Sweet chocolate
Sirius e Remus stavano insieme ormai da due mesi, ma per loro ogni giorno
era come se fosse il primo.
Moony, infatti, continuava ad essere piuttosto timido
e ad imbarazzarsi facilmente, mentre Padfoot… beh,
anche lui si imbarazzava. Ma
faceva il cretino per nasconderlo.
Non si erano mai detti ti amo, ameno non così
chiaramente. Remus aveva biascicato un “Mi piaci”,
dopo il loro primo bacio, mentre Sirius si era
limitato a catturare nuovamente le sue labbra, come segno di assenso,
ma nulla più. Così, ora Sisius sentiva il bisogno di
far capire al suo lupacchiotto quanto lo amasse, quanto lo volesse. Perché le incertezze di Remus ed il suo continuo balbettare di fronte a lui gli comunicavano un’insicurezza enorme da parte dell’altro,
come se non riuscisse a credere che fossero davvero fidanzati, che il suo amore
potesse essere ricambiato.
Forse anche il fatto che né James e Lily, né Peter, sapessero nulla di loro, gli dava la sensazione che potesse essere solo una storiella passeggera, senza alcuna
importanza per Sirius.
E che presto sarebbero tornati ad essere solo amici.
Ma non era assolutamente così, non per Sirius. Lui amava davvero Remus
con tutto se stesso. L’aveva sempre amato, anche se ci aveva messo un bel po’ a
capirlo, e probabilmente lo avrebbe amato per sempre.
Ma non sapeva come dirglielo. Insomma, lui era non era il tipo da smancerie, o da grandi confessioni
pubbliche. E gli risultava davvero molto, molto
difficile esternare i suoi sentimenti, perfino davanti a Moony.
L’idea gli venne a lezione, durante storia della magia.
Praticamente tutti in classe stavano dormendo o
chiacchierando o pensando agli affari loro, e così anche lui.
Poi vide Remus mangiare un cioccolatino di nascosto
dal professore, per offrirne uno anche a lui subito dopo.
CIOCCOLATA!
a certo, Remus amava la
cioccolata. Ed anche le festività babbane.
E da quel che ne sapeva, si stava avvicinando Pasqua,
ed i babbani per quell’occasione si scambiavano uova di cioccolata.
Lui ne avrebbe realizzato uno gigantesco per il suo
ragazzo, con un TI AMO scritto così in grande che l’avrebbero visto fino in
capo al mondo!
Ora, l’intenzione c’era.
Ma bisognava trovare il modo.
Le cucine erano sempre prive di ogni sorveglianza, e
li elfi domastici sempre disponibili, così si sarebbe
potuto recare lì in qualsiasi momento. Inoltre, quel sabato sarebbero andati ad HOgsmeade, e di certo lì
avrebbe potuto trovare gli ingredienti adatti.
Per la ricetta, non sapeva veramente dove sbattere la testa.
Non capiva niente di cucina, e non aveva libri a disposizione. Cercarne uno quel sabato sarebbe stata un’ammazzata, e lo sapeva
benissimo.
Così, decise di umiliarsi, e chiederlo alla Evans.
Non gli andava granché a genio quella ragazza, ma era la fidanzata del suo
migliore amico, e così l’aveva sempre accettata suo malgrado. Ed aveva fatto bene, visto che la cosa alla fine gli era
tornata utile.
Quando, a testa china e con le guance arrossate, gli chiese se lei si intendesse di cucina, lei ridacchiò divertita.
- Perché, non ti basta quello che cucinano gli elfi
domestici?
Lui arrossì ancora di più, prima di riuscire a spiegarle che aveva bisogno di
sapere come si fa il cioccolato.
- Che cosa vuoi fare, un uovo di Pasqua personalizzato.
Lui sbarrò gli occhi
- E tu… come…
- Lo so? Cosa credi, sono una ragazza
intelligente io!
- Beh, allora ce l’hai o…
- Certo che ce l’ho. Vuoi che ti aiuti?
SIrius ci pensò u un paio di
secondi. Tanto gli bastò per capire che da solo non ce l’avrebbe
fatta ad uscirne indenne, e che forse era il caso di mettere da parte, una
buona volta, il suo stupido orgoglio, e lasciarsi aiutare.
Nei due giorni successivi evitò Remus come la peste.
Sapeva che era un ragazzo sveglio, e che avrebbe capito tutto se solo l’avesse visto a trafficare con cacao, burro e zucchero.
Così passò il sabato pomeriggio ad Hogsmeade
con Lily, ed anche quella domenica mattina.
