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Autore: Mork    24/08/2011    1 recensioni
Il viaggio di un Personaggio Letterario alla ricerca del proprio Autore. Si ringrazia S. King per l'ispirazione! :3
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Era sorprendente come si riuscisse a vedere bene, nonostante non ci fosse alcuna fonte d’illuminazione apparente. Gli alberi erano così alti e intricati da nascondere le stelle e la luna, eppure i loro colori vivaci erano perfettamente distinguibili anche in quella che doveva essere una fitta oscurità. Persino il sottobosco sembrava essere dotato di luce propria.
Non era perciò particolarmente difficile avanzare, soprattutto perché ora il Personaggio era accompagnato da due guide: una che conosceva la strada, l’altra che ne conosceva i pericoli.
Più volte Cabal aveva abbaiato in direzione di un cespuglio, o di un ramo, e ogni volta la minaccia era scomparsa prima che il Personaggio riuscisse a individuarla. L’unica cosa che era riuscito a scorgere, o così almeno credeva, era una piccola e sbiadita mezzaluna che aleggiava sulle chiome degli alberi: ma dal momento che la vedeva sempre con la coda dell’occhio, e spariva quando cercava di fissarla, non si era sentito in dovere di lanciare l’allarme.
Allontanandosi dal sentiero percorso dal Personaggio, che doveva essere quello principale, le vie si facevano sempre più tortuose, bizzarre e difficilmente individuabili. Mentre stavano camminando su qualcosa che aveva tutta l’aria di essere neve, tranne che per il colore, il Personaggio scorse una luce tra le fronde alla sua sinistra; con sua soddisfazione, si incamminarono da quella parte. La luce rimaneva immobile, non ondeggiava come la fiamma di una candela, ma aveva il suo stesso colore: sembrava inoltre opaca, come se fosse dietro un vetro.
Il Personaggio lanciò un’occhiata alla sua guida, e nel chiarore crescente vide che l’Autore stava sorridendo. Cabal, invece, sembrava più irrequieto: si voltava spesso a destra, rimaneva immobile e fiutava, ma non lanciò neanche un guaito.
 
Quando scoprì quale fosse l’origine della luce, il Personaggio non riuscì a trattenere un’esclamazione sorpresa: «Che diavolo ci fa un lampione in mezzo alla foresta?!»
Persino ad uno che non aveva mai visto una città in vita sua quell’oggetto appariva fuori posto. Neil si concesse una risatina prima di spiegare: «Benvenuto nella Landa della Lanterna, mio giovane amico. Quanto a cosa ci faccia un palo della luce in mezzo a un bosco, beh, è un’ottima domanda e una lunga storia, ma credo di non essere la persona più indicata a raccontartela»
«Perché no?»
«Perché non sono il suo Autore», rispose Neil con un sorriso che lasciava intendere che non gli sarebbe dispiaciuto esserlo. «Posso cogliere l’occasione di questa momentanea fonte d’illuminazione per complimentarmi per i tuoi nuovi abiti? Non che quella specie di sudario grigio non ti donasse, ma faceva un po’ troppo Nobody Owens, non credi? Il vestito nuovo dell’imperatore invece ti calza a pennello.»
Il Personaggio gli rivolse uno sguardo stralunato, poi lo abbassò con diffidenza: aveva dei vestiti, in effetti, ma non avrebbe saputo dire da quando. Mentre studiava con attenzione il suo nuovo abbigliamento, sentì la neve alle sue spalle scricchiolare sotto il peso di passi leggeri e frettolosi, e quando alzò la testa di scatto vide una figura nera e mostruosa sgattaiolare fuori dalla foresta e sgambettare davanti al gruppo senza notarlo. Cabal lanciò un singolo latrato: non suonava minaccioso, ma la creatura sobbalzò visibilmente ed emise un grido di paura che sembrava perfettamente umano.
«A cuccia, Cabal», comandò Neil sorridendo, prima di avvicinarsi all’intruso; perplesso, il Personaggio lo seguì con cautela.
