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Autore: lady_bella    25/08/2011    1 recensioni
Dopo la Battaglia Finale, i nostri eroi tornano a scuola per frequentare l'ultimo anno. Tutto sembra andare bene, il mondo è in pace ed Harry e Ginny presto si sposeranno. Ma è davvero così?
Ginny non è felice, ma deve fingere per il bene di tutti.
Può la persona più improbabile riuscire a farle vedere il terribile errore che sta facendo? O sarà troppo tardi?
Ispirata dalla canzone "Set fire to the rain" di Adele.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve a tutti!
Questa storia mi è saltata in mente mentre ascoltavo "Set fire to the rain" di Adele... Quasi tutti i capitoli fanno riferimeto ad un pezzo della canzone.
Per ora, buona lettura!


I let it fall, my heart,
And as it fell you rose to claim it.
It was dark and I was over,
Until you kissed my lips and you saved me.
My hands, they were strong, but my knees were far too weak,
To stand in your arms without falling to your feet,
But there’s a side to you that I never knew,never knew.
All the things you'd say, they where never true, never true,
And the games you'd play, you would always win, always win.


Ginny Weasley camminava per i freddi corridoi del castello di Hogwarts: era notte, pioveva, il gelo penetrava le ossa, ma la ragazza continuava a vagare per la scuola. Ben oltre il coprifuoco, non temeva di essere catturata da Gazza o da uno dei professori che facevano i turni di guardia: continuava a camminare, diretta nell'unico posto in cui la sua mente riusciva a schiarirsi e a pensare correttamente: sulle rive del Lago Nero.
Per molte streghe, Ginevra Weasley, presto Potter, aveva la vita più perfetta che si potesse immaginare: era bella, intelligente, ma soprattutto aveva l'amore di Harry Potter, il bambino sopravvissuto, il mago che aveva sconfitto Voldemort.
Ma Ginny Weasley non era felice: non era felice di ricevere tutte quelle attenzioni invadenti da persone che vedevano solo la futura moglie di Potter e non chi era veramente. Non era felice di essere, all'età di diciassette anni, sul punto di sposarsi: non che non tenesse ad Harry, anzi, gli voleva molto bene, ma, e ora se ne rendeva conto, più come ad un fratello e non come ad un marito. Forse, per un po', l'aveva anche amato: stavano bene insieme, si divertivano, avevano molti interessi comuni, ma non credeva che questo bastasse per far funzionare un matrimonio. Ma, arrivata a questo punto, non poteva di punto in bianco sciogliere il fidanzamento: aveva tutti gli occhi del mondo magico puntati addosso e se avesse fatto una cosa del genere, avrebbe perso ogni grammo di reputazione che era riuscita faticosamente a guadagnare, sempre offuscata dall'ombra dei suoi fratelli e del suo futuro marito.
Una volta finito il suo settimo anno, si sarebbe sposata con Harry e avrebbero costruito una famiglia, magari numerosa come quella da cui proveniva. Ma Ginny non voleva questo: non voleva finire come sua madre che aveva passato la sua vita ad occuparsi dei figli e dell'economia domestica. Voleva una carriera, girare il mondo, fare nuove esperienze, ma tutto ciò era impossibile e doveva rassegnarsi.
In quella sera piovosa e scura, seduta in riva al lago, la realizzazione della vita che avrebbe potuto avere ma che non avrebbe avuto mai si abbattè con una violenza inaudita sull'animo della rossa.
Per la prima volta dopo tanto tempo, pianse calde lacrime, così in contrasto con il freddo che proveniva da fuori e da dentro di lei.
Pianse per la sua stupidità, pianse per il suo egoismo, e pianse anche per Harry: non era giusto che lui si legasse ad una donna che non lo amava, ma aveva sofferto troppo e lei non poteva deluderlo.
Avrebbe finto come sempre, un sorriso, una battuta pronta, avrebbe nascosto la sua sofferenza al mondo dietro l'apparente allegria.




Un'altra figura solitaria aveva lasciato il caldo confortevole del suo letto in favore del piovoso clima umido dell'esterno del castello di Hogwarts. Il suo pregiato mantello nero si muoveva dietro di lui, dandogli un'aria di cavaliere d'altri tempi: aria accentuata dalla carnagione diafana del ragazzo, dai suoi capelli color dell'oro pallido e dai suoi occhi freddi e implacabili.
Solo la sigaretta accesa tra le labbra spezzava quell'immagine altresì perfetta.
Camminava con passo lento e strafottente, sprezzante del pericolo di essere catturato fuori dal letto da uno dei professori. La freddezza e l'alterigia erano diventate la sua maschera dalla fine della guerra: il comportamento da bullo aveva lasciato il posto ad un gelido distacco: trattava tutti, serpeverde e non, con pura indifferenza, si era isolato da tutto e da tutti.
Si era isolato per non sentire più dolore.
Dalla guerra i Malfoy erano riusciti ad uscirne, sebbene non con poche difficoltà, praticamente puliti: questa volta, però, non era stato solo l'oro a salvarli, ma anche il fatto che Narcissa Malfoy, sua madre, aveva mentito al Signore Oscuro e salvato Harry Potter.
Adesso, dopo quasi un anno da quella battaglia, dalla fine di quella maledetta guerra che aveva fatto del male a tutti, indipendentemente dalla fazione per la quale combattevano, l'ultimo erede della famiglia Malfoy non poteva fare a meno di chiedersi che cosa sarebbe successo se solo avesse fatto una scelta diversa, se solo non avesse anteposto il volere della sua famiglia a quello del suo cuore e della sua coscienza.
Ma, ora come ora, era inutile piangere sulla pozione versata.
Sorrise ironicamente a quel pensiero ed al ricordo che aveva evocato. Non sapeva perchè, ma si trovava ad indugiare sempre più spesso sul ricordo di Severus Piton, insegnante di pozioni, di difesa contro le arti oscure, preside di Hogwarts e spia per Silente per quasi tutta la sua vita. Lui si che era un eroe: aveva combattuto tutta la sua vita per l'amore di una donna, aveva sacrificato la sua intera esistenza ad un amore impossibile, non come lui che aveva tradito tutto e tutti per salvarsi la pelle. Era stato un codardo e lo sapeva.
"Glythia, amore mio". Mormorò nel vento gelido, sperando che quel sussurro sarebbe arrivato a lei, ovunque fosse.
Immerso nel profondo dei ricordi, non si era accorto dell'altra figura che quella notte aveva cercato il conforto della solitudine.


A/N: Ecco la fine del primo capitolo. Cosa ne pensate??? Onestamente, ho bisogno di qualche commento perchè questo è il mo primo tentativo di scrivere una storia con più capitoli.
AaNon sono nè una fan della coppia Harry/Ginny nè di quella Draco/Ginny, quindi non so bene cosa succederà.
Spero comunque che la cosa sia abbastanza decente...
Il nome che Draco sussurra, Glythia, l'ho inventato io (o almeno credo XD). E' un misto di due parole greche, dolce e fuoco, ed ecco cosa è venuto fuori.

Per favore, lasciate un commento, solo per farmi sapere se faccio schifo o posso continuare.

  
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