2.
E
da qui.
"Ma davvero? Vedi di farlo a qualcun'altra, il check-up."
Milo sogghignò ancora.
"E perché mai??" ribatté. "Cos'é,
l'hai
vista prima tu? Non sono del tutto sicuro che tu sia in grado di
maneggiare una
come lei. Al villaggio sotto il Goro-Ho dicono sia un bel peperino, il
Maestro
l'ha allenata personalmente."
"Non credevo fosse una sacerdotessa, non porta la
maschera." obiettò Camus.
"Infatti non lo è, Dohko ha affinato le sue
capacità
di artista marziale, che la ragazza ha iniziato ad apprendere dal suo
defunto
padre. E' bassa, ma è un concentrato di forza…
che c'è? Perché mi guardi
così?"
Camus puntò l'indice contro Milo.
"Dimmi la verità. Fai parte dell'EYP."
"No, niente servizi segreti, sono solo un attento
osservatore." rispose Milo, ridacchiando. "E comunque sai, non
m'interessa la tua fanciulla… per me è troppo
nervosa, preferisco le ragazze un
po' più floride."
"Scherza, scherza. Il pazzoide della quarta casa ha
ottenuto il permesso dal Grande Sacerdote a fare una strage. Ecco a
cosa sto
pensando da oggi."
"Esagerato." disse Milo.
"Gli ha affidato la missione al Goro-Ho che io ho
fallito, e gli ha dato carta bianca per agire come meglio crede."
spiegò
Camus. "Uccidi chi ti pare, il
Maestro mi serve vivo. Ti pare una cosa sensata da dire a uno
come Death? Che
dici, sono esagerato adesso?"
"Ha dato carta bianca a Death? Ma è impazzito?"
"A quanto pare…"
"E tu sei preoccupato per Dohko? Quello è ancora in
gambissima, potrebbe farci fuori tutti quanti senza nemmeno faticare,
altrochè... stai tranquillo, sa il fatto suo."
"Dohko sì. La ragazza, no."
Milo ridacchiò.
"Allora è lei la tua sola preoccupazione."
insinuò.
"E no, non iniziare con il discorso: siamo
paladini della giustizia, dobbiamo proteggere gli innocenti.
Cam, non
prendermi in giro."
"Ma lei è
un'innocente. Non merita di finire i suoi giorni con la fine atroce che le farebbe fare Death."
"E che cosa intendi fare?"
Camus finì la bevanda, pensieroso.
"Qualcosa m'inventerò." rispose.
"Se vuoi spezzare le gambe al granchietto sappi che
hai la mia approvazione e avrai il mio aiuto."
"Ah no. Il giorno in cui deciderò di fargli
abbassare la cresta dovrò essere da solo. Non intendo
condividere quel piacere
con nessuno. Posso concederti l'onore di finirlo, ma a pestarlo
sarò solo io."
"Sai Cam, a volte mi fai paura." commentò Milo,
poco dopo.
Stavolta fu Camus a sogghignare.
"Guardati
dalla furia dell'uomo paziente." rispose. "Sarà
meglio tornare al
Santuario, sia mai che quello decida di partire con anticipo."
Milo andò a pagare e tornarono al Santuario dove, tutto
baldanzoso, DeathMask si stava vantando con un paio di soldati semplici
dell'incarico ottenuto da Ares.
"Guardalo, com'è tronfio." commentò Camus. "La
sua stupidità lo porterà alla rovina, prima o
poi… tsk! ha carta bianca. So io
che cosa potrebbe farci, con quella carta."
"Non dirmelo, lo immagino da me…" ridacchiò
Milo.
Non si spaventò quando lo vide comparire accanto al
grande salice che imperterrito da chissà quanti decenni, si
stagliava dietro la
pagoda.
"Nihao. O forse
sarebbe meglio… yassou."
si
corresse, passando al greco. "Vi ho già visto l'altro
giorno."
"Sì."
"Anche se non da così vicino." fece Mei.
