3.
You had me from hello.
The
first time I saw you it felt like
coming home
If I never told you I just want you to
know
You
had me from hello
(You had me from hello, BonJovi)
Dohko sorrise appena vide il
giovane collega dell'undicesima
casa scendere dall'altura sulla quale aveva fatto rifugiare la ragazza.
"Tutto bene, Mei?" domandò Shiryu.
"Tu, piuttosto." replicò Mei, guardando il
fratello già avvolto dalle affettuose braccia di Shunrei.
"Ahaha, dunque è la nostra Mei la ragione che ti ha
spinto a lasciare quel frigorifero che è la tua
casa…" commentò Dohko.
Camus arrossì impercettibilmente.
"Peut-être…"
commentò, a bassa voce.
Dohko ridacchiò.
"Avrei dovuto immaginarlo dalle strane vibrazioni
che avvertivo nell'aria l'altro giorno."
Mei si coprì gli occhi con una mano.
"Oddèi." mormorò.
"Ehm… sono desolato, Maestro.
Quando
sono tornato ad Atene senza di voi, Ares ha subito affidato l'incarico
a
DeathMask per convincervi a lasciare la Cina. Lo ammetto, ero
preoccupato per
l'incolumità della ragazza."
"La mia… incolumità?" ripeté,
guardandolo stupita.
Dohko rise, stavolta.
"La nostra Mei è una judoka di livello
yodan, credo che riesca a
proteggersi molto bene anche da
sola…"
Mei scattò, imbarazzata.
"Be', insomma… me la cavo." si
schermì.
Camus la guardò ammirato.
"Per essere una donna, sei molto
brava!!" esclamò Kiki, dando voce a un pensiero comune.
Mu lo guardò, severo.
"Kiki, non essere maleducato."
"Ma io non ho detto niente!" esclamò.
"Lodevole, davvero. Ma dubito che
possa servire a qualcosa, contro DeathMask." spiegò. "Non
voglio
essere sgradevole, ma… Cancer è venuto qui con
intenzioni non proprio
amichevoli, e…"
"A proteggere mia sorella ci sono
già io." sbottò Shiryu.
"Ripeto, non voglio essere
sgradevole, ma… vorrei farti notare che non sei nemmeno in
grado di proteggere
te stesso, figurarsi due donne." commentò Camus, piccato.
"Ma come…!" scattò Shiryu.
"Ragazzi, plachiamo gli animi."
intervenne Mu.
"Sì, meglio." concordò Shiryu,
rivolgendosi poi al maestro."Perché
non mi avete mai detto che eravate un Cavaliere d'Oro? "
Dohko si girò e sorrise all'allievo.
"Mai
rivelare un segreto prima del tempo, ricordalo. Piuttosto, Shiryu. Oggi
hai
dovuto fronteggiare un cavaliere a te superiore, dotato di poteri di
cui non
conoscevi nemmeno l'esistenza." rispose.
"Sì,
è vero, maestro. Per la prima volta ho provato una
sensazione di timore e
smarrimento…"
"Che
però hai saputo superare trovando in te la forza di
reagire…"
Mei ridacchiò.
"Già, eccome. O lui, o l'altro, come
nel Judo."
"Sono
molto orgoglioso di te, figliolo. Molto orgoglioso." disse
Dohko.
"A proposito… Judo?
Avrei giurato Taijiquan."
Camus la prese bonariamente in giro.
"Posso farti molto male anche col
Taijiquan. E tu non sapresti come difenderti, visto che non puoi usare
il Cosmo
contro chi non lo possiede."
"Non per essere pignolo, ma anche io
sono piuttosto bravo con i combattimenti a mani nude. Conosco il Systema e il Karate."
rispose Camus, guadagnandosi una lunga occhiata di
Mei, dal basso verso l'alto.
"Oh.
E quante altre parole pericolose?" replicò Mei.
"Bella questa." interloquì
Shiryu, che non poté vedere l'occhiataccia che Camus gli
riservò.
"Parlo seriamente."
