Non ignorarmi
Al bar Levis
Disteso sul letto, Chad guardava il
piccolo schermo del suo cellulare lampeggiare freneticamente. Chiuse il libro
di matematica e lo appoggiò accanto a sé, poco soddisfatto. Era
la terza volta che rileggeva la stessa storia ma non c’era niente da
fare, la matematica non era per lui.
Guardò la
sua sveglia, si stiracchiò e si alzò.
-su, alzati e
cammina- si disse allegro. Di fronte allo specchio dell’armadio si
sistemò i capelli e il maglione, afferrò il cellulare dal letto e
lo mise in tasca. Non aveva ancora smesso di vibrare ma non gli importava per
ora. Richiuse con un piede la porta della sua stanza e si diresse verso
l’uscita della sua piccola dimora.
Quella sera
sarebbe andato al bar Levis per dimenticare quella pessima giornata e magari
cercare di migliorarla.
Fuori era
già buio. La foschia aveva coperto tutto il piano stradale, solamente la
sommità dei piloni riusciva a superare la spessa coltre.
A causa della
scarsa visibilità Chad impiegò più del solito per arrivare
dove tutti gli alunni della sua scuola si davano appuntamento per proteggersi
dai venti freddi.
Una volta
arrivato al Levis notò che era già strapieno. Certo, c’era
ben poco di cui stupirsi. I suoi amici erano seduti in fondo alla sala e lui li
raggiunse, ignaro di ciò che sarebbe accaduto a momenti.
Maria, la
cameriera con i capelli corti, una figurina sottile dentro una camicetta a
quadretti teneva miracolosamente in equilibrio un vassoio pieno di bottiglie.
Con il blocco delle ordinazioni nel grembiule andava e veniva dalla cucina al
banco, dal bar ai tavolini e dalla sala allo sportello della lavapiatti.
La porta si
aprì, Maria conosce bene chi sta entrando e l’accoglie con un
sorriso.
-Lucas!!tavolo
10!Sbrigati, mancava solo che mi sedessi sopra per tenertelo, vi porto subito
un po’di caffè.
Lucas era appena
arrivato ma non era da solo. Si era presentato in compagnia di una Amy
imbarazzata e a disagio. Quel posto non era adatto a lei ma Lucas aveva
insistito cosi tanto nel portarla che si era dovuta arrendere a tanta
ostinazione.
I due andarono a
sedersi dove li era stato ordinato mentre Lucas continuava a rassicurare la
ragazza.
-è un bel
posto non trovi?- chiese il ragazzo sorridendo a fatica.
Il dolore di quel
pugno non era ancora sparito del tutto ma cercava comunque di non darlo a
vedere. Sarebbe stato troppo poco virile fare il contrario.
-si, è
vero…
Solo che non era
per niente a suo agio lì. Sapeva infatti che quello era il posto
preferito di Chad e sapeva che aveva il 99 per cento delle probabilità
di trovarselo davanti.
Chad che fino a
quel momento era rimasto immobile si congedò dai suoi amici con poco
garbo per fermarsi all’altezza del tavolo di quello stronzo.
Lucas
sospirò prima di alzarsi per affrontare la sua nemesi e, chissà,
magari anche per contraccambiare il piccolo presente che gli aveva lasciato sul
labbro.
-che ci fai qui?-
-anche se ti
risulterà difficile crederci sono venuto a prendermi qualcosa da bere-
-tu stai zitto.
Non parlo con te. Allora Amy. Rispondimi. Cosa ci fai qui insieme a questa
bestia?-
Dire che era
irato sarebbe un eufemismo. Amy alzò lo sguardo per osservarlo meglio
anche se ciò non cambiava il fatto che non sapeva cosa rispondere.
Pensava solamente che lei non sarebbe dovuta venire. Che lei non sarebbe dovuta
essere li.
Strinse i pugni
per farsi forza da sola.
-che ti importa?
Questo è un luogo pubblico-
Lucas fu fiero di
quella risposta.
-l’hai
sentita ? Ora puoi anche andartene. Nessuno qui sentirà la tua mancanza.
