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Autore: _Mirtilla_    26/08/2011    2 recensioni
“E la scuola, quando si riapre?”
Wow, che originalità. Me l'avranno già fatta in quindici, questa domanda. Mi chiedo se si mettano d'accordo.
“Non lo so, nonno. Forse il dodici...”
“Ah. Quest'anno ti iscrivi al quarto, vero?”
“Si...” giocherello con il braccialetto, riflettendo. Questa conversazione mi ricorda qualcosa...

Piccola storia, un po' autobiografica, e un po' antisfiga.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non gli piaceva la pizza



“E la scuola, quando si riapre?”

Wow, che originalità. Me l'avranno già fatta in quindici, questa domanda. Mi chiedo se si mettano d'accordo.

“Non lo so, nonno. Forse il dodici...”

“Ah. Quest'anno ti iscrivi al quarto, vero?”

“Si...” giocherello con il braccialetto, riflettendo. Questa conversazione mi ricorda qualcosa...

“Ah, è un anno duro. Ti dovrai impegnare. Ma sono sicuro che ce la farai”

Ah-ah. Dice la stessa cosa ogni anno. E ogni anno mi rimandano. Non è che porta sfiga?

“E, dimmi, i professori sono gli stessi dell'anno scorso?”

“Uh, non saprei...quella di inglese è andata in pensione, quindi la cambieremo, ma gli altri credo siano gli stessi.” Attorciglio la cordicella del bracciale intorno al dito,fino a fermare il sangue, pensierosa. Queste frasi sono sempre più familiari, come un deja-vu.

Il nonno prende il bicchiere e beve un sorso di vino, con lentezza e solennità, neanche stesse celebrando un qualche rito leggendario ed ancestrale. E quel piccolo tarlo che si è annidato nel mio cervello continua a ripetermi che questa conversazione io l'ho già sostenuta.

Fissiamo tutti il televisore,c'è il TG. Mi chiedo che gusto ci provino a sentire di morti ammazzati e sviscerati e bombe e malattie mentre mangiamo. Quando lo speaker annuncia un servizio sui conti dei ristoranti di non so quale regione che lievitano inspiegabilmente ogni mese, mamma annuncia: “A proposito, lunedì è il compleanno di Lara. Pensavo che sarebbe carino andare tutti in pizzeria”

“Mmmh” annuisco distratta. Poi alzo lo sguardo, spiazzata: ho capito perché la conversazione di prima mi suonava familiare.

L'amico di Lara, che la zia mi ha presentato qualche giorno fa, mi ha fatto le stesse domande per rompere il ghiaccio.

Sono folgorata da un unico pensiero. Con mio nonno ho il rapporto di un'estranea.

“Non mi piace la pizza. Ma se voi volete andate pure”

“Ma no, papà, figurati...andremo in un ristorante. Scegli tu!”

“No, no, davvero, non vorrei dare fastidio..”

Guardalo. Si comporta da estraneo persino con sua figlia. “Non vorrei dare fastidio” è una frase che dici ai genitori di un tuo amico, o a dei conoscenti. Non alla tua famiglia. Come ti viene in mente che potresti dare fastidio? Siamo noi, cazzo.

E poi...cos'è questa storia che non gli piace la pizza? Non ne sapevo niente. In effetti, rifletto, di lui non so niente. Non è che non ci abbia provato, a raccontarmi qualcosa di sé...ma quando comincia a parlare, è talmente pesante che inevitabilmente mi distraggo dopo pochi minuti.

Insomma, non è possibile che io non conosca mio nonno. Deve aver avuto una vita affascinante. Voglio dire, ha vissuto una guerra mondiale, ha assistito alla nascita dei Beatles, ha visto Audrey Hepburn recitare, porca puttana! Basta, ho deciso: mi siederò, qui ed ora, e conoscerò finalmente mio nonno. Ci ho messo 16 anni, vabbé, meglio tardi che mai.

“Senti, nonno...ti volevo chiedere...tu seguivi i Beatles, quando hanno cominciato a suonare? O eri già troppo maturo per quel genere di cose?”

“Maledetti adolescenti. Gioventù bruciata! Si ammazzano per una sigaretta, e passano le giornate a drogarsi. E poi mi vengono a dire che il mondo va in malora!”

Non mi stava ascoltando. Seguiva un servizio del Tg su un ragazzo che ha accoltellato un tizio in un bar.

“Scusami cara, dicevi?”

 

***

 

I fiori sono bellissimi. Ci sono un sacco di corone, fuori dalla chiesa. E c'è un sacco di gente.

“Mamma, ma tu li conosci tutti questi tipi?”

“Bé, ecco, quello è un dottore molto rinomato...e quello lì, il vicesindaco...poi vedi, laggiù in fondo? Quell'uomo sulla cinquantina con il pizzetto? E' l'assessore ai trasporti. E quelli sono tutti avvocati. E nel terzo banco..” indica un uomo bassissimo, praticamente un nano, con l'aria arcigna e un paio di occhiali spessi come fondi di bottiglia “...quello lì è un giudice della Corte d'Assise di Roma. E' una persona estremamente importante”

“Ah.” il mio tono è volutamente indifferente.

Insomma, tutta questa gente ha riempito di corone di fiori la navata, ma neanche uno di loro ha cacciato un fazzoletto. Dove sono gli amici in lacrime?

Il funerale di mio nonno è pieno di tizi con cappotti costosi, ombrello in mano e parole di circostanza in bocca.

Ho l'impressione di non essere l'unica a non sapere chi era l'uomo che adesso è elegantemente vestito, e riposa in quella cassa di legno rivestito ed elegante, proprio come lui.

In due anni non sono mai riuscita a farmi dare una risposta a quella domanda. Ho come l'impressione che neanche sapesse chi erano, i Beatles.

L'unica cosa che ho imparato su mio nonno in diciott'anni, è che non gli piaceva la pizza.

 


NdA_Lo avrete capito, questa storia è leggermente autobiografica, o almeno lo è la prima parte. La seconda diciamo che è come un “tocca-ferro”, spero che scongiuri l'eventualità che accada davvero che mio nonno muoia senza che io sappia niente di lui. Per ora sono ancora ferma alla fase Beatles.

   
 
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