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Autore: Letizia__Le    22/08/2011    0 recensioni
Salve a tutti. Perchè pubblico la mia storia? Perchè sono triste. E questa è la mia personale storia sentimentale, vissuta di recente. Magari vi identificate con la protagonista, Luce.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 10

Così vicini

 

Il giorno dopo era di nuovo andata al mare, ma stavolta con la sua famiglia. Il posto non era un granché e il tempo le sembrava non passare mai. Il giorno seguente sarebbe andata a Caorle, di nuovo con lui. Ma non le aveva dato la conferma perché temeva il maltempo.

Così passai la giornata a scrivere questo stesso diario dai nonni.

Contenta nel cuore per la giornata precedente.

 

A Caorle sarebbero andati anche Paolo, Dan, Louise e Asia, la figlioletta.

Manu arrivò in 500. Era caratteristico. Quei suoi occhiali che gli davano quell'aria così particolare, con i jeans a pinocchietto larghissimi che gli cadevano. Era proprio un tipo. La 500 un po' mal ridotta, gialla e con il portabagagli aperto aveva un motore che faceva un rumore fortissimo.

Parcheggiarono e a piedi si avviarono alla spiaggia. Attraversarono il bel paese parlando del militare dove Manu fu costretto a mentire per mantenere il segreto sulla sua età.

Ma di questo ne parlerò nel prossimo capitolo.

Lasciatemi per il momento ricordare solo i tempi lieti.

Per tutto il tempo Luce lo guardò come se fosse stata catapultata in una sorta di limbo, era estranea a quella terra. Lo guardava e continuava a pensare alla fugacità della vita. Il tempo. In quel momento le era accanto, poteva vederlo, sentirlo: esisteva.

E continuava a pensare che di lì a poco nulla sarebbe stato più come prima. Una sensazione, come se quella fosse la sua ultima volta. Continuava a guardarlo incantata. Gli stava scappando come sabbia tra le dita.

Dopo un lungo cammino attraversarono la vasta spiaggia e giunsero agli ombrelloni. Si spogliarono e rimasero in costume. Manu se la portò via, doveva parlarle molto seriamente. Si piazzò al bar e cominciò a parlare. Forse così seriamente non l'aveva neanche mai fatto. Discorsi su loro due, sulla loro storia, sul dove erano arrivati. Le rimproverava soprattutto questa terribile fretta che lei aveva nell'accelerare i tempi. Continuava a ripeterle che correva troppo. Ma lei lo ignorava. O meglio, ascoltavo il tutto ma non ci davo il giusto peso ecco. Errore mio.

Alla fine lo lasciò parlare per tutto il tempo, dandogli ragione anche se non se la sentiva. Quando si alzarono da quel benedetto posto andarono in edicola. Scalzi e in costume attraversarono la strada ed entrarono nel negozio. Lui comprò tre manga. Tre manga che Luce avrebbe presto odiato. Per resisterle aveva adottato questa strategia infatti: mettersi a leggere. Intanto lei cercava in tutti i modi di farsi desiderare, di fargli perdere la testa e di distrarlo dalle sue letture. Voleva tutte le attenzioni rivolte verso di lei! E mi sembra giusto caspita!!

Alla fine si stancò del tutto. Si alzo in piedi per poi inginocchiarsi accanto al lettino dov'era sdraiato e si prese ciò che voleva. Prese a baciarlo. Un po' contro la sua volontà, ma così era più divertente. Qualche piccolo bacio, gli prendeva le labbra tra le sue. Lo avrebbe mangiato. Quello che provava era troppo forte per essere controllato. Ma subito la mandò via.

Bagnetto anche al mattino. Ma molto breve, onestamente non ricordo neanche molto. Il mio cervello era del tutto in pappa!

Comunque i due si abbracciarono, strinsero tanto nell'acqua di Caorle, baciandosi anche con foga e passione. Luce era irrefrenabile.

 

Andarono a pranzare tutti e quattro nel bar della spiaggia. Lui la lasciò con la promessa che nel pomeriggio sarebbe stato a sua completa disposizione e lei per il momento si accontentava di quel compromesso. Lo vedeva sempre più schivo e riservato. Non voleva concedersi. Oh ma lei gli avrebbe fatto perdere la testa! Eccome se ci sarebbe riuscita! L'aveva messa sul personale ormai!

Dopo pranzo Manu si stese sul lettino dicendole:

-lasciami riposare fino alle tre. Poi mi vieni a svegliare e faccio tutto quello che vuoi!

A malincuore ma dovette accettare.

Così si avviò all'ombrellone dove stavano Dan e famiglia. Lui la accolse benissimo. Ancora oggi mi sorprende un po'. La fece sedere sullo sdraio vicino a lui e parlava e parlava. Ovviamente montava di molto tutto ciò che raccontava ma comunque era piacevole e divertente stare ad ascoltare quello che diceva. Le raccontò vari aneddoti mentre Louise, come una lucertolina prendeva il sole e la bimba giocava in acqua. Lo zio intanto stava all'ombra a leggersi un giornale. Poi arrivarono anche i genitori di lei e tutti insieme passarono il tempo. Finché, andati i suoi, Luce si sentì toccare una spalla. Era il suo Manu. La sorprese. Non lo aspettava così presto. Ci aveva preso gusto a stare li con Dan! Ma lui era finalmente tutto per lei.

