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Autore: londra555    23/08/2011    7 recensioni
Quattro anni dopo il liceo. Protagoniste sempre Santana e Brittany quello che è successo dopo il diploma.
In un certo senso il seguito di "more than words".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: quante recensioni!!!! Mi sono collegata e ho deciso di trovare 5 minuti prima di andare al mare per non farvi aspettare troppo il nuovo capitolo.Grazie mille a tutti!!

 

CAPITOLO 5

 

Santana si trovava al buio seduta sul divano. Abbracciava le sue ginocchia sentendosi uno straccio. Gli occhi le bruciavano maledettamente e dovevano ormai aver assunto una tonalità di rosso preoccupante. Si sentiva in colpa. Voleva solo che tutto finisse, avrebbe voluto addormentarsi e non svegliarsi più. Dentro sentiva la voglia di rivedere la persona che si era trasformata nell'unico pensiero della sua vita, ma, allo stesso tempo, non voleva vederla. Questo scontro di sentimenti la stava lacerando internamente. Forse per questo quando sentì il suono del campanello sussultò violentemente e si spaventò tanto che, per un attimo, pensò che stava per avere un infarto. Sapeva benissimo che Kurt sarebbe arrivato, solo non l'aspettava così presto. Sicuramente voleva convincerla ad andare a quella dannata cena. Perciò incassò la testa e finse di non essere a casa, aspettando che l'amico si stancasse e se ne andasse solo. Il campanello suonò di nuovo. Santana fissò la porta indecisa se sbraitare qualche minaccia confusa per convincerlo a dileguarsi, decise che non ne aveva la forza. Quando sentì il rumore della chiave che ruotava per far scattare la serratura prese mentalmente l'appunto di riprendersela, si alzò in piedi e si diresse verso l'ingresso per poter sbattere fuori Kurt a calci. Ma quando vide la figura che aveva attraversato la porta e incrociò i suoi occhi tutto ciò che aveva pensato sparì immediatamente. Brittany era li, la fissava senza dire niente poi chiuse la porta facendo precipitare l'abitazione nell'oscurità più assoluta. Nel silenzio che seguì Santana riuscì a riprendere il controllo delle sue emozioni quel tanto che bastava per cercare di convincersi che si trattava, evidentemente, di un'allucinazione. Poi l'altra si mosse e, a tentoni, incrociò l'interruttore per poter accendere la luce. Decisamente non si trattava di un'allucinazione.

-San, hai un aspetto orribile.

Santana la fissava, dentro la sua testa si rincorrevano pensieri confusi. Speva che avrebbe dovuto dirle qualcosa, almeno invitarla a entrare. Poi la vide avvicinarsi lentamente, senza smettere di fissarla.

-Sono venuta per parlare.

Doveva rispondere, doveva obbligarsi ad articolare qualche parola. Quattro anni che non la vedeva e adesso stava li a fare a figura del Finn della situazione. Ma ancora non ci riusciva, aveva a bocca secca e lei continuava ad avvicinarsi. Vide che l'altra muoveva le labbra per parlare di nuovo.

-Mi sei mancata sai?

Santana stava perdendo il controllo, la vicinanza dell'altra la stava mandando totalmente in confusione. Sentiva il suo profumo che non era cambiato in tutto questo tempo. L'altra riprese a parlare, ma questa volta proprio non riusciva a capire cosa stesse dicendo. Si impose di concentrarsi, non poteva lasciarla parlare sola. Il suo sguardo andava dalle labbra della donna che aveva davanti, che continuavano a muoversi, agli occhi che avevano assunto un espressione interrogativa. Aprì la bocca per chiederle se potesse ripetere l'ultima cosa che aveva detto, ma dalle sue labbra non uscì nessun suono. Rimase qualche secondo immobile, poi i suoi occhi videro un movimento della mano dell'altra che aveva rinunciato a parlare, evidentemente si era accorta che era inutile, almeno per il momento. La mano si muoveva lentamente, quasi con timore e quando finalmente raggiunse la guancia di Santana, questa chiuse gli occhi e piegò il volto per ampliare quel contatto. Poi sentì l'altra mano che si posava poco sotto la sua gola, erano così vicine.

-Come ti batte il cuore.

Era inutile cercare di rispondere, così apri gli occhi e avvicinò il suo volto alle labbra dell'altra. Iniziò a baciarla lentamente e con dolcezza, aspettava da un momento all'altro che Brit si staccasse violentemente o che, nel peggiore dei casi, la schiaffeggiasse, ma questo non avvenne. Anzi le mani dell'altra iniziarono a danzare lungo tutta la sua schiena infilandosi sotto la maglietta per poi sollevarla e sfilarla via. Santana la spinse piano verso la sua stanza e la fece sdraiare sul letto. Brit fece appena in tempo a vedere che sul comodino c'era una foto di loro due giovanissime e felici, ricordava che quella foto era stata scattata subito dopo la vittoria delle nazionali. Poi chiuse gli occhi e si lasciò andare.

 

Qualche ora dopo Santana fissava il volto rilassato di Brittany che dormiva beatamente tra le sue braccia coperta appena dal lenzuolo. Lei non era riuscita ad addormentarsi. Sapeva che quei momenti sarebbero durati poco e non voleva sprecarli dormendo. Guardando le palpebre chiuse e quelle labbra che tremavano appena pensò che stesse sognando. Allora, con un sussurro, sicura che l'altra non potesse sentirla, le rivolse le prime parole dopo quattro anni.

-Ti amo.

Brittany spalancò gli occhi immediatamente mandando in frantumi quel poco di autocontrollo che aveva riguadagnato con tanta fatica, sentiva di nuovo il suo cuore impazzito.

-Avresti dovuto dirmelo quella sera. Invece di mentirmi.

-Te l'ha detto Kurt? Ho dovuto, non saresti partita.

-Non toccava a te scegliere.

-Guardati, sei meravigliosa, ti ho vista ballare.

-E ti sei mai chiesta se questa è la vita che volevo?

Detto ciò si mosse, alzandosi dal letto e cominciando a rivestirsi. Santana guardava i muscoli della schiena che si contraevano ad ogni minimo movimento, poi le chiese:

-Vai già via?

-Ti sei dimenticata che io vivo dall'altra parte dell'America? La trasferta di due giorni è finita. Ho un aereo tra quattro ore.- Poi si voltò a guardarla e proseguì- Hai qualcosa da dirmi?

Santana sembrava combattuta, lo sguardo vagava tra il volto della ballerina e un punto indefinito alle sue spalle. Alla fine si arrese e disse:

-Rivederti è stata la cosa migliore che mi potesse capitare. Brit spero solo che tu sia felice.

Brittany fece un sorriso quasi rassegnato, poi abbassò lo sguardo e annuì impercettibilmente. Si diresse in cucina prese un foglio e una penna e scrisse il suo indirizzo di Los Angeles, accompagnandolo con la frase “questo è il mio indirizzo, mi piacerebbe ricucire i rapporti con te. Scrivimi.” Poi aprì la porta e uscì pensando che, di nuovo, la stesse lasciando andare.

  
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