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Autore: ElfoMikey    24/08/2011    5 recensioni
“Amber, ha la fidanzata!”
“Oh andiamo lo sa anche il mondo che è una copertura!”
“Stanno insieme, vogliono andare a vivere insieme.”
“Però lui ama anche te o sbaglio?”
Chris abbassò lo sguardo, colpito nel segno.
(CrissColfer)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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caplosangeles

 

 

 

 

Capitolo sesto

 

 

 

Los Angeles, 28 maggio 2011

 

Il risveglio di Chris non fu esattamente uno dei migliori della sua vita.

Si alzò a fatica, la testa che doleva e girava e lo stomaco che cercava di ribellarsi già da qualche minuto.

Un raggio di solo lo colpì in pieno viso, e alla cieca corse in bagno, affondando la testa nel water per vomitare anche l’anima.

Si maledisse solo per aver pensato di fare quella fine al suo compleanno. Appoggiò la fronte sulla tazza, cominciando a sudare freddo, prima di essere colpito da un altro conato di vomito.

Nella stanza, Darren mugugnò infastidito, scacciando le coperte di dosso dopo una fastidiosa vampata di calore. Era come stare in un barattolo sottovuoto e tutti i rumori del mattino arrivano alle sue orecchie come ovattati.

Brontolò cose incomprensibili e si mise a sedere, cercando di orientarsi.

Ma quella che vide non aveva l’aspetto della sua stanza.

Quella era più ordinata, anche se aveva notato dei vestiti sparsi a terra. Si scompigliò i ricci e sbadigliò, sentendo la necessità di una doccia.

Quando sentì dei rumori provenire dal bagno, aggrottò le sopracciglia e fece per alzarsi, notando, solo in quel momento di essere completamente nudo.

Alzò il lenzuolo per controllare e si accigliò ancora di più, non riuscendo a ricordare nulla.

Solo qualche minuto più tardi Chris fece la sua trionfale entrata nella stanza, con una smorfia di disgusto sul viso, nonostante si fosse lavato i denti più di una volta, e anche lui, come Darren, senza nessun vestito addosso.

Si fissarono per un minuto buono, senza fiatare.

Il sopracciglio di Christopher si alzò fino a sparire dietro un ciuffo di capelli umidi sulla fronte.

“Cosa ci fai tu qui?” domandò.

Ma non ci fu bisogno di nessuna risposta.

I ricordi li colpirono addosso come dei fulmini in piena faccia.

“Oh cazzo.”

Darren si alzò dal letto velocemente, rischiando di fare un capitombolo. Prese i boxer da terra e se li infilò, portandosi poi le mani nei capelli, in cerca degli altri vestiti.

Chris si lasciò cadere sul letto, lo sguardo fisso in un punto impreciso del muro.

“Non posso crederci.” Ripeteva.

“Non doveva succedere!” rincarò la dose il ricciolo, scuotendo la testa.

Il soprano gli rivolse un’occhiataccia e incrociò le braccia al petto. “La colpa è solo tua!” sbottò, puntando un dito contro Darren.

Il maggiore si fermò nell’intento di mettersi la maglietta e lo guardò. “Mia?”

“Sì! Non avresti dovuto sedurmi in quel modo!”

“Io non ho sedotto proprio nessuno! Sei tu quello che si struscia addosso alla gente!

“Io?! Io?” urlò. “ non dovevi assecondarmi, idiota!”

“Ah, scusa se non ho pensato a Heidi che corre in mezzo ai campi con le caprette, mentre ti strusciavi sul palo della lap dance!”

Chris sbuffò e prese a vestirsi, senza degnare Darren di uno sguardo.

“Non doveva succedere!” strillò ancora. “non così, non adesso!” si fermò solo quando il nervoso gli aveva reso le mani a una poltiglia tremante. “tu hai tradito Mia…”

Darren abbassò il capo, senza togliersi dalla testa i ricordi che, piano stavano riaffiorando nella sua mente.

Si ricordò di quanto era bello tenere il corpo di Chris stretto al suo, e di quanto adorava la sensazione di sentirsi dentro di lui.

Ma c’era sempre lei alla fine di tutto.

Sempre e solo lei.

“Lo rifarei.” Sibilò Darren, la testa incassata nelle spalle.

“Come?”

“Lo rifarei, sempre, se c’è una cosa di cui non mi pento è di averti amato con tutto me stesso, questa notte.”

Chris boccheggiò per un attimo, senza sapere davvero cosa dire.

Vennero distratti da un lieve bussare alla porta.

Finirono di vestirsi in fretta e Chris andò ad aprire, infilandosi una maglietta con una stampa in rilievo di Spiderman.

Con orrore, quando aprì l’imposta trovò sua madre, vestita di tutto punto che lo fissava con un sorriso.

“Tesoro!” strillò.

