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Autore: Lady Aquaria    23/08/2011    7 recensioni
"La verità è che io faccio fatica a non pensarci, alla fine mi sono arreso. Ho smesso di provare a liberarmi un po' la testa ma non riesco perché lei c'è. C'è sempre. Con il suo sorriso e i suoi occhi, perfino col suo caratteraccio. E quando non c'è la cerco. La cerco in casa, a Rodorio, la cerco nelle canzoni dei Kiss che ho imparato ad apprezzare e dentro le frasi dei pochi libri che ha letto qui. E sai cosa? C'è ancora. E' ancora dappertutto. L'ho cacciata, ma non riesco a levarmela dalla testa."
E tutto questo, a partire da quel giorno al Goro-Ho.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le vie del Destino'
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capitolo 3 revisionato

3.

You had me from hello.

 

The first time I saw you it felt like coming home
If I never told you I just want you to know
You had me from hello
(You had me from hello, BonJovi)

 

Dohko sorrise appena vide il giovane collega dell'undicesima casa scendere dall'altura sulla quale aveva fatto rifugiare la ragazza.
"Tutto bene, Mei?" domandò Shiryu.
"Tu, piuttosto." replicò Mei, guardando il fratello già avvolto dalle affettuose braccia di Shunrei.
"Ahaha, dunque è la nostra Mei la ragione che ti ha spinto a lasciare quel frigorifero che è la tua casa…" commentò Dohko.
Camus arrossì impercettibilmente.
"Peut-être…" commentò, a bassa voce.
Dohko ridacchiò.

"Avrei dovuto immaginarlo dalle strane vibrazioni che avvertivo nell'aria l'altro giorno."
Mei si coprì gli occhi con una mano.
"Oddèi." mormorò.
"Ehm… sono desolato, Maestro. Quando sono tornato ad Atene senza di voi, Ares ha subito affidato l'incarico a DeathMask per convincervi a lasciare la Cina. Lo ammetto, ero preoccupato per l'incolumità della ragazza."
"La mia… incolumità?" ripeté, guardandolo stupita.
Dohko rise, stavolta.
"La nostra Mei è una judoka di livello
yodan, credo che riesca a proteggersi molto bene anche da sola…"
Mei scattò, imbarazzata.
"Be', insomma… me la cavo." si schermì.
Camus la guardò ammirato.
"Per essere una donna, sei molto brava!!" esclamò Kiki, dando voce a un pensiero comune.
Mu lo guardò, severo.
"Kiki, non essere maleducato."
"Ma io non ho detto niente!" esclamò.
"Lodevole, davvero. Ma dubito che possa servire a qualcosa, contro DeathMask." spiegò. "Non voglio essere sgradevole, ma… Cancer è venuto qui con intenzioni non proprio amichevoli, e…"
"A proteggere mia sorella ci sono già io." sbottò Shiryu.
"Ripeto, non voglio essere sgradevole, ma… vorrei farti notare che non sei nemmeno in grado di proteggere te stesso, figurarsi due donne." commentò Camus, piccato.
"Ma come…!" scattò Shiryu.
"Ragazzi, plachiamo gli animi." intervenne Mu.
"Sì, meglio." concordò Shiryu, rivolgendosi poi al maestro."Perché non mi avete mai detto che eravate un Cavaliere d'Oro? "
Dohko si girò e sorrise all'allievo.
"Mai rivelare un segreto prima del tempo, ricordalo. Piuttosto, Shiryu. Oggi hai dovuto fronteggiare un cavaliere a te superiore, dotato di poteri di cui non conoscevi nemmeno l'esistenza." rispose.
"Sì, è vero, maestro. Per la prima volta ho provato una sensazione di timore e smarrimento…"
"Che però hai saputo superare trovando in te la forza di reagire…"
Mei ridacchiò.
"Già, eccome. O lui, o l'altro, come nel Judo."
"Sono molto orgoglioso di te, figliolo. Molto orgoglioso." disse Dohko.
"A proposito… Judo? Avrei giurato Taijiquan." Camus la prese bonariamente in giro.
"Posso farti molto male anche col Taijiquan. E tu non sapresti come difenderti, visto che non puoi usare il Cosmo contro chi non lo possiede."
"Non per essere pignolo, ma anche io sono piuttosto bravo con i combattimenti a mani nude. Conosco il Systema e il Karate." rispose Camus, guadagnandosi una lunga occhiata di Mei, dal basso verso l'alto.
"Oh. E quante altre parole pericolose?" replicò Mei.
"Bella questa." interloquì Shiryu, che non poté vedere l'occhiataccia che Camus gli riservò.
"Parlo seriamente."
"Bene, dunque dovrai provarmelo prima o poi." disse Mei.
"Quando vuoi."
"Mh." fece Mei, ancora dubbiosa. "Allora siamo d'accordo."
"Direi di sì."
"Quanto vorrei poter vedere quando lo prendi a calci nel culo." borbottò Shiryu.
"Solo una cosa, Camus. Hai visto i film di Bruce Lee?"
Lui ci pensò su un attimo.
"Credo di sì."
"E Matrix?"
"Sì." rispose Camus, un'espressione interrogativa sul volto.
"Hai presente la scena in cui Morpheus sfida Neo sul tatami virtuale?"
"…sì."
"Beh, Neo fa un gesto che a me piace davvero poco. Imita Bruce Lee per qualche istante." disse Mei. "Se tieni alle tue ossa ti consiglio di non ripeterlo, nemmeno per scherzo."
"Sei seria?"
"Molto seria."
Mu richiamò il fratello, e così com'era comparso, se ne andò.
"Be'… credo sia tardi e che sia il caso che torni a occuparmi della mia dimora. Ciao, Mei." si congedò Camus. "Fammi sapere quando e dove. Sempre se ti va."
"Certo. Ho il permesso di contattarti solo per questo o posso contattarti anche per altri motivi?"
"Dovrebbe essere una cosa da uomini fare la prima mossa, no? Lasciamelo fare." le rispose.
"Oh, d'accordo. Non vorrei compromettere il tuo orgoglio maschio. Nihao…" gli sorrise, prima che scomparisse come Mu.
"À bientôt."