"Oh. Ehm…" disse Camus, mal interpretando le
sue parole.
"Potete avvicinarvi, sono innocua."
"… disse quella con un tantō
infilato nella
cintola." Camus le indicò con un cenno l'arma in questione.
Mei
sorrise e si alzò, pulendosi le mani sotto il getto del tubo
per irrigare il
giardino.
"State tranquillo, non sono così stolta da pensare
di poter abbattere un Gold Saint con un misero pugnale."
"Adesso sì che sono tranquillo."
Lei rise.
"Il Maestro è sempre lì, al suo posto. E no, non
credo abbia cambiato idea dall'ultima volta che vi ha visto."
Sentiva il cosmo di DeathMask avvicinarsi e decise che
non poteva perdere altri istanti a parlare.
"Mei-Yin,
giusto? Senti, non posso perdere altro tempo."
"Perdere tempo? Ma cosa…??"
Ed eccolo, DeathMask, comparire dalla cascata in una
delle sue amate entrate in scena teatrali, il cosmo a proteggerlo
dall'acqua.
"Felice di
vedervi, Maestro."
"Il prode
Cancer…" disse Dohko, ironico."Così
sei tu il sicario mandato da Ares. Quale onore, per un vecchio come
me."
"Cosa sta succedendo?"
"Resta vicina a me e non ti succederà niente." le
disse.
"Ma… il maestro… mio fratello…!"
protestò la
ragazza. "E Shunrei!"
La tirò a sé e si teletrasportò dietro
a un enorme masso
in cima alla cascata azzerando il cosmo per evitare di essere avvertito
dal collega.
"Non c'è tempo." le disse, cercando di captare
la ragazzina dal quipao rosa.
La trovò nella foresta di bambù poco distante,
insieme a Kiki.
Menomale, è
con Kiki, pensò. Pur non essendo un Saint
ma solo l'apprendista di suo fratello Mu, sapeva come difendersi, e in
caso di
necessità l'avrebbe teletrasportata al sicuro.
"Credo che potremmo darci del tu, a
questo punto." sentì dire a Mei.
Preso dalla situazione, l'aveva sentita appena.
"… come?"
"Ho detto che a questo punto possiamo anche darci del tu,
visto e considerato che quello che stai stringendo
è il mio
seno destro e non la mia spalla."
Sgranò gli occhi, guardando Mei e costatando che aveva
ragione. Tolse subito la mano, imbarazzato.
"Chiedo umilmente scusa."
Una risata perfida li distrasse.
"Chi è quell'uomo?" domandò Mei in un sussurro,
sporgendosi appena dal masso.
"DeathMask di Cancer, il miglior sicario in
circolazione." le rispose. Ma non c'era nessuna ammirazione in quel
tono
di voce, solo disprezzo. E doveva provarne molto contro quell'uomo.
"È un tuo pari." affermò Mei.
"Sì. Di nome, ma non di fatto. Dovrebbe servire la
giustizia, invece quell'uomo è la cosa più
rivoltante che conosco."
L'uomo che aveva chiamato DeathMask si era avvicinato
minaccioso a Dohko, parlandogli, ma lontana com'era, non riusciva a
carpire
nemmeno una parola. Solo di quando in quando, si sentiva una risata
raccapricciante,
certo non del maestro.
"Si può sapere che cosa volete, dal maestro Dohko?
Non ha commesso nessun crimine, non s'è mai mosso da qui."
riprese Mei,
poco dopo.
"Il Grande Sacerdote vuole a tutti i costi
richiamarlo al Santuario, dice che ha consultato le stelle e sono
maligne…" le rispose, in automatico, come se lei potesse
comprendere.
"Pensavo che il Grande Sacerdote fosse una persona
ragionevole e rispettosa. Invece, sento solo energie negative provenire
da
Occidente, non è affatto il Santuario descritto dal Maestro."
Possibile che anche lei percepisse il Cosmo?
"Tu percepisci il Cosmo?"
