Fanfic su artisti musicali > The Who
Ricorda la storia  |      
Autore: Selene Silver    23/08/2011    3 recensioni
«Posso rimanere qui? Solo finché il sole non sarà sorto, e gli incubi non se ne saranno andati.» Sembrava quasi implorarlo, lì davanti a lui con i vestiti e i capelli zuppi di sudore, alcol e altre schifezze che non voleva sapere. I suoi occhioni scuri riflettevano terrore puro e semplice, e le mani che si stropicciava convulsamente non facevano che aumentare la sensazione di imbarazzo che si era creata fra di loro.
John si era scostato per lasciarlo entrare. «Puoi… puoi rimanere tutto il tempo che vuoi, Keith.»

BUON COMPLEANNO, MOONIE!
P.S.: Ho messo "slash" negli avvertimenti, ma in realtà è più una shonen-ai ^^
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Thank you


La prima volta che era successo era stato durante uno dei primi tour; John, che prima di allora aveva sempre visto in Moon nient'altro che un pazzo cucciolo in cerca di divertimento, indistruttibile e irrefrenabile, si era trovato davanti null'altro che un bambino terrorizzato dalla notte.
«Posso rimanere qui? Solo finché il sole non sarà sorto, e gli incubi non se ne saranno andati.» Sembrava quasi implorarlo, lì davanti a lui con i vestiti e i capelli zuppi di sudore, alcol e altre schifezze che non voleva sapere. I suoi occhioni scuri riflettevano terrore puro e semplice, e le mani che si stropicciava convulsamente non facevano che aumentare la sensazione di imbarazzo che si era creata fra di loro. 
John si era scostato per lasciarlo entrare. «Puoi… puoi rimanere tutto il tempo che vuoi, Keith.»
Col tempo era arrivato a desiderare quelle visite nel cuore della notte, e si faceva prendere dal panico ogni volta che lui non arrivava, tirando poi un sospiro di sollievo la mattina dopo, quando lo vedeva nel bar dell'albergo.
Aveva paura che sparisse. Perché Keith, nonostante le apparenze, era tutto meno che indistruttibile.

Aprì la porta e se lo trovò davanti. Keith gli cadde addosso, sporco di sudore e vomito, gli occhi sgranati e il passo barcollante, ubriaco fradicio e perso nei meandri oscuri di un trip che, a giudicare dalle tracce di lacrime sul suo viso, doveva essere terribile. Nonostante tutto, Entwistle si sentì onorato che fosse andato a cercare lui.
«Posso rimanere qui?» farfugliò Moon, aggrappandosi al bavero della sua giacca.
John lo sostenne e lo fece entrare nella sua camera d'albergo senza rispondere, tanto la risposta era ovvia. Nessuno avrebbe avuto il cuore di lasciarlo là fuori da solo, indifeso com'era.
Una volta dentro chiuse la porta e lo aiutò a togliersi i vestiti sporchi e puzzolenti, gettandoli nauseato in un angolo. Moonie si mise a ridere, un risolino imbarazzato e un po' folle. «Vuoi strapparmi i vestiti di dosso, Johnny?» domandò, la voce impastata e innaturalmente acuta.
«Non correre troppo con la fantasia, Moon» lo rimbeccò, arrossendo e guidandolo in bagno.
Lì gli tolse anche le mutande e lo fece entrare nella vasca per lavargli via il sudore e la sporcizia dal corpo. Moonie rabbrividiva a contatto con l'acqua, e tentava in tutti i modi di non farsi finire i capelli insaponati negli occhi, spostandoli con le mani che gli tremavano.
Infine lo sciacquò e lo fece alzare, lasciandogli un asciugamano per andare a cercargli dei vestiti puliti. Keith infilò i pantaloni di lino e la maglietta che lui gli porgeva, che gli stavano entrambi larghi, e poi gli fece un mezzo sorriso imbarazzato; sembrava più in sé, dopo la doccia.
«Scusa, John» mormorò. «Non voglio disturbarti.»
«Keith…» gli si avvicinò e lo abbracciò. «Non mi dai fastidio, te l'ho già detto mille volte.»
Moon si lasciò andare contro di lui. «È solo che…» la sua voce era debole. «È solo che ho paura.»
John lo guidò fino al letto, facendolo stendere. Gli si sedette accanto ed iniziò ad accarezzargli i capelli dolcemente. «Cosa devo fare con te, Moonie?»
Keith sorrise lievemente, chiudendo gli occhi. «Sdraiati accanto a me.»
Lui obbedì, l'altro lo abbracciò. «Grazie di esistere.»



Credits titolo: Led Zeppelin - Thank you



BUON COMPLEANNO, KEITH! Spero che stiate facendo una grande festa, laggiù/lassù nel paradiso/inferno delle rockstar, con tanto di fuochi d'artificio, torte e una notte di fuoco col tuo amato John.
Spero che chiunque abbia letto la merda che ho scritto per il compleanno di Robbé mi perdonerà leggendo questa, che ho tenuto in caldo da tanto tempo. L'idea di Moonie che va a farsi consolare da Enty a tarda notte mi pare così naturale e ovvia che penso sia successo davvero.
E ho scelto Thank you come titolo 1, perché stavo ascoltando quella canzone meravigliosa mentre scrivevo, e 2, perché penso che infondo si adatti abbastanza sia alla storia che alla relazione di John e Keith. (E POI IO NON CI CREDO CHE ROBERT AVEVA SCRITTO IL TESTO PER MAUREEN, NO, È DI SICURO PER JIMMY!)
Okay. Non ricordo più cosa volevo dire, quindi grazie per la lettura, ancora buon compleanno al piccolo Keef e adios!
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Who / Vai alla pagina dell'autore: Selene Silver