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Autore: WeasleyG98    25/08/2011    3 recensioni
Ballare con un cugino, o mettersi converse sotto un vestito elegante: non importa cosa pensano gli altri. L'importante è sentirsi a proprio agio. E quella sera Dominique Weasley l'aveva imparato perfettamente.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Un'altra giornata scolastica era terminata a Hogwarts. James Sirius Potter vagava per i corridoi, di ritorno alla Sala Comune di Grifondoro dopo una 'traumatica' lezione di Cura delle Creature Magiche.
Il professor Rubeus Hagrid, nonché guardiacaccia e grande amico di James e famiglia, aveva deciso di anticipare un tantino - giusto un anno - lo studio degli Snasi, creature con un soffice pelo nero, e con lunghi musi, capaci di trovare tesori nascosti a fondo nella terra.
Perché James aveva tutta la divisa macchiata e sgualcita, e il collo della camicia tutto strappato? Semplice. Hagrid aveva ripetuto un milione di volte di togliersi cose preziose per evitare problemi, ma James non aveva alcuna intenzione di togliersi il suo ciondolo preferito, per farselo nuovamente rubare da Scott Hyde, un suo compagno Grifondoro che, evidentemente, non vedeva l'ora che qualcuno gli mozzasse le mani con un Sectumsempra.
Così, James se l'era tenuta al collo, nascondendola dentro la camicia. Quando Hagrid liberò gli Snasi, non poteva che finire in malo modo. Infatti, lo Snaso mise gli occhi sulla catenina del ciondolo, che spuntava dalla camicia aperta di due bottoni, e prese a correre verso James, che non fece in tempo a spostarsi e si ritrovò la creatura addosso, mentre tentava di strappargli la collanina dal collo. Il guardiacaccia accorse in suo aiuto e glielo levò dal corpo, permettendogli di rialzarsi e di constatare che i suoi vestiti erano in uno stato pietoso: lo Snaso, che aveva tutte le zampe sporche prima dell'impatto, gli aveva sporcato di fango la veste e, mentre cercava di raggiungere la catenella, gli aveva strappato la camicia.

Pur controvoglia, Hagrid si vide costretto a togliere dieci punti a Grifondoro, in quanto James non gli aveva ubbidito. Lo spedì in infermeria, anche se sembrava non avere ferite, a parte un graffietto sul collo. Quando Madama Chips lo mandò via, dopo avergli disinfettato il taglio, lui si diresse subito verso la Torre di Grifondoro per darsi una lavata e mettersi vestiti decenti.

Passando per la Sala d'Ingresso, notò un tumulto generale davanti alla bacheca. Evidentemente, Gazza doveva aver messo qualche annuncio speciale, perché molta gente era riunita lì davanti e dava spintoni a destra e a manca per vedere di cosa si trattasse. Data la sua media statura, cercò di alzarsi sulle punte per vedere qualcosa, ma le ragazze di Corvonero del sesto anno – che erano decisamente più alte di lui, che era solo del terzo, e non aveva ereditato il gene dell'altezza da certi suoi zii Weasley – si erano messe tutte davanti e coprivano totalmente la visuale. Un ragazzino di Tassorosso del primo o del secondo anno, uscì con i capelli arruffati dal mucchio di gente appollaiata lì davanti.

« Ehi, tu! » gli disse James, mentre era girato, facendolo sobbalzare. « Sei riuscito a vedere qualcosa? »

« N-no » balbettò lui.

« Va be', grazie lo stesso » gli disse James, annoiato.

Non sopportava i mocciosi del primo anno, che appena lo vedevano sembrava che avessero visto un fantasma o che avessero appena assistito all'ascesa dello Spirito Santo. Non si capacitava di come suo padre, quando ancora frequentava Hogwarts, riuscisse a sopportare gli sguardi che si posavano di continuo sulla sua fronte. Essere Harry Potter, il Bambino che è sopravvisuto, che ha sconfitto Voldemort, il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi per ben due volte, determinando la salvezza del Mondo Magico, non doveva essere una cosa tanto facile. Ed essere suo figlio, era sì un orgoglio, ma anche una vera e propria tortura.

Scacciando questi pensieri, oltrepassò l'ingorgo che si era ormai creato davanti alla bacheca, e salì le scale, fino al settimo piano, dove si trovava la Torre di Grifondoro. Arrivato davanti alla Signora Grassa, e detta la parola d'ordine - Usignolo - scivolò dentro al buco e si ritrovò nella Sala Comune circolare.

All'interno trovò seduta al tavolo, intenta a svolgere i suoi compiti, sua cugina Rose Weasley. Si avvicinò piano a lei, che sembrava non averlo minimamente notato, troppo presa dal suo tema. Le andò dietro...

« Guarda che ti ho visto, James » disse Rose, fermando il cugino che cercava di spaventarla posandole improvvisamente le mani sulle spalle. Continuò a tenere gli occhi bassi mentre lui le si sedeva di fronte. Stava facendo un tema - per quanto ne riuscì a vedere - per Difesa Contro le Arti Oscure. Il professor Scotland era un tipo molto esigente, richiedendo sempre almeno 2 fogli di pergamena a tema – e quello era il minimo. Una Grifondoro del sesto anno, Leslie Stewart, gli aveva raccontato che una volta aveva assegnato alla classe un tema di almeno 10 fogli di pergamena. Non era un tipo antipatico, anzi, a volte tirava fuori battute che facevano ridere anche i banchi, ma richiedeva il massimo.

