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Autore: Panda_chan    24/08/2011    5 recensioni
Aveva sperato di poter almeno coinvolgere le due ragazze in un dialogo costruttivo fino all’arrivo allo stabilimento, ma il chiacchiericcio vivace proveniente dai sedili posteriori lo disilluse immediatamente.
“Questo cos’è?”
Magnifico. Il dobe aveva deciso di iniziare a scocciare già da subito.
“Il pulsante di riscaldamento dei sedili. Sono quaranta gradi all’ombra fuori, quindi ti pregherei di non premerlo.”
“Ok. E questo?”
“Quello è il pulsante di accensione del navigatore satellitare.”
“Ah. E perché non lo accendi?”
“Perché per un viaggio di nemmeno un’ora per una strada che conosco non è necessario, baka.”
“Oh. Certo. E qui?”
“Quello è il controllo stabilità dell’auto, Naruto, quindi ti prego, non toccare.”

[Terza classificata al contest: “Holiday: I’m coming!” di MulticoloR]
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Fanfiction scritta per il contest “Holiday: I’m coming!” di MulticoloR, e classificatasi terza.
Buona lettura! ^^

 

 

Sette consigli utili per una perfetta giornata al mare

 

#1: Bagagli
Preparate tutto l’occorrente in una borsa, premurandovi di non dimenticare nulla che potrebbe servirvi e di non scordare nemmeno di aggiungere qualcosa da fare sotto l’ombrellone.
Non riempite la vostra borsa troppo o troppo poco, e cercate di pensare a quanto vi divertirete nel vostro momento di riposo.

Sasuke Uchiha era relativamente certo che se non fossero stati sufficienti il lavoro, lo stress, la frenesia della vita moderna e tutta quell’accozzaglia di cretinate a metterlo psicologicamente KO il colpo di grazia l’avrebbe ricevuto proprio da quello che avrebbe dovuto sollevarlo dall’opprimente vita quotidiana di tutto l’anno: le vacanze.
Probabilmente per il resto della popolazione mondiale le ferie erano un’occasione di svago, riposo e relax, ma altrettanto probabilmente, realizzò osservando lo stato della casa in cui conviveva da qualche mese con la sua fidanzata, il resto della popolazione mondiale non aveva quotidianamente a che fare con Sakura Haruno.
“Allora, Sas’ke, preferisci le felpa blu o quella grigia da portare via?”
“Sakura, ti ho già detto che non fa differenza. Partiamo per una giornata al mare, non per un mese nella steppa asiatica. Per favore.”
“Ma nel caso tirasse vento…”
“Quella blu.”
“Quella grigia ti sta meglio, però.”
Diplomaticamente e molto magnanimamente, l’Uchiha pensò bene di lasciar cadere il discorso, perché se le avesse risposto, come peraltro meritava, che quand’era così poteva pure arrangiarsi a preparare la  borsa per l’indomani ne sarebbe seguita un’interminabile discussione e lui preferiva mantenere quanto più possibile intatti i suoi nervi.
Che peraltro sarebbero stati sufficientemente messi alla prova il giorno dopo, dato che al mare con loro sarebbero venuti anche il suo migliore amico Naruto Uzumaki e la sua fidanzata, Hinata Hyuuga.
“Per il costume ti prendo quello nero, va bene?” La voce della sua ragazza lo riscosse dalle fosche previsioni per il giorno dopo.
“Come ti pare. Non lasciare a casa il pranzo.”
“Non ti preoccupare, nessuno ti priverà della tua diletta insalata di pomodori, principe. Puoi prendere il flacone di crema solare in bagno?”
“Avevi detto che ti saresti occupata tu dei preparativi. Erano i patti, ricordi? Io avrei accettato di sfondarmi di noie e seccature per l’intera giornata di domani, e tu avresti preparato le borse.”
“Ho, capito, devo arrangiarmi come al solito.”
“Ti ho scelta perché sei arguta.”
“Ma sentilo… Scelta.
La ragazza uscì dal bagno con la crema che cercava e la infilò con il resto nella borsa.
“Potresti anche fingere che ti faccia piacere venire con noi domani. Ti fa solo bene respirare un po’ d’aria di mare e vedere un po’ di gente. Durante l’anno sei sempre concentrato sul lavoro, e quando non torni tardi ti chiudi in studio a lavorare fino a sera. Adesso che sei in ferie almeno rilassati…”
“Il problema è che mi rilasserei perfettamente a casa, senza chiasso intorno, magari dormendo fino a tardi e non alzandomi all’alba per andare in un posto affollato e caotico dove non potrò in nessun caso starmene un po’ in pace.”
“Sei un asociale.”
“Sei insopportabile.”
Sakura non si impressionò troppo per l’ultima battuta del fidanzato, che peraltro era stata pronunciata con un mezzo sorriso, perché ormai Sasuke gliela ripeteva con cadenza quasi giornaliera e senza che dietro di essa si celasse la reale convinzione che lei fosse seccante.
Dopotutto, lui era perfettamente consapevole di avere un carattere difficile e lei sapeva benissimo che, se aveva accettato di venire con loro l’indomani, era solo perché ammetteva per primo che una giornata di svago con i suoi amici e la sua ragazza poteva veramente fargli bene.
“Se vuoi metto in borsa anche il libro che stai leggendo, così puoi distrarti sotto l’ombrellone, domani.”
“Attenta che non si rovini.”
Dopo circa tre quarti d’ora, tutto il necessario era stato distribuito e stipato nella sacca della palestra di Sasuke e in una delle borse più grandi di Sakura, ed entrambe erano state caricate nel bagagliaio della macchina di Sasuke; il pranzo sarebbe stato riposto la mattina dopo in un recipiente termico e solo allora caricato con il resto.
Cenarono come al solito, con Sakura che chiacchierava leggera e lui che rispondeva con qualche mugugno, limitandosi più che altro ad ascoltare, quindi si coricarono.
“Non vedo l’ora che sia domani” esclamò Sakura mentre si infilavano sotto le coperte, ridacchiando ilare alla prospettiva di rimanere ad abbronzarsi sotto il sole tutta la giornata in compagnia di Hinata.
“Sarà la mia condanna” sbuffò ironicamente Sasuke, cingendole la vita e chiudendo gli occhi.

