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Autore: Orange Dream    22/08/2011    1 recensioni
Immaginate la piccola Hinata, appena bambina, incompresa da suo padre, ma non dal suo pupazzo... immaginatela da grande, quando quel pupazzo che l'ha sempre consolata lo darà ai suoi figli. E ora guardate tutto dal punto di vista del pupazzo.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio, Dopo la serie
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Fragments of life

...thanks for the life you gave me...
...thanks for the life I lived...
Thanks for everything




Infanzia

Hinata corse nella grande casa silenziosa, il volto rigato di lacrime e le piccole gambette che correvano lungo le scale. Tutto serio, tutto scuro...a casa sua non c'era luce... 
Si fiondò nella grande cameretta, unico suo luogo di conforto e per questo troppo grande, faticava a trovarlo accogliente e rovistò nell'armadio finchè non trovò chi cercava.
- Ecco, è successo di nuovo. La mia padroncina piange abbracciata a me. Ma io che posso fare per lei? Sono solo un volpacchiotto di pezza, non posso muovermi, ma solo pensare qualcosa di incoraggiante...  Hinata chan, dai non fare così, non piangere! -
Hinata strinse con più forza il suo pupazzo. Glielo avevano regalato per il suo 3° compleanno, un anno prima, e lei lo aveva sempre preferito a tutte le bambole costose e i ricchi giochi che le avevano dato. Quel semplice muso rosso e quei grandi occhioni azzurri le piacevano tantissimo. Aveva la punta della coda e delle zampe bianca e fino ad un anno prima lo mordicchiava quando era triste, ma ora... ora nessuno avrebbe più rovinato il suo Naruchan! Quel volpacchiotto era solo suo... lui c'era sempre quando stava male, di solito dopo che suo padre l'aveva sgridata, rimproverata per colpe che non aveva o quando la paura del buio si faceva sentire, forte ed opprimente. Il suo pelo morbido e quegli occhioni dolci la confortavano tantissimo e purtroppo erano gli unici a farlo, sua sorella era troppo piccola per parlare e le parole vuote degli altri maestri la facevano solo stare peggio.
Naruchan sentì la pelliccia bagnarsi vicino al suo collo. Come piangeva la piccola Hinata! Suo padre aveva dovuto sgridarla veramente parecchio questa volta. Non poteva sapere il pupazzo, quasi grande come la bambina, che questa volta la giovane Hyuga si era meritata una lavata di capo per aver provato ad avvicinarsi ad un bambino per strada. Un gesto timido, impacciato che l'aveva quasi portata a parlarci con quel ragazzino della sua età che assomigliava così tanto al suo peluche! Aveva quasi lo stesso nome coem aveva sentito da un passante e anche gli stessi occhi e poi i capelli erano gialli e il rosso non è così diverso... insomma, la piccola Hinata si era subito incuriosita, ma quel bambino dagli occhi di cielo non poteva essere degno di lei, o almeno questo gli aevva urlato dietro suo padre nel senitire le sue scuse tremanti.
Non gli aveva detto che il bambino aveva un demone dentro di se, ma l'unico imperioso ordine era stato quello di starci lontana. E ora la bambina piangeva forte e non capiva il perchè di quell'ennesima mancanza non solo di affetto, ma anche di comprensione.
Naruchan si lasciò trascinare sul pavimento di legno tristemente. Si sa che al giocattolo più amato da ogi bambino gli crescere un'anima vera dentro. Hinata lo sembrava intuire perchè appoggiò con gentilezza il pupazzo sul letto e lo baciò sulla punta del naso, fissando i suoi grandi occhioni azzurri. Poi cercò di mettersi il pigiama da sola, ma le domestiche le proibivano di fare qualsiasi cosa da sola... persino vestirsi.
Si sentì impacciata, cadde di sedere per terra e trattenne altre lacrime dai grandi occhioni perlacei, mentre le sue guanciotte rosse si accentuavano.
Quando finalmente si fu messa l'abitino (rovescio) si infilò sotto le coperte e trascinò con se il suo Peluche, il suo unico amico Naruchan. 
-Un giorno potrò dirti quanto tengo a te Hina-chan, aspettami.
Lei si addormentò con l'immagine dei grandi occhioni azzurri dietro le palpebre.
 
