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Autore: Scarlett Rose    23/08/2011    1 recensioni
Restauro completato. Grazie per la pazienza!
Sequel di "Aspettami, non scappare!", anche se non è necessario averla letta per seguire questa fanfiction.
Siete convinti che il difficile sia dichiararsi a chi ci piace, ma che poi la strada sia tutta in discesa?
Ebbene, forse Marin ed Aiolia potrebbero non essere d'accordo! Una fanfiction dove l'Aquila ed il Leone dovranno affrontare i grattacapi di una relazione fra Saint e non solo. Ci saranno sorrisi, lacrime, combattimenti e ricongiungimenti. Se sei un Saint, puoi permetteri di amare?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eagle Marin, Leo Aiolia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa volta volevo un capitolo un po’ più adrenalinico, spero di esserci riuscita!
Buona lettura e scusate se non è molto lungo, ma i capitoli più corposi arriveranno presto!
 
 
I dieci minuti che io e Milo avevamo deciso di concedere a Shaka, prima di seguirlo, non erano ancora trascorsi per metà, allorché mi resi conto di un dettaglio allarmante.
Istintivamente avevo cercato il Cosmo di Marin, per assicurarmi che stesse bene, ma più tentavo e meno riuscivo a capire cosa fosse accaduto.
All’appello mancavano il  Cosmo di Athena, quello di Shaka ed ora quello di Marin!
Captai Shaina dell’Ofiuco combattere con un manipolo di nemici nelle vicinanze dei campi di addestramento, altre sacerdotesse ed apprendisti Saint se la stavano cavando egregiamente nei pressi dell’arena principale e le guardie si rendeva utili rinforzando le mura esterne.
“Mu”chiamai via Cosmo, sentendo che la battaglia alla prima Casa era conclusa “devo chiederti un favore.”
“Ti ascolto.”.
Come al solito, il suo tono pacato non servì granché a calmarmi “Non sento…”arrossii, prima di convincermi che non era davvero il momento di farsi prendere da falsi pudori “non sento il Cosmo di Marin. E nemmeno quello di Athena.”aggiunsi, per tacitare la coscienza “Puoi provare a scandagliare il Santuario con i tuoi poteri telepatici?”.
A differenza di quanto avrebbe fatto Milo, si limitò ad accogliere la richiesta, ma la sua risposta rese davvero arduo restarmene buono e zitto nella mia Casa “Aiolia, c’è qualcosa che disturba perfino le mie onde mentali. Riesco appena a percepire Shaka ed Athena.”
Attimo di silenzio, in cui io ordinavo ai miei polmoni di continuare ad incamerare ossigeno.
“Probabilmente”continuò Mu, spezzando quel silenzio carico di tensione “Marin è più difficile da sentire perché il suo Cosmo è inferiore al loro e c’è quest’anomalia nell’aria. Sono sicuro che sta bene.” aggiunse.
Annuii, anche se non poteva vedermi.
Dovevo crederci anch’io, altrimenti mi sarei precipitato lassù come un proiettile e se vi avessi trovato Marin, sana e salva, sarebbe stato lei ad uccidermi con le sue mani.
Non avrebbe sopportato che le facessi da balia.
Era un Saint valoroso, ricordai a me stesso, sforzandomi di rilasciare i muscoli in tensione, aveva combattuto tanto quanto me. Se avesse mai saputo che mi comportavo come una donnicciola isterica avrei perso la sua stima e, probabilmente, non solo quella.
“Comunque, fra qualche minuto io e Milo saliamo alla Tredicesima Casa.Dobbiamo innanzitutto accertarci delle condizioni di milady.”comunicai a Mu, asciutto, sperando che non si opponesse.
Ricordavo bene come durante la Guerra Sacra contro Poseidone fossimo stati quasi per venire alle mani: io volevo raggiungere i Bronze Saint, lui rimanere a presidiare il Santuario come da ordini.
Era stato un bene che Milo, per una volta nella sua vita, si fosse improvvisato paciere!
Mu rispose, dopo qualche secondo “Così lascereste sguarnite tutte le Case superiori.”.
Lo so, lo so, dannazione!, pensai, rammaricandomi per la prima volta che non ci fosse un Gran Sacerdote a dirigere baracca e burattini. Non che io ne avessi un ricordo particolarmente positivo, l’ultimo era stato il responsabile di tredici anni di morte ed inganni, ma in quel caso ci sarebbe stato d’aiuto.
Dopo l’ultima guerra, la nostra dea aveva preso in mano le redini del Santuario e non si era sentita la necessità di avere un capo per noi Saint che non fosse lei.
Posto che fossimo sopravvissuti, avrei fatto presente agli altri il mio punto di vista.
Una strana vibrazione nell’atmosfera mi fece ritornare in allerta, per fortuna inutilmente. Quella sorta di barriera stava crollando, qualunque cosa avesse fatto, il Saint della Vergine era riuscito a demolirla.
“E bravo il nostro Buddha.”mi congratulai silenziosamente fra me e me.
Il Cosmo di Athena aleggiava nuovamente sul Santuario e ,senza troppo sforzo, potei captare quello di Shaka.
E basta.
Non c’era nessun altro Cosmo.