Erano con le mani immerse nella crema di cioccolato, quando la ragazza chiese
- Remus come l’ha presa?
Sirius si voltò di scatto
- Di che cosa parli?
- Del fatto che lo eviti da giorni…
Sogghignò lei .
Paddy arrossì
- E come dovrebbe averla presa? Siamo amici, è normale che non possiamo stare
sempre assieme!
- Ah, davvero? E non è per lui, questo? Ma forse mi sbaglierò…
- Tu…
Lei annuì
- Ed anche James e Peter lo
sanno. Cioè, Peter non ha
capito poi così bene, però…
- E perché non ci hanno detto nulla?
- OH, Jamie in realtà ha molto più tatto di quanto tu
non creda, sai?
A Sirius diede un po’ fastidio il fatto che lei lo
dicesse con quel tono, dato che si stava parlando del suo miglior amico, ma non
ribatté.
- Ed anche Minus sa essere
discreto, quando vuole.
Continuò la ragazza.
- Io li strangolo.
Lily fece spallucce.
- Però Remus mi sembrava un
po’ abbattuto in questi giorni. Tu non hai notato niente?
Sirius si diede del cretino. Era così entusiasta
all’idea di fargli una sorpresa, che non si era nemmeno reso conto di averlo
trascurato. Sperava solo che non fosse troppo arrabbiato con lui.
Finirono l’uovo per mezzogiorno, e Sirius ci mise
sopra delle lettere rosse di marzapane, a formare la scritta “TI AMO”. Era alto
almeno 50 cm, ed il ragazzo si disse soddisfatto del
suo risultato.
Remus, intanto, era nella loro stanza, che
giocherellava con un pacchetto di cioccolatini.
Non aveva fame, un po’ perché quei giorni non era stato granché bene a causa
della luna piena, un po’ perché era in pensiero per Sirius.
Non riusciva a capire che cosa avesse, ed un po’ si sentiva preoccupato per
lui.
Dato che era Pasqua, anche se sapeva che il ragazzo non festeggiava quella
festività, aveva comprato degli ovetti di cioccolato
per lui, ma non era sicuro che sarebbe riuscito a darglieli. In quei giorni era
sempre piuttosto sfuggente, e sembrava quasi evitarlo.
Sperò solo che non si stesse mettendo nei guai.
Quando salì nel dormitorio, Sirius trovò Remus sul letto, che giocherellava ancora con il nastrino
blu di quel pacchetto, con l’espressione persa nel vuoto.
- Ciao Moony!
Lo salutò allegramente, prima di avvicinarsi a lui.
L’uovo era parcheggiato fuori dalla porta: a quell’ora
erano già scesi tutti per il pranzo, e Sirius sapeva
che nessuno l’avrebbe visto.
- Ciao Moony? – disse acidamente il suo fidanzato.
Non ce l’aveva con lui, ma voleva che capisse che non
poteva comportarsi con lui in quel modo, e poi fare come se nulla fosse – Ciao Moony? Non mi ti fili per quasi tre giorni, e poi vieni qui tranquillamente come se andasse tutto bene?
Sirius arrossì un poco
- Hai ragione, è soo che…
avevo una cosa da fare. Non volevo che ti sentissi trascurato… Perdonami.
Il ragazzo si stupì di sé stesso. Non era mai stato così docile, con
nessuno.
Remus sospirò
- E che cosa avevi di così importante
da fare?
Il moro esibì un sorriso a 365 denti
- Vieni e te lo farò vedere!
Remus lo guardò un po’ perplesso,
così il suo ragazzo lo trascinò per un braccio, imponendogli di chiudere
gli occhi.
Alla fine Remus decise di fare come gli era stato
richiesto, e per poco non gli prese un colpo quando vide l
maxi-uovo, avvolto in una carta trasparente, su cui troneggiava la prima, vera
dichiarazione d’amore che il ragazzo gli avesse mai fatto.
E decise che, forse, poteva anche perdonarlo per averlo fatto
preoccupare.
I due saltarono il pranzo, e si dedicarono a finire l’ammasso di cioccolato
fondente ripieno di cioccolato al latte che sembrava invitarli a mangiarlo.
E, quando non ne poterono quasi più, i ragazzi si presero una
pausa, per scambiarsi il bacio al cioccolato più dolce del mondo.
Note dell’autrice
Non so come sia venuta… è solo un’ideuzza
che mi è saltata in mente all’improvviso, e che ho scritto di getto.
Buona Pasqua a tutti!