Alcuni anni dopo
 
Polvere. Tantissima polvere sul fondo di quell'armadio dimenticato.
-Naruto vieni dammi una mano a spostare queste vecchie coperte per favore!
-Arrivo... Dattebayo ma da dove saltano fuori queste antichità?
-Tramandate da generazioni nella mia famiglia- spiegò Hinata gentilmente passandosi una ciocca dietro l'orecchio per respirare meglio in quella giornata afosa. -Dovevo usarle da piccola... e dopo anche Hanabi...-
-Cavolo mi dispiace- scherzò lui e con un solo gesto raccolse tutte le vecchie coperte impolverate, passandole a una sua copia che si incamminò lungo il corridorio.
Hinata si era sposata da un mese, dopo molti anni che stava insieme al suo Naruto kun, ma c'erano ancora delle cose nella sua vecchia casa che doveva prendere, come i suoi vecchi mobili e quanto suo padre le aveva lasciato in dote. Dopotutto aveva rinunciato a diventare capoclan Hyuga: con una ferma presa di posizione aveva dichiarato il suo intento a tutta la famiglia riunita, parenti non così diversi in serità da suo padre... aveva lasciato tutto alla sorella più piccola: Hanabi, la quale era al settimo cielo per la grande e inaspettata opportunità.
-Ehi Hinata... qui ci sono dei giocattoli... sono tuoi?
-Aspetta... oh, ma sono solo vecchie bambole, non mi sono mai piac....-
Hinata si interruppe con un singhiozzo. Si avvicinò piano fissando allibita il vecchio peluche di un volpacchiotto in fondo all'armadio. Lo prese con dita tremanti e incurante della polvere accumulata negli anni lo abbracciò forte.
-Ehi! Coff coff, Hinata stai sollevando un polverone!- disse lui sventolando una mano davanti al viso per respirare.
-N-naruto, guarda...-  Naruto si fece subito attento perchè erano anni che Hinata non balbettava più. Non da quando era maturata al punto da dichiarargli il suo amore. Ora lo faceva solo se era stressata o emozionata, come aveva notato in sua madre Kushina l'unica volta che ci aveva parlato.
Il volpacchiotto sporco ricambiò lo sguardo dell'Hokage con gli stessi occhioni azzurri.
-Finalmente la mia padrona ha un Naru-chan che può dirle quanto bene le vuole! Trattala bene eh!-
Naruto lo accarezzò con una mano, ridendo. -Mi assomiglia Dattebayo!-
-Si chiamava Naruchan... pensa che in tutti questi anni non l'ho cercato perchè mio padre mi aveva detto di averlo buttato via quando avevo 6 anni, un'età che per lui inadeguata ai pupazzi... ho pianto tanto quando l'ho perso... Invece l'aveva solo nascosto... si vede che anche mio padre ha un lato sensibile!-
-...Ti voglio bene anche io e tu sei sempre la mia padroncina, Hinata -chan...- disse muto il pupazzo senza suoni.
-Hinata... tu troveresti un lato sensibile anche in un coccodrillo...-
-E dai Naruto kun, vuoi dirmi che non ti piace?- chiese lei dandogli una spintarella e avvicinando il muso dolce del suo vecchio giocattolo al viso di suo marito.
-Sì, dai è tenero, lo teniamo.-
-Ovvio che lo teniamo... altrimenti con cosa giocherà?
-Chi giocherà... cosa intendi dir...?- chiese Naruto girandosi perplesso verso di lei per poi spalancare gli occhi e sentire il cuore perdere un colpo.
Hinata per tutta risposta si stava accarezzando la pancia con un'aria dolcissima, fissandolo da dietro la sua frangia ora lunga e spostata in un ciuffo di lato.  -Secondo te cosa v-voglio dire?-
Naruto balbettò qualcosa di incomprensibile e diverse grida in tutta la casa risuonarono all'unisolo, una serie di Eh???     Cosa???    Quando.... che scomparvero non appena l'ultimo Kage Bushin di Naruto si dissolse fluttuando in una nuvoletta. Il ragazzo rimase a bocca aperta, fissando allibito la pancia di Hinata come se non ne avesse mai vista una.
Poi la prese per un braccio e la costrinse a sedere sul letto morbido davanti a loro, si inginocchiò in fretta e furia e appoggiò delicatamente l'orecchio sulla pancia di lei, ma l'unica cosa che sentì furono le scosse sussultanti delle risate di Hinata.
-Hahah! H-hai fatto una faccia b-buffissima! Guarda che ci vuole qualche mese prima di poterlo sentire... sono ancora al primo io...-
Naruto cominciò a camminare su e giù per la stanza non smettendo più di parlare di nomi, imprecazioni, parlando di cosa da fare, persona da informare... a volte alzava la voce anche, e Hinata fu costretta ad alzarsi per calmarlo.
Tornarono a casa tutti insieme, con una gioia rinnovata sul volto: Hinata, Naruto, il piccolo che doveva ancora nascere e il suo futuro peluche, che già si immaginava il suo prossimo padroncino.
 