 

 

Analoga situazione si era verificata in casa Uzumaki, anche se naturalmente i caratteri diversi determinavano diverse reazioni.
“Hinataaaaaaaaaa!”
“Che cosa c’è, Naruto?”
“Non trovo il mio costume! E neanche il ricambio per la maglietta!”
“Le ho già messe in valigia io, caro.”
“Ow. Grazie!”
L’esagitato ragazzo biondo si chinò per dare un bacio sulla guancia alla sua fidanzata, che ridacchiò condiscendente, abituata agli scatti entusiastici di Naruto Uzumaki.
D’altronde lei, Hinata Hyuuga, era una ragazza tranquilla e placida, paziente e sempre gentile, pur se molto timida, quindi era proprio la ragazza perfetta per lui, che con il suo carattere espansivo a volte era difficile da assecondare.
“A proposito, sei proprio sicuro che sia necessario portare la valigia grande, Naruto?”
“Beh, ma certo! Altrimenti dove mettiamo la palla, i racchettoni, l’aquilone…?”
“Ma andiamo via unicamente una giornata…”
“Certo, ma ci sarà da divertirsi! Innanzitutto devo sfidare Sas’ke ai racchettoni o a ping pong, se troviamo un tavolo, poi-”
“Naruto, andiamo al mare per riposarci, lo sai che-”
“Lo so, lo so. Sas’ke è sotto pressione per via di suo padre, che vuole che lui prenda il posto di Itachi come amministratore delegato delle aziende Uchiha, visto che lui vuole lasciare. Sas’ke ovviamente non vuole eccetera eccetera. Ma è per questo che domani deve essere una giornata piena! Deve imparare anche lui a distrarsi!”
“Come vuoi, dopotutto lo conosci meglio di me, visto che è il tuo migliore amico. Solo, cerca di non stressarlo troppo, mh?”
Il ragazzo si avvicinò per abbracciarla e lasciarle un bacio leggero e scherzoso sulla punta del naso.
“Va bene, promesso.”
Lei ridacchiò divertita al sorriso di lui, dall’aria un po’ birbante.
I suoi sorrisi avevano sempre l’impagabile dote di essere contagiosi.
“Il pranzo è già pronto, no?”
Hinata assunse un’espressione un po’ esasperata e si avvicinò al frigo, aprendone lo sportello.
All’interno erano stipate una decina di scatole di plastica per alimenti, contenenti colazione, merenda, pranzo, spuntino, merenda pomeridiana e cena per il fidanzato.
“Che dici, te le fai bastare?”
Naruto assunse un’espressione fintamente dubbiosa, come a volerci pensare su, poi scoppiò a ridere, incapace di trattenersi oltre, e replicò: “Vedrò di adattarmi.”
“Bisognerà trovare una borsa solo per il cibo, altroché. Non riuscirei mai a farci stare tutto nella valigia, anche se  è quella grande.”
“Sono sicuro che la mia genialissima fidanzata troverà una soluzione assolutamente valida.”
A sera, prima di andare a dormire, la valigia e la borsa per le cibarie erano accuratamente preparati in ingresso, pronti ad essere caricati sulla macchina di Sasuke la mattina dopo.

 

# 2: Viaggio
Decidete in anticipo l’itinerario da seguire e premuratevi di non affidarvi unicamente alla vostra memoria.
Sarebbe anche consigliabile concordare con eventuali accompagnatori che vengano con voi un orario per il ritrovo così da non ritrovarsi in ritardo sulla tabella di marcia.

