Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: viviola    23/08/2011    2 recensioni
Harry e Draco si rincontrano dopo alcuni anni dalla sconfitta del Signore Oscuro,si parlano da uomini maturi e....
La fanfic è dedicata a Kurogane che ha corretto e ricorretto, grassie
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

GIOIE A GRIMOULD PLACE


 

In tempi di pace i rifugi di guerra possono diventare vere e proprie case, così anche per Harry giunse il momento di avere un posto tutto suo e scelse Grimmauld Place. L'amore per Ginny si era presto trasformato in una consolidata amicizia e i due avevano deciso di lasciarsi. Harry lavorava con Ron ed Hermione al ministero e la vita da single non era poi così triste.

L'incontro che lo sconvolse, avvenne a pochi piani di distanza da quello in cui era situato il suo ufficcio. Era stato chiesto l'intervento di un medimago per un leggero malore avuto da uno dei suoi sottoposti. Fu sorpreso quando vide chi lo stava curando. Un elegante Draco Malfoy in camicie bianco era intento ad esaminare le condizioni del paziente. L'alone di austerità che lo circondava nell'età giovanile era rimasto, la compostezza dovuta ad una severa educazione, irrigidiva il corpo tonico di un giovane ben lontano dalla pubertà. Finite le analisi di routine fece un sorriso al paziente e lo rassicurò, intanto Harry guardava la scena vagamente incredulo. Draco appena si accorse che qualcuno lo stava spiando sollevò leggermente lo sguardo incrociando gli occhi di Potter a cui rivolse un sorriso di riverenza, freddo e distaccato: -Buongiorno, signor ministro, è tutto sotto controllo, il signor Archel sta bene ma avrebbe bisogno di un pò di riposo-,

-La ringrazio-, fu la risposta di Harry, - Signor Archel, deleghi al suo collega Stevens un pò di lavoro e prenda due giorni di ferie-,

il biondo si era dileguato, Harry decise di non seguirlo, non ce ne era bisogno.

L'occasione per parlare con lui si ripresentò qualche giorno dopo al Pagliolo Magico. Seduto a bere una burrobirra in compagnia si accorse di Draco quando si alzò per chiedere il conto al barista. Ci fu uno scambio imbarazzato di sguardi poi il moro decise di farsi avanti e salutò l'altro con un amichevole:

-Ciao-,

-Potter non sei cambiato affatto, sempre troppo su di giri per i miei gusti, comunque è un piacere vederti-.

Nel giro di pochi minuti si erano ritrovati seduti alla stesso tavolo a parlare degli ultimi cinque anni trascorsi. Entrambi finiti gli studi avevano optato per una sistemazione che desse loro indipendenza e avevano trovato nel lavoro un mezzo per rendersi utili. Draco confessò di sentirsi in debito nei suoi confronti e di aver scelto la professione di medimago come una sorta di ringraziamento, i suoi interessi non avevano mai prodotto niente di buono neanche per lui. Strinsero amicizia velocemente, dedicandosi anche ad attività che non comprendevano la burrobirra. Le passeggiate nei parchi di Londra, le partite amichevoli di quidditch e infine una serie di inviti alla Tana che Draco aveva declinato con costanza. Il serpeverde non era ancora ben accetto ma gli amici di Harry avevano deciso di fidarsi e la prima occasione si presentò con il suo compleanno, a cui avrebbe dovuto sicuramente partecipare.

