SI INIZIA
SEMPRE COSI’…
Cap
1
Chi
sono io? Sono un mito, una leggenda, un grande, un portento, un ribelle, la
gente si inchina al mio passaggio, sono bello, attraente, affascinante,
irresistibile, le ragazze crollano ai miei piedi, i miei capelli sono più
ribelli di me, gli occhiali mi danno un’aria sapiente ma in realtà della scuola
non me n’è mai fregato nulla, ci vado solo perché ho una passione irrefrenabile
e morbosa per il Quidditch. Infatti, sono il Capitano nonché il Cercatore della
squadra più imbattibile nonché
Si,
io sono proprio così.
Il
mio nome? Credo che finirò anch’io in una figurina delle Cioccorane e sarò
ricordato come James Potter il magnifico, lo straordinario,
l’immane…
“IDIOTA!!!!”.
Idiota? A me?
“RAZZA DI DEFICIENTE!!!”.
Ebbene, devo confessarvi che anche il grandioso James
Potter ha un punto debole.
Questo punto debole ha i capelli rossi, gli occhi verdi,
un sorriso che abbaglia, ma che a me non rivolge mai, e si sta dirigendo verso
di me a passo spedito, il viso contorto di rabbia, i pugni
serrati.
È
con grande piacere che vi presento l’unica ragazza che io prenderei volentieri a
calci:
“Ehi, Evans! Cosa ho fatto, di grazia?”, chiedo, facendo
un inchino sarcastico.
“Il
semplice fatto che esisti ti rende colpevole, Potter!!!”, urla lei arricciando
il naso.
“Non l’ho voluto io che nascessi, ma i miei genitori!
Vuoi che ti spieghi come si fa?”.
“Cretino!”.
“Befana!”.
“Imbecille!”.
“Sgualdrinella!”.
“Stronzo!”.
Questo è quello che succede ogni qual volta ci
incrociamo per sbaglio lungo il corridoio.
Anche se non c’è un motivo.
Questa storia va avanti da sei lunghi anni, da quando ci
incontrammo per la prima volta sull’Espresso per Hogwarts.
Ma
il nostro non fu un incontro normale, non uno di quelli in cui stringi la mano
alla persona che sta davanti a te e dici sorridente ‘Piacere’, seguito dal tuo
nome.
Sul
treno, io e i miei inseparabili Malandrini, volevamo fare uno scherzetto a
qualche studentello, ma una bambina incappò per sbaglio nel giochetto e si
arrabbiò furiosamente. Venimmo sgridati da un Prefetto che controllava i
corridoi del treno. Costui urlò i nostri nomi, o meglio, i nostri cognomi e da allora io la conosco come
Evans e lei mi conosce come Potter.
Davvero, non so neanche quale sia il suo nome di
battesimo e, con tutta sincerità, devo dire che non ho questo grande piacere di
saperlo.
Credo che per lei sia lo stesso. Dopotutto, ci odiamo
profondamente.
Anzi no. Pensiamoci bene.
Chi
non conosce il mio nome? Io sono popolarissimo, la mia fama mi
precede.
E
io il suo? Sicuro che non lo conosco? Chissà quante volte gli insegnati l’hanno
chiamata per nome, soprattutto quel Lumacone lì…come si chiama? Lumacorno.
Ma chi sta attento alle lezioni?
E
quanto la odio quando si mette a difendere Mocciosus…con quell’aria da saputella
e da prefetto perfetto…mi dà sui nervi! Non la posso
vedere!!!!
Ma
questo, di certo, non è un comportamento che si addice al sottoscritto! Non do a
vedere che la odio…lo sanno sono i miei fedelissimi amichetti. Parlo dei
Malandrini.
Passa tutti gli istanti della sua vita scolastica a
sgridarci per i corridoi! E poi quando dice ‘Oh, Remus, da te non me lo sarei
proprio aspettato!’ con quella sua vocetta stridula e fastidiosa…mi verrebbe
voglia di prenderla a schiaffi! Ma no…James Potter non picchia le
ragazze.