Incomprensibilmente, non appena udì la sveglia suonare Sasuke avvertì come una sorta di sventura gravare sulla propria testa.
Ad un qualunque altro ascoltatore il suono della sveglia sarebbe parso normalissimo, infatti anche Sakura si era levata in piedi con calma senza nessuna reazione inconsulta.
Dunque, evidentemente, se la suoneria sembrava improvvisamente dirgli ‘sta suonando l’ora X’ il problema riguardava probabilmente solo lui.
Stoicamente si alzò per fare colazione, quindi appena vestito scese in cucina e trangugiò il the con biscotti preparato da Sakura.
La sua fidanzata dal canto suo stava riponendo nella borsa termica il pranzo per la giornata.
“Non avverti anche tu… Come una sorta di presagio… Disgrazia imminente?”
“Ma dai, scemo. Cosa vuoi che succeda, sarà l’ennesima volta che ti ripeto che è solo una giornata al mare e che ci divertiremo. Ma ti ostini a non darmi retta…”
“Non è che io non ti dia retta, Sakura. Il grande problema è che trovo la tua prospettiva inverosimile.”
“Uff, come sei negativo.”
“Sono realista. Vorrei capire perché ad essere realisti  oggi si viene sempre tacciati di negatività.”
“Dai, filosofo, porta in macchina la borsa del pranzo. Poi dobbiamo sbrigarci, eravamo d’accordo con Naruto di andarli a prendere intorno alle otto, e sono già le sette e mezza.”
“E capirai, il dobe non scenderà comunque prima delle nove.”
Una volta terminata la colazione e finiti tutti i preparativi, Sakura si sedette sul sedile del passeggero mentre Sasuke si accomodò alla guida della sua auto elegante ed accessoriata che per i vantaggi che offriva era stata scelta al posto della macchina di Naruto, altrettanto nuova ma più piccola.
Arrivarono al condominio di Naruto e Hinata all’ineccepibile orario delle otto meno cinque, ma ben presto scoprirono che i foschi pronostici di Sasuke erano decisamente azzeccati.
Infatti alle nove e un quarto erano ancora fermi lì sotto, con Hinata che, mortificata, si era affacciata già tre volte alla finestra per scusarsi del tremendo ritardo.
Sakura si era affrettata a dire che non c’era nessun problema, mentre Sasuke, dal canto suo, era rimasto seduto in macchina, consapevole che, nel caso fosse sceso, si sarebbe lanciato in una serie di improperi irripetibili rivolti all’amico biondo, cosa che preferiva evitare non tanto perché lui potesse offendersi, quanto perché Sakura poi avrebbe sicuramente tentato di rompergli la testa.
Finalmente, alle 09:22 secondo l’orologio del cruscotto, Naruto era emerso dalle scale del condominio trascinandosi dietro la valigia con la stessa espressione del guerriero che esce vittorioso dalle fauci del drago recando la perla da portare alla principessa; Hinata lo seguiva, rassegnata, e quando li salutò si scusò un’ultima volta con un’aria talmente dispiaciuta che perfino Sasuke si sentì propenso a  risponderle di non preoccuparsi.
In effetti, era sicuro che la colpa fosse del baka, e la conferma non tardò ad arrivare.
“Scusate tanto per il ritardo” esordì infatti Naruto “ma stamattina non mi ricordavo se avevo messo in valigia anche il coccodrillo gonfiabile, quindi l’ho svuotata tutta per accertarmene, ma poi mi sono accorto che non c’era davvero e mi sono messo a cercarlo per casa, salvo poi rendermi conto che l’avevo lasciato in garage, e-”
“E potevamo essere già arrivati, a quest’ora, razza di testa quadra.”
“Che palle, teme! Devi sempre essere così fiscale! Non mi chiedi cosa ci facciamo col coccodrillo gonfiabile?”
“No. Preferisco non saperlo.”
Con un’occhiata di disappunto alla valigia di Naruto, che effettivamente aveva dimensioni preoccupanti, Sasuke aprì il bagagliaio così che potesse essere caricata e loro potessero finalmente partire.
“Sakura-chan, posso sedermi davanti con Sas’ke, per favore?” chiese Naruto con fare innocente.
“Sì, certo” rispose sorridendo lei.
“NO!” ruggì Sasuke.
Lo stabilimento balneare non era lontano, e il viaggio non sarebbe durato più di un’oretta, ma sarebbe stato sufficiente a farlo ammattire se avesse consentito al baka di sedersi di fianco a lui.
“Avanti, Sas’ke, io volevo parlare con Hinata, non fare il difficile” lo riprese Sakura.
Maledetta traditrice.
“Uff, e va bene.” sbuffò.
Hinata sorrise dolcemente. “Grazie, Sasuke-kun.”
“Non c’è di che.” fece lui, lugubre.
Estremamente soddisfatto, Naruto si accomodò sul sedile accanto a quello dell’amico, che mise in moto l’auto con un gesto stizzoso della mano.
“Certo che è proprio un bolide, questo, eh” osservò Naruto, guardando le levette e i bottoncini del cruscotto.
“Mh.” fu la laconica quanto significativa risposta di Sasuke.
Aveva sperato di poter almeno coinvolgere le due ragazze in un dialogo costruttivo fino all’arrivo allo stabilimento, ma il chiacchiericcio vivace proveniente dai sedili posteriori lo disilluse immediatamente.
“Questo cos’è?”
Magnifico. Il dobe aveva deciso di iniziare a scocciare già da subito.
“Il pulsante di riscaldamento dei sedili. Sono quaranta gradi all’ombra fuori, quindi ti pregherei di non premerlo.”
“Ok. E questo?”
“Quello è il pulsante di accensione del navigatore satellitare.”
“Ah. E perché non lo accendi?”
“Perché per un viaggio di nemmeno un’ora per una strada che conosco non è necessario, baka.”
“Oh. Certo. E qui?”
“Quello è il controllo stabilità dell’auto, Naruto, quindi ti prego, non toccare.
“Uh, che noioso! Va bene, va bene, non tocco!”
“Alleluia, aggiungerei.”
Per qualche minuto scese il silenzio tra i due, rotto solo dalle parole delle due ragazze, che chiacchieravano  delle cose che potevano fare una volta arrivate.
“Potremmo entrare subito in acqua” propose Sakura, entusiasta.
“A dire il vero io vorrei sdraiarmi un po’ sotto l’ombrellone a leggere o ad ascoltare musica in tranquillità” disse Hinata pensierosa.
“Approvo” s’inserì Sasuke, nella speranza di riuscire a riposarsi davvero almeno fino all’ora di pranzo.
“Eeeeh?” intervenne Naruto. “Non vorrai mica buttarti a prendere il sole come una femminuccia?”
“Ho detto che voglio farlo?”
“Questo è quello che si capisce!”
“Questo è quello che capisci tu, che è ben diverso.”
“Ha parlato il genio.”
“Naruto, adesso basta.” decretò Hinata, con voce sorprendentemente ferma.
Sasuke si stupì, pur non dandolo a vedere come il suo solito, Sakura invece sorrise.
Hinata era la primogenita di un importante imprenditore, Hiashi Hyuuga; educata con freddezza e austerità fin da piccola, aveva sempre avuto un carattere molto timido che spesso l’aveva penalizzata.
Quando aveva incontrato Naruto, però, aveva finalmente trovato qualcuno che credeva in lei e che l’aveva aiutata a stringere nuove amicizie, così che anche il suo carattere si era molto aperto e lei aveva potuto superare le paure che l’avevano vincolata fin da bambina.
Il modo in cui si era appena rivolta a Naruto, cui inizialmente non riusciva nemmeno a dire una parola,  ne era la riprova.
“Va beeeeene, la smetto” rispose Naruto, solerte.
Erano circa a metà del viaggio ormai, e per un po’ regnò un silenzio assoluto, visto che Sakura e Hinata ascoltavano la musica dall’MP3 di quest’ultima mentre Naruto sembrava voler stare in silenzio.
Sasuke stava giusto ringraziando una qualche divinità evidentemente esistente per i cinque minuti di tregua, quando improvvisamente l’amico parlò di nuovo.
“Guarda che hai passato lo svincolo.”
“Cos…” Sasuke osservò i cartelli febbrilmente, disorientato per un attimo dall’uscita dell’altro, poi si rasserenò. “Il nostro è il prossimo.”
“No che non è il prossimo, zuccone. Era quello che abbiamo appena sorpassato.”
No, perché le poche volte in cui sono andato allo stabilimento sono uscito a quello svincolo, e sono sempre arrivato.”
“Ma se-”
Ma se accendeste adesso il navigatore potremmo avere la certezza che siamo sulla strada giusta e magari arrivare ad un orario accettabile” intervenne Sakura con tono deciso.
Nessuno dei due poté ribattere ad un ragionamento tanto logico, così Sasuke accese l’apparecchio che indicò, nel giro di qualche minuto, una strada cui nessuno dei due aveva pensato, il che fortunatamente evitò ulteriori disaccordi.
Dopo una ventina di minuti in cui i due ragazzi non mancarono di guardarsi prolungatamente in cagnesco, videro avvicinarsi il cartello che indicava l’entrata dello stabilimento balneare e Sakura e Hinata sospirarono di sollievo, scambiandosi un’occhiata complice.

