Dormi
Missing Moment di HBP – Una ficlet ambientata quando Hermione visita
per la prima volta Ron in Infermeria.
Non dovevi venire.
Non dopo quello che quell’odioso, ingrato idiota ti ha fatto.
Non dopo tutte le lacrime che ti ha fatto versare.
Non saresti nemmeno dovuta andare all’Infermeria il giorno del suo
avvelenamento, ma hai riscoperto che tu ancora gli vuoi bene, che tu ancora ci
tieni, che tu ancora speri che tutto non sia finito.
E quando ci sei andata, non sei riuscita più a parlare.
Non per la preoccupazione al riguardo della sua salute, perché Harry
salva tutti, alla fine.
Ma perché vederlo così
smorto ti aveva fatto pensare a quanto eri andata vicina a perderlo per sempre,
se Harry non ci fosse stato.
E non l’avresti più visto, e sarebbe morto senza sapere che tu gli
volevi veramente bene, nonostante fosse un odioso, ingrato idiota.
E così sei qui, seduta accanto al suo letto, e gli dici che gli hai
portato i compiti, e lui ti guarda con quei meravigliosi occhi blu in cui
vorresti perderti ogni volta.
E quegli occhi sono tristi, perché forse, solo forse, anche lui si
rende conto quanto siete stati vicini a perdervi.
A perdervi per sempre, a perdere la vostra amicizia.
Lui ti ringrazia flebilmente, e tu ti siedi nella sedia vicino a lui, e
non dici nulla, perché non c’è molto dire.
Neanche lui parla, e così tiri fuori dalla borsa il tuo libro, e leggi,
ma solo per poco, perché averlo così vicino, dopo così tanto tempo, ti scuote
un poco, e non riesci a concentrarti.
Lui non ti guarda, e rimane rigido in quella posizione scomoda che ha
dovuto adottare.
Sai che non si può muovere molto, perché il dolore lo devasterebbe, e
così siete fermi, tutti e due, tu che giri le pagine assentemente, l’odore
delizioso che non ti raggiunge le narici, coperto da quell’odore che ti è così
tanto mancato in tutto quel tempo, l’odore che per pudore non hai citato mentre
spiegavi le proprietà dell’Amortensia.
Lui invece guarda davanti a sé, i suoi occhi tristi, la faccia pallida,
i capelli appiattiti, e sembra che abbiano perso colore, come le sue
lentiggini-che, anche se non lo ammetti, trovi adorabili.
E nel vederlo così vorresti tanto avvicinarti a lui ed abbracciarlo,
abbracciarlo veramente, e dirgli che si è comportato come un idiota, che tu ti
sei comportata come un’idiota, e, magari, baciarlo, ma sai che non lo puoi
fare, non ancora.
Così ti limiti a non guardarlo.
Sai che non puoi rimanere per molto, ma vorresti tanto rimanere lì, con
lui, perché ti è mancato così tanto, che nemmeno puoi capirlo.
Tra di voi c’è silenzio, un brutto silenzio, un silenzio che non ci
sarebbe dovuto essere.
Non tra due amici che si conoscono da sei anni, ma che ne hanno passate
così tante insieme che è come se si conoscessero da tutta la vita.
E per rompere questo silenzio gli dici che dovrebbe dormire, e il tuo
tono è più serio, e rigido, di quello che avresti voluto.
E lui annuisce, e scivola giù per il cuscino e si gira verso di te, e
ti guarda.
Siete vicinissimi, a meno di un metro di distanza, e non riesci a
capire se questo di renda euforica, o ti metta a disagio.
Tu non puoi fare a meno di abbassare il libro, e di guardarlo a tua
volta, e nel vederlo così smorto, e ancora debole, vorresti tanto abbracciarlo,
e fargli capire che sei ancora sua amica, che non potrebbe essere altrimenti.
E per un momento, un momento che ti fa battere il cuore più veloce, ti
sembra che lui stia provando ad allungare la mano verso di te, ma strizza gli
occhi, e capisci che ancora gli fa troppo male.
Lui sembra deluso, e mormora il tuo nome, ma tu gli sorridi, e ti piace
così tanto sorridergli.
Al tuo sorriso lui sembra sorpreso, e poi anche lui sorride,
debolmente, e pare che gli facciano male pure i muscoli del viso.
Ma è così bello vederlo sorridere.
È vero, non dovevi venire.
Non dopo quello che ti ha fatto passare.
Non dopo le lacrime che ti ha fatto versare.
Ma tu sei lì, perché lui è tuo amico, nonostante tutto.
E tu gli vuoi bene, e forse di più.
Così rimani, e lo guardi sorridere, e sai che tutto, alla fine, andrà
bene, tra voi due.