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Autore: francy091    25/08/2011    12 recensioni
"Una delle solite giornate al 12mo distretto: omicidi, risse, ubriachi… routine insomma!
Non c’era nessun caso importante all’attivo, ma lo scrittore Richard Castle era lì lo stesso, aveva raggiunto la sua musa per non lasciarla sola in mezzo a malviventi e malintenzionati."
ecco la mia nuova follia, ispiratami da tutti i miei amici di sempre, a cui voglio un bene dell'anima. Il titolo non è un granchè, ma si rifà al titolo di un libro di Castle, quindi mi sembrava appropriato!! buona lettura!!!
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ok, si, non è un miraggio, ho davvero pubblicato l'ultimo capitolo di questa folle storia....
mi ci è voluto un bel po' di tempo per finirla (-e alla faccia del po' di tempo, quasi 5 mesi ti ci sono voluti!!- direte voi), ma alla fine eccola qua!!!
vi devo delle spiegazioni, lo so... il fatto è che tutta questa storia riflette molto me stessa e aspetti di me che di solito non mostro agli altri, e quindi diciamo che c'erano delle questioni che dovevo risolvere prima... come ho sistemato la mia vita, anche questa storia si è sistemata da sola... segno che quello che dico sempre alle fantasmagoricamente fantastiche ragazze del Castle Made Of EFP Writers è vero... le nostre storie riflettono aspetti di noi che neanche sapevamo di avere...tiriamo fuori le nostre peggiori paure, ansie, difficoltà, sogni, speranze e gioie quando scriviamo...
vabbè, ho fatto un'introduzione più lunga di tutta la storia a momenti...
come al solito degli altri capitoli, ringrazio tantissimo i miei amici di una vita, per le loro battute, cavolate, pazzie e follie che mi ispirano sempre...con la speranza che un giorno potrete davvero leggere questa storia...



“sei stata brava, devo ammetterlo. Non immaginavo sapessi usare congiuntivi e condizionali così bene! La maggior parta delle persone si incarta sempre quando deve fare frasi ipotetiche.”
“visto Castle? Anche io so mettere due parole in fila. I miei seppur pochi anni di studio hanno dato i loro frutti!”
“davvero, scherzi a parte. Sei stata brava, forte… e coraggiosa. Sono fiero di te!”
“grazie Rick.” Disse lei leggermente imbarazzata: avere qualcuno fiero di te a parte i tuoi genitori riempie l’animo di ottimismo e serenità, ma se quel qualcuno è Richard Castle, è lo stomaco quello a riempirsi, di farfalle, mosche e qualche altro animale volante e strisciante.
“forza, godiamoci la festa ora, basta con i sentimentalismi.”
“d’accordo! Allora buttiamoci nella mischia.”
 
Dj Maximus stava dando il meglio di sé, spaziando dal rock più puro e semplice alla dance anni ’70, fino al commerciale dei tempi moderni che piaceva sempre. Kate ballava con i suoi amici, a volte si fermavano a parlare per qualche secondo, per poi riprendere più entusiasti e matti di prima. Come era successo con quel vestito, la seria e professionale detective della Omicidi stava facendo fare un giro al suo lato adolescenziale ormai sepolto, riscoprendo movenze e rituali dimenticati. Castle stava un po’ più in disparte – d’altronde si muoveva peggio dei manici di scopa dell’Apprendista Stregone – ma non lasciava mai la sua musa totalmente da sola… era una presenza  rassicurante, niente di più, niente di meno.
La serata procedeva, quando l’altra amica del gruppo, Rosalie, salì sul palco. Lei era l’unica del gruppo che forse stonava un po’ con le altre: non molto alta e un po’ in carne, aveva i capelli biondo cenere tagliati corti all’altezza delle spalle, mossi in delicate onde che le incorniciavano il viso; Castle la osservò meglio, non era brutta, decisamente no, ma si vedeva che qualcosa non andava nei suoi lineamenti, come se avesse avuto qualche problema, i chili in più sembravano messi su di recente… decise di chiedere a Beckett, sempre con molto tatto.