Per buona parte del tempo, quella sera, aveva intrattenuto una conversazione sul mondo babbano con Hermione sorpresa dalla curiosità di Malfoy. Lo sguardo corrucciato di Ron li aveva controllati tutta la sera, nel frattempo il biondo aveva avuto il piacere di ricredersi sulla mezzosangue e di lanciare qualche occhiata al festeggiato. Finiti gli scherzi e i giochi, quando tutti ormai se ne erano andati, Hermione trascinò Ron a casa ed Harry fermò Draco appena in tempo mentre faceva cadere nel camino di Grimmauld Place alcuni granelli di metropolvere. Lo fermò afferrandogli un polso:

-Non abbiamo avuto molto tempo per parlare, perchè non rimani?-

Draco uscì dal camino e porse un pacchettino al festeggiato:

-Se non mi avessi fermato, sarei comunque dovuto tornare indietro per darti il mio regalo.-

Una scatolina di raso blu con un'apertura dorata nascondeva un bracciale d'argento, sei fili attorcigliati l'uno sull'altro ne nascondevano al loro interno quattro più piccoli: uno rosso, uno oro, uno argento e uno verde.

-E' un simbolo d'amicizia- spiegò subito l'altro -ho scelto quei colori perché era il modo più semplice di rappresentare entrambi-

Harry arrossì, balbettando un grazie, poi chiese aiuto a Draco per allacciarlo al polso e si sedettero sul divano. Il grifondoro giocò un po' con il regalo, girava e rigirava il polso, osservando con attenzione il cuore del bracciale. Quando alzò lo sguardo il biondo era intento a sistemare la camicia che indossava, tentando di eliminare delle piccole pieghe che si erano formate all'altezza dell'addome. Potter posò lo sguardo sulla pelle diafana dell'amico, sulle dita magre e lunghe e i polsi sottili, sul collo slanciato che metteva in mostra i muscoli delle spalle e su una ciocca di capelli che nascondeva l'occhio destro. Malfoy prese la mano di Harry e questo bastò a distoglierlo dai suoi pensieri:

- Ho scelto proprio un bel regalo, è di tuo gradimento?-

il moro rispose con un sì titubante e spostò gli occhi per osservare le loro mani ma il biondo aveva già sciolto la presa. Harry era pervaso da una strana sensazione di serenità, strana perchè la stava condividendo con qualcuno che considerava fino a poco tempo prima suo nemico. Erano entrambi accoccolati sul divano, Draco sorseggiava una tazza di thè mentre lui abbracciava un cuscino stropicciato. Trascorsero la notte a parlare e ridere tanto da addormentarsi sfiniti l'uno accanto all'altro.

Draco si svegliò all'alba e trovò la testa di Harry appoggiata alla sua coscia sinistra. Lo fissò per dei minuti interminabili, indeciso se riaddormentarsi o alzarsi rischiando di svegliarlo. Aveva la mano aperta verso l'alto, così il biondo iniziò ad accarezzargli i polpastrelli. Il più piccolo tocco sembrava proibito e rubato ma gli regalava una dolce sensazione di tranquillità. Decise di richiudere gli occhi e aspettare che l'altro si fosse svegliato. Il mattino dopo Harry lo trovò vicino a lui come la sera prima, alzandosi il suo viso rimase a pochi centimetri da quello di Draco che socchiuse gli occhi e lo fissò per un momento. Istintivamente alzò una mano e con il dorso iniziò ad accarezzargli il viso, dalla tempia alla mandibola. Harry la trattenne a sé, il calore che sentiva sulla guancia era confortevole, decise di accorciare le distanze, lo baciò. Le labbra dei due si poggiarono delicatamente le une alle altre, quando all'improvviso Harry si alzò:

- Credo che preparerò del caffè-

Draco lo seguì in cucina, gli afferrò la mano che stava tentando di aprire un barattolo, lo girò o lo tirò a sé. La polvere marroncina si era riversata sul pavimento, Harry era costretto tra il lavandino e il corpo del biondo che aveva iniziato a baciarlo furiosamente stringendogli i fianchi. Il bacio era così spontaneo e passionale che i due fecero fatica a dividersi. Malfoy fu il primo a distaccarsi per poi appoggiare la fronte su quella del Grifondoro. Seguì un momento imbarazzante, il moro chinò lo sguardo, si girò verso il lavello e chiese a Draco di andarsene. Prima di farlo, quest'ultimo guardò il padrone di casa dicendogli:

-Ho fatto quello che mi sembrava giusto, non ti chiederò scusa per averti baciato in quel modo, e non ti sto chiedendo di amarmi alla follia, vorrei solo provare a condividere un po’ della mia vita con te-

Harry fece cadere la tazzina che aveva in mano nel lavello, prese un maglioncino dall'armadio e uscì di casa.