*
Il calcio di Marin frantumò la colonna come se fosse stata di pastafrolla, ma il suo vero bersaglio l’aveva mancato di nuovo.
Nonostante ciò, il Silver Saint sorrise, accorgendosi che quel combattimento stava logorando anche la sua avversaria e si apprestò a ritornare alla carica con rinnovata energia. Ora che ne aveva compreso lo schema di attacco, non disperava di poter avere ragione dell’Amazzone.
Era chiarissimo che Selene della Luna dava il meglio di sé in un combattimento serrato e fulmineo. Una lotta come quella, pensò Marin, aggiustandosi il diadema a forma di rapace, per lei era sfiancante. La nemica usava ampiamente il suo potere energetico lanciando lame e sfere esplosive, ma aveva cessato da un pezzo di tentare di catturarla con i rovi, che giacevano in un mucchio disordinato e privo di vita.
“Prendi questa, insolente sacerdotessa!”ghignò Selene, lasciando cadere la sua maschera di imperturbabilità, e scaraventando una lama di energia all’avversaria. Marin si gettò a terra, l’arma sembrò mancarla, ma raggiunto il punto più alto della sua parabola, tornò indietro a velocità raddoppiata, sibilando. L’Aquila attese, immobile fino all’ultimo istante, poi si rialzò di scatto e lanciò un Meteor Fist*. La lama si disintegrò con il rumore di un cristallo che cadeva a terra, accompagnata dall’urlo di collera della sua padrona.
Marin studiò la situazione: doveva comunque mettere fine a quella lotta e raggiungere il Gold Saint della Vergine. Saltò in aria,richiamando quanto più Cosmo possibile nelle gambe e preparandosi a cadere in picchiata sull’Amazzone.
“Eagle Flash!”gridò,tendendo al massimo i muscoli, mentre acquistava velocità. Selene le lanciò una sfera carica di energia, urlando rabbiosa, senza che questa riuscisse a fermare il colpo di Marin.
“Athena, dammi la forza!”invocò la sacerdotessa, al momento dell’impatto. Se il colpo fosse andato a vuoto, difficilmente avrebbe potuto ritentarlo, le ferite subite stavano presentando il conto.
Il boato scosse la tranquillità apparente della  Tredicesima Casa, facendo vibrare le massicce colonne e tremare il pavimento.
Prima che la nuvola di calcinacci e polvere si fosse diradata, Marin riuscì a scorgere la sua avversaria, stesa a terra in una posa innaturale, gli occhi aperti a fissare il vuoto.
Con grande cautela, il Silver Saint si avvicinò all’avversaria, pronta a schivarsi in caso di attacco a sorpresa. Le si inginocchiò accanto e le mise due dita sul collo: l’Eagle Flash aveva compiuto il suo dovere.
Non si sorprese di sentirsi amareggiata. La morte, per quanto di un’avversaria che voleva fare di lei lo scendiletto della sua regina, non era cosa da festeggiare.
“Possano gli dei avere pietà della tua anima.”sussurrò, alzandosi e gettandole un’ultima occhiata.
Probabilmente era stanca più di quanto volesse ammettere.
Probabilmente il potere malefico dei rovi aveva impercettibilmente minato il suo controllo sul Cosmo.
Fosse come fosse, Marin si accorse della figura alle sue spalle troppo tardi per reagire.
“Questo è per mia sorella, sacerdotessa.”.
Marin fissò stupita la lama che le usciva poco sotto il petto, grondando sangue.
Il suo sangue.
“Una scimitarra.”pensò, sentendosi scivolare via, mentre tutto si offuscava e sbiadiva intorno a lei “Sono stata stupida.”.
 
 
 
Pilatigirls, sono davvero felice che tu apprezzi il mio umile tentativo di fanfiction e spero di riuscire a non farti addormentare con i successivi capitoli! Sono lieta anche che tu abbia apprezzato l’entrata in grande stile di Shaka, povero!, lo lasciano sempre defilato.
 
 
*Colpo molto simile al più classico “Fulmine di Pegasus”.
  
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