“Kate, Rosalie sta bene?”
“ora si, ma qualche anno fa ha dovuto subire un intervento di tiroidectomia, aveva un tumore maligno che cominciava a farsi largo nel suo corpo, per fortuna se ne sono accorti in tempo e l’hanno tolto. Ora sembra che sia tutto a posto, ma senza la tiroide i suoi ormoni hanno cominciato ad impazzire e prendere qualche chilo in più è stata una conseguenza inevitabile… ma come te ne sei accorto?”
“no, è che secondo i canoni della proporzione aurea lei ha tutte le caratteristiche giuste per essere una bellissima donna, ma qualcosa non quadrava, e ora ho capito… spero davvero stia bene.”
“ha detto Aaron che si tiene sotto controllo e sembra non ci siano altri allarmi per ora.”
Rosalie sul palco nel frattempo aveva cominciato a parlare.
“signori e signore, è arrivato il momento che tutti attendevamo con gioia: le votazioni per la Reginetta dei Ricordi! Quindi, non siate timidi e avvicinatevi al nostro caro Aaron in fondo alla sala – dite ciao ad Aaron - per lasciare la vostra preferenza nel box sopra il tavolo. Abbiamo voluto cambiare un po’ le carte in tavola, quest’anno chiunque può diventare reginetta. Esatto, potete scrivere il nome di chiunque vi ha colpito più questa sera: se pensate che una vostra amica sia cambiata molto, sia diventata più affascinante, non dovete far altro che scrivere il suo nome, niente finaliste, preferite o altro. Siete voi le protagoniste di questa serata, facciamolo vedere!!!”
Un mormorio entusiasta cominciò a levarsi dalla sala, evidentemente il pensiero che anche colei che una volta era stata la bruttina secchiona quattrocchi potesse diventare Regina del ballo, aveva colpito molto. Infatti cominciarono tutti ad affollarsi attorno al povero Aaron che, come ai vecchi tempi, si godeva il suo minuto di celebrità… anche se accidentale!
“tu non vai a votare?” chiese Castle.
“si, aspetto soltanto che qualcuno vada via… non vorrei rischiare di morire soffocata o calpestata da tutta quella gente!”
“per chi voterai? So già che non daresti mai la preferenza a te stessa, ma conoscendoti resterai fedele alle tue amiche e voterai per una di loro… Adrianna? Scommetto che ha sempre vinto lei… Jasmine? Anche lei è davvero bellissima, meriterebbe di vincere… non dirmi che voterai per Madison! Dopo chi reggerà più l’ego spropositato di quella donna?”
“ah, senti da che pulpito… sai, Castle, mi ricorda qualcuno che farebbe esattamente la stessa cosa…” disse lei guardandolo con occhi un po’ accusatori. “comunque non voterò nessuna delle tre… lo scopo di questa festa è di festeggiare i cambiamenti, esaltare quello che siamo diventati, ciò che abbiamo fatto della nostra vita, non ripetere le stesse cose che facevamo al liceo. Credo che voterò per Rosalie, è sempre stata una ragazza dolcissima con tutti e con quello che ha passato recentemente se lo merita davvero. Oppure per Aaron… almeno farò avverare il suo sogno, ha sempre voluto avere una tiara in testa!”
Dicendo questo si mosse verso il fondo sala, decisa su chi votare.
 
Dopo circa mezz’ora si procedette allo “spoglio”, con Aaron e Rosalie sul palco pronti ad annunciare la vincitrice.
“ok, eccoci pronti. Devo dire che è stata veramente dura, ci sono stati voti per quasi ognuna delle ragazze qui presenti, qualcuno anche per me, e di questo ringrazio molto, e uno anche per Aaron, che però credo se lo sia dato da solo… non preoccuparti tesoro, per i tuoi 40 anni ti faremo un diadema tutta per te! Ma siamo riusciti a decretare la vincitrice… e che vincitrice! Deve avervi impressionato molto stasera perché quasi la metà di voi l’ha scelta… senza ulteriori indugi, la vincitrice è… Kate tesoro, muoviti e vieni a ritirare il tuo premio!”