"Certo che sì." replicò Mei, come se la cosa
fosse ovvia. "Sento quello di Shiryu da anni, sento anche quello degli
altri Saint. Percepisco la loro natura. Secondo te perché
ero così tranquilla
quando sei arrivato, poco fa?"
"Ah, ecco perché non mi hai lanciato quel
pugnale." commentò Camus.
Mei ridacchiò.
"Non l'avrei lanciato comunque, lo uso solo per
difesa, mai per l'attacco." rispose. "Se proprio devo attaccare, lo
faccio a mani nude."
"Devo quindi ritenermi fortunato, per non essere
stato attaccato in alcun modo?"
"Beh… non sono così sciocca da attaccare per
prima
un uomo del tuo calibro."
Camus inarcò un sopracciglio.
"E se ti avessi attaccato?"
"Beh, allora quel tantō sarebbe finito dritto nel
tuo occhio."
La guardò, stranito.
"Nell'occhio?" ripeté. "Perché non nel
cuore?"
"Uno perché indossi un'armatura e due perché nel
vostro caso gli occhi, e il cervello dietro essi, sono più
facilmente
raggiungibili."
"Brutale." commentò Camus.
"Forse. Ma di certo letale."
Come DeathMask in quel momento: appena posato lo sguardo
su Shiryu, iniziò ad attaccare anche lui.
"Un cavaliere
qualsiasi che sfida a duello un cavaliere d'oro…
è ridicolo!!" stava
dicendo Death."Mai prima d'ora avevo
sentito una cosa più assurda e sciocca di questa!!"
Idiota, avrebbe
voluto urlargli. Mai, mai sottovalutare un avversario, e Shiryu, anche
se un
modesto bronze, poteva dargli filo da torcere.
"C'è una prima
volta per tutto, e per te questa sarà anche l'ultima!"
Parlare. Doveva farla parlare, per non farle vedere
Shiryu cadere sotto i colpi di DeathMask.
"Allora, Mei-Yin." disse. Usò il suo nome per
intero, sperando di intavolare un discorso.
Mei rimase in silenzio un attimo e lui ne approfittò per
sbirciare, in tempo per vedere Shiryu scaraventato a terra da un colpo
appena accennato di DeathMask.
"Tu sai il mio nome, ma io ancora non so il
tuo." si decise Mei, come lui stesso aveva sperato.
Ridacchiò appena.
"Non è importante e… ed è anche un
filo
banale."
"Ma è un nome, è la prima cosa che ti
rappresenta.
Non può essere così brutto."
Silenzio.
"Camus. Mi chiamo Camus." le disse,
aspettandosi di vederla scoppiare a ridere.
"Come lo scrittore." rispose Mei, poco dopo.
"Già. Mia madre e i suoi nomi assurdi. Fortunatamente
non le piaceva Dostoevski." le rispose.
Adesso sì che Mei rise.
"Bè, anche Dostoevski era un grande scrittore."
"Sì… è quello che ha scritto l'idiota." replicò Camus,
continuando a monitorare la
situazione da basso.
"Ma ha scritto anche Delitto e Castigo… i Demoni..."
A proposito di demoni.
DeathMask fermò un colpo di Shiryu con la sola forza di
un dito, e poi, dopo aver iniziato a farlo vorticare come se non avesse
peso,
lo scaraventò nella cascata.
In quel caso, discorso o meno, Mei se ne accorse.
"Shiryu!" esclamò, uscendo allo scoperto.
"Torna qui!" disse Camus, riacciuffandola e
tirandola contro il suo petto, pregando che Death non l'avesse vista.
Non aveva messo in conto che Mei non era esattamente la
dolce e indifesa fanciulla che appariva a prima vista: tentava di
divincolarsi
con una forza tale che solo l'emanazione del proprio cosmo la stava
facendo placare.
"Ferma!" le disse. "Non senti? È ancora
vivo… sta bene…"
Bene… insomma,
se così si poteva dire…
Mei smise di dibattersi, cercando di captare qualcosa del
cosmo di Shiryu. Lo trovò, con difficoltà, in
fondo alla cascata: un cosmo
debole ma ancora vivo.