Vita
 
-Dai Hinata spingi!!! Ci sei quasi! 
-Ghhh...
-Va tutto bene dai.... Ino, passami l'acqua.
-Sakura, Hinata sta perdendo troppo sangue...- le sussurrò Ino concitata all'orecchio. -Potrebbe rischiare di perderli entrambi!-
Hinata la sentì e spalancò improvvisamente gli occhi. Perdere i suoi bambini ora??? MAI!
Chiuse gli occhi e spinse ancora più forte che potè, trattenendo i gemiti che le sorgevano sulle labbra, sollevandosi sui gomiti premuti dolorosamente sul lettino e riuscendo quasi a sentire gli strepiti che faceva Naruto in corridorio, fermando tutte le infermiere che passavano per sentirsi dire come andava quel travaglio così lungo.
Ancora una sforzo... uno solo... ancora uno...  
Andò avanti così per dieci minuti buoni finchè con un sospiro di sollievo il primo dei due gemelli uscì, rosso, sporco e urlante per essere subito accolto tra le mani esperte di Sakura. La ragazza le sorrise ansante anche lei dalla tensione.
-E' un maschietto! Dai Hinata, pensa che giocherà con il mio piccolo Itachi... ora riprendi fiato e fai uscire anche l'altro, forza!
Ino mise il neonato nell'incubatrice dopo averlo pulito e si preparò ad accogliere il secondo, che non si fece aspettare e arrivò poco dopo, ma in silenzio. Un orrendo silenzio.
Sakura battè subito sulla piccola schiena, pulì l'interno della minuscola bocca e il naso, Hinata aveva gli occhi spalancati dal terrore, e coperta com'era di sudore non riusciva a smettere di tremare.
L'urlo che si intensificava dentro di lei la fece vedere rosso, rosso sangue. Un urlo disperato che le usciva dal cuore, perchè suo figlio non respirava??? Perchè??? Quell'urlo le prese anche la mente, gelido, spaventoso di faceva strada in lei come un veleno, rendendola sorda a tutto quello che la circondava. Era enorme, spaventoso questo rumore... e si interruppe per il minuscolo gemito che provenì dalla tanto fortunata neonata.
Il bambino stava bene. Anzi, la bambina.
Hinata ansimò forte, rendendosi conto solo ora che aveva urlato per davvero e non solo nella sua testa e che accanto a lei c'era Naruto, scioccato, spaventato, felice, che cercava di calmarla dopo essere accorso come una furia.
Stavano bene, stavano bene tutti e due, sia il maschietto che la femminuccia più fragile.
Ino le mise subito in braccio entrambi dopo averli controllati con cura e quelli si avvicinarono subito per la loro prima poppata.
Hinata pianse tutte le lacrime di gioia che poteva avere e non smise di ringraziare le due infermiere finchè queste non ripresero i bambini per metterli al caldo e farla riposare.
Quella notte l'Hokage di Konoha fu irremovibile e restò a dormire all'ospedale, su una sedia che non gli era mai sembrata tanto comoda.
Due giorni dopo poterono già portare a casa Jiraya e Kushina, uno a testa, con un sorriso che avrebbe scacciato la nuvola più nera.
Eh già che si parla di nuvole ecco che Shikamaru e Temari, sposati anche loro già da 3 anni, si avvicinano per fare i complimenti ad entrambi, per promettere, come poi tanti, di venirli a trovare per conocere i piccoli... Hinata era sicura che da un momento all'altro sarebbe scoppiata per la gioia e così Naruto, che non faceva altro che mostrare la piccola creatura che teneva in braccio, tanto che questa si svegliò ben presto per il rumore e Tenten gliela strappò dalle braccia, ritenendosi (a buon ragione) decisamente più affidabile di quel genitore in preda all'euforia.