Uno scroscio interminabile di applausi la accompagnò fin sopra il palco, dove una sorridente e splendida Rosalie la aspettava con una fascia e una piccola corona: la detective diventò così la Reginetta dei Ricordi.
Castle la guardava applaudendo come un fan accanito mentre saliva, sembrava un padre orgoglioso perché la figlia aveva appena vinto il suo primo premio in matematica, si vedeva che cercava di trattenersi dal vantarsi e dall’urlare a tutti “quella è la mia Kate, lei sta con me stasera, io la conosco, lavoro con lei…”
Kate d’altro canto proprio non se l’aspettava… insomma, non era mai stata molto popolare, e non credeva che quel piccolo discorso fatto poco prima avesse suscitato così tanto scalpore… insomma, c’era chi ne aveva passate quanto lei, se non addirittura peggio… ma avevano deciso di immedesimarsi con lei, avevano deciso che doveva essere lei la loro reginetta… lei che aveva avuto il coraggio di cambiare, di non lasciarsi andare alla disperazione, di prendere il mano la propria vita e diventare una donna completa, realizzata. E di questo ne era lusingata.
“o mio dio, insomma… non so cosa dire! Ehm… un grazie basta?” disse queste poche parole,ma tutti iniziarono a ridere… avevano fatto la scelta giusta.
“e ora, come tradizione, la reginetta aprirà le danze accompagnata dal suo re. Abbiamo voluto mantenerci sul semplice, per questo abbiamo richiesto l’accompagnatore a tutte le donne, così che potessero sentirsi delle vere e proprie principesse tra le braccia dei loro amati. Quindi, vostra altezza, recuperi pure il suo ragazzo e andate a ballare.”
Al sentire di nuovo la parola ragazzo a Kate per poco non venne un coccolone… Rosalie sapeva che Richard non era il suo vero ragazzo, ma aveva deciso comunque di chiamarlo così… quella donna era molto più furba e intelligente di quanto ricordasse, aveva capito da una serata quello che lei non riusciva a comprendere da 3 anni.
Lui salì sul palco e le prese le mani per portarla al centro della pista da ballo: il Dj aveva scelto un classico per il primo ballo - o forse gli era stato suggerito da coloro che volevano avere una serata perfetta in ogni dettaglio - , Moon River, l’originale per Colazione da Tiffany.
Iniziarono a muoversi lentamente a ritmo con la musica, un braccio di lei sulla spalla di lui, una mano di lui sul fianco di lei, le altre mani erano allacciate tra di loro: la classica posizione da walzer, anche se un vero e proprio walzer non era.
“beh, complimenti reginetta. Sei stata nominata la più bella della serata, e quella con la storia più interessante anche.”
“già… a quanto pare… davvero non me l’aspettavo. Diamine, perché proprio me? Insomma, tutte le altre ragazze in questa sala hanno una storia interessante, è ingiusto premiare solo me.”
“è vero, magari anche le altre storie valgono la pena di essere narrate, ma la tua è già stata raccontata, è stata premiata perché ha colpito più delle altre, tu hai colpito più delle altre. E d’altronde, come dargli torto, sei davvero la più bella stasera.”
Altre volte lui le aveva fatto dei complimenti, le aveva detto che era affascinante, che non c’era fine al mistero della sua bellezza… ma questa volta la detective arrossì violentemente, la situazione era diversa, il momento era diverso, e l’imbarazzo trasparì dalle sue guance.
Ballarono tutta la canzone, con le altre coppie che si andavano ad aggiungere piano piano: l’impressione che davano a chi li osservava era quella di un principe e a sua amata che danzavano il loro primo ballo, concentrati solo su di loro ignoravano il mondo intorno, una novella Cenerentola che, con un colpo di fulmine, scopre l’amore della sua vita… in questo caso l’amore c’era già da un po’ di tempo, anche se fin dall’inizio era stato il colpo a farla da protagonista.
