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Autore: _Breath    24/08/2011    5 recensioni
Astoria aveva un sorriso orribile, proprio come lui.
Quando provava a increspare le labbra non le usciva altro che uno sghembo incurvarsi di labbra, così salato e fastidioso da mettergli sempre angoscia.
L’alba dei morti viventi; questo era il pensiero costante che invadeva la mente di lui quando osservava sorridere la ragazza. Non che fosse un uomo di poco tatto, ma vedere una figura scheletrica, minuta, sorridere maliziosamente e freddamente non faceva che ricordargli le fredde terre dell’Inferno.
Ma Lui l’amava.
Nonostante avesse visto sul bel viso magro della consorte solo cinque sorrisi veri, lui l’amava.
Amava i cinque episodi ai quali lei aveva donato il sorriso e amava anche la rarità che essi celavano.
Perché Astoria aveva sorriso solo quando erano stati fidanzati, un anello di fidanzamento al suo dito. Aveva sorriso quando si erano sposati, davanti al prete.
Aveva sorriso quando era nato loro figlio, Scorpius, e quando questi guardandola aveva detto la sua prima parola: “ì ‘mo”.
E aveva sorriso anche quando lui aveva fatto eco al bambino, abbracciandola per la vita stretta e ossuta, facendo scontrare i loro piedi completamente diversi per poi giocare con la sua mano, quella sinistra, pronunciando un “ Ti amo” che dava molta più soddisfazione di quello di suo figlio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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A Gaia.
Se ricordo bene, ho letto che ti piace tanto lui.
Bhè.. quell’amica di cui ti ho parlato- che però non mi ha chiesto niente- sei tu.
Spero tu apprezzerai.
A Gaia.
Grazie.
Grazie per tutto; i nostri 18 si avvicinano.
-M.
ì ' mo.
Era piccola.
Molto più piccola di lui, eppure aveva qualcosa.
Non era bella; sua sorella Daphne lo era molto di più e non era nemmeno alta o snella.
Non gli era devota; solo Pansy si era spinta tanto in basso da baciare la terra su cui camminava o fare legge di ogni sua parola.
Non aveva i capelli lisci e lunghi come quelli della Barbie che un principe come lui esigeva, ma li aveva mossi e di una lunghezza media, biondi, come quelli di una scolara indecisa che non sa ancora bene quello che vuole.
Non era dolce come la Granger- quella stupida, stupidissima Granger-, e non era nemmeno intelligente, di quell’intelligenza fastidiosa che ti fa sentire soggetto di ogni sua analisi.
No.
Astoria Greengrass era diversamente bella, sì, ma di una bellezza soggettiva quasi letale e spinosa.
Era minuta, bassa, sottile e leggermente piatta con gli occhi immensamente verdi tanto simili alla pelle di un Basilisco e le labbra fini non erano niente in confronto a quelle carnose di Daphne o rosse di Pansy.
Non portava gonne inguinali o camicette sbottonate, ma anzi con diffidenza indossava i suoi capi con una disinvoltura molto più attraente delle altre donne.
Aveva dei piedi piccoli, non da fata, ma da gnomo.
Draco lo avrebbe definito da elfo e la cosa non faceva che disgustarlo enormemente quando questi casualmente urtava il suo; era come se stesse sfiorando Dobby il suo ex servitore che quel lurido Potter- lurido quanto quella stupidissima Granger- aveva liberato.
Astoria aveva delle mani delicate e minute che sembravano quelle di una bambina di cinque anni, così scheletriche e curate da dare l’impressione di parlare con un estretista Babbana ( o come diamine si chiamava, Draco non si era mai curato di documentarsi molto).
La sua vita era così piccola da poter essere stretta in un abbraccio senza nemmeno allargare molto il diametro delle braccia e suo padre Lucius alludeva sempre a sua zia Bellatrix come più formosa di lei anche dopo gli anni forzati ad Azkaban.
Non era divertente, non lo era per niente, ma Draco rideva lo stesso.
E poi il sorriso!
Astoria aveva un sorriso orribile, proprio come lui.
Quando provava a increspare le labbra non le usciva altro che uno sghembo incurvarsi di labbra, così salato e fastidioso da mettergli sempre angoscia.
L’alba dei morti viventi; questo era il pensiero costante che invadeva la mente di lui quando osservava sorridere la ragazza. Non che fosse un uomo di poco tatto, ma vedere una figura scheletrica, minuta, sorridere maliziosamente e freddamente non faceva che ricordargli le fredde terre dell’Inferno.
Ma Lui l’amava.
Nonostante avesse visto sul bel viso magro della consorte solo cinque sorrisi veri, lui l’amava.
Amava i cinque episodi ai quali lei aveva donato il sorriso e amava anche la rarità che essi celavano.
Perché Astoria aveva sorriso solo quando erano stati fidanzati, un anello di fidanzamento al suo dito. Aveva sorriso quando si erano sposati, davanti al prete- Mago, nonostante il suo odio per i Babbani era andato scemando da quando L’Oscuro Signore era caduto.-
Aveva sorriso quando era nato loro figlio, Scorpius, e quando questi guardandola aveva detto la sua prima parola: “ì ‘mo”.
E aveva sorriso anche quando lui aveva fatto eco al bambino, abbracciandola per la vita stretta e ossuta, facendo scontrare i loro piedi completamente diversi per poi giocare con la sua mano, quella sinistra, pronunciando un “ Ti amo” che dava molta più soddisfazione di quello di suo figlio.
Perché Draco Malfoy, nonostante tutto, amava davvero sua moglie e quello che era andato a creare con lei accanto.
Nonostante lei non fosse sua sorella; nonostante lei non lo elogiasse come Pansy.
Anzi, forse l’amava pure di più proprio per non essere loro, ma per essere Serpeverde fino al midollo, dentro le vene, fino a sotto l’anima, malvagia, cattiva, con un sorriso crudo e spento eppure tanto dolce se lo si sapeva aspettare con decisione.
E infondo si sa.. Draco Malfoy è patriota.
Molto, direi.

  
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