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Autore: _Iside_    26/08/2011    3 recensioni
Leggendo Harry Potter ho sempre immaginato una storia parallela, ossia la vita a Hogwarts vista con gli occhi di un nuovo personaggio.
Beh che dire, è la prima volta che scrivo una storia del genere per cui spero che vi piaccia.Buona lettura.
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1
 

Addii


“Lasciami sola… non riesco nemmeno più a guardarti in faccia”
Ed era vero, gli incantevoli occhi dell’uomo da lei tanto amato e che solo pochi anni prima la intrappolavano per ore, ora non le trasmettevano altro che disgusto. “M-ma come puoi dire questo a me?” chiese lui con voce flebile, una voce che non apparteneva all’uomo che aveva di fonte, ne era sicura, in tutti gli anni che avevano trascorso insieme lei non lo aveva mai sentito parlare con voce rotta dal pianto e questo la fece indugiare per un momento, ma l’odio che provava per ciò che lui aveva fatto era più forte e ormai si  era impadronito di lei facendo uscire dalla sua bocca solo parole dure. “Li hai traditi! Sirius, tu li hai traditi, ed erano i tuoi migliori amici. Come posso fidarmi ancora di te, come posso sapere che non mi volterai le spalle come hai fatto con loro?”-“Tu devi avere fiducia in me, io non ho tradito James e Lily, tu sai benissimo che non avrei mai potuto farlo. Cassandra tu DEVI fidarti di me.” Cassandra lo guardò, lo sguardo di Sirius era così convincente: era vero, puro e appannato dalle lacrime che riempivano i suoi bellissimi occhi verdi, ma come poteva credergli? Lui giurava che l’artefice di tutto fosse Minus, ma di lui non vi era più traccia e per il mondo magico era senz’altro Black il colpevole, come poteva Cassandra dargli credito solo per via dell’amore che li legava? Anche se… quegli occhi….
In quell’istante, un boato proveniente dal camino posto nel salotto fece trasalire gli abitanti della piccola casa in Wentworth Street. Cassandra distolse lo sguardo da quello di lui e tornò sui suoi passi, no, non poteva credergli. Nonostante tutto nessuno dei due osò muoversi dalla cucina perché entrambi sapevano quel boato cosa significava. Erano venuti a prenderlo, era la fine, la fine di una famiglia appena nata.
“Abbiamo ordine di arrestare Sirius Black da parte del Ministro della Magia” tuonò una voce dal salotto “chiunque sia scoperto nel tentativo di nasconderlo o aiutarne la fuga sarà considerato come egualmente colpevole” a quelle parole  Sirius uscì dalla cucina andando in contro al suo destino e lasciando dietro di sé un’impietrita Cassandra. La donna, rimasta immobile, si mosse solo quando dal piano superiore si udirono pochi passi, un tonfo ed un pianto, la giovane strega corse su per le scale senza degnare di uno sguardo il salotto e l’uomo che, sapeva, non avrebbe più rivisto.
All’udire ciò Sirius venne assalito da una nuova forza, forse animata dalla disperazione, che lo portò a implorare i maghi del Dipartimento di Applicazione per la Legge Magica “Vi prego lasciatemela salutare, vi prego, VI PREGO!! lei è tutto quello che mi rimane ora”, ma a Sirius questo ultimo addio non fu mai concesso e mentre lo portavano via dalla casa che aveva comprato appena un’ anno prima, per abbandonarlo a una sorte ben peggiore della morte, lui continuava a sussurrare la sua supplica “Vi prego, lei è mia figlia…”
Cassandra arrivò nella cameretta dove una bambina di soli 3 anni piangeva forte, la prese in braccio e la strinse a sé per consolarla, ma anche per consolare se stessa, sentì al piano di sotto sbattere la porta, quel suono le portò via tutta la forza e la tenacia che aveva dimostrato fino a quel momento. Pianse, pianse per giorni, si sentiva sola e abbandonata, il suo uomo rinchiuso ad Azkaban, i suoi amici morti e la sua famiglia, beh la sua famiglia l’aveva abbandonata da tempo, da quando lei le aveva confessato il suo amore per Sirius e i suoi genitori, due maghinò, non potevano sopportare che la loro bambina fosse associata a quei razzisti dei Black.
L’unica cosa che le rimaneva era sua figlia, la figlia avuta dall’uomo che aveva preferito il Signore Oscuro a lei, la figlia che non la smetteva di piangere da quando il padre era stato portato via, la figlia che, Cassandra ne era sicura, cominciava a detestare ogni giorno di più. Più la guardava e più nel viso della piccola vedeva un viso che avrebbe voluto cancellare per sempre dalla sua memoria, il viso di lui… anzi no, il viso dei Black.