Occhi negli occhi si godevano il momento: un sogno che sembrava non avere fine, ecco cosa stavano vivendo, lo stavano pensando entrambi… come una fiaba che diventa realtà.
Finita la musica finito l’incanto, erano tornati alla realtà, ma sempre con un brillio in volto che non passò inosservato agli altri, che pur conoscendo poco delle vicende dietro loro due avevano capito che la loro adorata Kate si stava scavando la fossa da sola… faceva così anche da giovane. Fu Aaron che decise di fare la prima mossa con lei.
“ehi, principessa sul pisello, posso parlarti un attimo?”
“certo Aaron.”
“ehm, in privato se non ti dispiace Richard…”
“oh, certo, come no.” Disse lo scrittore allontandosi da loro due.
“che c’è dunque?
“Kate, lo so che non devo impicciarmi degli affari tuoi, specialmente visto che non ci vediamo da troppi anni e che sei diventata una donna indipendente, ma ti conosco, potrai fare la dura quanto vuoi fuori, ma dentro sei rimasta la solita ragazzina timida e insicura. Lo stai facendo di nuovo Kate, stai mettendo da parte i tuoi veri sentimenti per non rovinare ciò che reputi bellissimo e insostituibile… ma stavolta è diverso, non sarà come con Marcus, stavolta lo sai che lui tiene a te, si vede da come ti guarda, non mandare tutto a signorine solo perché hai paura… superala Kate, fatti avanti una buona volta per l’amor di Dio, gettati e lasciati prendere da lui, sono sicuro che ci sarà a prenderti.”
“Aaron, non capisco proprio di cosa stai parlando…”
“certo certo, non lo capisci… ma ti devo dare una mazzata, testona che non sei altro? Kate, ti sei sempre confidata con me, ti sei sempre fidata di me, fallo anche ora quando ti dico che è più che evidente che tu ami Richard e che lui ama te! Dovevi vedere come salticchiava come un grillo d’estate mentre eri a ritirare il premio sul palco, sembrava uno di quegli stalker fanatici che seguono i loro idoli dovunque! Katherine Beckett, per la miseria, se non ti sbrighi a farti avanti stavolta ci penso io a voi due, e guarda che lo faccio!!”
Il tono di Aaron non ammetteva repliche, faceva paura alla detective, così non l’aveva mai visto… possibile che fosse evidente a tutti tranne che a lei? Possibile che dalle loro azioni trasparissero tutti i loro più segreti pensieri? Evidentemente si, ma nemmeno Castle li aveva capiti se ancora si ostinava a non farne parola con lei.
 
La serata passò così, tra una chiacchiera e un’altra, e quando alle 11 cominciarono ad andare tutti via, anche Beckett e Castle si congedarono, non prima di aver ricevuto minacce e ricatti affinché lei non sparisse di nuovo dalla circolazione. Fissarono una data per una cena, avrebbero continuato a parlare di loro, delle loro vite, dei vecchi ricordi, non si sarebbero più lasciati per così tanto tempo.
Usciti dalla palestra e entrati in macchina – stavolta era Castle alla guida – lo scrittore si rivolse alla sua musa.
“non so tu, ma io ho un certo appetito, ho mangiato solo un panino veloce prima di venire qui e a dire la verità una pizza da Stefano’s mi ci andrebbe tutta ora.”
“sempre a pensare al tuo stomaco Castle… però stavolta hai ragione, anche io sento una leggera fame…”
“allora… ci dividiamo una capricciosa? O tu sei più per la classica margherita?”
“a dir la verità la napoletana mi piace di più. Adoro come ci mettano un po’ di peperoncino.”