"… evitatemi
la predica, maestro. Sapete anche voi che il confine tra il bene e il
male è
molto sottile. Può anche darsi che Ares abbia commesso
ingiustizie, ma se alla
fine vincerà lui, le ingiustizie che avrà
compiuto si muteranno in atti di
giustizia necessaria dovuti alle circostanze ed al bisogno. Una volta
esteso il
suo potere sull'universo, chiamerà ben fatto quel che voi
ora chiamate con il
nome di ingiustizia." diceva DeathMask.
Idiota. Si ripeté Camus. Idiota e presuntuoso.
"Stolto."
fu la risposta di Dohko, ignorando la risposta piccata di
DeathMask, subito
dopo."L'ingiustizia non potrà mai
mutarsi in una cosa giusta! Le stragi, le uccisioni, le sopraffazioni
dei
popoli e delle genti, tutto ciò si lascia alle spalle il
tetro odore della
morte e non potrà mai essere chiamato con un nome diverso.
Quello che porta gli
uomini alla guerra e alla distruzione non avrà mai il nome
di giustizia per sé."
Sorrise appena, alle parole del saggio collega della
settima casa; peccato però che Death non fosse per nulla in
vena di cedere.
Caricò un altro dei suoi colpi, ma mentre lo stava
scagliando alle spalle di Dohko, ecco che una forza terribile si
sollevò dalla
cascata, lasciando Death di stucco.
Shiryu.
"È vivo, lo senti?" le ripeté.
Ma non ancora per molto. DeathMask stava per usare quel
colpo. Il sekishiki meikaiha.
E Shiryu… bè, non avrebbe avuto molte chances di
sopravvivenza.
"Giù!" le disse stringendola forte, mentre già
avvertiva le porte dell'Ade spalancarsi.
"Fermati, DeathMask."
Mei trattenne il respiro, mentre lui riconosceva il cosmo
del collega della prima casa.
"Dimentichi che stai affrontando un cavaliere a te
inferiore? Dunque non hai dignità, Cancer?"
L'aiutò a rimettersi in piedi e la prima cosa che lei
fece fu sbirciare.
"Un amico è giunto per salvare Shiryu." disse Dohko,
sorridendo all'amico.
"Già una volta ho aiutato quel ragazzo…"
"Sì." disse. "Lo riconosco. È il Saint solitario
che vive in Jamir… aiutò Shiryu con le armature
tempo fa."
"Mu dell'Ariete. È questo il suo nome."
"Attenti a
voi, traditori del Santuario!" diceva DeathMask,
allontanandosi per
scomparire dov'era apparso.
"Dove stai
andando, Cancer, vuoi rinunciare alla battaglia?" sbraitò
Shiryu.
"Zitto, idiota…!" sbottò Mei. "Ha sempre
avuto la lingua lunga, mio fratello…."
"Sarei un
pazzo, se credessi di potercela fare contro tre cavalieri
d'oro…" disse
DeathMask, guardando in direzione della sommità della
cascata e ghignando. "A presto, Shiryu! Ci
rivedremo al Santuario,
lì ci incontreremo di nuovo!"
"Felice di rivederti, cavaliere di Aries." salutò
Dohko. Guardò in direzione del masso. "E sono felice di
rivedere anche te,
Camus."
***
Lady Aquaria's corner:
(Capitolo revisionato in data 8 maggio 2014)
Piccola Postilla di fine capitolo: le parti in corsivo si
riferiscono a certe parti del dialogo tra Dohko e Death nell'episodio
39
"Una prova da superare", e si rifanno al doppiaggio italiano classico.
Per esigenze di copione ho dovuto modificare qualcosina qua e la'.
Anche questo reca un titolo di una canzone…questa
è E da
qui di Nek.
Ringrazio come sempre chi legge, recensisce, mette tra i
preferiti (merciiiiiii =)) e chi segue.
Alla prossima!
Vale^^
Lady
Aquaria