Questa one-shot non ha nessuna pretesa, se non quella di aiutarmi a migliorare nella scrittura. Sono consapevole di avere pochissima fantasia, ma cosa volete farci? Mi piacerebbe molto una volta recensione, anche negativa, per continuare a migliorarmi. Detto questo, buona lettura!

Oscurità e luce

Polvere. Nient’altro che polvere attorno a lui. Polvere e macerie. Che fine aveva fatto la maestosa Hogwarts? Quel castello incantato che aveva guardato rapito ed estasiato, quando arrivò, il suo primo anno, su una piccola barca sospinta dalla corrente dell’immenso Lago Nero, tenendo stretto Oscar sotto il suo mantello, terrorizzato che la famosa Piovra Gigante potesse comparire da un momento all’altro e trasportarlo con sé nell’oscurità.

Cadaveri. Cadaveri ovunque. Mangiamorte, membri dell’Ordine, studenti, professori, creature magiche. Erano tutti uguali adesso: occhi sbarrati, pelle bianchissima, membra rigide. I sopravvissuti li trasportavano nella Sala Grande. In quel luogo, sette anni prima, tutti avevano visto un piccolo bimbetto paffuto sedersi sullo sgabello ed essere smistato in Grifondoro, la Casa dei coraggiosi, degli impavidi, dei sicuri di sé. Cosa c’entrava lui? Nessuno, nemmeno quel bambino di undici anni riusciva a capirlo. Si sentiva diverso dagli altri appartenenti alla sua Casa.

Ora non si sentiva più così, però. Finalmente aveva capito. Finalmente vedeva ciò che era diventato, ciò che il Cappello Parlante aveva visto, nonostante fosse invisibile agli occhi di chiunque altro. Un senso di orgoglio pervase il suo animo, ma subito si sentì in colpa perché quello era l’ultimo sentimento che doveva provare, in quel momento di disperazione e desolazione, in mezzo a quei cadaveri. Sì, era un momento di tristezza, ma nonostante questo, anche di speranza. Dopo anni di terrore finalmente era tutto finito: basta crudeltà, basta abusi, torture, fughe e soprattutto basta paura. Coloro che quel giorno erano morti sarebbero stati ricordati come eroi del Mondo Magico. Essi avevano combattuto per garantire la pace alle generazioni future. Lì, in piedi, in mezzo ad un andirivieni di persone, decise che avrebbe raccontato quella storia ai suoi figli e poi ai suoi nipoti. Non avrebbe mai permesso che quel giorno, ma soprattutto quelle persone, fossero dimenticati.

In quel momento sentì una voce chiamarlo. Era una voce flebile e piena di speranza. Si voltò e vide una piccola figura dai capelli biondi guardarlo. Il suo viso era incrostato dal sangue e dallo sporco, ma su di esso aleggiava un sorriso.

-Hannah!- Neville la raggiunse.

La ragazza si aggrappò a lui, con tutte le forze che le erano rimaste, e iniziò a piangere. Neville la strinse ancora di più a sé, come per infonderle un po’ di quella serenità e di quella sicurezza che finalmente aveva trovato. Dopo poco tempo i due si staccarono, si guardarono negli occhi e Hannah vide del fuoco dentro quelli del ragazzo.

Il giovane Grifondoro le tese la mano ed insieme si incamminarono verso le sponde del Lago Nero, verso un nuovo inizio sconosciuto ad entrambi, ma sicuramente pieno di luce.