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Autore: xNewYorker__    23/08/2011    1 recensioni
Jim è un paracadutista come tanti altri, che ha deciso di salvare la vita al suo migliore amico sapendo di sacrificare la propria. Dice un po' di cose che avrebbe voluto dire prima alla moglie e all'amico stesso, prima di cadere al suolo.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Jim. Il mio cognome non v’interessa, dato che tra poco sarà su una delle tante lapidi al cimitero. Ho trentacinque anni, sono un paracadutista, e oggi ho deciso di salvare la vita a un mio compagno. E’ il mio migliore amico, e quando l’ho visto scendere senza paracadute, dicendomi che voleva smettere di vivere, gli ho dato un pugno e gli ho infilato a forza il mio, tirando la cordicella che l’ha aperto, facendolo scendere lentamente a terra, come una foglia sospesa dal vento.
Ho una bellissima moglie, la donna migliore di questo pianeta. Lei, Ellen, è stata la luce dei miei giorni fino a questa mattina, quando abbracciandomi mi ha detto “non fare l’eroe”. Oh, se l’avessi ascoltata. Mi odierà, probabilmente. Mi odierà perché non le ho obbedito e sto per finire come sto per finire. Ho una testa dura come quella di un ariete per sfondare le porte, questo è quello che mi dice sempre, tutti i giorni. Ha ragione.
Parleranno di me soltanto stasera, o domani, alla TV locale, poi il mio nome verrà dimenticato, spazzato via come un mucchio di cenere di sigaretta, ma va bene così. Va bene così perché ho vissuto la mia vita proprio come avrei voluto viverla. Ne avevo una fantastica, non avrei potuto desiderare altro. Ho deciso di scrivere una lettera al mondo quando ormai era troppo tardi. Beh, spero che le mie parole non si dissolvano troppo in fretta per farvele ascoltare prima che il mio corpo arrivi al suolo.
Buongiorno a tutti, il mio nome è Jim e sono un paracadutista di trentacinque anni che un giorno ha deciso di fare l’eroe disobbedendo alla moglie. Non potevo lasciar precipitare il mio migliore amico fingendo di non vederlo, questo dovrebbe essere abbastanza ovvio da non doverlo spiegare.
Ad Ellen dico che in questi sei anni è stata la moglie perfetta, e avrei voluto passarne con lei altri cinquanta, fino ad arrivare a non sentirla più ma a sorriderle con la stessa gioia degli anni precedenti. Mi dispiace di non averti ascoltata, ma tu non dartene, o darmene, la colpa, e perdona anche John, rimanete in buoni rapporti. Sta serena e vivi la tua vita al meglio, risposati anche, sarò felice di vederti indossare l’abito bianco una seconda volta, da lassù. Non dico di dimenticarmi, ma ti prego, continua a vivere, non lasciare che il ricordo ti logori dall’interno. Vorrei tanto essere lì, abbracciarti e dirti che mi rivedrai, ma entrambi sappiamo che non è così, e mi dispiace tanto ammetterlo, scusami.
John, tu invece non sprecare la tua vita, e ricordati quel che ho fatto per te, ricordalo sempre. Hai una vita meravigliosa, e sei ancora giovane, non buttarla al vento per uno stupido errore commesso mesi fa. Se gli altri ci sono passati su puoi farlo anche tu, ma devi essere sicuro. Morire non è quello che vuoi, non lo è mai stato.
Momentaneamente ci sono troppe cose che vorrei dire, e mi rimane poco tempo a disposizione.
Non sono mai stato un eroe, né il più bello della scuola, né una persona popolare, ma voi mi avete amato così per com’ero, fino alla fine. Non smetterò mai di ringraziarvi.
Quando vedrete una stella brillare sotto ai vostri occhi nel limpido cielo di mezza estate, sarò io. Non vi abbandonerò, e non vi libererete di me così facilmente, lo giuro.
E tu, mondo, tu devi ricordarmi come una persona normalissima. Non sono un eroe, non lo sono mai stato, l’ho già detto. Sono una persona normalissima che darebbe, e ha deciso di dare, la vita per le persone che ama. Non avrò una morte eroica, ma una morte e basta.
E’ questione di secondi. Giusto una manciata di secondi e finirò lì a terra, sull’asfalto. Neppure l’aria riesce più a sostenermi, prendo sempre più velocità e sento le gambe bruciare come se fossero in fiamme. Un dolore lancinante al polso indica che probabilmente si dev’essere fratturato a causa dell’impatto con l’aria che continua a velocizzarsi senza neppure darmi modo di riprendere a respirare per i miei ultimi istanti. Non vedo più i miei compagni, dove saranno? Giusto, i paracadute si sono aperti un sacco di tempo fa, e adesso dovrebbero, tecnicamente, essere a terra. Li porterò sempre nel mio cuore, e spero che loro faranno lo stesso, dopo gli anni che ci ho passato insieme. Sono stati alcuni degli anni più felici di questa vita che avrebbe potuto continuare. Non mi pento di niente, però. Voglio che il mondo sappia che non mi pento di niente, neppure di aver scelto di morire per John. Non mi pento, non mi pento! E adesso il buio si impadronisce di me, inghiottendomi. Non vedo più nulla. Sono a terra in mezzo a sguardi terrorizzati e confusi della gente che mi conosceva.
 
Angolo autrice:
Eccomi qua con questa breve one-shot nell’attesa di trovare l’ispirazione per continuare le altre fiction. La vicenda credo sia stata già trattata più volte, ho voluto semplicemente raccontare una delle tante storie tragiche aggiungendo personaggi che non avevo però sentito nominare. Spero che la storia, ad ogni modo, vi piaccia. Se volete recensite, o mandatemi un messaggio, facendomi sapere cosa magari dovrei correggere, grazie mille a quelli che mi seguono!
   
 
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