A Dohko quella sera, non sfuggì l'aria distratta di Mei. Era molto strana, non era da lei perdere tempo: cucinava, rassettava, sistemava il giardino e non rimaneva mai con le mani in mano.
"Mei, per l'amor del cielo, a furia di strofinare quel piatto andrà a finire che lo consumi. " osservò Dohko, divertito.
Mei si riscosse. Posò il piatto nella credenza e appese lo strofinaccio.
"Non sono in me, stasera." confessò. "Dev'essere l'avvicinarsi dell'estate che crea di questi problemi."
"O secondo me, si tratta di Camus."
Mei ridacchiò.
"E cosa dovrebbe c'entrare lui?"
Dohko finì la sua tazza di tè.
"C'era alchimia tra voi due."
"Addirittura? Perdonate il mio scetticismo, ma di lui conosco solo il nome, come fate a dire che tra me e lui c'è alchimia?"
"Figlia mia, certe cose le capisco subito, anche perché credo di essere un tantino più vecchio di te." rispose Dohko. "Penso che tu in qualche modo abbia attirato la sua attenzione. Altrimenti perché sarebbe tornato qui?"
"Era in missione."
"La missione di cui parli riguardava me e non era più di sua competenza."
Mei si fermò a pensare un attimo su quelle parole.
"Voi dite che…? Oh, ne dubito. Chi si prenderebbe una come me? Chi lo passa il guaio?"
"Beh, credo lui abbia già valutato i pro e i contro della faccenda. Credo di potermi azzardare a dire che in qualche modo gli piaci. Non è da lui comportarsi così, quel ragazzo ha sempre avuto un temperamento gelido come i ghiacci della Siberia, da che lo conosco non è mai stato così estroverso al punto da… come dite voi giovani d'oggi? flirtare con te. E se oggi si è sciolto un po’, c'è una ragione. E comunque, mi sa che un po’ piaccia anche a te."
Mei scosse appena la testa.
"Lo conosco poco."
"Tutti ci conosciamo poco all'inizio. Ci si conosce pian piano finché le cose verranno da sé. L'amore richiede tempo."
"Non state correndo un po' troppo? Non so niente di lui." ripeté Mei. "Sì, insomma….è carino, d'accordo…"
"Dal tuo sguardo di prima, direi che giudichi Camus molto più che carino."
"Bè… è attraente. E io certo non sono insensibile." ribatté Mei, aiutando Dohko a indossare la casacca che Shunrei aveva rammendato mentre lei era impegnata in cucina.
"Ascoltami… se si trattasse di un qualunque sbarbatello senza arte né parte ti avrei già messa in guardia e da buon padre l'avrei anche fatto correre via a calci nel sedere. Ma con lui posso stare tranquillo."