« Rosie » cominciò James, « tu hai per caso saputo che c'è di nuovo? Parlo dell'annuncio in bacheca » aggiunse vedendo lo sguardo perplesso di Rose, ancora abbassato.

Sembrò illuminarsi e, finalmente, alzò lo sguardo verso il cugino. Lui vide che aveva gli occhi un po' rossi. Doveva aver passato un sacco di tempo sui libri. « Oh, è una festa » disse. « Un'idea di Lumacorno per il compleanno della McGranitt ».

« È il compleanno della vecchia? » chiese James stupito.

« La prossima settimana, sì » rispose semplicemente Rose. « In realtà sull'annuncio non c'è scritto, ma li ho sentiti parlare ieri a questo proposito ». Prese a imitare la voce di Lumacorno e ricominciò: « 'Andiamo Minerva! Non si compiono ce...' - e qui lei gli ha dato un colpo secco nelle costole! Mai svelare l'età di una signora, ma tornando a noi - 'Ok, scusa. Comunque, non diremo la tua età, non preoccuparti. Dài! Sarà divertente!' Non credo che alla McGranitt piacciano tanto le feste, perché inizialmente era parecchio perplessa. Poi ha accettato solo perché aveva da fare e non sopportava più Lumacorno ».

« Wow! Una festa! » esclamò James, estremamente contento. « Hanno detto altro? »

« Vogliono metterti in un punizione e non ti ci vogliono far andare » rispose Rose.

James rimase in silenzio a fissarla con gli occhi sgranati.

« Sto scherzando, idiota! » disse Rose ridendo.

« Scema! » esclamò James, ma anche lui rideva, anche se un po' si era spaventato. Al contrario della professoressa, a lui le feste erano sempre piaciute: i momenti migliori per fare baldoria!

« Comunque » riprese Rose, nuovamente seria, « penso che la Preside ne parlerà stasera al banchetto, e spiegherà tutto meglio. Finito! » arrotolò il suo tema - 2 pergamene e mezzo - e lo infilò nella borsa. Solo a quel punto si accorse del pessimo stato in cui era suo cugino.

« James! » esclamò. « Che diamine hai combinato alla divisa? »

« Oh, cavolo! » urlò lui. « Mi dovevo cambiare! Mi hai fatto perdere tempo! »

Corse su ai dormitori, mentre Rose lo guardava indignata.

 

*

 

Quando scese, con addosso abiti puliti e non strappati, non trovò più Rose nella Sala Comune. Se non lo aveva aspettato per andare a cena, doveva essere già abbastanza tardi.

Uscì dal buco del ritratto e si diresse verso la Sala Grande. Appena arrivato, vide che la Sala era completamente piena, e che c'era un posto vuoto alla tavola dei Grifondoro tra Rose e suo fratello Albus, che lei doveva aver tenuto occupato per lui.

« Oh, signor Potter, alla buon ora! » disse pacata la McGranitt.

James andò a sedersi al posto libero, e, dopo aver tenuto lo sguardo basso, fisso sul piatto vuoto di fronte a lui, lo rivolse alla Preside quando lei ricominciò a parlare.

« Prima del suo arrivo, signor Potter » disse, sempre calma, « stavo informando i suoi compagni sulla festa di giovedì prossimo che è stata organizzata dal professor Lumacorno per... il mio compleanno ». L'informazione ricevette qualche applauso da alcuni del primo anno, che smisero immediatamente. « Dovete sapere alcune cose fondamentali su questa festa, che mi sono permessa di segnalare al professore di pozioni. Prima di tutto, si ballerà » - ululi di disapprovazione - « quindi ciascuno di voi dovrà trovare un accompagnatore o una accompagnatrice. Se restate da soli, potete sempre invitare i vostri manici di scopa. Sono certa che accetteranno volentieri il vostro invito, soprattutto senza lamentarsi se danzate come babbuini ». Qui tutti risero, accennando principalmente ai ragazzi più goffi e impacciati di ogni anno e casa. « Oh, su, non ridete dell'incapacità altrui. Comunque, pretendo che siate tutti educati. Niente scherzi, niente fuochi d'artificio nelle bevande, niente insetti nel cibo, niente Snani che scorrazzano per la Sala e soprattutto... niente Tiri Vispi Weasley » concluse, guardando severa in direzione del tavolo di Grifondoro. « Spero che non ci sarà bisogno di togliere punti alle case o dare punizioni. Fatevi belli, mi raccomando. Detto questo, possiamo dare inizio al banchetto ».

Tutti i piatti davanti agli studenti si riempirono di ottime pietanze, come al solito. Tra un boccone e l'altro i ragazzi di Grifondoro discutevano sulle ragazze che avrebbero invitato alla festa, mentre le ragazze di chi speravano si sarebbe fatto avanti con loro.

« Oh, io spero che me lo chieda Josh Currey, di Corvonero! » stava dicendo Dominique Weasley.

« A me piace un Serpeverde... » sussurrò sua cugina Roxanne, incerta, mentre si metteva nel piatto un po' di dolce, beccandosi un'occhiataccia da Dominique. « Spero me lo chieda lui... »

« Chi è? » si intrufolò suo fratello Fred, guardandola male.