Camminare in un luogo affollato lo costringeva a pensare in silenzio, potendo così riordinare il caos che aveva in testa. Passare il tempo con Draco era diventato naturale, aveva trovato in lui un uomo maturo e deciso ma anche un amico con cui confidarsi e scherzare. Pensava al contatto della sera prima, alla mano che gli aveva accarezzato il viso, il ricordo gli dava l'impressione che la sua pelle stesse bruciando. Il gesto era stato spontaneo e per niente fuori luogo, allora perché gli affollavano la mente così tanti pensieri? era cosciente di provare qualcosa per Draco ma accettarlo gli avrebbe richiesto del tempo.

Non parlò con lui per alcune settimane ma di nascosto prese a seguirlo per avere l'impressione che stessero ancora passando del tempo insieme. Gli piaceva osservarne i movimenti, le reazioni che aveva a contatto con gli altri. Salutava calorosamente solo Blaise e Pansy, li abbracciava stringendoli a se, mantenendo il corpo abbastanza rigido. Sembrava quasi che si vergognasse di volergli bene o che non si sentisse a suo agio con quella sensazione, quella che si ha quando incontri qualcuno che conosci da una vita intera e che tiene a te incondizionatamente, come se non potesse farne a meno. Tutti gli altri dovevano accontentarsi di inchini appena accennati o di una stretta di mano. Così composto ed educato da sembrare freddo e distaccato, incapace di provare emozioni, di tutti i tipi.

Harry non poté fare a meno di pensare al loro incontro. Immaginava Draco seduto ad aspettarlo in un bar, con le gambe accavallate, il busto leggermente inclinato e il braccio destro appoggiato ad un bracciolo mentre con la mano sinistra picchiettava nervoso sul ginocchio. Avrebbe indossato una semplice camicia bianca con i primi due bottoni aperti e dei pantaloni dal taglio classico. Harry sarebbe arrivato un po' affannato con le guance rosse, indossando dei vecchi jeans, una t-shirt e una camicia a scacchi completamente aperta e con le maniche arrotolate. Draco l'avrebbe visto da lontano e avrebbe fatto dei commenti sul suo modo di vestire. Prima che Harry potesse sedersi però si sarebbe alzato in piedi, gli avrebbe poggiato una mano su una guancia e baciato l'altra in modo casto, sussurrandogli all'orecchio un - Ciao Harry- che racchiudeva in sè tutta la timidezza e la passione del sentimento che provavano l'uno per l'altro.

Un giorno, lo scorse in un bar che chiacchierava amabilmente con Miss Granger, di certo doveva essere successo qualcosa, i due non potevano essere diventati improvvisamente amici, forse Malfoy stava chiedendo notizie di lui.

Il giorno dopo per lei non ci fu scampo, la chiuse in ufficio e la costrinse a raccontargli del pomeriggio precedente:

-Da quando tu e Malfoy siete amici? e Ron lo sa?-

Herm guardò l'amico come se la domanda avesse interrotto un flusso di pensieri del tutto incoerenti con l'argomento della loro discussione:

- Harry hai per caso iniziato a pedinarmi? comunque anche se non sono affari tuoi, sappi che l'ho incontrato per caso e dovendo aspettare lui Blaise ed io Ron, ci siamo messi a chiacchierare-

la rabbia era un po’ sfumata, iniziava a sentirsi ridicolo:

-Vuoi dire che non avete parlato di me, non ti ha detto niente?-

-Cosa avrebbe dovuto dirmi? Mi stai nascondendo qualcosa?-

Di certo Harry aveva sbagliato a fare una domanda del genere, aver stuzzicato Hermione e la sua curiosità non era stata una mossa furba. L'ex grifondoro si era alzata in piedi e aveva iniziato a fissarlo, gli occhi come due fessure, il dito indice puntato verso l'amico:

-Signor Potter cosa mi stai nascondendo?-

Avrebbe dovuto mentire? Hermione probabilmente avrebbe capito che era una bugia e avrebbe continuato a chiedergli spiegazioni. Poteva parlargliene con sincerità, forse non avrebbe capito ma avrebbe potuto finalmente confidarsi con qualcuno. Le raccontò cosa era successo il giorno del suo compleanno, le chiacchiere fino a tarda notte e il risveglio. Hermione aveva ascoltato con attenzione, fissando l'amico che parlava con difficoltà per cercare le parole giuste e per la paura di essere giudicato:

-Herm credo di essermi innamorato, non voglio dire che non posso vivere senza di lui, ma mi manca passare del tempo insieme, raccontargli le mie giornate al ministero o sentire le storie dei suoi pazienti- fece una pausa per riprendere fiato:

-Mi manca sentirlo accanto quando passeggio per Londra, quando ero con lui, ero sereno ma non abbastanza da gridarlo al mondo intero, non abbastanza per tenergli la mano in pubblico o sorridergli con uno sguardo languido-

Hermione nel frattempo si era alzata in piedi per poterlo abbracciare, prese il suo viso fra le mani, così che lui fosse costretto a guardarla negli occhi:

-Devo dire che sono sorpresa, non credevo provassi queste cose per lui e sono anche un pò incredula ma se sei innamorato, cos'altro importa? immagina quando lo dirò a Ron-

risero a crepapelle immaginando la faccia che avrebbe fatto il rosso una volta saputa la notizia:

- Cosa hai intenzione di fare? parlando con lui ho capito che è da un po’ che non vi sentite...-

Harry si sedette e passò una mano fra i capelli. Cosa doveva fare? era sparito per delle settimane dileguandosi nel nulla. Hermione gli diede un pizzico e urlò :

-Cosa stai aspettando? esci dal mio ufficio e corri a cercarlo, sono indietro con il lavoro e tu hai qualcosa di molto importante da fare- .

Arrivato davanti all'ospedale, gli tremavano le gambe, prese fiato e sistemò gli occhiali che gli erano leggermente scesi. Entrato trovò Draco in accettazione che parlava con un'infermiera, la congedò quando vide che Harry si trovava nell'atrio. Dalla sua bocca uscì un:

-Ciao potter- a metà tra il sorpreso e lo scioccato,

-Vorrei parlarti-

Il medimago gli chiese di aspettare la fine del turno così avrebbero avuto più tempo a disposizione. Due ore dopo erano seduti su una panchina all'interno del giardino dell'ospedale. Harry andò dritto al punto:

-Vorrei chiederti scusa per il mio comportamento, avrei voluto chiamarti ma non sapevo cosa dirti....-, picchiettava nervosamente le dita sulle ginocchia, Draco guardava un punto imprecisato del cielo di fronte a sè,

- Mi è mancato passare del tempo con te, credo mi sia mancato tu ma la verità è che quello che è successo mi ha spiazzato-,

seguì qualche secondo di silenzio,

-Mi sono sentito uno stupido quella mattina- disse Draco guardando Harry negli occhi -Credevo di aver fatto qualcosa di stupido, poi hai iniziato a pedinarmi, a proposito non sei molto bravo con gli appostamenti, e ho pensato che magari, prima o poi, saresti venuto a parlare con me....-

-... I dubbi che hai, sono gli stessi che ho avuto io la prima volta che mi sono innamorato di un uomo, avrei capito se avessi parlato con me-

Malfoy parlava valutando le parole una ad una, sicuro di sé,

-Adesso che hai le idee più chiare, perché sei venuto da me? sappi che non mi devi nessuna scusa...-

-Io vorrei poterti conoscere, vorrei impegnarmi, provare a capire cosa provo per te Draco, vorrei che ....- -Facciamo così-, lo interruppe il biondo, -io adesso devo rientrare, per sostituire un collega, quando avrai voglia di chiamarmi, fallo e poi stiamo a vedere che succede-,

il medimago si alzò in fretta lasciando Harry sulla panchina a domandarsi se ciò che era successo poteva considerarsi positivo.