 

#3: Arrivo e noleggio dell’ombrellone
Una volta arrivati, è consigliabile posteggiare l’auto nel parcheggio dello stabilimento scelto cercando il posto migliore perché non subisca danni in vostra assenza.
Munitevi di pazienza per il noleggio dell’ombrellone, e dopo essere giunti al vostro posto sistemate le vostre cose con calma.

Mentre si accomodavano poggiando le loro cose attorno ai due ombrelloni che erano finalmente riusciti a noleggiare, Sakura iniziò a pensare che forse avrebbe dovuto dare retta a Sasuke, declinare con cortesia l’invito dei loro amici e trascorrere qualche giorno a casa in pace.
Tali fosche riflessioni erano effettivamente avvalorate dalla situazione in cui versavano – e dall’espressione di Hinata comprese che lei la pensava allo stesso modo – perché non era certo piacevole ritrovarsi per una giornata insieme e dover guardare i propri fidanzati che ostentatamente guardavano verso direzioni opposte simulando il più totale disgusto reciproco.
Certo, bisognava ammettere che Naruto poteva evitare di insistere per posteggiare lui la macchina nuova di Sasuke nel parcheggio dello stabilimento, finendo per cozzare con una delle auto circostanti e provocando quel terrificante striscio chiaro sulla portiera dal lato del guidatore, che prima era nera e lucidissima.
In quel momento Sakura ricordava distintamente di aver poggiato con decisione la propria mano sull’avambraccio di Sasuke, non tanto per confortarlo dell’incidente accaduto – con il suo nome e i suoi soldi non ci avrebbe messo più di mezza giornata a farla uscire come nuova da una carrozzeria – quanto per trattenerlo, visto che le sembrava preoccupantemente determinato ad aprire in due la testa del proprio migliore amico. C’era anche da dire che lui aveva provato ad avvisare Naruto che lo sterzo era particolare e che bisognava saperla portare, quella macchina, e lui se ne era infischiato dicendo che una patente ce l’aveva e non voleva mamme rompiscatole che gli dicessero come usarla, quindi la rabbia di Sasuke era anche comprensibile.
Questo naturalmente non giustificava il fatto che il caro Uchiha avesse gratuitamente terrorizzato il vecchietto che assegnava gli ombrelloni della spiaggia solo per sfogare un po’ della rabbia e della frustrazione  che reprimeva.
Ovviamente il tutto si era tradotto nell’indignazione di Naruto per quel comportamento “da teme”, testuali parole, e il tutto era finito con il solito battibecco che era scemato dopo un paio di ceffoni ben assestati da entrambi.
Se non altro la situazione poteva dirsi quietata, seppur non distesa; Sasuke aveva accettato le scuse mortificate di Hinata per l’auto e Naruto aveva ascoltato con atteggiamento ringhioso quelle di Sakura per lo scatto d’ira di Sasuke.
In quel momento quest’ultimo, rimasto con il solo costume che aveva indossato sotto i vestiti, aveva aperto l’ombrellone per lui e Sakura, e una volta trascinato il lettino all’ombra si era sdraiato a leggere chiudendosi in un silenzio ostinato; Naruto, invece, aveva preso ad affaccendarsi con la pompa a pedale per gonfiare il coccodrillo, mentre Hinata appendeva con cura le loro cose ai ganci sporgenti dal loro ombrellone.
Col senno di poi, Sakura comprese che non avrebbe mai dovuto uscirsene con la frase che contribuì a rompere di nuovo l’equilibrio che si era creato, ma era anche vero che quando quei due erano contemporaneamente di cattivo umore qualunque cosa, anche la più banale, poteva indurli a discutere di nuovo.
“Sas’ke, mi spalmi la crema sulla schiena, per favore? Volevo prendere un po’ di sole.”
“Mpf. Sto leggendo.”
“E non potresti per favore posare un momento quel libro e aiutarmi? Solo un secondo, davvero.”
No, Sakura, non posso, perché altrimenti poi dovrei riprendere in mano il libro con le mani completamente coperte di crema e le pagine si macchierebbero irrimediabilmente.”
“Uff, ma guarda che razza di teme villano!” sbottò Naruto a quel punto, incapace di trattenersi oltre. “Sakura-chan, se è troppo pigro per mollare quel suo dannato libro vieni qui, te la spalmo io la crema.”
Gli occhi neri di Sasuke, fino a quel momento continuamente fissi sulle pagine, saettarono fulminei piantandosi in quelli azzurri di Naruto e osservandolo in tralice attraverso le ciocche corvine.
“No.”
“Come, teme?”
“Ho detto di no.”
“Ma se tu non vuoi…”
“Ma non per questo devi farlo tu, dobe.”
“Ehm… Posso farlo io, se volete…” intervenne Hinata, incerta.
“Non sarà necessario. Non ho più voglia di leggere.” Sostenne Sasuke con tono imperioso.
Naruto e Sakura si scambiarono uno sguardo d’intesa, per poi alzare gli occhi al cielo.
Era tipico di Sasuke piantare delle grane assurde solo per non dare a vedere quello che provava o per non esprimere un’opinione che giudicava inadeguata all’immagine che aveva creato di sé.
Sospirando, Sasuke posò il libro e si levò seduto sul lettino, mentre Sakura si sedeva accanto a  lui porgendogli la crema, che lui le spalmò su tutta la schiena con la sua intramontabile aria di sufficienza.
Hinata fece lo stesso con Naruto, visto che pareva incapace di rimanere fermo e in genere si lanciava sotto il sole rischiando di scottarsi.
Le due ragazze trascinarono al sole i loro asciugamani, mettendoli sufficientemente vicini da poter chiacchierare, mentre Sasuke, indossati gli occhiali da sole, si era ridisteso sul lettino.
Naruto dal canto suo aveva appena finito di gonfiare il suo coccodrillo, e lo guardava meditabondo.
Completamente dimentico delle discussioni precedenti, guardò prima il gonfiabile, poi il suo migliore amico, mentre un sogghigno preoccupante compariva sul suo viso.