« Non sono affari tuoi! » esclamò stizzita.

« Sì, invece! Sono tuo fratello! »

In un'altra parte del tavolo, James, Albus e altri ragazzi del secondo e terzo anno, parlavano della stessa cosa.

« James, tu a chi lo chiederai? » chiese Logan Thomas, un ragazzino di colore, coetaneo di Albus.

« Ancora non lo so... » rispose lui, pensieroso. « Però sicuramente a una carina e non a una come Charlotte Dong! »

« Insensibile » sibilò Rose, e James sembrò ricordarsi in quel momento che era lì.

« Oh, andiamo! » brontolò James. « Cosa ha di carino? »

« È sicuramente più bella di me... »

« Non dire sciocchezze! » sbottò lui. Odiava quando Rose aveva i cali di autostima e cominciava a trovare più belli di lei anche i sassi, completi di muschio e lucertole. Aveva sempre temuto l'arrivo di un ballo o di una festa, perché era certa che nessuno mai l'avrebbe invitata, se non sotto ricatto di James, che avrebbe minacciato di far spuntare loro una coda o qualcosa del genere. Lui le aveva detto più volte che mai avrebbe fatto una cosa del genere, e lei puntualmente si era offesa, dicendo che lui non le voleva abbastanza bene, in quel caso.

« Senti » riprese James. « Tu sei bellissima e se nessuno ti invita vuol dire che qui sono tutti stupidi. E dato che penso che qui non siano tutti stupidi » e guardò un attimo i suoi compagni, terrorizzati all'idea che lui veramente avrebbe potuto far loro dono di una coda, « stai certa che avrai una marea di inviti ».

Le sorrise convincente, ma lei non sembrava affatto rassicurata, pur tentando di darlo a vedere incurvando gli angoli della bocca di rimando.

 

*

 

I tre seguenti giorni passarono senza uno straccio di invito per Rose, mentre una trentina di ragazze avevano già pregato James di andare con loro, ma lui puntualmente si era trovato a rifiutare, perché era lui a dover invitare la ragazza. Albus pensava che se non ne avesse trovato subito una che gli piaceva, tutte quante si sarebbero trovate un altro accompagnatore. Albus non era esattamente quello che poteva parlare, perché nessuna ragazza, a parte una bambinetta di un metro e venti del primo anno di Tassorosso, e il gatto di una di Corvonero, si era gettata ai suoi piedi per pregarlo di andare con lei, ma soprattutto lui non aveva il coraggio di invitare quella che gli piaceva, ovvero Jennifer Lee di Corvonero. James, in uno slancio di enorme gentilezza - che non aveva idea da dove avesse tirato fuori – aveva detto al fratello che l'avrebbe aiutato, anche se la Lee era un anno più grande di lui, e alle ragazze, si sa, non piace granché uscire con quelli più piccoli.

Il giorno dopo Dominique era riuscita a ricevere l'invito di Josh Currey, un ragazzo del quarto anno, alto trenta centimetri più di lei - un bestione di un metro e novanta – che giocava nella squadra di Quidditch della sua casa come Battitore.

Roxanne, invece si era dovuta accontentare di Logan, del quale aveva accettato l'invito perché aveva scoperto che il suo amato Serpeverde - terzo anno, Cacciatore – ci andava con una ragazza tarchiata della sua stessa casa, che pareva averlo costretto con la forza.

Quasi tutta la famiglia era a posto, a parte Rose, James, Albus e Molly, la figlia di Percy Weasley, almeno fino alle tre del pomeriggio di quel giorno, quando quest'ultima fu invitata da uno di Grifondoro del quinto anno.

Quella sera a cena, il morale di Rose e Albus era letteralmente a pezzi. A Rose nemmeno un gufo aveva chiesto di andare alla festa insieme, e Albus aveva ricevuto un secco 'no' da Jennifer, che era stata anche molto antipatica perché gli aveva detto che non sarebbe mai uscita con un 'moccioso come lui'.

James non sapeva chi stava più male, ma decise di andare a consolare Rose perché, primo era una ragazza, e secondo era la sua cugina preferita, mentre di Albus, il fratello rompiscatole, avrebbe fatto volentieri a meno, vivendo solo con la sua sorellina Lily Luna, in pace e tranquillità, almeno fino a quando lei non era a Hogwarts.

« Ehi, Rosie ».

Lei grugnì. Non sembrava intenzionata a parlare con nessuno.

« Su, non essere triste! » le disse James, amareggiato nel vederla così giù di tono. « C'è ancora un sacco di tempo prima della festa e ci sono un sacco di ragazzi senza una compagna! »

« Mancano due giorni alla festa, e quasi tutti sono già impegnati » disse Rose in tono piatto. « Stupida io che mi illudo ancora che qualcuno verrà qui e mi chiederà... »

« Rose, vuoi venire con me alla festa? » una voce alle spalle di James e Rose li fece girare di scatto. Mister Scorpius - sono il più figo di tutti - Malfoy era ritto lì in piedi, con un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all'altro.

« Sentiamo, Malfoy. Perché io dovrei accettare il tuo invito? » chiese Rose semplicemente. « Noi ci odiamo! » non ebbe mai una risposta, perché un altro ragazzo arrivò e scaraventò a terra Scorpius spingendolo di fianco. Gary Moon, un Tassorosso del secondo anno che a detta delle ragazze della sua stessa età era 'un vero schianto', le sorrideva a trentadue denti.

