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Autore: Camelia Jay    22/08/2011    4 recensioni
Sotto un'apparente gentilezza e generosità verso tutti, Nicole Hicks è riuscita a costruirsi una buona reputazione, e sa farsi adorare da tutti.
Poi arriva una persona a far vacillare la sua gloria, Luke, nonché il ragazzo apparentemente innocuo per lei che invece, a quanto pare, è l'unico che riesce a vedere davvero la superbia e la presunzione che si celano dietro la maschera di infinita bontà della ragazza.
Ma dietro quella vita vuota fatta di studio e orgoglio c'è posto per qualche sentimento? Dal Tre:
«Fermati!» gridava l’altra, senza che nessuno la sentisse o facesse caso a lei. «Mettimi giù istantaneamente! Aiuto! Sequestro di persona!» Agitava le gambe disperatamente, ma il fisico ben allenato di Luke gli permetteva di non cedere. [...] Poi, ringhiò, in maniera più simile a un chihuaua iracondo che a una ragazza: «Quanto ti odio!»
«Anch’io spero che possiamo andare d’accordo, Nicole.»

Rating giallo per i capitoli futuri... e non abbiate paura: non mordo ;D
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cinque

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Gli errori fatali della vita non sono dovuti al fatto

che l’uomo è un essere logico: un momento di

irragionevolezza può essere il nostro momento più alto.

Sono dovuti al fatto che l’uomo è un essere logico."

Oscar Wilde

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Senz’alcuna ombra di dubbio era stata la sensazione più indescrivibile mai provata da Nicole. E dire che il suo vocabolario era davvero ricco di parole.

Dunque era quella, la famosa “scarica di adrenalina”. Certo, l’aveva già provata altre volte prima di sapere il risultato di un compito in classe, o nei giorni che precedevano un test, ma era sempre stato qualcosa di lieve. Ora era come se qualcosa dentro di lei avesse detonato improvvisamente.

I suoi capelli fluttuavano nell’aria, la quale era così forte in quel momento che pareva quasi volesse fenderle il volto.

Nicole usò tutta la forza che vi era nelle sue corde vocali: strillò come non mai; un urlo acuto e squillante, che conteneva un misto tra terrore e allo stesso tempo una strana e – ma non l’avrebbe mai ammesso – quasi gradevole sensazione di libertà.

Mentre il suo cuore accelerava e i battiti le rimbombavano nella testa, la sua presa sulla camicia del suo nemico giurato Luke si fece più stretta. Lui, ovviamente, sorrideva tranquillo ma doveva essere così abituato a quella discesa da non farsi prendere troppo da queste emozioni.

Il carrello dell’ottovolante terminò la sua inesorabile discesa e rallentò mano a mano, ritornando lentamente al punto di partenza. Poi ci fu la frenata, e la sbarra di ferro si alzò.

Nicole, che ora era tornata in sé, accorgendosi di quello che stava facendo, mollò la presa su Luke immediatamente, di scatto, avvampando. Oh mio Dio, l’ho tenuto stretto come se fossi la sua ragazza e mi sono anche appoggiata a lui! pensò con vergogna. Nicole, dannazione, sei una persona razionale! Non dovevi arrivare a tanto!

Dopo che furono scesi, Luke notò gli occhi spiritati di lei, che era ancora in quello stato anche a fine corsa. Non riuscì ad evitare di mettersi a ridere. «Nicole, te l’avevo detto, io!» La cinse amichevolmente con un braccio, ma lo sguardo furioso che le scoccò la ragazza gli fece capire subito che era meglio non avere contatti fisici con lei. «Com’è stato?»

«… Miserere di me» fu solo capace di sussurrare.

Lui sorrise. «Molto intenso. Concordi?» le domandò dopo qualche secondo, mentre stavano camminando verso una meta sconosciuta.

«Stai scherzando?!» sbottò lei, riprendendosi inaspettatamente, a quell’affermazione. «Tu sei pazzo! È stato orribile! Solamente un individuo affetto da infermità mentale salirebbe su quel coso! Come ti è potuto venire in mente, per la miseria?» Gesticolava nervosamente mentre lui la guardava divertito.

«Non hai provato una sensazione nuova? Diversa?»

«Ah sì, certo! La sensazione che la vita mi scorresse davanti agli occhi in un attimo!»

Lui, paziente e comprensivo, tentò di farla calmare. «E l’adrenalina? L’hai sentita?»