 

#4: Bagno
È sempre prudente trovarsi nelle migliori condizioni prima di fare un bagno, ad esempio è opportuno aver già mangiato.
È importante rispettare le decisioni dei vostri accompagnatori e i loro tempi: non costringeteli ad entrare né schizzateli perché si bagnino più in fretta.
Evitate altresì di obbligarli a partecipare a giochi o simili: potrebbero volersi godere la nuotata in pace.

“Sas’keeee!”
“Cosa diavolo c’è, ora dobe? Io sono ancora offeso e se non erro lo eri anche tu.”
“Nah, acqua passata!”
“Ma sei scemo? Cinque minuti fa mi guardavi in cagnesco! E poi lo striscio sulla mia macchina non è acqua passata!”
“Uh, come la fai lunga! Dai, vieni a fare un bagno!”
No!”
“Guarda che sei una mammoletta!”
“Se lo ripeti ti uccido.”
“Dai, ho anche gonfiato il coccodrillo!”
“Sai cosa puoi farci col coccodrillo?”
“Certo! Posso portarlo in acqua così ci divertiamo!”
“Sasuke, perché non provi a lasciarti andare, ogni tanto?” s’intromise Sakura.
“Perché io l’avevo detto subito che volevo starmene in pace a leggere o a riposare. Non. Ho. Voglia. Di. Fare. Nessun. Bagno.” concluse, definitivo.
Naruto lo guardò, combattuto tra una nuova irritazione e il dispiacere, infine sospirò, e si sedette.
E sospirò. Si mosse. E sospirò nuovamente.
Dobe, la vuoi piantare?”
“Indovina qual è il prezzo perché io la pianti.”
Sasuke ringhiò qualcosa sottovoce, truce, per poi alzarsi da lettino con un’aria profondamente incarognita sbottando a Sakura che sarebbe stato di ritorno poco dopo.
“Ma fai con comodo e divertiti, io rimango qui a chiacchierare con Hinata.”
“Col cazzo. Sarò qui tra un quarto d’ora.”
Arrivò fino alla battigia, con Naruto che scorrazzava dietro di lui trascinandosi dietro l’arnese infernale gonfiabile.
Mise con calma i piedi in acqua, e sentendola fredda realizzò che davvero, non aveva voglia di entrare lì dentro. Con tutte quelle onde irritanti, poi…
Senza che avesse il tempo di rendersi perfettamente conto di ciò che stava succedendo, vide di fianco a sé qualcosa che sfrecciava a velocità incredibile verso l’acqua, e due secondi dopo Naruto gli sorrideva da un punto a circa quindici metri da lui, immerso nel mare con un’espressione decisamente soddisfatta.
“Allora, ti muovi?”
“Con calma, usuratonkachi.”
Notando la cautela con cui l’amico pareva appropinquarsi al mare, Naruto ebbe un moto di impazienza, e avvicinatosi con andatura sguazzante alla riva assestò un colpo ben piazzato all’acqua davanti a sé, che schizzò con eccezionale precisione in direzione di Sasuke, che a sua volta saltò indietro come una molla a causa degli spruzzi freddi.
“NARUTOBAKA! ORA TI ANNEGO!”
“See, mi anneghi! Perché non ci provi?”
Motivato dal nuovo piano per l’omicidio di Naruto, Sasuke si gettò completamente nell’acqua e dopo un brivido iniziale cominciò a nuotare in direzione dell’altro, che gli tirò addosso il coccodrillo gonfiabile come legittima difesa.
Il suddetto coccodrillo fu subito restituito al mittente con un lancio altrettanto mirato, e divenne immediatamente oggetto contundente per i tentativi di entrambi.
Dagli ombrelloni, comodamente sdraiate sugli asciugamani, le loro fidanzate li squadravano, incerte se preoccuparsi per i reciproci attacchi che i loro uomini si lanciavano, o ridere di loro perché si comportavano come bambini.
“Riusciremo a riportarli a casa integri e a ritornarci sane di mente, secondo te?” chiese Sakura con una risatina.
“Chissà” rispose Hinata, anche lei ridacchiando.