Malfoy Manor era il luogo adatto per pensare, Draco si trovava seduto cavalcioni sul davanzale di una finestra, la gamba destra ciondolava nel vuoto. La calma e la sicurezza che aveva mostrato quel pomeriggio forse avevano convinto Potter che da parte sua i sentimenti non erano forti, che per lui fosse poco più di una cotta adolescenziale. Se avesse dato ascolto al suo istinto, l'avrebbe guardato negli occhi tutto il tempo, avrebbe gridato le parole che aveva solo pensato e gli avrebbe stretto la mano per arrestare quel tic nervoso che metteva in mostra la sua insicurezza.

Era così profondamente innamorato di Harry, da arrossire leggermente ogni volta che pensava al loro bacio, da desiderare il suo corpo con un ardore e una foga così forti da distruggere la sua compostezza e renderlo preda degli istinti che ogni giorno assopiva con fatica. Era così innamorato da aver passato intere settimane dopo il suo compleanno, ad aspettare che lui gli parlasse, invece di seguirlo e fissarlo per delle ore interminabili. Solo in quel momento di completa solitudine si rendeva conto di quanto fosse intenso il sentimento che provava nei suoi confronti. Provava una tale rabbia per il comportamento che aveva avuto quel pomeriggio, distaccato e altezzoso, come se quell'incontro non avesse significato niente. La rabbia che provava non aveva possibilità di sfogo, stringeva i pugni delle mani così forte da sentire le unghie che tentavano di strappargli la pelle. Non c'era nessuno ad impedirgli di provare o mostrare ciò che sentiva. Nè una madre apprensiva, nè un padre orgoglioso e incattivito da una vita sgradevole, nessun amico che lo giudicasse, eppure questa libertà lo rendeva tremendamente schiavo di sè stesso che a volte aveva l'impressione di non riuscire a respirare. Amare istintivamente e spontaneamente qualcuno era terribilmente difficile, per chi come lui aveva passato una vita intera a rispettare delle regole così rigide d'aver trasformato anche l'affetto per la propria madre in un dovere da compiere con rispetto.

Mentre questi pensieri contribuivano a renderlo sempre più triste, Edwige si fiondava in camera sua, sbattendo violentemente le ali sulla finestra spalancata. Portava un invito di Harry per una festa a Grimmauld Place, il post scrittum diceva: “se cominciassimo con una cosa semplice come una cena tra amici? se voglio che tu faccia parte della mia vita, devo iniziare a mostrarti come è”. Una piccola smorfia spuntò sul viso di Draco, un angolo della bocca inarcato all'insù e un si che si perdeva in un sussurro.

Prepararsi per quella sera gli aveva richiesto più tempo del solito, e quando arrivò alla festa fu sorpreso che Herm fosse lì ad accoglierlo, evidentemente sapeva tutto:

-Mi fa piacere vederti, vado a chiamare Harry-,

si presentò con dei Jeans e una camicia leggermente sgualcita e un sorriso di benvenuto che era difficile non ricambiare:

-Sono felice che tu sia venuto-,

-Ed io sono felice di aver accettato-.

Uno sguardo d'intesa e fu chiaro ad entrambi che sarebbe stata una bella serata. Harry gli prese la mano, lo trascinò nella sala dove tutti erano riuniti e gli fece posto accanto a sè sul divano. Draco passò la notte a Grimmauld Place ma la mattina seguente non fu come quella di qualche settimana prima, al risveglio erano stessi uno di fianco all'altro e nessuno dei due se ne sarebbe andato. 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: viviola