“ah, certo, il peperoncino…” lui la guardò malizioso, ma a vedere quegli occhi color smeraldo, tutta la malizia scomparve, lasciando il posto ad un’ammirazione totale per quella donna che in una sera aveva affrontato tutti i suoi fantasmi del passato a testa alta, si era denudata di tutti i suoi strati, lasciando alla luce del sole solo la vera Kate, quella creatura fantastica che mai negli ultimi 20 anni era uscita allo scoperto. La guardò ammaliato, per poi ricordarsi della strada di fronte a lui.
Arrivarono in pizzeria e si sedettero ad un tavolino: Stefano’s era uno dei pochi locali italiani a restare aperto anche dopo le 11 di sera, e oltre alla pizza, faceva anche un caffè espresso che poteva competere con pochi altri a New York. Ordinarono e restarono per un po’ immersi nei loro stessi pensieri, in fondo era stata una serata che aveva messo a nudo parti di loro che mai erano state così esposte… in particolare Kate non faceva altro che pensare e ripensare alle parole di Aaron… si era sempre fidata del suo amico, i suoi consigli erano stati più che preziosi in passato, ma quando si trattava d’amore, alla fine faceva sempre quello che le diceva la sua di testa… testa che tendeva a farla richiudere in se stessa, non lasciando trasparire il benché minimo spiraglio di speranza… aveva sempre avuto paura del futuro, di quello che sarebbe potuto succedere se le cose non fossero andate come voleva lei… era una abituata a vincere, e se non riusciva a vincere si aggiustava la situazione come più le aggradava… alla fine era sempre quella che ne usciva a testa alta… e questo l’aveva sempre aiutata molto nel suo lavoro, questo suo non fermarsi davanti a niente, questo suo andare avanti e scavare più a fondo fino a scoprire la verità, erano stati la marcia in più che l’avevano fatta entrare in polizia e poi nella omicidi, ed erano la marcia in più che le dava la forza di essere la splendida e talentuosa detective che era…
Ma con Castle… con lui era tutta un’altra storia… Aaron le aveva detto di non lasciare che la storia si ripetesse… l’aveva fatto in gioventù con l’unico altro ragazzo che avesse mai amato veramente… Marcus era stato un punto fisso per lei per anni e anni, da sempre innamorata di lui e mai fattasi avanti, un giorno si era svegliata e si era resa conto che l’amore per lui era svanito…
Ma l’amore, quello vero, quello più puro e unico che esista, non scompare così da un giorno all’altro…
si stava chiedendo in quei momenti Kate. …ma se davvero Aaron ha ragione e mi sto solo nascondendo dietro ad un dito… se davvero lo amo… non posso commettere di nuovo lo stesso errore… non posso di nuovo scappare.. per la miseria Kate, non hai più 17 anni, sei una donna adulta ormai, prova ad affrontare la realtà, e quello che sarà, sarà.>
“se continui a pensare così intensamente ti verranno le rughe d’espressione. Ti ho mai detto che il modo in cui aggrotti le sopracciglia quando sei sovrappensiero è adorabile?”
“si, Castle, me l’hai già detto” rispose lei, un po’ tesa e un po’ sorpresa dall’osservazione di Rick.
Davvero stava arrivando al limite, non riusciva più a restare così con lui… doveva dirgli quello che provava, doveva cercare di trovare il coraggio e farsi avanti una volta per tutte… o almeno provarci… perché quando era da sola sembrava tutto così semplice, ma quando era davanti a lui le parole si bloccavano improvvisamente in gola? Un giorno o l’altro ci sarebbe morta soffocata da quelle parole.
Arrivò la cameriera a prendere la loro ordinazione: Castle prese una salsiccia e pomodoro, mentre Kate si accontentò solo di un caffè macchiato.
“come, non hai fame?” le chiese.
“no, mi si è chiuso lo stomaco.” Rispose lei ancora pensando a cosa doveva fare.