Avrebbe dovuto fare qualcosa non poteva crescere quella bambina senza rischiare di impazzire; doveva staccarsi da lei, anche se sapeva benissimo che questo non era un atteggiamento da madre e che si sarebbe pentita di questa decisione per ogni istante della sua vita, ma quel volto non riusciva proprio a guardarlo con quei capelli neri e ricci e i lineamenti eleganti che lei non aveva mai posseduto. Solo gli occhi aveva preso da lei, due grandi occhi di un bel castano scuro, ma per il resto, era in tutto e per tutto una Black, ebbene sarebbero stati loro a crescerla. Così, in un tardo pomeriggio di fine novembre, Cassandra prese la piccola e la sua scopa e si avviò verso Grimmauld Place.
Pianse per tutto il viaggio, ma nemmeno per un momento cambiò idea, era decisa e poi sarebbe potuta andarla a trovare in un futuro o addirittura riprenderla con sé, ora non sarebbe stata una buona madre, non sarebbe stata in grado di crescerla come meritava e inoltre aveva solo 22 anni. I Black invece vivevano nella ricchezza e anche se possedevano un codice morale che nessuno avrebbe potuto definire normale, non avrebbero permesso a nessuno di fare del male a un membro della loro famiglia, la sua era la decisione più giusta per il futuro di entrambe.
Arrivata alla casa osservò per qualche secondo l’antico portone di legno intarsiato, guardò la bambina tenuta al caldo dalle copertine ricamate, fece un bel respiro e bussò. In quei pochi attimi la paura si impossessò di lei, si era appena resa conto che non conosceva affatto i Black e che non sapeva cosa aspettarsi da loro, sapeva solo, come per anni le aveva ripetuto Sirius, che erano persone crudeli e prive di cuore. I suoi pensieri vennero però bruscamente interrotti dalla voce gracchiante di un elfo domestico che nel frattempo aveva spalancato la porta. “Chi devo annunciare?”-“Cassandra, Cassandra Wilkinson” senza proferire parola l’elfo le voltò le spalle per urlare “Padrona Cassandra Wilkinson vi attende alla porta”.
Da una stanza interna e nascosta dal lungo corridoio di ingresso si sentì risuonare la voce di Walburga Black “E chi sarebbe costei?” chiese con una voce che manifestava disgusto per la donna ancora prima di averla vista. ”Sono Cassandra Wilkinson e…”-“Ho compreso il tuo nome ma questo non giustifica la tua presenza qui, nella mia casa”, Cassandra espirò profondamente per sforzarsi di non essere scortese, ora capiva cosa intendeva Sirius quando le raccontava dei modi affettuosi della madre.“Le stavo appunto per dire che sono venuta qui per portarle lei” disse mostrando alla signora Black la figlia “Lei è Selena Black, sua nipote, come saprà suo figlio è ad Azkaban e io non posso occuparmene così ho…”, ma Walburga la interruppe nuovamente “ E la madre dove si trova?”.
Come? Possibile che non avesse capito che la madre era proprio lei? Possibile che non notasse la minima somiglianza con la bambina? Cassandra capì che, dopo avergli affidato la bambina, i Black non avrebbero mai permesso un riavvicinamento che potesse compromettere gli insegnamenti che avrebbero impartito alla piccola, cosìdecise di sparire per sempre dalla vita di sua figlia “Non se ne hanno più notizie, è scomparsa dopo la cattura di Black”. La signora non si curò affatto della donna che aveva di fronte e, dopo aver preso la giovane erede, chiuse la porta in faccia a Cassandra senza chiedere altre spiegazioni.
Walburga percorse il corridoio in assoluto silenzio nonostante Kreacher la guardasse con occhi increduli, la donna si recò dal marito che, come suo solito, si godeva un costoso sigaro nel salone principale. “E quella cos’è?” chiese Orion Black guardando stupefatto il fagotto che portava in braccio la consorte. “Una nuova occasione” fu la risposta che ottenne; la signora Black infatti, aveva accettato Selena nella sua casa in quanto la vedeva come un’opportunità per rimediare agli errori che, a suo parere, aveva compiuto nell’allevare Sirius “Lei sarà diversa da suo padre vedrai e finalmente la casata ha di nuovo un erede che porti avanti il nostro nome” disse la donna con uno strano luccichio negli occhi, al che Orion si alzò dalla sua amata poltrona per prendere il braccio la nipotina e tra le risate osservò “Beh… dopotutto qualcosa di buono Sirius l’ha fatto”.
 
 
 
 

  
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