Chris si portò una mano alla testa, mugugnando di dolore. “Dio ti prego falla smettere…” borbottò.

“Nottataccia, immagino.” Continuò Karyn. “ma sono le tre del pomeriggio e fra poco parte il vostro bus.”

Chris sgranò gli occhi e corse a recuperare la roba sparsa in giro per la stanza.

“Che succede?”

Karyn aggrottò le sopracciglia e fece qualche passo per riuscire a vedere chi c’era in stanza con suo figlio.

Non disse nulla quando scorse Darren, nascondendo un sorriso malizioso e alzando un sopracciglio.

Darren rimase impietrito mentre fissava la signora Colfer assumere un’espressione simili a quelle sarcastiche del figlio.

S’infilò velocemente la maglia della sera prima e si alzò in piedi, arrossendo. “salve…” borbottò.

Non era la prima volta che si incontravano, ma il ragazzo mai avrebbe voluto scappare come quel giorno, da quella camera, lontano dagli sguardi saputelli di Karyn.

“Beh, io…” lanciò uno sguardo a Chris che stava buttando dentro la valigia lo spazzolino. “andrei.”

Il soprano annuì, distratto.

“Buon viaggio!” commentò Karyn.

“Sì, la ringrazio…” Darren corse fuori dalla stanza dopo un veloce e imbarazzante saluto, lasciando Karyn a ridacchiare, mentre apriva le finestre.

“Non dovresti dirmi qualcosa?” chiese sua madre, mentre Chris era sdraiato sulla valigia per riuscire a chiuderla.

“Voglio tenermi impegnato per evitare discorsi imbarazzanti e dimenticare il fatto che mi hai colto sul fatto con un ragazzo.” fu la risposta di Chris, con le orecchie di un rosso intenso.

“Beh, devo dirtelo Christopher, credevo stessi con quel ragazzo moro di ieri.”

“Non esattamente…” borbottò il ragazzo e sua madre capì che non era il momento di fare altre domande e che si sarebbe tenuta per sé la curiosità.

Avevano un bel rapporto, ma non era molto saggio tirare in ballo una litigata per semplice curiosità.

“non dire nulla a papà, per favore.”

“terrò la bocca chiusa!”

Chris si alzò in piedi, dopo aver chiuso con successo la valigia e guardò la sua mamma.

“Non ti stai mettendo nei casini, vero?” chiese solamente.

“Solo… solo non preoccuparti.” Fu la risposta di Chris.

 

 

Amber non ebbe la fortuna di incontrare Christopher fino nel tardo pomeriggio.

Erano nel backstage, a Los Angeles e la ragazza aveva lasciato i suoi genitori, venuti a trovarla, nelle mani della sua assistente.

Chris stava, ignaro, pettinandosi i capelli corti, per dare loro un minimo senso prima di passarci in mezzo la lacca.

Fischiettava sommessamente “ Over at the Frankenstein place”, picchiettando un piede a terra.

Il camerino delle ragazze era diventato anche il suo, e a volte di Kevin, per il terribile, nauseante odore che i ragazzi erano soliti lasciare nell’altra stanza.

Le ragazze, ovviamente, non avevano nulla da ridire al riguardo e per Amber fu altrettanto facile trovarlo.

Spalancò la porta come una furia, tra le braccia un’enorme borsa di cartone e si diresse a grandi passi verso l’amico.

“Ehi Amber!” trillò, allegro.

Amber per tutta risposta gettò la borsa sulla specchiera, con forza.

Ehi Amber un corno.” Sbottò, portando le braccia incrociate al petto e assumendo quell’espressione incazzata che fece tremare Chris.

“Cosa sono questi?”

“I tuoi regali, fuggitivo.”

Christopher si mordicchiò il labbro.

Era in arrivo una sfuriata con i controfiocchi.

“Mi dispiace, non volevo filarmela così…”

“… ero dannatamente preoccupata!” sbottò, portandosi una mano nei capelli già perfettamente acconciati. “stavo per chiamare tutti gli ospedali, la polizia... L’OBITORIO!” Chris si fece piccolo, piccolo, sulla sua sedia. “finchè non mi è venuto in mente di chiamare prima in hotel! Il portiere mi ha detto che vi reggevate in piedi per inerzia!

“Forse eravamo un pochino ubriachi…” ammise, arrossendo.

“E’ tutto quello che hai da dirmi?” la ragazza di colore si mise le mani sui fianchi e piegò lievemente la testa di lato.

Chris non resistette molto, il tempo di incrociare gli occhi cioccolato fondente dell’amica e disse tutto.

“Mi ha accompagnato in camera e… è successo.”

Amber sgranò gli occhi poi battè le mani. “Tesoro! Ma è meraviglioso!”

“No non lo è! Cioè sì, ma …” il ragazzo sbuffò. “Mia e Dylan... è un casino!”