Chad
ignorò completamente il commento di quello che lui considerava come
terzo incomodo e cercò di calmarsi prima di rivolgersi ancora alla
ragazza.
-non è il
posto per te-
Ed era vero.
In quel bar si
andava solo per due motivi: bere e scopare. Chad lo sapeva bene. Lui e Lucas
sguazzavano dentro questo stile di vita da anni e lui non voleva che Amy
diventasse la bambolina di Lucas. Non l’avrebbe permesso.
-vai via, per
favore, Chad. Ricorda la tua promessa.
Tsk!al diavolo la
promessa.
Non era mai stato
il tipo di ragazzo che teneva fede alla parola data e non era mai stato cosi
fiero di questo suo difetto.
-ti accompagno a
casa. Alzati e andiamo.
Amy fece fatica a
credere alle sue orecchie e l’atmosfera che regnava in quel momento era
decisamente tetra. Non voleva essere la causa di un'altra rissa tra quei due,
ecco perché decise di alzarsi, prendere le sue cose e di stringere la
mano di Lucas.
-andiamo via,
Lucas. Ti prego.
-come vuoi Amy.
Lucas sorrise
soddisfatto mentre accompagnava la ragazza fuori dal bar. I due non fecero in
tempo ad allontanarsi che Chad esasperato prese la mano di Amy per avvicinarla
a lui.
-tu devi venire
con me.
-lasciala andare
Chad!!
-Amy…devo
parlarti…..- i suoi occhi verdi la stavano fulminando e lei non riusciva
a staccargli gli occhi di dosso – per favore…-
Aveva detto per
favore…Amy rimase colpita, ma non quanto Chad stesso che allontanò
subito il viso dal suo.
-okay-
-ma,
Amy…-Lucas non riusciva a credere alle sue orecchie.
-perdonami Lucas.
Ma se vorrai domani sarebbe una splendida giornata per uscire ancora.
Era impossibile
arrabbiarsi con quella dolce ragazza.
-come
vuoi…ma se ti dà problemi sai qual è il mio numero-
Lucas e Chad non
smettevano di guardarsi in cagnesco fino a quando Lucas non decise di andare
via e di raggiungere il parcheggio della sua macchina.
Sperava vivamente
che quel deficiente non la ipnotizzasse come faceva con tutte le altre
ragazzine.
Una ragazza come
Amy era un tesoro troppo prezioso perché potesse essere custodito da
Chad Devon e questo era un dato di fatto.
-allora, cosa
vuoi dirmi esattamente.
Chad sentì
solo una sirena risalire lungo la Heming street prima di cacciare le mani in
tasca e contrarre le spalle.
Ora che erano
rimasti da soli onestamente non sapeva esattamente cosa dirle.
-mi hai stufato
Chad.ti comporti come se ti importassi, ma lo sappiamo entrambi che non
è cosi. allora perché ti ostini a fare queste scenate?
-lui vuole solo
portarti a letto! Te l’ho detto che non fa per te.
I suoi occhi
verdi non avevano il coraggio di guardarla. Aveva paura. Lui aveva paura di
quello che provava. Dei suoi sentimenti.
Ora finalmente
l’aveva capito.
Quando
l’aveva vista insieme a quel verme, l’aveva capito. Ma non voleva
assolutamente ammetterlo.
-e allora?-
urlò lei furiosa- è la mia vita.
-non puoi davvero
amare uno come lui, Amy-
Un sorriso amaro
comparve sulle labbra della ragazza.
Purtroppo Chad si
sbagliava di grosso.
Lei amava davvero
uno come lui.
Uno come Chad
Devon.
Prima
di tutto vorrei scusarmi con tutte voi care lettrici!!!so di essere in enorme
ritardo con l’aggiornamento. Ma prometto di non lasciare più cosi
questa storia.
Grazie
a tutti voi per seguire questa storia.
So
che come capitolo non è lunghissimo ma è cosi semplicemente
perché aggiornerò frequentemente, quindi tranquille!!
La
vostra Machi!^-^