Quando giunsero alla casa di Naruto, che aveva ereditato l'edificio di ogni hokage e ovviamente ammobiliato secondo i suoi gusti, riuscì finalmente a calmarsi, posò dolcemente il piccolo Jiraya nella culla e accarezzò la timida Kushina nella sua.
Kushina aveva i capelli rossi della nonna, gli occhietti ancora chiusi e i pugni piccoli stretti piano accanto a se. Era dolcissima, appena appena si sentiva respirare e sembrava così fragile da potersi rompere da un momento all'altro. Il vestitino violetto che aveva addosso rivelava un corpicino morbido e tenero, come quello del fratellino Jiraya che invece era già più robusto, pesava di più e a differenza della sorella piangeva anche spesso e volentieri con quella sua boccuccia sdentata, i radi capelli color notte e gli occhietti appena socchiusi che già mostravano un azzurro accecante. 
La mattina dopo Naruto si svegliò da solo nel suo letto e trovò Hinata già in piedi che preparava i bambini alla loro prima colazione. Mentre i piccoli venivano allattati Naruto si avvicinò con il pupazzo Naruchan e lo posò lì accanto; ma i bambini appena nati anche se hanno gli occhi aperti non vedono bene e non si accorsero del peluche, ora pulito e morbido come un tempo, che li studiava.
-Che carini che sono!- pensò Naruchan. - speriamo però che non mi strappino tutta l'imbottitura!-
Ma le sue preoccupazioni furono infondate perchè entrambi i bambini, appena ebbero tre mesi e poterono vederlo bene, lo amavano già tantissimo e non passavano un minuto senza di lui, addormentati sulla coda voluminosa e la pancia morbida.
La fila di persone che voleva conoscerli era enorme, dai più anziani come Tsunade, ormai in pensione, ai più giovani, come Chiriku, il figlio di Asuma e Kurenai che aveva eredito il nome del migliore amico di suo padre.
Hinata era costantemente attenta per i suoi bambini, anche quando andava in un'altra stanza spesso usava il byakugan se doveva stare via a lungo, per poterli sempre vedere, ma era evidente che non era semplice starci dietro. Jiraya poi piangeva sempre cercando di attirare l'attenzione e se piangeva lui allora piangeva anche Kushina e Naruto dove moltiplicarsi in otto per farli di nuovo addormentare.
Ino e Tenten si proposero come Babysitter, e la giovane coppia accolse molto volentieri l'aiuto, in fondo entrambe avevano dei figli anche loro:
Ino aveva la piccola Inonami avuta da Sai qualche mese prima di Naruto e Hinata. La piccola dal carattere un po' dispettoso andava sempre tenuta d'occhio, così come il frenetico Rukioro di Tenten e Neji, molto attivo, energico e sempre impegnato a sforzare gli occhietti per vedere attraverso le cose con il Byakugan. Come fai a nascondergli i biscotti???
Ma erano Sakura e Sasuke a fare visita più spesso, di solito fermandosi per un tranquillo pomeriggio di chiaccherate con il piccolo Fugaku e il giovane Itachi, che diceva già le sue prime parole.
 
Ma Naruchan rimaneva solo di Jiraya e Kushina, e nessun altro bambino avrebbe potuto essere amato quanto loro da quel vecchio Peluche.
  
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