*

"Milo, stai per innervosirmi." Camus alzò lo sguardo dal tomo di grammatica tedesca per posarlo su Milo che, per l'ennesima volta in due giorni, era sgattaiolato all'undicesima casa proprio nelle ore che dedicava allo studio. "Oh santi numi…"
Due pezzi di nastro adesivo posizionati sulle tempie tiravano gli occhi verso le orecchie, a mo' di occhi a mandorla, sul volto spiccavano due enormi baffoni posticci alla Confucio e in testa, sopra i capelli intrecciati alla bell'e meglio, faceva bella mostra di sé un cappellino di paglia a pagoda, ripescato insieme ai baffi da chissà quale festa di carnevale.
"Allola, amico mio, che mi lacconti della bella cinesina? Fatto colpo?"
"Non so se scoppiare a riderti in faccia o se brinarti." rispose Camus.
"E quanto sei antipatico, ridi ogni tanto. Allora… fatto colpo?"
"Non lo so, non era mia intenzione fare colpo, solo salvarle la vita."
"Hai chiesto numelo di telefono?"
"Andiamo, Milo, sii serio."
Milo si tolse cappello e baffoni finti e si sedette di fronte a lui.
"Sono serio, è questo il tuo problema."sbirciò sul libro e osservò le sottolineature che si fermavano sulla terza riga. "Da quanto tempo sei su questa pagina?" 
"…eh?"
"Cam, tu non stai studiando, stai pensando a quella ragazza. Dimmi, almeno, ne vale la pena?"
Se ne valeva la pena?
Ripensò a due pomeriggi prima e annuì.
Milo scrollò le spalle.
"È una ragazza orientale come tante se ne vedono in giro, soprattutto in estate, con una macchina fotografica appesa al collo."
"Ragazze come lei, credimi, non ce ne sono molte in giro." ribatté Camus, riprendendo a sottolineare.
"Chissà che non contribuisca a farti sciogliere un po’. Non ti avevo mai visto così." disse Milo, ridacchiando. "E chiudilo sto libro, inizia a vivere!" aggiunse, chiudendo il libro di scatto e pizzicandogli le dita in mezzo.
"Insomma, Milo! Che cosa dovrei fare? Andare in Cina e zomparle addosso?"
"Uhm, sì, tanto per iniziare.." concordò Milo. "Dovresti farlo. Da che ti conosco non ti ho mai visto con una ragazza…"
"Perché nessuna delle ragazze del luogo mi interessa e io non sono incline alle storie da una notte e via. Voglio l'amore io."
"O amore, o sesso… c'è sempre l'attrazione di mezzo. Non dico di saltarle addosso come un animale, ma nemmeno puoi rimanere lì, a struggerti dietro un libro. Va' al Goro Ho, parla con lei, inizia a conoscerla. Chissà che non succeda qualcosa." propose Milo.
Sì. Chissà.

***

Lady Aquaria's corner:
(Capitolo revisionato in data 14 maggio 2014)
-Postilla n°1: il Judo e le cinture.
Posto il fatto che, come diceva molto simpaticamente Bruce Lee "Le cinture servono a tenersi su i pantaloni" devo fare una piccola precisazione in merito.
Oltre le classiche cinture bianco, giallo, arancione, verde, blu e marrone, assegnate in seguito a periodici esami tecnici dell'Insegnante tecnico del club dove ci si allena, ci sono sei dan di cintura nera (
Shodan, Nidan, Sandan, Yodan e Godan), tre di bianco/rosso (Rokudan, Nanadan, Hachidan) e due, i più importanti, di cintura rossa (Kudan e Jūdan).
Queste ultime (in Italia) vengono assegnate da diverse cariche e organismi in seguito a campionati regionali, nazionali o olimpici. Dato che Mei non è una mariasusanna qualunque, non è esperta come Keiko Fukuda, ma se la sa cavare….
Il titolo del capitolo rimanda all'omonima canzone di BonJovi.
Alla prossima!
Vale^^

Lady Aquaria

   
 
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