Rick ormai aveva imparato a conoscerla, sapeva quando era il momento di insistere e quando quello di cambiare argomento con lei, e quello era uno di quei casi in cui parlare di cose assurde e ‘alla Castle’ avrebbe fatto davvero comodo… ma evidentemente l’intuito di Richard quella sera non era al massimo dell’efficienza, perché continuò ad insistere.
“Kate, ma stai bene? Non hai praticamente aperto bocca da quando siamo usciti dalla festa; hai freddo? Vuoi che ti vada a prendere la giacca in macchina? Sei sicura di non volere una pizza? Se vuoi posso darti metà della mia, in fondo le fanno talmente grandi che…”
“Castle, per l’amor del cielo, la vuoi smettere? Non ho freddo, non ho fame, non voglio niente, e anzi, non sarei neanche dovuta venire qui!” disse, per poi alzarsi in piedi e dirigersi a grandi falcate verso l’uscita.
Castle rimase basito per alcuni secondi, cosa aveva fatto? Perché ora si stava comportando così?
Lasciò 50 dollari sopra il tavolo, resto mancia, e la seguì fuori dal locale.
 
Uscì da Stefano’s appena una trentina di secondi dopo la detective, ma di lei neanche la minima traccia, sembrava sparita nel nulla… e come se non bastasse, alcuni tuoni preannunciavano un temporale.
pensò lo scrittore, cercando di capire dove potesse essersi andata a cacciare Kate.
La cercò per tutto l’isolato, e quando cominciò a chiedersi se non fosse il caso di controllare anche nei due a fianco, ecco che l’acquazzone cominciò ad abbattersi su New York, affrettando la decisione di Rick, che si stava preoccupando della salute di Beckett.
Il primo isolato a destra si era rivelato un fiasco, non c’era la minima traccia di Kate, e ormai il suo impermeabile recuperato da dentro la Ferrari era diventato praticamente inutilizzabile. Sperò che la sua musa avesse trovato un posto dove ripararsi, altrimenti avrebbe passato la settimana successiva a letto con una terribile influenza; stava per rinunciare ormai, quando dei lamenti catturarono la sua attenzione verso un piccolo vicolo laterale, una strada senza sbocco utilizzata soltanto per la raccolta della spazzatura: si diresse lì e trovò Kate in lacrime appoggiata al muro, il vestito ormai rovinato dalla pioggia e i capelli scompigliati appiccicati lateralmente al suo viso… anche in versione pulcino bagnato, la sua adorata detective era sempre meravigliosa ai suoi occhi.
“Kate! Ti sto cercando da quasi mezz’ora, si può sapere cosa ti è successo? Se non avevi voglia di venire a mangiare bastava dirlo.”
Beckett continuava a singhiozzare disperata, Castle non l’aveva mai vista in quelle condizioni… e tantomeno riusciva a capire cosa avesse scatenato tutto questo in lei.
“è per la festa? Sono stato un idiota a convincerti ad andare, se è così mi dispiace davvero Kate, credevo che una serata di svago ti avrebbe fatto bene, non immaginavo che avrebbe riaperto tutte queste ferite, mi dispiace davvero, ti prego perdonami!”
Le lacrime continuavano a scendere inesorabili sul volto della donna, che continuava a fissare il vuoto davanti a lei come se cercasse nell’aria le risposte ai suoi quesiti.
“per l’amor del cielo Beckett, rispondimi! Cosa vuoi che faccia, restare qui a prendere tutta l’acqua aspettando che ti decida a dirmi dove ho sbagliato, come e perché, cosa devo fare per rimediare!? Diamine Kate, rispondimi!” il tono di Castle si era fatto più prepotente, ma forse era proprio quello che le ci voleva, perché la detective riuscì finalmente a sbloccarsi.