"Bene, dunque dovrai provarmelo
prima o poi." disse Mei.
"Quando vuoi."
"Mh." fece Mei, ancora dubbiosa.
"Allora siamo d'accordo."
"Direi di sì."
"Quanto vorrei poter vedere quando
lo prendi a calci nel culo." borbottò Shiryu.
"Solo una cosa, Camus. Hai visto i
film di Bruce Lee?"
Lui ci pensò su un attimo.
"Credo di sì."
"E Matrix?"
"Sì." rispose Camus,
un'espressione interrogativa sul volto.
"Hai presente la scena in cui Morpheus sfida Neo sul tatami
virtuale?"
"…sì."
"Beh, Neo fa un gesto che a me piace davvero poco. Imita Bruce Lee per
qualche istante." disse Mei. "Se tieni alle tue ossa ti consiglio di
non ripeterlo, nemmeno per scherzo."
"Sei seria?"
"Molto
seria."
Mu richiamò il fratello, e così com'era
comparso, se ne andò.
"Be'… credo sia tardi e che sia il
caso che torni a occuparmi della mia dimora. Ciao, Mei." si
congedò Camus.
"Fammi sapere quando e dove. Sempre se ti va."
"Certo. Ho il permesso di
contattarti solo per questo o posso contattarti anche per altri motivi?"
"Dovrebbe essere una cosa da uomini fare la prima
mossa, no? Lasciamelo
fare." le rispose.
"Oh, d'accordo. Non vorrei
compromettere il tuo orgoglio maschio. Nihao…"
gli sorrise, prima che scomparisse come Mu.
"À
bientôt."
"Mei, per l'amor del cielo, a furia di strofinare
quel piatto andrà a finire che lo consumi. "
osservò Dohko, divertito.
Mei si riscosse. Posò il piatto nella credenza e
appese lo strofinaccio.
"Non sono in me, stasera." confessò. "Dev'essere
l'avvicinarsi dell'estate che crea di questi problemi."
"O secondo me, si tratta di Camus."
Mei ridacchiò.
"E cosa dovrebbe c'entrare lui?"
Dohko finì la sua tazza di tè.
"C'era alchimia tra voi due."
"Addirittura? Perdonate il mio scetticismo, ma di
lui conosco solo il nome, come fate a dire che tra me e lui
c'è alchimia?"
"Figlia mia, certe cose le capisco subito, anche
perché credo di essere un tantino più vecchio di
te." rispose Dohko. "Penso
che tu in qualche modo abbia attirato la sua attenzione. Altrimenti
perché
sarebbe tornato qui?"
"Era in missione."
"La missione di cui parli riguardava me e non era
più di sua competenza."
Mei si fermò a pensare un attimo su quelle parole.
"Voi dite che…? Oh, ne dubito. Chi si prenderebbe
una come me? Chi lo passa il guaio?"
"Beh, credo lui abbia già valutato i pro e i
contro della faccenda. Credo di potermi azzardare a dire che in qualche
modo gli
piaci. Non è da lui comportarsi così, quel
ragazzo ha sempre avuto un
temperamento gelido come i ghiacci della Siberia, da che lo conosco non
è mai
stato così estroverso al punto da… come dite voi
giovani d'oggi? flirtare con te. E
se oggi si è sciolto
un po’, c'è una ragione. E comunque, mi sa che un
po’ piaccia anche a te."
Mei scosse appena la testa.
"Lo conosco poco."
"Tutti ci conosciamo poco
all'inizio. Ci si conosce pian piano finché le cose verranno
da sé. L'amore
richiede tempo."
"Non state correndo un po' troppo? Non
so niente di lui." ripeté Mei. "Sì,
insomma….è carino,
d'accordo…"
"Dal tuo sguardo di prima, direi che
giudichi Camus molto più che carino."
"Bè… è attraente. E io certo non
sono insensibile." ribatté Mei, aiutando Dohko a indossare
la casacca che
Shunrei aveva rammendato mentre lei era impegnata in cucina.