-già qui?

-si non sono riuscito a dormire. Ho finito il manga.

-oh era ora!

-dai andiamo a fare un bagnetto?

-va bene

-venite con noi?- chiese alla sua famiglia. Solo Louise accettò.

Così loro tre si diressero verso l'acqua. Louise era davvero molto affezionata al ragazzo. Luce la invidiava un po'. Però in fondo lui aveva scelto lei. E questo la rincuorò un attimo. Stettero per un po' tutti insieme poi Louise ebbe la grandiosa idea di lasciarli soli. Così pianino pianino si spostarono un po' al largo e verso destra finché non decisero che lì poteva andar bene.

Luce gli saltò letteralmente addosso. Lo strinse tutto e cominciò a mangiarselo. Ma questa volta in modo diverso, per niente casto. Non stava più seduta in braccio a lui o inginocchiata accanto. Stavolta, con il suo aiuto, si sistemò meglio. Dannatamente meglio. Con le gambe gli cinse il torace e mise le braccia attorno al suo collo. Dapprima però manteneva la distanza tra i due corpi. Non gli stava adiacente. Ma ancora a distanza di sicurezza. Aveva un po' il timore di sentire quanto anche lui fosse eccitato in quel momento in quella posizione così provocante e sexy. Intanto se lo stava divorando. La sua lingua non lo mollava un attimo. Continuava a cercarla, lasciarla per poi riprendersela subito. Fino al momento in cui la situazione peggiorò drasticamente, se possibile, più di così. Lui le passò le mani sotto al sedere, in un punto troppo caldo e pericoloso per lei. La sollevò da sotto e finalmente annullò la distanza tra i loro corpi. Adesso aderivano perfettamente. Spostò le mani più in alto, sulla sua schiena, per stingerla ancora più forte. Ma in questo modo niente più li separava. Nessuna ulteriore protezione. Avrebbe preferito che lui lasciasse le mani sotto di lei e continuasse a stringerla a lui in quel modo perché ora gli era completamente sopra. Seduta su di lui.

Poteva sentirlo. Anche lui in quel momento era nelle stesse condizioni fisiche in cui si trovava lei. Poteva sentire tutto. Ma non le dispiaceva affatto. Continuavano a baciarsi persi l'una nell'altro. Il loro corpi incastrati si alzavano e abbassavano per respirare in completa sintonia. Nulla esisteva se non la carne, le emozioni e i brividi incontrollati. Dio quanto c'erano vicini. Potevano farlo. Se solo avessero voluto; lei non lo avrebbe impedito. Ma non tanto perché non potesse. Proprio perché non voleva fermarsi. In quel momento sarebbe andata fino in fondo. Non le importava più nulla ormai. Lo bramava completamente. Desiderava lui, il suo corpo e potergli dare tutto ciò che voleva; che volevano entrambi.

Manu si staccò un attimo per prendere fiato e le chiese ormai sconvolto:

-ma tu non mi avevi detto che se diventava troppo mi avresti fermato?!?!!

-infatti.

-il che significa che per te non è ancora abbastanza??!! Ma cos'è? Vuoi che questa sia l'estate in cui perdi la verginità?!?!

-...mmm... potrebbe essere!

Manu era allucinato. Non aveva più idea di come diavolo fermarla! Le aveva provate tutte! Leggere, trattarla con freddezza, evitarla, respingerla, parlare chiaro! E lei cosa gli rispondeva? Che voleva farlo? O meglio che non lo avrebbe fermato! E lui ormai non ce lo aveva neanche più tutto questo controllo di se!

Intervenne la Luisa a salvarlo.

Lo chiamò avvicinandosi: dovevano andare via e lui aveva lasciato i pantaloni al loro ombrellone. Luce, quella presa meglio dal punto di vista fisico, si offrì di recuperare lei i pantaloni e gli disse di aspettarlo in acqua che avrebbero continuato da dove si erano fermati. Ma lui colse l'occasione e le seguì fuori dall'acqua. Infine salutarono i parenti che se andarono presto, e tornarono allo sdraio. Luce se l'era proprio presa. Aveva messo un broncio terribile e intanto lui l'aveva amorevolmente coperta con un asciugamano, come fosse stata un gattino bagnato. Col tono più dolce di cui fosse capace, e vi assicuro le sue parole sembravano miele, cercò di spiegarle che stavano esagerando in ogni modo. Così non potevano continuare. La situazione sarebbe degenerata ancora di più andando a finire nel peggiore dei modi se non si fossero fermati. Cercò di spiegarle ancora che dovevano rallentare, smetterla di scambiarsi effusioni così provocanti ma Luce non capiva. Alla fine se la portò al bar e le parlò serio ma duramente. Così non poteva continuare. Tentò di spiegarglielo in ogni modo ma di nuovo niente. Intanto l'aveva cinta con un braccio dietro la schiena e le faceva un tremendo solletico che la ragazza non riusciva a sopportare.

