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Autore: HarukaHikari    22/08/2011    1 recensioni
Salve ! Questa è la mia prima shot, perciò siate clementi :) Comunque sia per realizzarla ho preso ispirazione dal 13° volume di Full Metal Panic Sigma e da una canzone dei Rise Against, Hero of War appunto. Spero che vi piaccia! Enjoy :D
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sousuke Sagara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hero Of War
Hero Of War

A Little window on his past

Kurtz Weber stava seduto su una panchina, una foto in mano. Uno sguardo che guardava al passato. La pesante porta d'acciaio si aprì. Un ragazzo di diciassette anni entrò, un quaderno in mano.
-Ancora problemi con letteratura antica eh, Sousuke-
-Affermativo- disse Uruz 7 sedendosi accanto a Uruz 6.
Sousuke si accorse della foto che Kurz teneva in mano. Ma distolse lo sguardo,pensando che non fossero affari suoi, nonostante provasse una certa curiosità.
-Sai perché son voluto entrar a far parte dalla Mithril ?-.
Sousuke scosse la testa.
- Tutto cominciò quando i miei genitori morirono. Un cecchino, uno spettro, mi prese sotto la sua ala. Kaspar. Mi insegnò ogni cosa, da impugnare un fucile a calcolare la velocità del vento. Un giorno lui mi disse semplicemente :
< Ragazzo, che ne diresti di smettere con questa pratica del cazzo. Sei bravo, te lo concedo. Ma avrai il sangue freddo di uccidere una persona ? > -
Kurz che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo puntato al soffitto metallico, volse la testa verso Sousuke, guardandolo dritto negli occhi.
Secondo te cosa risposi? Ovviamente dissi di si. Ero giovane e testardo. E soprattutto volevo vendicare la morte dei miei genitori. Così uccisione dopo uccisione giungemmo nel Libano Meridionale e lo incontrammo. Quel bastardo che aveva ucciso la mia famiglia. Ma dietro c'era quella ragazza, Lena, appena otto anni. Non riuscii a sparare. Ma lui ci riuscì, e colpì anche quella ragazza. Adesso lei è costretta a letto, incapace di vivere una vita normale. Quel giorno me ne andai, non volevo avere più nulla a che fare con lui. Partecipai alla guerra più vicina. Diventai il comandante di un plotone. Non che ci volesse tanto, erano tutti una manica di uomini stupidi ignoranti ed aggressivi, ma nonostante ciò diventammo compagni. Eravamo in nove, casacche militari, stivali di pelle nera, capelli tagliati corti e ognuno di noi alla ricerca di qualcosa. Io volevo soltanto lasciarmi dietro quella scia di morti solitarie. Volevo diventare un eroe di guerra. Anche se non avevo una casa, una patria a cui tornare, volevo essere un eroe. Forse per un po di gloria personale. Forse perché ero giovane e ingenuo. Comunque la prima missione non tardò ad arrivare. Dovevamo catturare un uomo. Trovai una postazione e uccisi le guardie davanti al rifugio. Da li a poco sfondai la porta, entrammo e due dei miei soldati spararono a un civile all'interno dell'abitacolo. Gli ordinai di andare fuori, quei tizi mi avevano fatto incazzare di brutto. Ordinai di catturare l'uomo. C'erano due bambini, non smettevano di piangere. Stavo per uscire, quando quattro colpi di pistola mi fecero fare marcia indietro. Due dei miei uomini erano stati fatti fuori con facilità. Dieci uomini armati di pistola e AK - 47 ci attendevano fuori. Persi altri due uomini. Ma alla fine riuscimmo a portarlo via, un sacchetto sulla testa, via dalla sua famiglia. Quegli idioti lo spogliarono, lo umiliarono nei modi peggiori, all'inizio mi opposi, ma poi mi unii a loro, provando vergogna verso me stesso. Ma in fondo ero ancora un ragazzo- sospirò, poi riprese- Lo prendemmo a manganellate più e più volte e infine lo consegnammo alle autorità. In quella missione persi 4 uomini. Ero a pezzi, comunque la seconda missione arrivò poco dopo. Avevamo l'ordine di eliminare un gruppo di terroristi all'interno di un bunker. Questa volta eravamo in diciassette. I nostri uomini avevano circondato l'edificio ma c'era ancora qualcuno che faceva resistenza. Ricordo ancora che c'era un vento terribile, che limitava la visuale. A un certo punto la vidi uscire dall'ingresso principale del bunker. Camminava tra i proiettili e la foschia alzata dal vento. Gli urlai di fermarsi, la pregai di star ferma. Ma lei continuò imperterrita ad avanzare. Ebbi l'ordine di ucciderla. E gli ordini, come ben sai, non si possono discutere. Tirai fuori il fucile e le sparai, un colpo alla testa, come sempre. Ma quella volta, quell'unica volta vidi la scena al rallentatore. Lei collassò, dalle tasche le caddero una manciata di conchiglie, e dalla mano, una bandiera, bianca, come la neve. Il terreno si impregnò del suo sangue. Si chiamava Serah, aveva appena dodici anni. Per la prima volta, mi sentii un assassino. Un eroe di guerra ? Tsk, stronzate. Nient'altro che stronzate. Da li a poco venni a sapere dell'esistenza della Mithril, di questi fantomatici paladini della giustizia. E così eccomi qua.-
Sospirò.
-Sai, non mi son mai pentito di questa scelta. Ed è l'unica di cui mai mi pentirò, questo è sicuro.-
Kurz si alzò.
Beh, scusa se ho rubato del tempo prezioso al tuo studio, ma sai, oggi ero un po' nostalgico-
-Nessun problema-
Si alzò anche Sousuke.
-Dato che poi, di letteratura antica, non ci capisco nulla- disse accennando un sorriso.
Kurz se ne stupì. Poi sorrise anche lui.
- Andiamo dai, che ho voglia di aiutarti- disse posandogli una mano sulla spalla.
-Grazie- disse Sousuke.
Grazie a te” pensò Kurz.
Tre giorni dopo.
-Sagara, il suo compito è stato un completo disastro... -
-... Maledizione!-
  
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