Si passò una mano fra i capelli, mandando a quel paese il ciuffo sistemato.

Amber non riuscì a parlare oltre, perché la stanza si popolò.

Quel giorno, quasi tutti i genitori dei ragazzi erano venuti a trovarli, per passare un po’ di tempo insieme e vedere dal vivo il concerto.

I genitori di Lea si fermarono a salutare Chris e Amber, rimasero a chiacchierare per un po’, finchè la ragazza non tornò dai suoi genitori.

Fu solo a un’ora dall’inizio del concerto che Christopher decise di andare da Dylan. Non sapeva esattamente cosa dirgli, se la verità o solo scusarsi della sua assenza inventandosi una scusa.

Era un enorme e intrecciato che si complicò quando il ragazzo incontrò Darren e i suoi genitori camminare allegri per il corridoio, mentre il moro parlava entusiasta del tour.

Se lo ritrovò di fronte e Chris non potè far nulla per scappare.

“Ehi…” fu il saluto imbarazzato di Darren.

“Ehi…” ci fu un lungo secondo di silenzio, finchè Chris non tolse lo sguardo da quei occhi caramello per posarli sui signori che li fissavano curiosi. Sorrise loro gentilmente, facendo arrossire la signora Criss.  “salve, è un piacere conoscervi!”

“Oh, è un piacere nostro! Tu devi essere Chris, giusto?” la madre di Darren aveva un enorme sorriso stampato sulle labbra e la pelle scura e i tratti orientali donavano un tocco di classe sui vestiti eleganti che portava. Il signor Criss invece, era il classico signore di mezz’età, il sorriso radioso uguale a quello del figlio e un abbigliamento distinto.

“Sì, signora Criss.” Rispose educatamente, regalandole l’ennesimo sorriso gentile, cercando di togliersi la sensazione degli occhi di Darren addosso.

“Oh, chiamami pure Cerina!” esclamò, sventolando la mano. “lui è mio marito, William.” Chris scambiò con l’uomo una stretta di mano. “Piacere, Chris. Darren non fa che parlare di te!” i due si scambiarono uno sguardo e Chris potè notare una punta di rossore sulle guance di Darren.

“Mi dispiace lasciarvi così presto, ma…”

“Chris!”

Il nominato trattenne il fiato, lanciando un’occhiata a Darren che si era incupito.

“D-Dylan! Ti stavo cercando!”  borbottò, arrossendo.

Dylan portava una canottiera grigia quel giorno e dei stracciati jeans da lavoro. Appena lo raggiunse, avvolse un braccio muscoloso attorno alle spalle del soprano, facendolo arrossire. “Anche io! Direi che questa è fortuna! Ieri non ti sei più fatto vivo credevo ti avessero rapito!” guardò Darren facendogli un cenno e salutò con un mezzo “salve” i signori Criss.

“Sì, beh sarà il caso che ce ne andiamo, eh?” sbottò Darren, irritato.

“A presto, Chris!” cinguettò Cerina, prima di essere trascinata via.

Appena furono abbastanza lontani, Dylan si lasciò scappare una risatina. “Certo che, se gli sguardi potessero uccidere!”

Chris lo guardò con disapprovazione ed entrambi si diressero verso il palco, dove il fonico doveva fare un ultimo controllo.

“Mi daresti una mano?” chiese Dylan lanciandogli un microfono.

“Cosa devo farci?” Chris se lo rigirò in mano, proprio come se stesse utilizzando un dei suoi SAI.

“Cantarci, no? Metti da parte le tue doti da tartaruga ninja e aiutami con il Soundcheck.

Il soprano scosse le spalle e provò a fare una scala, per vedere se riusciva ancora a raggiungere il FA alto.

“Oh wow” fu il commento di Dylan. “direi che questo funziona!”

Christopher ridacchiò e guardò con affetto il ragazzo, che gli porgeva un altro microfono. “ora cantami qualcosa…”

“Cosa vuoi sentire?”

“Quello che vuoi, potrei anche seguirti…” esclamò, prendendo una delle chitarre elettriche in fondo al palco.

“Uhm…”

“aspetta ne ho io una!” Dylan chiuse un attimo gli occhi e iniziò a suonare.

Era veramente bravo, meglio di quanto Chris potesse immaginare.

 

“Back to the street where we began,

Feeling as good as lovers can you know,

Yea we’re feeling so good.

Picking up things we shouldn’t read.

It looks like the end of history as we know,

It’s just the end of the world!”

 

La voce di Dylan era possente, ma dolce, così dolce che sembrava miele e la canzone, pur non conoscendola molto bene, aveva imparato il ritornello ascoltandola alla radio.

 

“Cause it’s nine in the afternoon
And your eyes are the size of the moon
You could cause you can, so you do.
We’re feeling so good, just the way that we do
When it’s nine in the afternoon.
Your eyes are the size of the moon
You could cause you can, so you do.
We’re feeling so good!”

