, che impassibile ordinava di incrementare la dose.

Lo sforzo del pianto finì per toglierle anche le poche forze che aveva e si acquietò per semplice sfinimento. Quando le ultime lacrime lasciarono finalmente gli occhi, scivolando placidamente sulle gote roventi, vide che Luke la osservava tranquillo, seduto su una poltrona davanti a lei.

Le porse un bicchiere pieno. «Bevete un sorso: siete disidratata.»

Solo a quelle parole, Leia si rese conto di quanto fossero secche le sue labbra. A fatica si sollevò leggermente. La sua mano tremante fece cadere metà del contenuto sul divanetto su cui era sdraiata. Riuscì a bere un piccolo sorso, riallungò il bicchiere al giovane Sith e si lasciò ricadere sui cuscini.

Poca che fosse, quell’acqua le sembrò miracolosa, perché si sentiva già meglio. O, forse, gli effetti delle droghe stavano calando.

«Non le guardo in faccia prima, perché tanto sono obbligato a sorvegliarle dopo», dichiarò Luke.

«Uh?!», grugnì Leia, ancora troppo confusa per capire a cosa si riferisse. Ma iniziava ad essere sufficientemente lucida per porsi un dubbio pressante: aveva forse rivelato qualcosa? Per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordarlo. «Sarò rilasciata?»

Skywalker scrollò le spalle: «Ora siete senatrice, ma non ho ricevuto ordini in merito»

Leia si sedette e si rese conto che si trovavano in una specie di sala conferenze. Non essere rinchiusa in una cella la faceva ben sperare.

Senza preavviso, la porta scorrevole si aprì ed entrò Lord Vader.

Sia Leia che Luke si alzarono rapidamente in piedi, rivolti nella sua direzione.

La principessa si sentì le tempie pulsare in terrore alla presenza del suo torturatore. Ma quello era il momento di contrattare la sua liberazione. Accantonò ogni sentimento e diresse tutte le sue energie a farsi rilasciare.

«Lord Vader, in qualità di senatrice di Alderaan sono detenuta illegalmente.» Prese maggior coraggio e, sperando che la Forza gliela mandasse buona, azzardò: «Mi avete interrogata per ore senza alcun motivo e senza alcun risultato. Ora pretendo che mi rilasciate subito.»

Nella stanza si udì solo il respiratore artificiale e ci sarebbe voluto un indovino a scoprire cosa stesse pensando sotto la maschera nera il Sith, ma non negava che l’interrogatorio fosse stato inutile. Perciò, nonostante tutto, Leia si sentì sollevata: qualunque destino le sarebbe stato riservato, almeno non aveva tradito.

Un comunicatore suonò. Lord Vader sollevò l’indice verso il pannello di controllo sulla parete e la leva di accensione dello schermo si alzò.

Un alto ufficiale comparve sullo schermo: «Signore», si rivolse al Sith, «tre navi della Casa Reale di Alderaan ci hanno raggiunto e si sono messe in contatto con noi. Il Viceré Bail Organa chiede di potervi parlare immediatamente»

Vader fece un cenno con il capo a Luke, il quale immobilizzò la principessa, in modo che non potesse emettere un sol gemito. Rispose, dunque, all’ufficiale: «Va bene. Mi trasferisca solo la linea audio qui.»

«Sì, signore», rispose l’uomo prima di sparire dallo schermo.

Un fruscio indicò il trasferimento di chiamata. «Qui è Lord Vader», dichiarò il Sith.

«Sono il Viceré Bail Organa di Alderaan.» La sua voce risuonò calda: a Leia parve una vita che non l'udiva. «Mia figlia, senatrice da cinque ore, è stata rapita questa notte nel suo appartamento di Alderaan.»

«Mi dispiace», rispose imperturbabile il Sith, «Ma sarebbe più saggio riferirlo alla vostra Guardia Nazionale.»

«L’ho fatto», confermò Bail, «e le tracce raccolte riconducono ad una persona del vostro strettissimo entourage.»

Di scatto Vader si voltò verso Luke. «Cosa volete insinuare?», continuò sospettoso la conversazione.

«Nulla», proseguì Bail, «Chiedo solo di venirvi a parlare in privato…»

«Volete forse perquisire la mia nave?», il Sith chiese fosco.

«Solo evitare che si compissero azioni di cui pentirsi in seguito», fu la vaga risposta.

«Osate forse minacciarmi?», s'indignò incredulo Vader e la principessa temette per l’incolumità di suo padre.

«No. Ma potrei avere informazioni, di cui non siete al corrente.»

Il Sith ebbe un’esitazione. Stava sicuramente domandandosi la stessa cosa di Leia: Bail era disposto a passare delle informazioni sull’Alleanza in cambio della figlia? Altrimenti, di quali altre informazioni poteva mai trattarsi?

Il respiratore artificiale scandiva i secondi. «D’accordo», acconsentì infine Vader, «Tra un’ora all’hangar principale. Portate pure con voi la delegazione che ritenete più idonea… fino ad un massimo di dieci persone. Verificherete presto che qui non c'è nessuno al di fuori del mio equipaggio.»

«Nondimeno, sono sicuro che sarà un incontro proficuo per entrambi», rispose con affettata cortesia Organa.

Un nuovo fruscio indicò la chiusura della conversazione.

«Se avessi affidato questa missione ad un Gungan sarebbe riuscita meglio», Vader redarguì il figlio, che arrossì di vergogna. «Uccidila», proseguì, «e fai sparire il cadavere. Non hai molto tempo.»

  
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