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Un fiacco sole si sta alzando, nella infreddolita New York. È inverno, e tutto è ricoperto da un sottile strato di neve, dando quel tocco di candido che, nella città che non dorme mai, mancava. Sono solo le 6 di mattina, ma nelle strade si è già formato un piccolo serpentone di macchine, costituito principalmente da tanti puntini gialli, che, come tessere di un puzzle, si incastrano perfettamente gli uni con gli altri. Nei marciapiedi c’è già un grosso viavai: broker, finanzieri, impiegate… Sembra che si siano messi d’accordo solo per riempire questa favolosa città. Ma purtroppo, c’è anche il rovescio della medaglia.

Criminali, gangs, assassini… In ogni città sono presenti questi elementi. E New York non fa eccezione. Anzi... Girano tranquillamente tra la gente normale, come se appartenessero a quello status sociale che la stragrande maggioranza delle persone ne fa parte. Quello degli onesti. E a rimetterci la pelle, sono sempre quelli che non hanno niente a che fare con il mondo malavitoso.

Una sirena si sente in lontananza. L’ambulanza, cercando di farsi largo tra quei taxi impossibili da smuovere, deve raggiungere il vicolo tra la Quarantesettesima e la Nona, dove è avvenuta una sparatoria. Solo una la vittima.

Il ventitreenne in questione, giace sul marciapiede ricoperto di neve, ormai rosso sangue. Ha salvato la vita di una ragazza, di circa la stessa età di chi le ha fatto scudo umano. Capelli neri, lisci ed occhi verdi, alta e con un fisico davvero non indifferente: sembrava davvero una perla, come quelle che si trovano in Europa, precisamente in Italia. E, a quanto pare, il povero malcapitato, dai capelli non molto corti, occhi castani, barba un po’ incolta, dal fisico asciutto… Aveva colto questa bellezza. Il suo corpo, piuttosto abbronzato e poco scolpito, è stato sfregiato, in tutta la sua interezza, da circa una quindicina di proiettili, che non hanno risparmiato niente: testa, addome, braccia, gambe… sembrava un colabrodo.

Un passante, vedendo il giovane accasciarsi a terra, e notando degli uomini vestiti elegantemente fuggire su una sedan nera, probabilmente mafiosi, ha subito chiamato il 911, e adesso, insieme alla ragazza, attende l’arrivo dell’ambulanza.

-Sta tranquillo, l’ambulanza sta arrivando!- Disse il passante disperato, osservando la notevole perdita di sangue che stava inzuppando il cappotto del ragazzo. –Come ti chiami?-

-Ma non vede che è incosciente? È solo colpa mia… Non doveva proteggermi…- Urlò la ragazza, ormai sull’orlo delle lacrime. Ma aveva ragione: colui che la aveva protetta da quella scarica di proiettili era incosciente. Non era morto, respirava ancora. Ma a fatica.

-E allora come si chiama lei?-

-Jenny. Jenny Williams.-

-La famosa proprietaria della catena “William’s Market?- chiese esterrefatto l’uomo.

-Si… Forse qualcuno mi voleva morta per mettere in crisi l’azienda.- concluse la ragazza, lacrimando sul viso del ragazzo, ormai esanime.

Nel mentre del discorso, l’ambulanza arrivò, e caricando il corpo su una barella, lo portarono immediatamente all’ospedale più vicino. Il New York Grace Hospital.