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Autore: Giada810    25/08/2011    1 recensioni
"Vicino, sempre più vicino. Vedevo ogni singola pagliuzza delle sue iridi diventare più brillante e definita. Poi sentii le sue labbra sulle mie, e in quel bacio mi persi."
Dopo la guerra, Hermione e Draco tornano ad Hogwarts, entrambi cambiati e più maturi. Si conoscono per quello che sono veramente e si innamorano, cercando di rimanere insieme nonostante piccole e grandi incomprensioni.
Si sa, l'amore non sempre basta.
Forse non sempre, ma a volte, invece, sì.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Stavo tornando dalla biblioteca. Avevo le mani impolverate come non mai: probabilmente ero l’unica ad aver sfogliato quei volumi di Antiche Rune negli ultimi due secoli.
Decisi, essendo già ora di cena, di fare un salto nel bagno più vicino per sciacquarmi le mani. Era un bagno in comune per maschi e femmine, motivo per cui era quasi sempre vuoto; gli studenti di Hogwarts erano soliti cercare un po’ di privacy altrove, ma io dovevo solo lavarmi le mani, quindi decisi di sorvolare su una sciocchezza del genere.

Aprì la porta e rimasi sorpresa nel vedere una figura che osservava attentamente il proprio riflesso nello specchio appeso alla parete di fronte alla porta, proprio sopra i lavandini.  Pur essendo ancora girato, lo riconobbi all’istante: capelli quasi bianchi, spalle larghe modellate dal Quidditch, divisa scolastica di alta sartoria, cucita probabilmente su misura..
Draco Malfoy si girò lentamente verso di me, con uno sguardo sorpreso ma per nulla ostile.
-Oh, scusa.. credevo che non ci fosse nessuno. Faccio in un attimo e poi tolgo il disturbo – non ero mai stata una persona remissiva, specialmente con lui, ma avevo la netta sensazione di aver interrotto il flusso dei suoi pensieri.
Mi avvicinai ai lavandini, poggiai la borsa con i libri sul ripiano e mi lavai le mani.
-Nessun disturbo- disse una voce vicino a me. Mi girai di scatto, sgranando gli occhi per la sorpresa. Draco Malfoy stava dicendo a me, sporca mezzosangue, che non gli stavo inquinando l’aria??
Hogwarts era davvero cambiata dopo la guerra, tutto il mondo magico lo era.
Forse, il cambiamento dell’ultimo discendente della dinastia sia dei Black sia dei Malfoy era semplicemente più evidente che in altre persone. Camminando per i corridoi, non era più circondato dai suoi scagnozzi o dalle solite stupide oche che speravano di diventare per lui qualcosa di più che un nome tra tanti nell’elenco delle sue conquiste. L’unico che gli fosse rimasto fedele era Blaise Zabini, bello quasi quanto lui, con un fascino mediterraneo e il passato decisamente meno torbido di quello del biondo Serpeverde.
Mi accorsi, riemergendo dai miei pensieri, che ero rimasta immobile a fissarlo, ipnotizzata da quegli occhi simili al cielo durante una di quelle tempeste che così spesso si abbattevano su Hogwarts.
Notai con sollievo che anche lui mi stava osservando, con una sfumatura di curiosità e sorpresa negli occhi.
Studiai attentamente il suo volto, gli zigomi perfetti, le sopracciglia candide, il naso dritto, le labbra piene e morbide, poi nuovamente gli occhi.. occhi grigi.. chi diavolo aveva gli occhi grigi?? Ora capivo perché tante ragazze sarebbero state disposte a fare follie per lui.

Solo allora mi accorsi di  un particolare che rovinava quel volto perfetto, un piccolo taglio sotto la mascella sul lato sinistro del volto. Era piccolo ma profondo, a giudicare da quanto sanguinava, ed era probabilmente il frutto di un duello appena sostenuto. L’ennesimo.
Da quando Hogwarts era ricominciata, dopo la guerra e la ricostruzione della scuola stessa, molti avevano deciso di manifestare apertamente la propria opinione riguardo al fatto che certa gente fosse ancora ammessa. Il problema era che le suddette opinioni non sempre, anzi raramente, venivano espresse con moderazione. I bisbigli diventavano insulti, gli insulti provocazioni e le provocazioni  scontri aperti con bacchette alla mano.
Avevo cominciato a provare un misto di pena e ammirazione per quel ragazzo, che da un giorno all’altro aveva perso tutto ciò che aveva: amici, adulatori, denaro, fama. Era rimasto solo, ma conservava ancora il coraggio necessario per poter camminare nei corridoi a testa alta.
La mia mano si avvicinò, quasi con un movimento autonomo rispetto al mio volere, alla piccola ferita, sfiorandola delicatamente. Non si sottrasse al mio tocco, come mi sarei aspettata, ma si limitò a stringere i denti.
-Fa male?- chiesi, prima ancora di poter bloccare quella domanda che alle mie orecchie suonava così sciocca. Lui si limitò ad una leggera e incurante alzata di spalle, continuando a fissarmi negli occhi.
Avevo la sensazione di essere circondata non da aria, bensì da una sostanza viscosa e tossica che rallentava i miei movimenti e stordiva la mia capacità di raziocinio. Con le dita accarezzai la linea elegante della mascella coperta da un velo di barba, il collo bianco e liscio come seta, fino ad arrivare alla pelle lasciata scoperta dalla camicia sbottonata e dalla cravatta allentata.
Evidentemente la sensazione di non essere in pieno possesso della proprie facoltà stava invadendo anche Malfoy, perché sentii la sua mano che, dolcemente, si posava sul mio fianco.
Mi avvicinò delicatamente a lui e quando i nostri corpi si toccarono rimasi stupita di come combaciassero perfettamente.
Ero incatenata ai suoi occhi, diventati improvvisamente più cupi di come fossero pochi secondi prima, e continuai a guardarlo mentre si avvicinava al mio viso.
Vicino, sempre più vicino. Vedevo ogni singola pagliuzza delle sue iridi diventare più brillante e definita. Poi sentì le sue labbra sulle mie, e in quel bacio mi persi.
Sentivo le sue labbra e la sua lingua, dolce e delicata come non mi sarei mai aspettata.
Sentivo il fruscio della sua camicia.
Sentivo le sue mani sulla mia schiena.
Sentivo i suoi capelli lisci e morbidi scorrere tra le mie dita.
Tenendomi stretta al suo petto, mi fece appoggiare al bordo del lavandino.
Sentii il rumore dei miei libri, caduti di schianto sul pavimento.
Poi fu l’estasi più totale.
 
Dopo esserci sistemati, ancora in piedi vicino ai lavandini, posai la testa sul suo petto. Per un momento pensai che mi stesse per respingere, poi sentii il suo mento sulle mia testa e le sue braccia avvolgermi. Sarei rimasta così per ore, ma il tempo scorreva inesorabile e io sapevo che tutto ciò che c’era stato tra noi due non sarebbe potuto durare.
-Ora vai- mi sussurrò, posandomi un lieve bacio sulla tempia.
Alzai il volto verso il suo, lo guardai ancora una volta negli occhi, in quei meravigliosi occhi grigi che mi avevano stregata, e gli accarezzai la guancia; poi raccolsi la mia borsa da terra e mi diressi verso la porta.
Prima di uscire mi voltai ancora una volta verso di lui, ancora spettinato, appoggiato al bordo dei lavandini in una posa assolutamente statuaria, con le guance arrossate. Non guardava me, ma un punto imprecisato al di fuori della finestra.
Era bellissimo, e, anche se per poco, era stato mio

  
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