« Ehi, Rose! » la salutò, provocando un rossore evidentissimo sulle sue guance. « Tu ed io alla festa insieme. Che ne pensi? »

Scorpius cercò di rimettersi in piedi. « In realtà, glielo avevo appena... » ma non finì la frase, perché subito Rose accettò allegra l'invito, mentre Scorpius la guardava shockato.

« Perfetto! » esclamò Gary. « Sarai sicuramente stupenda giovedì. E lo sarò anche io, solo per te! » le fece l'occhiolino - lei arrossì così forte che James ne sentì il calore – e ritornò a sedersi al tavolo dei Tassorosso.

« Ma te lo avevo chiesto prima io! » protestò Scorpius, visibilmente ferito.

« Io non volevo andarci con te » rispose Rose, fredda, ma, James lo notò, ora aveva ripreso la viviacità dei giorni che precedevano l'annuncio della McGranitt.

Scorpius tornò deluso al tavolo dei Serpeverde, e James lo vide così abbattuto che quasi gli fece pena.

« Non sarai stata un po' cattiva con lui? »

« Con Scorpius? » chiese facendo finta di non aver capito. « Tu vorresti mettere un invito di Malfoy con uno di Gary Moon? Ma per favore! »

 

*

 

La mattina seguente sembravano tutti estremamente felici, e James non sapeva se esserlo anche lui o prenderli tutti a bacchettate in faccia.

Albus aveva annunciato a colazione di aver invitato Charlotte Dong, perché 'non era poi così tanto male come dicevano tutti, ed era pure simpatica'. Rose e Gary si scambiavano occhiatine da un tavolo all'altro sotto lo sguardo ancora ferito del povero Scorpius.

James, mentre osservava ancora il quadretto, vide una Serpeverde avvicinarsi a Scorpius chiedendogli, presumibilmente, di andare alla festa insieme. Lui, anche se controvoglia, accettò il suo invito. Insieme a quella ragazzina, se n'era alzata un'altra, visibilmente più grande, che si stava invece avvicinando al loro tavolo. In pochi secondi la Serpeverde fu davanti a lui. Era Natasha Clever, una ragazza bassina, nata da Babbani, con i capelli neri e gli occhi azzurri. Era molto bella, ma era anche decisamente brava a scuola. A detta di Rose era una pettegola assurda, e non sembrava le stesse particolarmente simpatica.

« Ciao » lo salutò lei.

« Ciao » rispose James di rimando.

« So che non hai invitato nessuno al ballo » disse Natasha, imbarazzata.

« Già » confermò James. « Diciamo che a questo punto l'idea del manico di scopa non era tanto male! » Natasha rise alla sua battuta e lui ne fu contento. « Tu con chi ci vai? »

« In realtà » cominciò lei, rossissima in volto, « sono venuta proprio per questo... ti andrebbe di venirci con me? »

James si ritrovò un po' spiazzato da quella domanda. Natasha era bella e brava, ma non era il suo tipo, non lo era per niente: odiava il Quidditch, tanto per cominciare. Però ormai lui era disperato, tutte le ragazze a cui lo aveva chiesto lo avevano snobbato dicendogli che doveva muoversi prima e che ora erano tutte impegnate. Decise di 'correre il rischio'. « Per me è ok ».

« Perfetto » e si allontanò tornando più chiara sulle guance.

Appena si fu allontanata a dovere, James annunciò a gran voce - sempre permettendo solo ai Grifondoro di sentirlo - che tutti i Weasley e i Potter erano sistemati per la festa.

 

*

 

Quel pomeriggio Grifondoro e Serpeverde del secondo anno avevano in comune l'ora di Pozioni. Lumacorno aveva sempre un occhio di riguardo per i Potter, e anche per i Weasley, ma se solo avesse detto il loro vero cognome anziché 'Weatherby', 'Wallaby' o 'Wealsey' – anche se in quel caso c'era andato molto vicino – Rose e Roxanne lo avrebbero apprezzato molto di più.

Disgraziatamente, Lumacorno quel giorno aveva deciso di mettere due Serpeverde – uno dei due era Scorpius – allo stesso tavolo di Rose 'così che imparassero da qualcuno che ne sapeva quasi più di lui'.

Il professore diede ai ragazzi una pozione piuttosto complicata da fare, ma tutti si misero in silenzio a lavorare, ognuno sul proprio calderone.

Rose trovava molto difficile concentrarsi, perché Scorpius continuava a parlarle a proposito di quella benedetta festa e sul perché lei non avesse accettato il suo invito, lasciando che facesse da zerbino a Moon.

« Te l'ho detto, Scorpius » sibilò lei, decisa. « Io non volevo andarci con te. Non avevi alcun motivo per invitarmi, noi ci odiamo. Non siamo amici, non siamo niente. Se dici che siamo qualcosa, anche solo vagamente, dammi una prova che quello che dici è vero ».

Scorpius tacque. Non sembrava aver trovato niente di abbastanza convincente. Rose sembrò particolarmente soddisfatta, e soprattutto felice perché Scorpius non le rivolse la parola per tutto il resto della lezione, tranne per chiederle di passargli le code di topo e gli altri ingredienti.

