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Autore: May be    23/08/2011    6 recensioni
Tutto aveva immaginato, a tutto si era preparato. Ma mai avrebbe pensato ad una situazione come quella in cui si trovava, realizzò mentre fissava assorto il bianco soffitto della sua camera.
Per l'iniziativa: "Happy Birthday Temari!" organizzata dalla Black Parade.
Buon compleanno! *O*
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Unexpected

 

 

 

 

 

 

In cielo non c’era una nuvola a morire.

Shikamaru sbuffò ed abbassò demoralizzato la testa, rischiando quasi di sbatterla contro la superficie del tavolino al quale erano seduti; Temari si limitò ad alzare gli occhi al cielo e continuò a sfogliare i documenti che aveva in mano.

« Quando avrai finito di lamentarti pensi che mi potrai dare una mano? »

Lui levò gli occhi dal cielo e li abbassò quei pochi millimetri che bastavano per poter avere una visuale completa del volto seccato che gli stava davanti, e borbottò, sentendo le mascelle schioccare contro il mento poggiato sul tavolo: « Non capisco perché dobbiamo lavorare anche a pranzo. »

Temari si permise una risatina ironica e sibilò acida: « Dobbiamo? »

« Dovresti imparare ad essere meno puntigliosa, lo dico per il tuo bene. »

« Dovresti imparare a distinguere ciò che si può dire impunemente e cosa no, Nara » ringhiò lei mettendo mano al ventaglio ed accennando ad alzarsi, incurante  dell’espressione terrorizzata che si stava dipingendo sul volto del ragazzo –e del panico generale che si iniziava già a diffondere tra i presenti.

Lo davano tutti ormai per spacciato, lui stesso si vedeva già mentre volava oltre i confini del paese del Fuoco –in fondo se l’era cercata; ma per una volta la sorte fu dalla sua parte. O almeno, si crogiolò in tale meravigliosa illusione per tutti i brevi ma intensi secondi che impiegò il suo cervello a collegare le parole: « Abbiamo interrotto qualcosa? » -che erano tempestivamente giunte a distrarre Temari dal suo cruento proposito- alla persona che le doveva aver pronunciate.

E quando quella voce prese nella sua mente la forma di Yoshino il suo lieto sospiro si trasformò istantaneamente in un gemito sconsolato.

Temari squadrò per qualche istante la signora Nara, accompagnata da un signor Nara carico di borse della spesa, si ricompose sulla sedia, riprese in mano i documenti su cui stava lavorando e dichiarò laconica: «Non si preoccupi, stavo solo insegnando a suo figlio le buone maniere… visto che è un campo in cui non pare molto ferrato. » Shikamaru si chiese se i genitori avessero notato il calcio che da sotto il tavolo aveva raggiunto i suoi stinchi, immediata conseguenza della risatina malcelata che non era riuscito a trattenere nel sentir lei parlare di un argomento tanto estraneo alle sue abitudini.

Ma quel suo dubbio amletico passò in secondo piano non appena notò l’espressione accigliata di Yoshino, che squadrava Temari con quel sorriso tirato che solo chi viveva sotto il suo stesso tetto col tempo aveva imparato a riconoscere e temere. Shikaku stesso mosse cauto un passo all’indietro non appena la donna esordì, fredda:

« Non mi dire, e io che credevo di averlo educato sufficientemente bene… »

La Seccatura era evidentemente ignara del pericolo che stava correndo, e Shikamaru volgeva lo sguardo freneticamente ora verso di lei, intenta a sfogliare le sue carte alla ricerca di qualcosa, ora alla vena che pulsava sul collo di sua madre, ora al padre che aveva optato per il menefreghismo e si dimostrava improvvisamente estremamente interessato alle vetrine all’altro lato della strada.

E quella sensazione divenne certezza non appena la sentì borbottare distrattamente: « Io credo abbia dimenticato di spiegargli il capitolo sulle relazioni interpersonali e quello sul valore del lavoro e della fatica… oh, insieme a quello sull’istinto di sopravvivenza. » aggiunse in un sibilo.

Ora: la situazione era già catastrofica di suo. Mai, mai, mai toccare la signora Nara sul tasto “forse hai sbagliato qualcosa nel crescere tuo figlio, dato che assomiglia così tanto a tuo marito”, questo lo aveva imparato già da tempo la maggior parte di Konoha… A proprie spese.

Ma finché la madre vedeva Temari come la sfacciata delegata di Suna affibbiata al figlio dall’Hokage in persona lui era sostanzialmente salvo. Insomma, in fondo che colpa poteva avere lui? La Seccatura se la sarebbe sbrigata da sola e lui se ne sarebbe lavato le mani.

Poi, semplicemente, accadde.

Inaspettato, troppo veloce, inarrestabile, oscenamente inopportuno.

Come al rallentatore Shikamaru vide apparire tra una Yoshino pronta a controbattere e una Temari assolutamente indifferente quella tristemente conosciuta macchia arancione, e prima che i suoi neuroni potessero reagire sentì Naruto esclamare solare: « Signora Nara! E così suo figlio si è deciso a presentarle la futura nuora? »

Shikamaru non sentì i vaneggiamenti di quell’idiota, che continuarono ignari e ovviamente sempre a volume spropositato; restarono una sorta di fastidioso sottofondo alle meditazioni sull’ironia tragica della sua vita finché Naruto non decise di andarsene, lasciando il silenzio.

Yoshino si esibì in un sorriso che non tentava neanche lontanamente di nascondere un sentimento di tutt’altra natura, e si rivolse al figlio con un tono che tradiva una punta di esasperazione: « E così voi due stareste insieme? »

Shikamaru vagliò in pochi millisecondi ogni possibile via di fuga materiale e non attorno a lui, elaborò in pochi istanti di tremendo pathos centinaia di strategie per scamparla, e dal momento che sviare il discorso sul tempo non era poi l’idea più brillante della sua carriera decise di negare. Ostinatamente.