Nicole non credeva che un semplice ormone secreto da una ghiandola potesse farle un effetto così intenso. L’aveva sentito sì. Ma un momento, doveva dirlo a Luke? Assolutamente no! Non l’avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura. Sarebbe stata un’umiliazione e un passo verso la propria sconfitta. «Anche se fosse, di certo non ne è valsa la pena!»

Luke, imperterrito e nonostante tutto, continuava a sorridere. «Vieni, andiamo.»

«Oh, e dove mi porti stavolta? Direttamente a fare bungee jumping?»

«No» disse lui, tra una risata e l’altra – quella ragazza era davvero buffa e fuori dal comune – «ma supponevo solo ti fosse venuta fame.»

«Ma che dici?» E in quel preciso istante – ironia della sorte – a Nicole brontolò lo stomaco. Ci mancava solo questa. «E va bene. Forse solo un po’.»

«Allora ho la soluzione giusta per te.»

Ma che intenzioni ha? Al massimo della diffidenza, Nicole lo seguì. Si guardava intorno come un marinaio naufragato su un’isola abitata da popoli sconosciuti.

«Nicole, voglio farti una domanda. Hai mai mangiato lo zucchero filato?» chiese Luke, sicuro di sapere già la risposta.

Lei corrugò la fronte, con aria di disgusto. «Cosa?! Quella roba a forma di nuvola? Ma hai idea di quanti danni provochi ai denti?»

Lui, scuotendo la testa, sempre con il suo immancabile sorriso, si diresse così insieme alla compagna che stava appena dietro di lui verso la macchinetta dello zucchero filato. «Ne prendo uno» disse all’omino in grembiule bianco che se ne occupava.

Poco dopo porse a Nicole un bastoncino di legno avvolto da una grossa palla di zucchero filato. Lei lo squadrò.

Grande, tondo e rosa. E anche molto appiccicoso. «Non ti aspetterai che lo mangi, vero?»

Ma ripensando alla povera Emma e a tutti i suoi sfortunati libri di Jane Austen che, se si fosse ritirata dalla scommessa, avrebbe perduto tra le fiamme, prese il bastoncino dalla mano di lui. Si fece coraggio, e sfilò con delicatezza un batuffolo roseo di zucchero, che le rimase tra il pollice e l’indice. Chissà quanto colorante… Implorò poi perdono ai suoi denti smaglianti, e, chiudendo gli occhi, si posò la pallina appiccicosa sulla lingua.

Quando chiuse le labbra, questa si era già sciolta. Fu come una piccola esplosione di dolcezza dentro la sua bocca. Il suo sapore le fece quasi fremere le papille gustative. Tentò invano di ricordare l’ultima volta che aveva mangiato un alimento a così alto contenuto zuccherino. «Tu che hai da guardare?» disse poi, minacciosa.

«Com’è?» Anche questa volta, lui già sapeva la risposta.

«Umpf! Capirai! Nulla di particolare. Dato quanto dovrò lavarmi i denti appena tornata a casa, direi che non ne vale proprio la pena.»

«Be’, allora se è così non importa che ti sforzi di mangiarlo» disse poi con un ghigno stampato sul volto.

«Scherzi?!» esclamò lei. «Volevo dire… ormai me l’hai pagato, e io non spreco mai soldi, specialmente quelli degli altri.»

Quindi, con la mano sempre più appiccicosa e la bocca sempre più in fermento, Nicole continuò a mangiare simulando il più totale disprezzo verso quella nuvola zuccherata, e Luke continuò a guardarla farlo, ignorando del tutto i suoi tentativi di finzione, sì convincenti, ma non per lui.

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Un’ora dopo, successivamente a un giro sulla ruota panoramica che aveva provocato le vertigini alla ragazza, Nicole scese dall’auto di Luke, che l’aveva portata a casa. «Sono le sei. Chissà cosa dirà mia madre» disse, appoggiandosi alla portiera ancora aperta.

Lui alzò le spalle. «Non mi preoccuperei di questo. Piuttosto penserei a quello che ti aspetterà domani.»

Nicole lo guardò arcigna, e strinse i pugni. «Insomma, Kendrew, mi vuoi lasciare in pace? Io non ti conosco! So a malapena come ti chiami e che mi hai soffiato il primo posto da sotto il naso!»

Luke le sorrise. La guardò con occhi speranzosi e belli come quelli di un bimbo. Nicole, arrossendo, capì per una volta il perché le ragazze di tutto l'istituto gli sbavassero dietro come cagnolini. «E alla scommessa non pensi?»