Rose finì la sua pozione prima di tutti gli altri, prendendosi i complimenti di Lumacorno che regalò alla sua casa quindici punti.

Conclusa la lezione, fuori dall'aula, Scorpius tentò nuovamente di parlare con Rose, ma lei fece di tutto per evitarlo, finché Gary non la salvò, invitandola ad andare con lui alla prossima lezione, che Grifondoro e Tassorosso avevano in comune – quella di Trasfigurazione.

Si sedettero insieme nei posti di dietro, e Rose non seguì niente di ciò che la professoressa McGranitt diceva, perché era troppo impegnata a ridere e scherzare con il suo accompagnatore. Pensavano che la professoressa non avesse notato nulla, ma prima che loro due uscissero a lezione terminata, disse loro di aver tolto a Tassorosso e Grifondoro dieci punti ciascuno. Quando congedò 'il signor Moon', trattenne 'la signorina Weasley' per dirle quanto fosse delusa dal suo comportamento. A Rose non sembrò importare molto e si diresse felice in Sala Grande per il pranzo.

Passando per i corridoi per raggiungere la sua meta, attraversò Nick-quasi-senza-testa, ma ignorò completamente la sensazione di gelo che le arrivò « signorina Weasley! Ma che combina? »

Sedutasi al suo posto, al tavolo di Grifondoro, ricevette un'occhiataccia da suo cugino James.

« Perché mi guardi così? » gli chiese piano.

« Mi hanno raccontato che hai fatto a Trasfigurazione » rispose lui, severo. « Rose, non farti condizionare da quello lì! Potresti finire nei guai! »

« Oh, ma fammi il favore! » sbottò lei. « Mi sono solo distratta un pochino durante la lezione della McGranitt, capita! »

« Non a te! » esclamò James deciso. « Non a Rose Weasley! »

« La gente può cambiare Sirius ». James la stava odiando, la stava decisamente odiando. Era orgoglioso di portare il nome di Sirius Black, sapeva la sua storia ed era fiero di onorarlo, ma lui odiava quel nome, odiava essere chiamato in quel modo.

« Non. Chiamarmi. Sirius » disse, scandendo bene ogni parola. « Ti rovinerà, Rose! Te lo dico io ».

« Bado benissimo a me stessa da sola, grazie Sirius ».

Rose si andò a sedere all'altro capo del tavolo, lasciando il cugino con le guance rosse e il volto contratto dalla rabbia.

Dopo il pranzo, James e Rose non si rivolsero la parola per il resto del giorno. Quella sera entrambi avevano gli allenamenti di Quidditch. Nella squadra, James era il Cercatore, mentre Rose era una Cacciatrice. Il capitano, Helena Wright, una Battitrice, chiedeva il massimo dai componenti della squadra per l'imminente inizio della stagione di Quidditch.

L'allenamento di quella sera non fu piacevole per nessuno. James e Rose si distraevano l'un l'altro mentre volavano. Lei gli aveva fatto perdere di vista il Boccino d'Oro per ben quattro volte di seguito, mentre lui le volava accanto mentre cercava di mettere dentro la Pluffa. Stavano facendo perdere la pazienza anche agli altri componenti della squadra, che non riuscivano a concentrarsi con loro due che cercavano di disarcionarsi a vicenda. Helena dovette interrompere a metà l'allenamento per rimproverarli.

« Ma che state combinando? »

« Ha iniziato lei! » si difese James. « Non mi faceva vedere il Boccino! »

« E lui non mi permetteva di segnare! » disse Rose.

« E si può sapere il perché di tutto ciò? » chiese Helena, estremamente confusa dal loro comportamento.

« Sta dimenticando i suoi doveri! » esclamò James, esasperato. « Quel Gary Moon le sta facendo perdere la testa, e non sta più attenta in classe! »

« È successo una volta soltanto! » si difese lei, arrabbiata.

« E capiterà ad ogni lezione che avrete insieme! »

« Sbagli ».

« No, sei tu che sbagli ».

« No, tu ».

« Tu ».

« Tu! »

« TU! »

« SMETTETELA UNA VOLTA PER TUTTE! » sbraitò Helena, che non sopportava più quel 'telefono occupato'. « Se non cambierete atteggiamento sarò costretta a cacciarvi dalla squadra ». Sembrava molto seria.

James e Rose non replicarono perché avevano paura che il capitano procedesse subito alla loro espulsione se avessero osato controbattere. « Se dovete litigare, vi prego di farlo da qualunque parte fuorché sul campo da Quidditch ». Poi si rivolse anche agli altri. « Ragazzi, per oggi basta così! »

Gli altri giocatori se ne andarono lanciando occhiate truci a James e Rose, che si sentirono totalmente in imbarazzo. Decisero che, per il bene della squadra, non avrebbero più parlato della festa, o di Gary, e che lei avrebbe cercato di comportarsi diligentemente, come prima di quella mattina.

Si diressero verso la Sala Comune, e, attraversato il buco del ritratto, videro qualcosa che li lasciò tra lo sconvolto e il divertito. Dominique era seduta sul tappeto davanti al camino, con i capelli arruffati, stoffe sparse dappertutto e forbici, ago e filo tra le mani. Si voltò a guardarli e parlò.

