I 100+1 Consigli
Missing Moment di HBP – Romilda e le sue amiche
discutono su di Harry.
“Guardate,
ragazze,” annunciò con aria vincitrice Mary-Anne Evans, una ragazza del quarto
anno con lunghi capelli biondi. “Mia madre me l’ha insegnato durante l’estate…”
Si
puntò la bacchetta alla lunga chioma fluente e disse ‘Crispus!’.
I
suoi capelli divennero immediatamente ricci, e le ragazze dello scompartimento,
tranne una seduta vicino alla finestra intenta a leggere una rivista, si
lanciarono in un gridolino eccitato.
“E
guardate me,” disse una ragazza con corti capelli a caschetto, Gertrude,
puntando la bacchetta contro le ciglia. “L’ho imparato da ‘Essere Streghe’. Un
trucchetto niente male… Allora, è un movimentino così…guardate…e poi dici ‘Engorgio’
e…come sono?”
“Da
favola!” le assicurò Romilda Vane. “Me lo devi insegnare…adesso so come quella
Roberta King è riuscita a…Dio mio! Naturale! Ecco da dove venivano quei
ciglioni…” la ragazza non continuò oltre, probabilmente troppo indaffarata nel
pensare come attirare l’attenzione di qualche bel ragazzo in barba alla King.
Mary-Anne
e Gertrude iniziarono quindi una discussione piuttosto animata a proposito
della ingiusta (a loro dire) ‘lunghezza delle gonne’.
“Insomma,
sono troppo lunghe!”
“Sono
d’accordo. Me le ricordo quelle di Beauxbatons, con quelle gonne!”
“Certo!
Le francesi hanno tutte le fortune!”
“È
un peccato avere delle belle gambe e non poterle mostrare!”
“Tutta
colpa della McGrannitt! Quella vecchia zitella non si scioglie nemmeno i
capelli!”
“A
chi lo dici…”
La
piccola conversazione durò qualcosa come cinque minuti, prima che la ragazza
vicino alla finestra agitasse una mano per richiamare la loro attenzione.
“Sentite
qua,” esclamò Henrietta Stubbins, sfogliandole pagine dell’ultimo ‘Settimanale
delle Streghe’. “I 100+1 consigli per conquistare il mago dei vostri sogni.”
“Ohhh…”
Le
ragazze si guardarono intorno, interessate.
“Per le nostre affezionate lettrici…bla
bla bla…ah, ecco qua: Regola 1 – Assicuratevi che lui sappia che voi
esistiate.”
“Che regola stupida!” esclamò subito Romilda
Vane, scuotendo la testa mora.
“Dici così solo perché lui non sa che tu
esisti!” ribattè Gertrude. Si guadagnò un’occhiataccia e un risolino
d’approvazione da Henrietta e Mary-Anne.
“D’accordo, non lo sa, ma vedrete…”
“Continua, Henrietta.”
“Vediamo…Regola 7 – Informatevi il più
possibile sulle sue preferenze.”
“Oh, gli piace la torta di melassa, me l’ha
detto Juliet Buchanan, che l’ha saputo da Lavanda Brown!”
Henrietta alzò gli occhi in su, quando le altre
compagne guardarono ammirate Romilda.
“Dai, Henrietta, ammettilo! Harry è diventato
così attraente, ultimamente!”
“E ha quegli occhi verdi…unici…”
“E quegli occhiali…”
“E quei capelli…mi verrebbe da saltargli addosso
e…”
Le tre ragazze sospirarono all’unisono.
“Va bene, è carino,” concedette Henrietta,
sorridendo.
“E la Profezia…”
“Il Prescelto…”
“Tutti i giornali parlano di lui…”
“Sentite qua: Regola 29 – Quando siete in sua
presenza, fatelo sentire a suo agio. Non penso starebbe molto a suo agio se
gli parlaste continuamente di quanto è attraente o importante…è un tipo
modesto, a quanto ne so.”
Le tre annuirono con energia, e sorrisero.
“Il più modesto. E coraggioso. Lo sanno tutti.”
Alle parole di Romilda le altre ragazze
annuirono di nuovo.
“Ed è un bravo insegnante. Me l’ha detto
Cassandra Higgins, che l’ha saputo da Ernie MacMillan.”
“Quei due, Cassandra ed Ernie, non stavano
insieme?” chiese Gertrude con tono curioso.
“Sì,” rispose Mary-Anne, ridacchiando. “Patricia
Fawcett li ha visti sbaciucchiarsi davani all’Espresso, a Londra.”
Le altre ridacchiarono, acutamente e piuttosto
stupidamente.
“Ma la Higgins non stava con Smith, l’anno
scorso?”
“Macchè, si era messa alla fine del terzo anno
con Philipson, quello…” rispose Romilda acidamente.
“Ehi, sentite questa: Regola 61 – Non siate
timide. Siate estroverse e decise. Ah, questa qui: Regola 100+1 – Se
nessuno di questi consigli funziona, provate con un filtro d’amore!”
“Ma come possiamo andare da Harry Potter e
dirgli ‘Ehi, ti vuoi sedere con noi?’”
Tutte risero, tranne Romilda, che sembrava avere
in testa qualcosa.
Henrietta sapeva che qualunque cosa fosse,
quando Romilda Vane aveva quello sguardo, non poteva essere nulla di buono.
“Vi va di farlo?” chiese allora, con tono di
sfida, Romilda.
Tutte la guardarono come se fosse un’aliena,
mentre lei sorrideva.
“Prima che facciate qualcosa di…” iniziò
Henrietta, ma fu interrotta da Mary-Anne.
“Io ci sto.”
“Pure io,” ribadì Gertrude.
“Allora andiamo.”
Prima che Henrietta potesse dire o fare
qualcosa, le tre erano marciate a spron battuto fuori dallo scompartimento,
lasciandola sola con il suo gatto.
“Secondo te ce la faranno?” chiese ad Aristide,
il gattone. Quello scosse la testa, guardandola con gli enormi occhi ambrati.
“Sospettavo.”
Le tre tornarono una decina di minuti dopo,
piuttosto rosse in faccia, eccitate e nervosamente ridanciane.
Si sedettero guardandosi tra di loro, come se
avessero una qualche specie di patto – Henrietta in tutta onestà non voleva
sapere di cosa si trattasse.
“Allora?”
Romilda si sistemò le pieghe della gonna e si
lisciò ulteriormente i capelli, già incredibilmente lisci.
“Bè…diciamo che adesso sa che esisto.”
“Allora è andata male, eh?”
“Ehi! Ho ancora cento consigli da mettere in
pratica! E il 101…ohhh. A proposito, molla la rivista.”
Le altre ridacchiarono, mentre Henrietta,
privata della rivista prendeva in braccio Aristide.
Non dovevo leggere quella regola, penso
acutamente Henrietta, mentre le sue amiche riprendevano a discutere sull’ultimo
gossip nel castello.