«Devi scusarlo, voleva solo salutarti, non metterti paura», continuò l’Autore, rivolgendosi all’essere che si era fermato e si guardava intorno con circospezione.
«Oh, nessun problema», balbettò la figura misteriosa, trafficando con un ombrello «Per un attimo ho temuto che fosse Maugrim, tutto qui. È difficile liberarsi da certi ricordi»
Sotto la luce incerta il Personaggio ebbe modo di studiare meglio quella forma indefinita, ma questo non fece altro che aumentargli la confusione: le mani che aggiustavano la sciarpa intorno al collo erano decisamente umane, così come il torso nudo arrossato dal freddo; ma le gambe ricoperte da una fitta pelliccia marrone calpestavano il suolo con piedi caprini, e pure le piccole corna che spuntavano dai capelli ricci assomigliavano a quelle di una capra.
Sentendosi così osservata, la creatura spostò la sua attenzione sul Personaggio. Lo guardò dritto negli occhi – poiché avevano la stessa altezza – con i suoi, celesti come quelli di un neonato.
«Buonasera, Figlio di Adamo», salutò gentilmente, con un piccolo inchino. Anche la sua voce era decisamente umana, nonostante il Personaggio percepì una nota discordante, quasi un pesante accento ben camuffato.
«Buonasera», rispose, e cadde nell’imbarazzo non sapendo come rivolgersi a quella creatura; lanciò un’occhiata dubbiosa all’Autore al suo fianco, che gli venne in aiuto.
«Perdonate la mia scortesia, non vi ho presentati», intervenne Neil prontamente «Ragazzo, questo è il signor Tumnus, un amico di lunga data. Signor Tumnus, lui è...» L’Autore si concesse una pausa meditativa «Diciamo che è un Personaggio in cerca d’Autore»
Il signor Tumnus annuì comprensivo, poi interpellò Neil: «Allora lo stai portando al Tè di Mezzanotte?»
«Proprio così. Spero ci sia tanta gente stasera! Tu ci vai?»
Mentre parlavano, il Personaggio notò che la creatura stava scrollando meticolosamente l’ombrello chiuso, nel tentativo di togliere la neve. Questo lo fece riflettere. Possibile che avesse nevicato e che lui non se ne fosse accorto? Controllò i vestiti suoi e di Neil, ma non erano nemmeno umidi. Si guardò alle spalle, ma non vide il benché minimo cenno di biancore. Le chiome degli alberi davanti a lui e alla sua destra, invece, erano uniformemente coperte da uno strato di neve piuttosto spesso. Cosa poteva significare?
«Allora noi andiamo», concluse Neil stringendo la spalla del Personaggio «Ci vediamo lì»
Il signor Tumnus si congedò con molto garbo, e si tuffò rapidamente nel folto della foresta. Il suo modo di camminare era a metà tra il passo umano e il saltellare caprino.
Una volta rimasti soli, il Personaggio si affrettò ad esporre i suoi dubbi, partendo da quello che gli sembrava più urgente: «Neil... cos’era quello?»
«Molto accorto da parte tua non chiedermelo in sua presenza», approvò l’Autore «Non sai mai come possono prenderla, queste creature. I fauni come il signor Tumnus, comunque, di solito sono molto amichevoli»
«Fauni?», ripeté il Personaggio, ansioso di saperne di più.
«Già. Creature dei boschi, molto antiche e molto famose. Da non confondere con i satiri, mi raccomando. Quelli sono tutt’altra razza, e dopotutto è meglio che tu non li incontri»
Ma non motivò la sua ultima affermazione.
«E questi fauni... sono Autori?»
Neil ci pensò su: «Sono più spesso Personaggi che Autori, ma non escludo che anche loro abbiano scritto qualcosa. Sai, ora che mi ci fai pensare, sono piuttosto ignorante di letteratura faunica. Dovrò chiedere al signor Tumnus di consigliarmi qualcosa»
E con questa ultima considerazione, imboccò il sentiero a sinistra del lampione. 
  
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