« Ho cercato di farmi l'abito da sola, senza magia » disse lei, mostrando i capelli da moglie di Frankenstein, e il tessuto sparso a terra. « Sapete, Josh è un nato Babbano... »

« Vedo che non è andata granché bene » disse James, trattenendo una risata.

Dominique scosse la testa. Sembrava alquanto provata.

« Non è meglio se sistemiamo con la magia? » disse Rose, incoraggiante.

Dominique sorrise e annuì.

« Sì, forse risparmierei torture inutili alle mie mani » disse mostrando le mani incerottate per i tagli e i buchi alle dita. E tutti e tre scoppiarono a ridere.

 

*

 

La mattina seguente arrivò e di conseguenza anche il giorno della festa. In Sala Grande c'era un brusio generale. Le ragazzine del primo anno erano quelle che discutevano più intensamente e ogni tanto si sentivano strilli eccitati per qualche invito dell'ultimo momento - invito proposto per pura disperazione. Lo strillo più grosso, però, non fu per niente di eccitazione. Una ragazzina di Tassorosso aveva versato accidentalmente il succo di zucca sulle scarpe del professor Scotland, mentre era seduta girata verso il tavolo di Grifondoro e parlava animatamente con una coetanea. Lei aveva gridato e il professore l'aveva guardata malissimo. Poi la tranquilizzò dicendole che non era successo niente di grave e che gli piaceva fare quegli sguardi per spaventare gli studenti. La bambina però sembrava ancora molto traumatizzata.

Le cugine Weasley parlavano degli abiti che avrebbero indossato quella sera.

« Ieri Rose e James - in realtà lui stava seduto a guardare - mi hanno aiutato a finire il mio abito » stava dicendo Dominique a Roxanne. « Io avrei voluto cucirlo con le mie mani, alla maniera Babbana, ma stavo combinando un vero e proprio disastro! »

« Tu che indosserai, Rose? » le chiese Roxanne.

« Oh, è una sorpresa! » esclamò lei. « L'abito me l'ha mandato ieri la mamma ».

« Che scarpe mettete sotto il vestito? » chiese Dominique alle due. « Io ho delle scarpe col tacco che sono tres manifique ».

« Tacchi? » chiese Roxanne incredula. « Mia madre mi vieta categoricamente di metterli. Che barba! Mi accontenterò delle ballerine ».

« Rose, tu che metti? »

« Oh, non so... » rispose lei, anche se avrebbe voluto dire che né tacchi, né ballerine le andavano particolarmente a genio.

I ragazzi, seduti in un altro punto del tavolo, erano andati ben oltre l'abito.

« Sarà bellissimo quando ci baceremo... » stava dicendo Albus con aria sognante.

« Ehi, carino! Non pensi di star correndo troppo? » lo ammonì il fratello.

« Oh, non dire sciocchezze! » brontolò Albus. « Che pensi se le chiedo di sposarmi? »

James aveva un'aria seriamente preoccupata, e tentò di mettere una mano sullla fronte del fratello.

« Oh, andiamo, James! » sbottò. « Ti stavo solo prendendo in giro! »

James tirò quasi un sospiro di sollievo. Il pensiero di Albus che si sposava con Charlotte Dong non lo faceva stare molto tranquillo. Un altro pensiero però gli occupò la mente: e se Natasha avesse voluto baciarlo? Come si sarebbe comportato? Lui non aveva mai baciato nessuna ragazza prima. Faceva molto il grande uomo vissuto, ma in realtà aveva pochissima esperienza con le ragazze. Forse l'avrebbe lasciata fare, alla fine lei non era poi così tanto male – non contando il fatto che odiava il Quidditch, ovviamente.

Rose non sembrava affatto preoccupata all'idea di ricevere un bacio da Gary.

« Se Gary mi baciasse » stava dicendo alle cugine, « io risponderei subito, senza pensarci due volte ».

« Tu non bacerai proprio nessuno, signorina! » avevano gridato insieme Albus e James.

« Oh, tacete! » sbottò lei.

La prima lezione del giorno per i Grifondoro del terzo anno era Incantesimi, ora in comune con i Serpeverde. Prima di entrare nell'aula, Natasha cercò di attirare su di lei l'attenzione di James.

« Ehi, James! »

« E allora ho preso la mazza da Helena e ho... oh, Natasha, ciao » la salutò, mentre g li tornavano in mente i pensieri di poco prima.

« Be', oggi è il grande giorno! » esclamò Natasha radiosa.

« Oh, sì, fantastico » disse James, sembrando tutto fuorché entusiasta.

« Che c'è? » chiese lei, imbronciata. « Non sei contento di andarci con me? »

« Oh, no, no! Sono felice! » si affrettò a dire lui.

« Che fate lì sulla porta? Venite! » la voce di Vitious, che li chiamava dentro, lo salvò.

Mentre James tentava di evitare in tutti i modi possibili lo sguardo di Natasha nell'aula di Incantesimi, nelle serre di Erbologia, Rose ignorava il più possibile la voce di Gary che la chiamava, facilitata dai paraorecchie che le ovattavano l'udito.

« Rose! ROSE! »

Lei lo degnò di un solo sguardo, leggendogli il labiale, poi si rimise a lavorare sulle sue Mandragole. Vide di sottecchi il professor Paciock ammonire Gary perché chiacchierava troppo. Quando non smise, anzi cercò di urlare, sempre cercando di richiamare l'attenzione di Rose, Neville fu costretto a togliere 5 punti a Tassorosso.

