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Autore: Dante_Chan    24/08/2011    0 recensioni
Questa storiella si rifà alla storia di una mia amica, dove i "cattivi" appartengono a un'organizzazione con fini segreti, al cui interno si trovano un ragazzo (il capo dell'organizzazione) e un chupacabras, che una saponetta magica riesce a trasformare in un essere umano se viene girata tre volte in mano. E, sì, tra i due c'è feeling. La storia della mia amica è demenziale e non si trovano certo toni cupi come quello di questa fanfiction, ma a me una sera è venuta l'ispirazione per questa piccola tragedia, grazie alla canzone degli Evanescence "Bring me to life".
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Without a soul my spirit’s sleeping somewhere cold until you find it there and lead it back home…


Cadde a terra, sfinito. Aveva graffiato e morso fino a perdere completamente le forze quel suo corpo inumano che odiava tanto. I suoi occhi appannati vedevano il proprio sangue gocciolare e raggiungere a rivoli la terra polverosa del terreno, mescolandosi infine con essa: era un sangue diverso da quello di tutte le altre creature viventi; un sangue con un non so che di inquietante, come un luccichio maligno, che gli dava una certa parvenza di veleno. Era un sangue creato col sangue di altri animali, che dalla sua mostruosa natura era costretto a succhiare.

Wake me up. Wake me up inside.


Com’era potuto accadere, si chiedeva, giusto quando aveva imparato ad essere umano, giusto quando era riuscito a trovare il proprio posto nel mondo? Perché era tornato un mostro? Perché l’effetto della Saponetta era terminato? Ma soprattutto, perché cercandola disperatamente dopo i primi spasmi che preannunciavano la trasformazione non l’aveva trovata? Che qualcuno gliel’avesse sottratta? Solo La Vecchia conosceva il suo segreto! Che se la fosse ripresa? Oppure qualcun altro era venuto a conoscenza della sua funzione … e magari l’aveva distrutta? Questo avrebbe spiegato anche la fine del suo effetto magico … Comunque, poco importava ormai.
Lui l’aveva visto, aveva visto tutto. Solo una volta tornato del tutto bestia aveva riacquistato arti abbastanza veloci per seminarlo, ma a quel punto il danno era stato fatto. Il suo adorato Capo, la persona che si prendeva sempre cura di lui, la persona che gli aveva insegnato a vivere e grazie alla quale non sprecava più la vita semplicemente sopravvivendo … colui che aveva sempre la pazienza di spiegargli tutto ciò che non sapeva e che perdonava sempre i suoi (tanti) errori … D’altra parte, avendo passato gran parte della sua esistenza come un animale era terribilmente ignorante su tutto.

I’ve been sleeping a thousand years, it seems. I’ve got to open my eyes to everything…
Without a thought, without a voice, without a soul…


 Come erano stupidi, gli animali! E quanto aveva imparato lui, dopo essere diventato uomo! Purtroppo, aveva imparato che l’amore fra due maschi è sbagliato dopo essersi innamorato di lui e, si sa, l’amore è difficile da soffocare. Nel mondo animale -eccetto quello umano-  (di cui riteneva di far parte, benché fosse ben diverso da qualsiasi altro componente della categoria) non si bada a queste cose. Lui aveva avuto la fortuna di arrivare ad un livello superiore … ma cos’avrebbe pensato il Capo? Probabilmente, l’avrebbe considerato un essere inferiore, appunto un animale! Un animale, quindi stupido, indegno delle sue attenzioni! Sempre che non avesse avuto paura di lui …
Lo vide allora arrivare, all’orizzonte: doveva aver seguito le numerose tracce ematiche che si era lasciato dietro. Vedendo l’oro dei suoi capelli brillare alla luce di un tramonto ormai al culmine, preso da una forte emozione seguita da un tremito, si lasciò prendere dalla disperazione, pensando che no, non gli sarebbe importato se l’avesse considerato di seconda classe: l’importante era restare al suo fianco, avrebbe potuto considerarlo come il proprio cane, il proprio animale domestico, sarebbe bastato! Desiderava solo stare a fianco dell’unico essere vivente che lo avesse mai apprezzato, che gli aveva voluto bene … e che egli amava, fosse questo giusto o sbagliato …

Save me. Call my name and save me from the dark.
Wake me up. Bid my blood to run.
I can’t wake up.
Before I come undone, save me.
Save me from the nothing I’ve become.


Il Capo si era infine avvicinato fino a qualche metro di distanza e lo guardava con espressione insieme atterrita e terrorizzata. Il chupacabras sperò  quasi di venire rimproverato, come sempre succedeva quando faceva qualche cavolata: il biondo avrebbe scosso la testa e l’avrebbe guardato con esasperazione, per poi apostrofarlo con «Sei proprio un coglione!» oppure «Ma tu sei mona!». Crogiolandosi in questa speranza, decise di comportarsi come sempre si comportava in quelle occasioni, ovvero di prendere l’espressione più ingenua del mondo e lasciarsi scappare un sorriso di scusa.

Now that I know what I’m without you can’t just leave me…
Breathe into me and make me real…


Alzò quindi con grande sforzo la testa e scostò le labbra, scoprendo i pochi ma lunghi denti appuntiti, cercando di imitare con fatica ciò che fino a poco tempo prima gli riusciva naturale. Ma il piglio che ne uscì non si avvicinava per niente ad un sorriso e venne letto in modo minaccioso dal Capo, che temendo un attacco indietreggiò.

Don’t let me die here…

Capendo il malinteso, il chupacabras tentò allora di parlare: voleva supplicarlo di non andarsene, voleva chiedergli di perdonarlo, di perdonarlo se aveva sbagliato ancora una volta, perché non voleva spaventarlo, stava solo cercando di sorridere, era colpa del suo aspetto, ma lui odiava quel corpo, non era cattivo … non gli avrebbe mai fatto del male, come avrebbe potuto …
Cercò così di parlare, ma al posto delle parole uscì un verso molto simile ad un grido strozzato, essendo chupacabras aveva perso la capacità di esprimersi e poteva solo urlare in modo agghiacciante.
Questo spaventò ancora di più il ragazzo, che si aspettava un’aggressione da un momento all’altro ma che sembrava paralizzato dalla paura, incapace di scappare.

I’ve been living a lie, there’s nothing inside…

Il mostro, capendo allora che il Capo non si aspettava da lui più alcun comportamento umano, perché bestia era, provò a scodinzolare, con quella coda così diversa da qualsiasi altra coda canina, così incapace di mostrare certe emozioni, perché non progettata per farlo. Infatti, per quanto ci provò, non riuscì a far capire di non essere una minaccia nemmeno in quel modo.
E intanto la chiazza scarlatta sotto di lui si allargava.

Frozen inside without your touch, without your love, darling!

Si arrese e i suoi occhi sanguigni cercarono quelli azzurri dell’umano, senza ormai riuscire a vederli. E le ruote di fuoco si scontrarono con le polle d’acqua; e la potenza di queste ultime, che con terrore volevano scappare dalle viscere della Terra, spensero le prime in un secondo.

Only you are the life among the dead…

E come fili di fumo che si disperdono nell’aria, così se ne andò la vita.

   
 
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