- perché non ti puoi accontentare di uno sguardo, una carezza? Un lieve contatto.- le chiese. Ma lei ancora un po' imbronciata fece una faccina triste. Lui con voce dolcissima: -chiudi gli occhi.

E la baciò. Un bacio dolcissimo. Prese le labbra di lei tra le sue due o tre volte. Sembrava da favola, così tenero e romantico. Luce lo assaporò appieno. Le era piaciuto tantissimo. Ma sapeva che poteva fare ed avere di meglio! Era questo che non le permetteva di fermarsi in tempo quando doveva.

Alla fine Luce fu di nuovo terribilmente egoista che lo portò via. Prese un asciugamano e si sistemarono in una piccola conca sabbiosa, tranquilli. Lui riprese a parlarle, sempre i soliti discorsi che lei si ostinava a non ascoltare e a non prendere in considerazione. Era tutto così perfetto ai suoi occhi. Si stava comportando un po' da ragazzina immatura e più che altro cieca a tutti i messaggi che le stava inviando lui. Ma niente. Dopo una lunga e triste conversazione, non sono mai begli argomenti da affrontare, lui fece per andarsene ma lei lo bloccò a terra. Sistemò l'asciugamano e si stese con fare provocante, come a continuare quello che lui era disperatamente riuscito a bloccare appena in tempo poco prima. Ma lei lo voleva sopra di lui. Alla fine gli si sistemò accanto, lui un po' sollevato si reggeva su un fianco. Ma la sistemò in una maniera provocante che a lei neppure piacque. Le stese su un fianco e le prese la gamba sinistra tra le sue, piegata. Luce si appropriò della sua bocca e intanto lui, come lei desiderava, la toccava un po' ovunque. Soprattutto la coscia della gamba che aveva preso tra le sue, bloccata. La accarezzava dolcemente ma anche sensualmente partendo dal bacino e dal fianco, passando per la natica e scendendo fino al ginocchio. Ripeté il gesto più volte e lei si sentiva in paradiso. Intanto se lo mangiava come meglio poteva ma era più alto e standole sopra, dettava lui i tempi. Baci brevi e poco profondi. Così non le piacevano. Alla fine Manu tentò di alzarsi e in quel momento lei lo fece cadere sopra di lei, rubandogli un ultimo, tanto desiderato bacio. La implorò di lasciarlo andare e quando fu finalmente libero si rialzò subito.

Infine Luce si rassegnò che non avrebbe avuto di più. Così si rialzò e raccolse il telo da mare.

Lo guardò con aria implorante:

- un ultimo bacino. Poi la smetto.

Gli occhioni dovevano aver funzionato perché le rispose:

-mmm... e va bene...- le concesse infine.

Così lo abbracciò e lo baciò. Questa volta con puro amore, però sempre bene, con trasposto mettendoci a tratti anche la lingua. Solo che perse l'equilibrio e cadde indietro. Ma essendo abbracciata a lui sapeva che l'avrebbe sorretta.

-che fai? Mi svieni adesso?- sorrise.

-tanto lo so che mi prendi.

Quello che provava Luce era amore.

 

La ragazza aveva ottenuto dai suoi la concessione di restare pure per cena. Dopo numerosi giri, prima al parcheggio a lasciar giù le cose, poi in un ristorante dove non c'era posto, raggiunsero il centro della cittadina. A Luce quella città piacque tantissimo. Ce l'ho ancora nel cuore. Ma non per le cose che vi successero, no affatto!

Piuttosto per l'atmosfera.

Sembrava il paese delle fiabe, le casette erano tutte dipinte e decorate con colori da sogno. L'aria che si respirava era trascendente.

Davvero la ragazza si sentiva entrata in un universo fiabesco meraviglioso.

Quella sera lei si innamorò di quella città.

Trovarono un locale in pieno centro, e più il posto che il cibo la rallegrarono. Era in uno stato catatonico. Areattiva. Testa sulle nuvole e sguardo perso, per lo più nei suoi occhi.

Lo seguì in bagno e lo abbracciò. Lei si era tutta schizzata d'acqua e lui la rimproverò amorevolmente. Tutto ciò che faceva o diceva nascondeva affetto. E lo dimostrava anche in maniera strana. Durante la cena riuscì a rubargli un solo bacio, visto che si fiondò sulle sue labbra schioccandogliene uno a tradimento. Poi più niente. Mangiarono il gelato e lei lo prese a braccetto, a manina anche. La giornata era finita e nell'aria aleggiava un senso fortissimo di malinconia. Era la loro prima e ultima sera insieme. Era strano. E tanto triste.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sto scrivendo l'ultimo capitolo. anche se chissà forse potrebbe non esserlo...
  
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