A lezione finita, Rose si decise finalmente a parlare con Gary, che non sembrava più voglioso come prima di parlarle.

« Ehi, Gary! »

« Ah, ora mi parli » disse lui in tono arrabbiato.

« Non potevo rischiare che mi ammonissero di nuovo! » si giustificò Rose.

Gary rise, una risata gelida. « Per te solo questo è importante ».

« Guarda che non c'è alcun bisogno di parlare durante la lezione! » sbottò Rose, stizzita. « Si può parlare benissimo appena terminata! »

Gary non la stette nemmeno a sentire, girò sui tacchi e non le rivolse nemmeno uno sguardo, mentre spariva al primo angolo.

A Storia della Magia, Rose, che di solito era l'unica a prendere appunti, non segnò una parola, ma soprattutto non seguì una frase di ciò che stava dicendo loro il professor Ruf, perché era troppo impegnata a pensare alla scenata che aveva fatto Gary. Perché aveva rovinato tutto così? Sapeva che per lei la scuola era importante, che lui le interessava davvero, ma voleva più attenzioni. Rose era convinta che lei avesse ragione, e quando lo chiese più tardi a pranzo a James, lui le disse che era d'accordo con lei.

« Io te l'avevo detto che era un idiota! »

« Spero comunque che voglia ancora venire alla festa con me » disse lei, visibilmente preoccupata.

« Ma sì, non darti peso per questo ».

Le due ore di Pozioni per i Grifondoro e i Corvonero del terzo anno passarono piuttosto velocemente, perché ogni tanto qualcuno si distraeva parlando della festa e rovesciava qualche ingrediente sbagliato nel calderone, facendo esplodere tutto, così che il professor Lumacorno andava a controllare che nessuno fosse sfregiato, e gli altri cominciavano a parlare del ballo a loro volta, facendo scoppiare qualche altra pozione, creando una enorme catena di esplosioni. Uscirono tutti sporchi di cenere dall'aula di Pozioni e si diressero alle loro Sale Comuni per potersi preparare adeguatamente per la serata.

Quando James arrivò su ai dormitori dei Grifondoro del terzo anno con i suoi compagni, tirò fuori il costume che gli aveva spedito la madre e se lo infilò velocemente, aggiustando bene il cravattino. Osservò incerto le scarpe che avrebbe dovuto mettersi. Non erano adatte a lui: troppo... arcaiche! Be', le sue converse erano nere, e poi nessuno avrebbe dato troppo peso alle scarpe che indossava, no?

Appena fu pronto, i suoi compagni guardarono verso i suoi piedi con uno sguardo incerto.

Molto più caos, c'era invece nei dormitori femminili delle Grifondoro del secondo anno. Prendi il vestito, mettilo, aggiusta le pieghe, truccati, aggiustati i capelli, mettiti il profumo, mettiti le scarpe... le scarpe... Rose osservava con aria critica le scarpe che le aveva inviato la madre assieme al vestito. Non le avrebbe mai messe! Erano troppo... non da lei! Se avesse messo le sue converse azzurre sotto quell'abito, che era di un celeste pallido, nessuno ci avrebbe dato troppa importanza. Erano solo un paio di scarpe!

Appena si fu sistemata completamente, le sue compagne guardarono ai suoi piedi con una smorfia di disgusto.

« Tu sei matta, Weasley! » esclamò Roxanne, quasi in preda a un infarto.

I ragazzi che non avrebbero dovuto accompagnare delle Grifondoro, si diressero verso le Sale Comuni delle rispettive compagne, mentre le Grifondoro che avevano il cavaliere in un'altra casa, aspettavano fuori dalla Sala Comune. Dominique, guardava Rose sconvolta.

« Rose, ma perché ti sei messa quelle scarpe? » le chiese.

« Io... io mi sentivo più a mio agio con queste, ecco... » balbettò lei in risposta.

« Mah... contenta tu! »

Dopo dieci minuti tutte le Grifondoro se ne erano andate a braccetto dei loro ragazzi, tutte meno che Rose. Aveva aspettato altri cinque, dieci, quindici minuti, poi aveva capito che Gary non sarebbe mai venuto a prenderla. Si chiese se fosse meglio restare in Sala Comune, a quel punto, ma reputò l'idea di andare lo stesso alla festa la migliore.

Corse giù per le scale veloce, mentre i quadri sulle pareti le lanciavano occhiate confuse. Arrivò al piano terra e aprì le porte della Sala Grande. Nessuno si girò a guardarla, nessuno di accorse che era entrata. Non vide Gary. Sperava di trovare qualcun altro che era rimasto da solo, ma constatò che lei era l'unica che non era con qualcuno. Si accasciò su una sedia vicino alla parete, a metà della Sala, e sfogò il suo dolore. Sapeva che la festa sarebbe stata un disastro.

James, intanto, aveva fatto il suo ingresso nella Sala, con al braccio Natasha. Si sentiva molto in imbarazzo, quasi fuori posto. Natasha, dal canto suo, non pareva molto entusiasta di essere lì con lui, anche se, almeno inizialmente, sembrava eccitatissima all'idea. Disse a James che doveva andare in bagno ad aggiustarsi il trucco e si dileguò. Strane le ragazze, pensò.