 

Cantarono insieme quelle parole, sorridendosi un po’ imbarazzati, ma consapevoli che le loro voci, insieme, erano in perfetta armonia.

Ma non era la stessa armonia e chimica, costatò Chris, che aveva con Darren.

“Oh wow!” esclamò Dylan, fra gli applausi degli altri tecnici e delle ballerine che erano intorno al palco. “dovremmo fare duetti più spesso!” esclamò, elettrizzato, mentre metteva a posto l’ennesimo strumento.

Chris lo fissò e deglutì pesantemente, l’adrenalina tramontata per fare posto all’ansia.

Doveva dirglielo, niente bugie o omissioni.

“Dylan?” chiamò.

“Adesso non dirmi che vuoi mettere su una band! Potrei non pensarci su due volte!” scherzò, girandosi a guardarlo. “ahia, quello sguardo non mi piace!” esclamò notando lo sguardo serio e ansioso del ragazzo. Tornò ad accordare una chitarra, mentre Chris prendeva il coraggio a due mani.

“Dylan…” fece una pausa e deglutì. “sono andato a letto con Darren.”  Fu un sussurrò, che comunque nessuno sentì visto che erano rimasti soli. Dylan smise di suonare e poggiò lo strumento, guardando Chris con gli occhi lucidi.

“E’ per questo che non sei venuto in camera?” domandò, la voce neutra.

“Sì…” soffiò. “eravamo ubriachi e…non volevo farti questo!”

“Chris! Ehi!” Dylan lo prese per le spalle, guardandolo dritto negli occhi. “Non sono arrabbiato.”  Disse.

“N-no?”

Il maggiore scosse il capo con un sorrisino. “avevamo deciso che era solo sesso, no? Dall’inizio.”

Chris annuì e tirò su con il naso.

“niente gelosie, legami importanti, solo noi che ci divertiamo un po’. E fidati lo facciamo un sacco!” scherzò, sorridendo.

Christopher rilasciò uno sbuffò. “Idiota…”

“Non oserei chiedere di più, lo ami così tanto che non ci sarebbe spazio per me o per altri” circondò con le mani, il viso candido di Chris e accarezzò con i pollici la mascella. “e va bene così.”

“ Mi sono sentito così male, pensavo che…

“Tu sei troppo buono, per pensare solo a te stesso…” lo interruppe dolcemente.

“Cosa facciamo ora?” domandò il soprano, scacciando le lacrime.

“Quello che vuoi.” Fu la risposta di Dylan. “possiamo smettere o continuare.”

Chris annuì, ma non accennò una decisione.

Non il quel momento.

Si protese per posare le labbra su quelle del ragazzo, trovandole calde e sorridenti.

Fu lieve e simbolico.

Chris in quel momento non poteva desiderare di meglio che una persona come Dylan per alleviargli i dolori.

 

 

 

 

Continua….

 

 

***

 

 

Buona seraaaaaaaaaaaaaaaaa!o buona notte! xD

Tornata ieri dopo un favoloso concerto dei “Panic! At The Disco” a Cesena! Chi è andato di voi?*_* qualcuno li conosce? Sono super agitata, nonostante un mal di gola assurdo (dannata aria condizionata!), e la bacchetta di Spencer finita sul mio braccio (conseguenza livido) recuperata dopo una lotta epica con alcuni ragazzi!

ma comunque!

Ecco a voi il capitolo, spero vi sia piaciuto, ora che le acque sono un po’ agitate! (preparatevi che Mia sta arrivando u.u tra qualche capitolo farà la sua inutile comparsa u.u)  

Alcuni chiarimenti:

- allora, Chris e Kevin davvero andavano a cambiarsi nel camerino delle ragazze per l’odore insopportabile in quello dei ragazzi xD

- per quanto ne so, la maggior parte dei genitori dei ragazzi sono venuti a trovarli per la data di Los Angeles ( notizia dai vari twitter del cast, come quelli di Lea, Chris ecc…)

- i veri nomi dei genitori di Darren sono davvero Cerina (penso si legga “Serina”) e William. La notizia l’ho presa da wikipidia inglese.

- La canzone è “Nine in the Afternoon” dei Panic! At The Disco. Non potevo non metterla, insomma l’hanno cantata ieri e come testo può quasi e dico quasi starci con la situazione. Qui trovate il video, il testo e la traduzione: http://www.musicjam.it/testi/251/panic-at-the-disco-nine-in-the-afternoon-videotestotraduzione/

 

PS: preparatevi.. prossimo capitolo completamente all’insegna delle pare di Darren Criss!

 

Detto questo, vi lascio.

 

Vi amo costantemente! Davvero.

 

 

Grè <3

  
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