 

#5: Pranzo
Portate con voi i vostri cibi preferiti, se desiderate, ma ricordate di mantenervi leggeri e tenete presente che non tutti potrebbero condividere i vostri gusti.
È altresì consigliabile non abbuffarsi e mantenere un certo contegno, anche se vi trovate in un contesto informale quale può essere una giornata al mare.

“Hina-a-fan, mi paffi anco-a altro -amen,  pe- favo-e?”
La bocca di Naruto pareva dover scoppiare da un momento all’altro, spruzzando tagliatelle al miso tutt’intorno.
Dopo che erano ritornati dal bagno/battaglia mortale, i due ragazzi si erano seduti sui teli posizionati al sole per asciugarsi, e naturalmente dopo due nanosecondi Naruto aveva dichiarato di stare per morire di fame.
Sasuke aveva dovuto ammettere che, dopo essersi alzato presto e avere fatto una colazione piuttosto esigua, dopo il viaggio e dopo il bagno, effettivamente un certo languorino lo sentiva anche lui; ovviamente, piuttosto che concordare con il dobe, aveva preferito proclamare che solo le femminucce potevano avere bisogno di un pasto per risollevarsi dopo un banalissimo bagno in mare.
Naruto non aveva apprezzato l’intervento, chiaramente, perché gli aveva scoccato uno sguardo affilato e rivolgendosi ad Hinata le aveva chiesto di passargli lo spuntino.
Tale spuntino, stava osservando Sasuke, comprendeva una ciotola di ramen freddo, un panino, una focaccia, Coca-Cola e per finire un gelato semisciolto; tuttavia, dal momento che vide anche Hinata spiluccare con calma un’insalata di riso e Sakura estrarre il suo sandwich, decise che poteva anche lui degnare i comuni mortali con un pranzo in sua compagnia.
“Sakura, passami l’insalatiera.”
Masticando il panino, lei la estrasse dalla borsa e gliela aprì, rifilandogli anche la forchetta per mangiare.
Stava giusto per addentare la prima forchettata dei suoi adorati pomodori all’origano quando udì una sorta di sghignazzata sorda al suo fianco, e voltandosi vide Naruto sbellicarsi – per quanto il suono delle sue risate risultasse notevolmente attutito dalla quantità di cibo che stazionava nella sua bocca.
Una volta ingoiato l’enorme boccone, il ragazzo si lanciò in una risata aperta che gli valse un’occhiata di profonda avversione.
“Usuratonkachi. Che c’è?”
Pomodori? Siamo in vacanza, immersi tra i chioschetti di hamburger, hot dog, gelati e granite, e tu ti porti da casa i pomodori?”
Sapeva che erano il cibo preferito di Sasuke, naturalmente, perché erano diventati amici da molto piccoli e lui aveva sempre adorato quell’ortaggio, ma lo divertiva comunque punzecchiarlo sulle sue abitudini alimentari, anche se spesso si sentiva dare risposte taglienti su ‘quel ramen di pessima qualità di cui ti sfondi periodicamente’.
“Sai perfettamente che non amo mangiare panini di fretta, che detesto le granite e che mangio del gelato solo dopo un pasto vero e proprio. Onde per cui , dobe, mi porto i pomodori.”
“Sei la persona più noiosa del globo, sembri un vecchio a poco più di vent’anni.”
“Tu invece sembri un neonato ritardato a poco più di vent’anni. Bizzarro, non trovi?”
“ALT! Fermatevi qui, tutti e due.” Il tono di Sakura era pericolosamente fermo e calmo, e conoscendola entrambi molto bene sapevano perfettamente che se avessero proseguito la discussione avrebbero rischiato un manrovescio che li avrebbe spediti all’ospedale senza passare dal via.
Indi, scambiandosi un’occhiata di sfida, finirono di mangiare, badando di cambiare posizione molto spesso e molto maldestramente nel tentativo di alzare quanta più sabbia possibile verso l’altro.

 

#6: Pomeriggio
Dopo pranzo, potreste voler riposare o decidere di dedicarvi ad un po’ di movimento; se propendete per la seconda opzione, ricordate sempre di non disturbare la quiete di chi vi circonda, e di essere rispettosi degli spazi altrui.