Si diede un'occhiata in giro: la Sala Grande non era mai stata più bella! Era stata addobbata con tutti i colori delle case – anche se principalmente rosso e oro – e c'erano grandi sculture di ghiaccio. Un enorme tavolo era al centro della Sala, e varie pietanze erano poggiate su di esso. Attorno al tavolo principale, vi erano tanti tavolini e sedie. Era stato lasciato un grande spazio circolare per le danze, illuminato da luci psichedeliche – sicuramente un'idea di Lumacorno.

Vide Natasha tornare da lui, alzarsi sulle punte e stampargli un bacio veloce sulle labbra.

« Mi dispiace, Potter » disse in tono naturale. « Non passeremo il resto della serata insieme. Ora sei solo. Hasta la vista! »

James la fissava sconvolto, senza capire. L'aveva baciato e se ne era andata... l'aveva baciato... l'aveva baciato... l'aveva baciato, per Morgana! Aveva ricevuto il suo primo bacio! Non gli importava se se ne era andata, almeno gli aveva fatto la cortesia di baciarlo.

Girovagò un po' intorno al tavolo principale, servendosi di un po' di tutto. Mentre prendeva un boccone di roast beef, Albus gli si avvicinò correndo e urlando, seguito da Charlotte.

« Mi ha baciato, James! Mi ha baciato! »

Lo guardava con gli occhi sgranati. Non per la notizia, ma perché sembrava un assatanato. Se ne andò via correndo, gridando a chiunque che aveva avuto il suo primo bacio. Charlotte, che seguiva disperatamente Albus, guardò negli occhi James, e lui capì che si sentiva un tantino a disagio. Lui ricambiò lo sguardo, e lei ricominciò a seguirlo, però con il sorriso sul volto.

James scrutava la pista da ballo, sperando di intravedere Rose, ma di lei non c'era traccia. Guardò verso le sedie e la trovò lì, seduta, con le mani sulla faccia. Lasciò sul tavolo il bicchiere di Burrobirra e si diresse verso di lei. Rose non parve averlo visto, impegnata com'era a coprirsi il volto.

Prima di rivolgerle la parola e dare segno della sua presenza, buttò un altro occhio sulla pista da ballo e finalmente lo individuò: Gary Moon stava ballando con un'altra ragazza... con Natasha!

« Per la miseria! » esclamò, indignato.

Rose si accorse di lui.

« James! »

Si voltò verso di lei e vide che aveva gli occhi gonfi e rossi. Si sedette su una sedia accanto a quella della cugina e le passò un braccio dietro le spalle, mentre lei gli sorrideva.

« È uno stupido! » esclamò, questa volta arrabbiato. « Se lo prendo, gliele suono! »

« Non ne vale la pena » disse Rose.

« Certo che sì! » disse James, deciso. « Mi ha anche fregato la ragazza... oh, sai che mi ha baciato? »

« Almeno lei l'ha fatto prima di abbandonarti » disse malinconica, lanciando un'occhiata alla pista da ballo. « Guarda, anche Scorpius si diverte con la ragazzina del primo anno! » James guardò nella stessa direzione in cui erano puntati gli occhi della cugina e vide Scorpius che faceva roteare la ragazzina di Serpeverde. « Sono l'unica che se ne sta qui sola a aspettare che arrivi il miracolo... ehi, ma, ti sei messo le converse! » lo sguardo della ragazza era fisso sui piedi del cugino.

« Oh, sì, be'... » balbettò impacciato. « Mi sentivo decisamente più a mio agio così. Comunque, non serve nessun miracolo! » si alzò e le tese la mano.

« Che...? »

« Balliamo noi due! »

« Ma... è stupido ballare tra cugini, ed è... imbarazzante ».

« Oh, andiamo! Io sono solo, tu sei sola, che importa? Dài! »

« D'accordo ».

Prese la mano che lui gli stava tendendo e si lasciò trascinare tra gli altri ragazzi. Ballare con un cugino era molto meglio che ballare con un altro ragazzo. Un cugino dura per sempre, e con lui si è molto più a proprio agio che con qualunque altro idiota.

Rose rideva mentre Albus girava ancora per la pista da ballo urlando, inseguito da una Charlotte esasperata. James si soffermò sui suoi piedi, mentre era voltata da un'altra parte.

« Rose ».

Si girò di scatto e vide che il cugino le fissava i piedi.

« Oh... »

« Perché hai messo le converse? » le chiese James, incredulo.

« Be', perché mi sentivo molto più a mio agio » rispose semplicemente. « Vorrei vedere te a ballare con i tacchi di Dominique! »

In quel momento, senza neanche farlo a posta, la cugina cadde di sedere a terra. « Dannati tacchi! » urlò. « Lo sapevo che avrei fatto meglio a seguire l'esempio di Rose! »

E tutti risero, lei compresa. Ballare con un cugino, o mettersi converse sotto un vestito elegante: non importa cosa pensano gli altri. L'importante è sentirsi a proprio agio. E quella sera Dominique Weasley l'aveva imparato perfettamente.

 






Spazio Autrice:
Piccola one-shot, ideata mentre cercavo di addormentarmi.
Credo mi sia uscita abbastanza bene, o meglio lo spero.
Recensite, se vi piace, o anche per criticare, accetto tutto! xD
 

  
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