"Ascoltami… se si trattasse di un
qualunque sbarbatello senza arte né parte ti avrei
già messa in guardia e da
buon padre l'avrei anche fatto correre via a calci nel sedere. Ma con
lui posso
stare tranquillo."
Due pezzi di nastro adesivo posizionati
sulle tempie tiravano gli occhi verso le orecchie, a mo' di occhi a
mandorla, sul
volto spiccavano due enormi baffoni posticci alla Confucio e in testa,
sopra i
capelli intrecciati alla bell'e meglio, faceva bella mostra di
sé un cappellino
di paglia a pagoda, ripescato insieme ai baffi da chissà
quale festa di
carnevale.
"Allola,
amico mio, che mi lacconti della bella cinesina? Fatto colpo?"
"Non so se scoppiare a riderti in
faccia o se brinarti." rispose Camus.
"E quanto sei antipatico, ridi ogni
tanto. Allora… fatto colpo?"
"Non lo so, non era mia intenzione fare colpo, solo salvarle la
vita."
"Hai
chiesto numelo di telefono?"
"Andiamo, Milo, sii serio."
Milo si tolse cappello e baffoni finti e
si sedette di fronte a lui.
"Sono serio, è questo il tuo
problema."sbirciò sul libro e osservò le
sottolineature che si fermavano
sulla terza riga. "Da quanto tempo sei su questa pagina?"
"…eh?"
"Cam, tu non stai studiando, stai
pensando a quella ragazza. Dimmi, almeno, ne vale la pena?"
Se
ne valeva la pena?
Ripensò a due pomeriggi prima e annuì.
Milo scrollò le spalle.
"È una ragazza orientale come tante
se ne vedono in giro, soprattutto in estate, con una macchina
fotografica
appesa al collo."
"Ragazze come lei, credimi, non ce
ne sono molte in giro." ribatté Camus, riprendendo a
sottolineare.
"Chissà che non contribuisca a farti
sciogliere un po’. Non ti avevo mai visto così."
disse Milo, ridacchiando.
"E chiudilo sto libro, inizia a vivere!" aggiunse, chiudendo il libro
di scatto e pizzicandogli le dita in mezzo.
"Insomma, Milo! Che cosa dovrei
fare? Andare in Cina e zomparle addosso?"
"Uhm, sì, tanto per iniziare.."
concordò Milo. "Dovresti farlo. Da che ti conosco non ti ho
mai visto con
una ragazza…"
"Perché nessuna delle ragazze del
luogo mi interessa e io non sono incline alle storie da una notte e
via. Voglio
l'amore io."
"O amore, o sesso… c'è sempre
l'attrazione di mezzo. Non dico di saltarle addosso come un animale, ma
nemmeno
puoi rimanere lì, a struggerti dietro un libro. Va' al Goro
Ho, parla con lei,
inizia a conoscerla. Chissà che non succeda qualcosa."
propose Milo.
Sì. Chissà.
***
Lady
Aquaria's corner:
(Capitolo revisionato in data 14 maggio
2014)
-Postilla n°1: il Judo e le cinture.
Posto il fatto che, come diceva molto
simpaticamente Bruce Lee "Le cinture servono a tenersi su i
pantaloni" devo fare una piccola precisazione in merito.
Oltre le classiche cinture bianco,
giallo, arancione, verde, blu e marrone, assegnate in seguito a
periodici esami
tecnici dell'Insegnante tecnico del club dove ci si allena, ci sono sei
dan di
cintura nera (Shodan, Nidan, Sandan, Yodan e Godan), tre
di bianco/rosso (Rokudan, Nanadan, Hachidan) e due, i
più importanti, di cintura rossa (Kudan e Jūdan).
Queste ultime (in Italia) vengono
assegnate da diverse cariche e organismi in seguito a campionati
regionali,
nazionali o olimpici. Dato che Mei non è una mariasusanna
qualunque, non è
esperta come Keiko
Fukuda,
ma se la sa cavare….
Il titolo del capitolo rimanda all'omonima
canzone di BonJovi.
Alla prossima!
Vale^^
Lady Aquaria