Profondamente irritato con Sasuke per via del fatto che si era sdraiato di nuovo sul lettino a leggere il suo dannato libro, e un po’ rattristato dal fatto che sia Sakura che Hinata avevano preferito andare a bagnarsi nell’acqua subito dopo il pasto per evitare di dover aspettare tre ore e non erano rimaste con lui, Naruto cercava di distrarsi palleggiando la pallina di gomma sul suo racchettone cercando di superare il suo record personale di rimbalzi.
Non era granché bravo, per la verità, anzi la pallina aveva l’infame tendenza a scivolare nei modi più impensati sulla superficie del racchettone invece di colpirla con decisione per rimbalzare in alto, così che riusciva a fare non più di una dozzina di palleggi alla volta.
Frustrato quando questa slittò per l’ennesima volta andando ad atterrare sulla sabbia soffice, una volta che l’ebbe raccolta non iniziò nuovamente il conto, ma preferì scagliarla in una direzione a caso imprecando sottovoce.
“Posso sapere perché hai iniziato a tirarmi palline addosso invece di continuare a gingillarti con quella racchetta, o come diavolo si chiama?”
“Per tua informazione, teme, si chiamano racchettoni e io non avevo intenzione di tirarti la pallina addosso, l’ho lanciata senza guardare dove andava a finire.”
“Saggio, direi, considerato che sei nel bel mezzo di una spiaggia affollata con ombrelloni ogni tre metri appena.”
“Mpf.”
Osservando Naruto rabbuiarsi ulteriormente per la noia, Sasuke sbuffò, alzando gli occhi al cielo, e si alzò per l’ennesima volta dal lettino.
“Dammi uno di quei cosi.”
Racchettoni.”
“Come ti pare. Passamelo.”
Naruto esaudì la richiesta, passandogli lo strumento gemello a quello che reggeva in mano,  e osservandolo spostarsi per recuperare la pallina.
Subito dopo rimase a bocca aperta nel vedere Sasuke iniziare a palleggiare con una velocità e una precisione invidiabili, così che in pochi secondi era riuscito a superare di un bel po’ la misera dozzina di rimbalzi su cui lui era arenato da un quarto d’ora.
Scrutando poi i movimenti secchi e decisi di Sasuke, Naruto ricordò che effettivamente da bravo figlio di papà lui aveva sulle spalle parecchi anni di tennis e di scherma, che avevano reso i suoi polsi abili e sicuri nei movimenti.
“Non fissarmi a bocca aperta, dobe, datti un contegno. E seguimi.”
Trattenendosi dalla voglia di mollare uno sganassone a quel teme antipatico che si pavoneggiava camminando tranquillamente senza smettere di palleggiare, Naruto gli andò dietro.
Si fermarono vicino al bagnasciuga, in quel punto in cui la sabbia non diventa ancora battigia, ma non è già più la distesa calda, dorata e asciutta lontana dal mare; rimasero relativamente vicini agli ombrelloni, così da poter controllare le loro cose che erano rimaste all’ombra apparentemente incustodite.
“Dobe, allontanati di qualche passo… Ancora un po’. Fermati lì.”
Naruto si fermò dove l’altro gli aveva indicato, preparandosi a ricevere il colpo di Sasuke quando lo vide lanciare nel vuoto la pallina e alzare il racchettone per  dirigerla verso di lui; scoppiò poi a ridere con entusiasmo puro quando la mancò completamente ruzzolando a terra.
“Sei proprio un  incapace, baka.” Mormorò l’Uchiha, vagamente sprezzante, raggiungendolo e porgendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.
“Sì, beh, io non ho mai vinto campionati di tennis, sai com’è.”
L’altro soffiò fuori l’aria con uno strombettio seccato, allontanandosi da lui per raggiungere la sua posizione iniziale.
“Non c’entrano i campionati di tennis, per quanto tu sia idiota mi rifiuto di pensare che tu non riesca ad imparare un’imbecillità come questa. Riproviamo.”
Naruto sorrise tra sé, intuendo che quello era il modo di Sasuke di esternare che gli faceva piacere trascorrere altro tempo con il suo migliore amico.
Ricominciarono a giocare, e quando Sakura e Hinata tornarono dal mare gocciolanti, circa mezz’ora dopo, li trovarono ancora nel bel mezzo di una partita.

 

#7 Rientro
Al momento di rientrare, controllate di aver riposto nella vostra borsa tutto ciò che avevate portato da casa; seguite anche per il ritorno una via rapida.