Ma
le non è una ragazza…
È
un mostro!!!
È
terrificante!
Orribile!
Vorrei non averla mai incontrata!
*
“Ancora problemi con
Già.
Cane.
Avrete capito che è di Sirius che sto
parlando.
Sta
al secondo posto dei ragazzi più carini della scuola (naturalmente al primo
posto ci sto io!) e con lui combino un sacco di casini!
In
questo momento mi sta guardando in attesa che io risponda alla domanda che mi ha
fatto poco fa.
“Mmh?”, mi limito a mugugnare.
“Non mi ascolti neanche…devo cominciare a
preoccuparmi?”, chiede alzando un sopracciglio.
“No, scemo!”, preoccuparsi? E di
che?
“Stasera abbiamo in programma di tingere di rosa i
capelli di Mocciosus…sei dei nostri, non è vero?”.
“Io
sono il capo, ovvio! Ma come la mettiamo con…?”.
“…
“Ok, ci sto”.
“Come sempre, amico! Qua la zamp…cioè, volevo dire…la
mano!!!”.
Lo
scherzo riuscì alla perfezione e la mattina seguente Mocciosus sfoggiava una
nuova tonalità di capelli.
I
Malandrini sono gli esseri più furbi e ingegnosi di tutta la storia di
Hogwarts.
Tutti i professori dicono che non hanno mai avuto degli
alunni pestiferi come noi!
Noi? Chi siamo?
Io,
il capo, detto Ramoso.
Sirius, il bel tenebroso della situazione (ma io lo
batto sempre), detto Felpato.
Remus, la mente del gruppo, nonché prefetto, nonché
alunno modello insieme alla Evans, detto Lunastorta.
Peter, non ho ancora capito quale sia la sua funzione,
detto Codaliscia.
Che
soprannomi buffi che abbiamo, n’è vero?
È
inutile che ve lo spieghi…tanto lo sapete già perché ci chiamiamo
così.
Ma
ovviamente lei no.
È
una giornata che ci sgrida e ci impone di piantarla (ma la sua voce non si
esaurisce mai???).
E
come se non bastasse, si ci mette pure Malfoy e la sua band di
imbranati.
“Toglietevi, inchinatevi…passa Potter!”, dice sarcastico
accennando ad un inchino.
“Malfoy!!! Non sei degno di pronunciare il mio nome!
Togliti dai piedi!”.
“Guarda che sei sul mio
territorio!”.
“Il tuo territorio??? Ma non farmi ridere!
Qui tutto è mio!”.
“Ma
come siamo scontrosi!”.
“E’
il mio carattere! Ora, se non ti dispiace, gradirei che tu ti
eclissassi”.
“Quest’anno in squadra ci sono
io!”.
Cos’è una provocazione, per caso?
O
che ci sia lui o che non ci sia…il Campionato di Quidditch quest’anno lo vincerò
di nuovo io!
“Non hai di che ribattere, eh, Potter?”, mi chiede
ancora.
Io
per poco non gli spacco il muso.
Dico per poco perché, nel momento in cui alzo il pugno,
mi ritrovo alle spalle lei.
“POTTER!!!!”.
E
dissi addio ai miei adorati timpani.
Come fa questa ad essere sempre nel posto giusto al
momento giusto…? O forse dovrei dire nel posto sbagliato al momento
sbagliato…
“CHE CAVOLO STAVI FACENDO?????”, mi urla con tutto il
fiato che ha in gola (e credete a me…di fiato ne ha
parecchio!).
“Stavo per dare un pugno a Malfoy, perché?”, dico con
totale indifferenza.
“Trenta punti in meno per
Grifondoro!!!!”.
Che
cosa???? Ma è scema???
“Scusami…”, ecco che interviene Remus…di solito salva
sempre tutto lui, “…non credi di avere esagerato?”.
