You are not alone.
Tirò su col naso, e mi fece spazio nel divano, accanto a lei.
Mi sedetti, prendendole le mani e incitandola a parlare.
-quando ti ho visto l’ultima volta, prima del liceo, avevamo sei anni. Ieri un bambino antipatico, avevi rotto la mia bambola, e io ti odiavo.-
Feci per dire qualcosa, ma mi bloccai.
-roba da bambini, sai. Poi abbiamo cambiato scuola, per elementari o medie, e quando ti ho rivisto al liceo non credevo quasi che fossi tu. Eri estroverso, solare, bello, simpatico. Avevo deciso di guardarti per un po’ da lontano, per vedere se davvero eri cambiato. Poi conobbi Jake. Si dimostrò subito gentile e disponibile con me, quasi un buon amico.-
I suoi occhi si gonfiarono ancora di lacrime, ma io gliele asciugai prima che potessero tracciarle il contorno dell’intera guancia.
-il giorno di S. valentino, quando eravamo al primo anno, trovai una busta viola nel mio armadietto: era tua. Quando la lessi mi sentii felice, e da quelle parole potevo intuire che eri davvero un bravo ragazzo. Chiesi a Jake se sapeva di te, e quando gli dissi della lettera, mi parlò di ciò che facevi…tu.-
Aveva la mia lettera, ma Jake gli aveva parlato di me.
Avevo un brutto, bruttissimo presentimento, su quello che avesse potuto dirle.
-mi disse che facevi così con tutte, e che il tuo unico scopo era portarmi al letto. Mi disse che avevi già avuto qualche ragazza, ma nulla di serio, visto che ogni sera andavi in discoteca e ti facevi una ragazza diversa. Poi mi disse che, a casa tua e con degli amici, costringevi le ragazze…-
-ma non è vero!-gli urlai guardandola negli occhi.
Jake mi aveva fatto sembrare un mostro, una schifezza, una persona non umana.
Ci credevo che mi odiava, con tutte quelle sciocchezze che le erano state messe in testa.
-so che non è vero, Justin.-
-non capisco comunque…-
-quando ho visto Jake baciare quella ragazza, al parco, ho capito che in realtà stava parlando di lui. Jake va tutte le sere ad ubriacarsi. Jake mi ha tradito con non so quante tipe. Jake e i suoi schifosi amici costringevano le ragazze a farlo con lui. Jake, non tu! Quando sono andata da lui, per mollarlo, non l’ho potuto fare. Mi ha detto che se l’avessi lasciato, avrei passato brutti guai. Poi quando ti ha visto a casa mia ha perso la testa. Ha iniziato a picchiarmi, come oggi pomeriggio.-
Ormai aveva ricominciato a piangere, ma io mi sentivo in colpa.
Quel pomeriggio dovevamo vederci, mentre io avevo preferito non andarci.
L’avevo lasciata sola, nel peggiore dei momenti.
Poi sentii rabbia, tanta rabbia.
Mi venne voglia di prendere a calci qualsiasi cosa, di far del male a Jake almeno il triplo di quello che si meritava.
-mi ha detto che se stasera non sarei andata con lui, avrebbe continuato a picchiarmi. E io sono debole, fisicamente, non ho potuto dirgli di no.-
-Oddio, Destiny, NO!-gridai abbracciandola forte.
-così è lì che stavi andando, ora? A casa sua?-
Annuì con la testa, stringendosi ancora di più a me.
-ho paura.- sussurrò.
-avevi paura. Ora non devi, ci sono io con te.-
-Justin, no. Ti farà…-
-non mi importa, Des. Guardami negli occhi.-
Le alzai il mento, all’altezza del mio, per poi perdermi nei suoi occhi color smeraldo.
-aspetta.-mi disse lei, scansandosi da me e salendo le scale.
Scese dopo una decina di minuti, con un piccolo sorriso sulle labbra.
Si era anche cambiata, il che rese l’atmosfera meno testa.
Una maglia più grande di lei, nera, con la scritta ‘The beatles’ e dei pantaloncini dello stesso colore.
Si buttò sul divano accanto a me, mettendomi le braccia dietro il collo.
-ecco, ora posso.-
Sorrise, prima di baciarmi.
my space.
lo so, lo so.
è corto.
però, insomma, spiega un pò la situazione.
voi che avevate dato della stronza a Destiny, VERGOGNATEVI uù
hahaha
anyway.
Voglio più recensioni çç
non ha senso continuare
se nessuno commenta çç
ps: adesso sono vestita come Destiny quando scende dalle scale, con la maglia dei Beatles *-*
hahahaha okay, non ve ne frega nulla çwç
love ya <3
domy.