Erano ormai le sette e mezza di sera passate quando decisero, tutti e quattro, che era ora di tornare a casa.
Estremamente riluttanti all’idea di rientrare – perfino Sasuke era rimasto incantato da quel bellissimo tramonto sul mare, e si era avvicinato a Sakura per cingerle la vita dopo averla vista ferma a contemplarlo – iniziarono a raccattare tutte le loro cose, sparse più o meno qui e là a seconda di chi e quando le aveva utilizzate.
Naruto si accorse ad un certo punto che il famigerato coccodrillo gonfiabile era sparito, e ci fu un momento di desolazione generale quando tutti si resero conto che dopo il bagno dei due ragazzi nessuno l’aveva recuperato dall’acqua e probabilmente era stato trascinato via dalle onde; tuttavia Naruto era ancora talmente gratificato dall’ora e mezza trascorsa con Sasuke a lanciarsi palline e racchettoni sulla sabbia che la prese con invidiabile fair play sostenendo che ne avrebbe comprato uno nuovo.
Raccolsero le cartacce che erano sfuggite al loro controllo portandole nel cestino, piegarono gli asciugamani dopo averli sbattuti per scrollarli dalla sabbia, indossarono nuovamente i loro abiti sopra i costumi e una volta chiusi gli ombrelloni si avviarono per ritornare al parcheggio.
Sasuke non poté trattenere un sospiro rassegnato rivedendo la mostruosa rigatura che deturpava la portiera dell’auto, ma stranamente doveva ammettere di sentirsi lui pure così sereno da non avere voglia di scatenare un’altra discussione col dobe.
Si accomodarono in macchina occupando i medesimi posti che avevano scelto all’andata, anche se, essendo tutti molto più stanchi, la conversazione fu più pacata e monosillabica e si limitarono tutti ad ascoltare le canzoni diffuse dallo stereo che Sasuke aveva acceso.
Dopo poco più di un’ora, furono davanti al condominio di Naruto ed Hinata.
“Beh, ragazzi, grazie mille per la bella giornata” salutò Hinata, sorridendo. “È stata davvero divertente, vero, Naruto-kun?”
“Certo! Confermò il ragazzo, ridacchiando. “Dobbiamo assolutamente rifarla!”
“Ne riparleremo” ribatté Sasuke, atono.
“Sas’ke, piantala!” lo riprese scherzosamente Sakura. “Lo rifaremo sicuramente” riprese poi guardando i due amici. “Aspettiamo di beccare un’altra buona giornata di questo zuccone.”
Ignorando totalmente l’occhiataccia di Sasuke, Sakura continuò a salutare i suoi due amici dal finestrino, finché l’auto non si fu allontanata.

 

“Allora, ho visto che ti sei divertito con Sas’ke, oggi” esordì Hinata, non appena entrarono in casa.
“Altroché” confermò Naruto. “Fa sempre il prezioso, il teme, ma quando riesci a convincerlo a fare qualcosa è sempre uno spasso stare con lui.”
“Sono felice che abbiate trascorso del tempo insieme, era da parecchio che non potevate prendervi la libertà di divertirvi spensieratamente voi due, come ai vecchi tempi.”
“Oh, beh, abbiamo molte più cose a cui badare adesso” sospirò Naruto, con fare impegnato. “Ma finché possiamo ancora dedicarci a giornate come quelle di oggi mi sta più che bene” concluse allegro, sdraiandosi comodamente sul divano e prendendo la ragazza tra le braccia.

 

“Non è stato poi così terribile, mi pare” affermò Sakura, mentre svuotava la borsa e buttava nel cesto dei panni da lavare i loro costumi bagnati
“Accettabile” concesse Sasuke, uscendo dalla doccia.
“Oh, su, ammetti di esserti divertito.”
“Se ogni volta che mi diverto devo tornare a casa con la macchina strisciata spero tanto che la prossima occasione di svago si farà attendere” ribetté lui, frizionandosi i capelli bagnati con un asciugamano e attaccando a vestirsi.
“La verità è che tra tutta la tensione cui ti sottopone la tua famiglia e i mille impegni dell’azienda lui ti mancava.”
“Forse.” mormorò Sasuke, in un sussurro appena udibile.
“Certo che è stato sfiancante, però” sbadigliò lei, abbracciandolo e poggiando la guancia sul suo petto.
“Mh.”
“Andiamo a dormire?”
Sasuke l’alzò di peso, gettandola direttamente sul letto e sorridendo alle sue proteste incoerenti mentre, stesosi accanto a lei, la stringeva a sé.

 

Se avete seguito i sette punti elencati, facilmente avrete trascorso una giornata perfetta, senza intoppi e completamente priva di disagi di qualunque genere.
Se non li avete seguiti… Beh, complimenti, avete scelto la via più breve per una giornata fantastica ed indimenticabile.

 

 

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Ecco il giudizio di MulticoloR:

Grammatica e Sintassi: 12/15
Stile e Forma: 7/10
IC: 13/15
Attinenza al tema: 9/10
Caratterizzazione Personaggi principali: 9/10
Gradimento Personale: 8/10
Totale: 58/70 punti
Giudizio scritto
L’idea di dare dei consigli per trascorrere una giornata al mare indimenticabile è davvero molto originale. Passare una giornata in compagnia di propri amici è il modo migliore di spendere il tempo al mare. La trovo divertente come idea, visto che quando si fa un programma per passare una giornata e alla fine c’e sempre qualcosa che manda a monte i piani. L’idea di descrivere una giornata fra amici è carina, ma allo stesso tempo anche scontata. Per quanto riguarda l’IC dei personaggi di sicuro sono quelli. Un pochino OOC è Sasuke, che sebbene sia rimasto sempre fedele a se stesso, credo che non si sarebbe fato impietosire dalla faccia abbattuta del migliore amico, ma al contrario cercherebbe di isolarsi, come suo solito. Tuttavia questa parte di lui mi è piaciuta, in quanto lo dipinge in modo diverso da come si è abituati a guardarlo, diverso dal solito ragazzo freddo in cerca di vendetta.
La storia è scritta in modo lineare e abbastanza corretta, in più lo stile risulta scorrevole in modo che il lettore non si annoi troppo. E non sono presenti errori gravi, giusto qualche punto in più o in meno.

 

Personalmente sono molto soddisfatta, è un buon risultato visto che era il primo contest di Naruto cui ho partecipato.
Sono d’accordo con il giudizio dato dalla ‘commissione’ (XD), anche per quanto riguarda il personaggio di Sasuke, che in alcuni punti ho dovuto rendere necessariamente in modo un po’ libero, anche se non ho ritenuto necessario l’avvertimento OOC dato che – mi pare – è solo qualche sfumatura imposta dall’AU.
Nel complesso spero sia stata una lettura gradevole.
Alla prossima! ^^
Panda

  
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