“AFFATTO!!!! Puoi scordarti
“Non me ne faccio niente di quella stupida Coppa! A me
interessa il Quidditch!”.
“Se
non la smetti di importunare la gente, PUOI SCORDARTI ANCHE QUELLO!!!!!”, e,
voltate le spalle, scappa via lasciandomi con la bocca
spalancata.
“Touché”, mi dice Sirius battendomi sulla
spalla.
“IO
SONO POTTER IL MAGNIFICO!!!!! NON HO PAURA DI UNA STUPIDA BIMBETTA!!!”, le urlo
di rimando, anche se non credo mi abbia sentito.
E
me ne vado anch’io più incavolato che mai.
*
Molte ore dopo, entro nella Sala Comune dei Grifondoro e
trovo i miei tre amici buttati sul divano davanti al fuoco. Codaliscia
sonnecchia.
“Allora?”, mi fa Sirius.
“Allora cosa?”, gli rispondo
brusco.
“Dove sei stato tutto questo tempo? Ti sei perso
Mocciosus che se la faceva sotto!!!!”.
Felpato e Lunastorta iniziano a
ridere.
Io
li ignoro e mi siedo accanto a loro.
“Certo che
“Sta zitto e non pronunciare quel nome!”, qui gli tiro
un cuscino, ma becco Remus per sbaglio.
“Quale nome? Quello di Malfoy o quello della
Evans?”.
A
volte lo picchierei!
“Malfoy dice che deve parlarti”, interviene
Remus.
“E
che vuole da me???”.
“Boh…vuole vederti alle 9 di questa sera davanti al
portone della Sala Grande”.
“Che ore sono adesso?”.
“Mancano 5 minuti alle
“Allora andiamo a questo appuntamento
galante”.
Mi
alzo dal divano ma i miei amici mi guardano perplessi.
“Andiamo?”, mi dice Sirius.
“Si, andiamo”, rispondo ovviando, “Sveglia
Peter”.
“Ma
l’invito valeva solo per te”, mi dice Remus a bassa voce.
“Io
non vado da nessuna parte senza i miei Malandrini”.
Mi
rivolgono un sorriso e usciamo di scena.
*
Al
portone della Sala Grande si presenta puntuale Lucius Malfoy insieme ai suoi
tirapiedi.
“Dove mi porti, tesoro?”, ironizzo
sprezzante.
“Piantala, Potter! Ho da proporti una
sfida”.
“Sentiamo”.
“Questa notte…”.
“Cosa vinco se vinco?”, lo interrompo. Il mio motto è
‘giocare per vincere’!
“Ti
libero della Evans”.
“E
nell’eventualità remota e oltresia improbabile che io
perda?”.
“Farai tutto quello che ti dirò io, e quando dico tutto
intendo tutto!”.
“Si, ok. Cosa dovrei fare?”.
“La
mia dolce metà ambisce una cosa che tu le prenderai questa
notte”.
“Ma
perché non gliela prendi tu?”.
“Suvvia…non sei tu Potter il Grande? Non ti costa
nulla”.
“E
cosa agognerebbe la tua sciacquetta?”.
“PORCO!!!!”, mi grida in faccia Narcissa…Merlino quanto
è brutta!
“Vuole…un po’ della barba di
Silente”.
Tutti restiamo ammutoliti.
Credo di non aver sentito bene…voglio dire…nessuno ha
mai fatto una cosa del genere, o meglio, nessuno sano di mente proporrebbe una
sfida del
genere.
Ma
io sono Potter il Mitico, non mi tirerò mai indietro.
Mai.
“Accetto”.
To be
continued…
Salve a tutti!
Questa è la mia prima ff a capitoli, quindi abbiate
pietà di me!
Ringrazio tutti quelli che l’hanno letta e recensita, quelli che l’hanno letta senza recensire e quelli che l’hanno aperta anche per sbaglio!
Mi
date una spinta per continuarla?
J redRon