Ma come diamine faccio a dirgli di no se mi guarda così? Poi scosse la testa violentemente. Cosa ti viene in mente, Nicole?! «Non fare gli occhioni dolci con me! Se vado avanti con questa scemenza è solamente perché ho voglia di infliggerti una punizione a piacere.»

Lui sembrò soddisfatto della risposta. «Benissimo. Allora ti aspetto fuori da casa tua domani alle quattro in punto. Intesi?»

«Intesi» rispose lei, con voce atona. «Buona serata» lo salutò con una punta di sarcasmo.

«Anche a te. Sperando che non la passerai sui libri.»

«Io faccio quello che voglio!» e, detto ciò, sbatté lo sportello e girò i tacchi, tornandosene a casa.

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Caro diario…

Dannazione, stupido quaderno, proprio non mi va di condividere con te le mie atroci disgrazie. Forse domani ti racconterò tutto più nei dettagli, o prima o poi, quando la mia rabbia folle per essere arrivata seconda e il mio odio profondo verso Kendrew, che tra l’altro oggi mi ha liberamente sequestrata, si saranno placati anche in modo flebile…

Grr! Quell’idiota! Tu non ci crederai, ma è arrivato lui primo in classifica! Inutile descrivere il mio shock… guai a te se ti fai scappare quello che ti ho detto con qualcuno. Acqua in bocca.

Ancora non l’ho detto a mamma e papà. Mi faranno un sacco di storie perché, se almeno sprecare tutte le sante estati a studiare servisse a farmi arrivare prima… e invece no! Quel perfettino di Kendrew è arrivato a rubarmi la scena! Ma forse c’è qualcosa di peggio… essere indotta a scommettere con lui e passare una giornata intera insieme. Noi due da soli.

Terribile agonia.

Basta, non voglio più parlarne, e forse domani avrò anche tutte le intenzioni di strappare questa stupida pagina che – per la prima volta – non riporta alcuna lode nei miei confronti.

Kendrew mi ha riportata a casa solo adesso, con i suoi fare comodi, e ho passato dieci minuti a lavarmi i denti, a causa di quello stupidissimo zucchero filato.

Be’, almeno non aveva un sapore così orribile. Bah, ma che sto dicendo! È come se stessi dando ragione a Luke! E no, questo non va affatto bene.

Dopo essere svenuta nel cortile dietro alla scuola, non solo si è permesso di sfoggiarmi dinanzi la sua bella media più alta della mia di pochissimo, ma ha addirittura pensato che sequestrarmi e farmi fare una stupida scommessa potesse… ecco, farmi bene. La realtà è che non capisce come sono fatta io. E, idiota com’è, non lo capirà mai. Ti chiederai allora come ha fatto ad avere una media più alta della mia. Mi rimane solo da pensare che siano stolti anche tutti i miei professori, accidenti!

Devo spiegare a mamma e papà perché sono arrivata così tardi. Lo farò a cena. Insieme all’annuncio del mio secondo posto.

A dir poco disonorevole.

Ora vado a prendere una boccata d’aria.

Maledetto diario, non riesci neanche a dirmi un misero “In bocca al lupo”. In questo momento non so se odiare più te o Luke K.

Nicole
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Jade's place:


Eccomi qui, lettori! Jade è tornata con un nuovo capitolo. Capito qui come stanno le cose? La mia Nicole, poverina xD è stata sopraffatta da una stupida scommessa! Okay, lo sguardo speranzoso e convincente di Luke ha convinto, possiamo dire, Nicole ad andare avanti xD come procederà la nostra vicenda? Capitolo un po' cortino, lo so, il prossimo però mi è venuto esageratamente lungo quindi abbiate pietà ^^'
Si accettano altre scommesse: dove la porterà, domani?! Per scoprirlo leggete il prossimo capitolo =) vi aspetto numerosi, e le recensioni mi fanno solo piacere ;)
Oh, e ringrazio:

lisetta95 e xManu89x, nuove arrivate che hanno inserito la storia tra i preferiti =)
Ceres13, il phard di biancaneve, lety91, Marti_18, Reaver, Stay Strong, Sweetie SUICIDE, e sempre xManu89x che sono i nuovi che l'hanno messa tra le seguite =)
E naturalmente grazie allo stesso modo a tutti quelli che continuano a seguirmi e a recensire, grazie infinite davvero :D vi saluto, al prossimo capitolo!

PS: ho una piccola campagna pubblicitaria.
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