Stava già accennando un: « No guarda mamma, sai che Naruto a volte tende a far correre troppo la fantasia… » quando Temari posò i documenti e si sporse verso di lui poggiandosi sul tavolino, incoraggiando il conseguente accentuarsi della sua scollatura e lamentandosi con espressione imbronciata: « Ma come tesoro, non hai mai detto ai tuoi genitori di noi? »

 

***

 

Non era effettivamente mai stato il principale dei suoi pensieri, ma Shikamaru si era chiesto molte volte come avrebbe reagito sua madre una volta venuta a sapere la sua relazione con una delegata di Suna –con quella delegata di Suna. Si era immaginato molti possibili epiloghi e, non sapeva neanche lui di preciso il perché, aveva ritenuto più probabile la versione in cui lei incoraggiava suo malgrado la cosa, già proiettata verso un matrimonio illustre –insomma, la sorella del Kazekage! E non mancavano nemmeno trip mentali –meglio definibili come incubi- in cui Yoshino usava la kunoichi per spronarlo a muoversi a seguire il suo esempio e diventare in fretta jonin.

Tutto aveva immaginato, a tutto si era preparato. Ma mai avrebbe pensato ad una situazione come quella in cui si trovava, realizzò mentre fissava assorto il bianco soffitto della sua camera.

A distoglierlo dai suoi pensieri intervenne uno starnuto a poche decine di centimetri da lui, al quale rispose con un’occhiata torva e un sussurrato: « Fai meno casino, Seccatura! »

Lei ringhiò a mezza voce: « Si dice salute, idiota », per poi avvicinarsi di più a lui e tirargli una gomitata nelle costole decisamente poco affettuosa.

Lui incassò il colpo senza lamentarsi e si voltò su un fianco, dandole la schiena e sentendola fare lo stesso, ovviamente impegnandosi a far cigolare il più possibile le molle del materasso.

Segregato in camera sua.

In base a quanto aveva continuato a ripetere, Yoshino si era seriamente preoccupata per l’eccessiva vicinanza dell’unico figlio a quella donna troppo adulta per lui, ancora un ragazzino – vent’anni contro diciassette, ma come gli era saltato in mente?!, maleducata, rozza e scostumata. E, a tal proposito, non aveva celato la sua preoccupazione per l’innocenza del troppo giovane ragazzo, argomento che Shikamaru era stato estremamente ben disposto a non approfondire –a giudicare da quello che aveva già visto, aveva la sensazione che si sarebbe ritrovato fuori di casa in pochi istanti, col divieto di rimettervi piede in futuro.

E così si ritrovava al buio, a sacrificare la propria quiete notturna per poter stare con la causa di tutti i suoi mali nel tentativo di ridurre la probabilità di venire scoperto e ritrovarsi direttamente gettato in isolamento, cercando di evitare che lei svegliasse l’intera casa con la sua grazia elefantina –sebbene Temari sembrasse trovare estremamente divertente lo scherzare col sonno leggero della padrona di casa.

Lui si voltò e la abbracciò da dietro, soffiandole in un orecchio: « Lo sai che se tu te ne fossi rimasta zitta il tuo compleanno lo staremo festeggiando in maniera lievemente diversa? Tanto per cominciare, non avrei una scusa per non averti comprato un regalo valida quanto il non essere uscito di casa durante le scorse due settimane. »

Lei gli lanciò alla cieca il cuscino, ridacchiando: « Mi accontenterò. E prima o poi le passerà, no? Allora potrai rifarti. »

« Non so, » bisbigliò lui, pensoso « Forse potrei abituarmi a questa stanza. In fondo è accogliente, fresca, dalla finestra posso vedere le nuvole e il lavoro mi viene portato direttamente a casa, così non devo arrivare fino al palazzo dell’Hokage. Mi chiedo cosa si inventerà mia madre quando ricominceranno ad assegnarci missioni… »

« Fai con comodo Nara, la Konoha diurna è piena di miei giovani liberi coetanei! » esclamò ironica Temari, dimenticando il piccolo dettaglio delle mura troppo sottili di casa Nara; ammutolirono, in attesa. Puntuali, come sempre, in pochi secondi i passi ovattati di Yoshino risuonarono sul pavimento di legno del corridoio.

Come sempre, Shikamaru si tuffò sotto le coperte e Temari si dileguò, richiudendo dietro di sé la finestra, appena in tempo da non venire sorpresa dalla porta che si apriva illuminando la stanza.

« Chi era Shikamaru?! »

« Mamma, te lo sei sognato, lasciami dormire… »

« E quel ventaglio da dove arriva? »

Non seppe mai se si trattò solo della sua immaginazione, ma ebbe la netta sensazione di sentire una risata allontanarsi nella notte.

 

 

Note:

*stappa spumante*

No, non festeggio perché per la prima volta riesco a non ridurmi a scrivere all’ultimo secondo, ma per Lei. Tanti auguri alla nostra kunoichi preferita <3

Non è una vera e propria fic di compleanno, il tema lo so, ce l’ho ficcato dentro a forza e non c’entra una mazza >.> era l’idea che avevo per lo ShikaTema day ma che non avevo potuto mettere in atto a causa della maturità, e l’ho riadattata alla bell’e meglio alla situazione.

Ma insomma, quel che conta è che ci sia qualcosa XD

Altro giorno di nero afflusso organizzato in qualche modo dalla Black Parade (cliccate sul banner e scoprite cos’è 8D) e che verrà ripetuto in versione Nara il 21 settembre –insomma, continuate a seguirci :D

Grazie a chiunque abbia partecipato <3



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