“non sei tu quello ad aver sbagliato Rick, sono io! Io sono quella fatta male, quella con i difetti, quella che si è costruita una gabbia intorno a sé da cui ormai non riesce più ad uscire anche se lo vorrebbe davvero molto. Sono rimasta intrappolata in me stessa, non riesco più ad uscirne, e sai perché? Perché la paura mi tiene incatenata, non mi lascia neanche respirare, e allora mi adeguo a lei e continuo a vivere nell’ombra di quella che sono diventata. E sai cosa sono diventata Richard? Sono diventata una vigliacca! Già, una come me che cattura criminali e combatte contro il crimine tutti i giorni è una tra le donne più vigliacche che esistano. Ma ora sono stufa. Sono stufa di essere sempre la seria e misteriosa Kate, stasera ho capito che voglio tornare ad essere quella solare, divertente, che non aveva paura di niente, che non doveva nascondersi dietro ogni scusa, ogni pretesto, pur di non dire all’uomo che ama la verità. È la cosa più semplice del mondo, io ti amo, visto? È semplice!  Ti amo! TI AMO! Ma a quanto pare non sono forte abbastanza da accettare la realtà, figuriamoci ammetterlo agli altri.”
Richard aveva guardato quella scena come al più bel spettacolo che avesse mai visto: stava assistendo allo sbocciare del fiore più bello e raro che si conoscesse, la sua Kate che si apriva e diveniva interamente la donna forte e sicura che di solito mostrava agli altri… stava facendo allo scrittore il più bel regalo che avesse mai potuto immaginare, e non solo ammettendo i suoi sentimenti per lui…
“Kate, tu sei già cambiata, sei già diventata ciò che vuoi essere… hai già vinto la tua paura, e io non potrei esserne più felice. Se già prima eri una donna che mi aveva affascinato e stregato sin dal nostro primo incontro, ora sei tutto ciò che potrei desiderare, e lo eri anche prima di questa serata… Kate, mi hai ammaliato e catturato nella tua rete, sei una delle cose più belle che io abbia mai visto… e per questo sono innamorato di te da tanto, troppo tempo perché io riesca ancora a fare finta di niente.
Ti prego Kate, fidati, fidati di me e abbi il coraggio di buttarti insieme a me. Non chiedo altro se non restare al tuo fianco. Fammi tuo, legami e incatenami al tuo volere, entrerò di buon grado nella tua gabbia se questo significa essere al tuo fianco. Ti amo Kate, ti prego, fallo anche tu senza timore.”
Era vero, Kate stava cambiando, e quello che fece dopo ne era la dimostrazione pratica.
Senza dire una parola, senza preavviso, senza ripensamenti, si avvicinò al viso di Richard e, accarezzandolo dolcemente, lo baciò come non aveva mai baciato nessun altro uomo, senza fretta, senza lussuria, solo pura passione e amore incontenibile, ma come a volerlo fondere con se stessa, come a voler diventare una sola cosa, incatenati per sempre l’uno all’altra.
 
Quella sera, in quel vicolo, il più bello e straordinario degli spettacoli aveva luogo, due amanti che finalmente si erano incontrati e cominciavano a vivere il più bel miracolo di ogni tempo…
E se qualcuno fosse passato di lì, avrebbe potuto udire le magiche note di Moon River, suonate da leggiadri violini, riecheggiare per la via…


vabbè, spero che il finale non vi abbia lasciato l'amaro in bocca... come al solito non mi convince, ma vabbè, sarò un'indecisa cronica per sempre io.... ma doveva assolutamente finire in questo modo... perchè direte voi?!
chiedetelo a tersicore150187 e alla nostra cena romana... i violini dietro al pantheon che suonavano Moon river mi hanno decisamente aiutato a sbloccarmi... e la sua presenza ispirante ha dato un notevole contributo alla riuscita di questo finale...
altri ringraziamenti.... Katiebeckett555... la mia stellina ha avuto la pazienza di leggersela con il cessberry via mail e di sopportarmi mentre le rompevo le scatole... non la ringrazierò mai abbastanza...
ah si, Cutuletta, perchè ha creduto e crede in me... è più fondamentale di quanto crediate... :*
vabbè, un saluto a tutti!!!!! ^.^
baci8!!!!!
  
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