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Autore: GioTanner    26/08/2011    8 recensioni
“Ognuno merita la morte. -Specificò DeathMask, scrocchiandosi il collo. -Ma non merita di sapere che sta morendo perché è... Destino. Sono cazzate.”
Capricorn abbassò il capo e quasi spuntò un sorriso sul suo volto, se non fosse che gli faceva davvero male muovere i muscoli facciali per le ferite e le escoriazioni: “L'uomo è nato per tradire il proprio destino; - decise di dire, mentre accarezzava il dorso della mano dove risiedeva la Spada Sacra.

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La volontà degli Dei duole saperlo, ma è a tratti più eccentrica di un umano; solo che l'uomo non ha potere mentre le Divinità quel che vogliono più volte ottengono.
E se dopo la sconfitta di Hades una nuova divinità - o forse è meglio dire tre- si destassero per un torto subito sul loro campo: il destino?
-Marie, nuovo cavaliere d'argento di Pyxis e i neo risorti Gold Saints potranno mai scampare alla divinità che pur da sempre fa parte della loro vita? Forse la più difficile da placare poiché in palio c'è la loro stessa sorte?
E c'è forse qualcosa più grande del fato stesso?
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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.15 Capitolo

Dietro la maschera



I primi raggi del sole riscaldarono le pietre infreddolite dalla notte appena trascorsa, le gazanie tornarono a schiudersi incontrando la limpida luce del mattino. La fresca brezza che s'era alzata sulla terra di Grecia faceva oscillare le tenere fronde degli alberi. Non lontano dall'arena del Santuario procedendo verso ovest si poteva trovare una vasta radura che iniziava proprio poco prima del campo allenamenti riservato alle donne. E fin lì il cavaliere del Cancro era giunto poiché diversi dubbi lo assillavano. Cercava un posto dove poter restare da solo e quello -si era detto- era il luogo adatto. Lui, che di domande non se n'era mai poste tante in vita sua, perché preferiva agire d'istinto invece che rimuginarci sopra; altrimenti, anche l'ultimo barlume della sua coscienza, l'avrebbe ripudiato e condannato per ogni omicidio che aveva commesso.
Ciononostante quella mattina fissava con sguardo vacuo e lontano, o forse neanche osservava veramente i grandi alberi che gli si stagliavano di fronte, cercando risposte a quei suoi dannati quesiti. Si tolse con malagrazia l'elmo, lanciandolo poco più in là vicino ad un mezzo tronco, ed imprecando nella sua lingua madre si sedette su un sasso liscio e piatto dal grigiore pallido.
Doveva morire? Di nuovo? Ma che diavolo aveva fatto di male in questa sua seconda vita! Certo non aveva aiutato le vecchiette ad attraversare la strada e nemmanco era stato tanto garbato con chiunque gli stava attorno... però, insomma, se non meritava la morte prima... perché doverla meritare proprio ora che in qualche modo aveva servito la strana via del bene? La lunga e tortuosa strada che portava alla Giustizia...
Non che ci tenesse particolarmente alla sua vita... dopotutto era marcia sin da quando era nato. Tuttavia l'orgoglio che ancora possedeva gli dava da pensare: non voleva morire solo perché
era destino.
Gli sembrava una scusa sciocca, -non era un modo come un altro per tirar le cuoia- sembrava da
codardi. No, non voleva morire così.
Si prese la testa fra le mani: Accidenti.- Pensò. -Cos'è rimasto del cinico e crudele Cavaliere del Cancro? Possibile io temi l'annunciar della morte? No, non paura di morire! Ah merda, terrore di sapere in anticipo che io debba perire... senza uno scopo, senza un perché! Sì, terrore di morire come le mie vittime...
Proprio così. Forse uno dei punti deboli del Saint di Cancer era proprio quello di veder che la sua fine fosse inutile tanto quanto quella delle genti che uccideva. Se fosse morto non sarebbe mancato ad anima viva!
Eppure c'era stato un tempo in cui il cuore di quel ragazzo era stato sgombro da ogni macchia d'odio e follia. Quel tempo che fugace gli era passato accanto e che, insanguinandogli gli occhi, gli aveva intimato di non avere più speranze nel genere umano. Quel tempo, Death Mask, se l'era portato nell'oltretomba lo stesso giorno in cui aveva relegato la sua anima. Che nera vagava senza meta, perché meta non conosceva.
Alzò il capo riducendo gli occhi in due fessure: Non era più solo. Si destò dai suoi pensieri e scovò così dietro di lui l'argenteo cosmo dell'allieva di Shura. Digrignò i denti per poi serrare la mascella: “Cosa fai qui, siamo alla vigilia di una guerra e tu te ne vai per campi?” Domandò scaltro, ticchettando le dita sulla pietra per poi alzare il volto verso il cielo.
Marie sussultò, avrebbe riconosciuto quella voce arrogante e tagliente fra mille : “V-voi?” Si sorprese a chiedere. La guerra era alle porte, ormai era chiaro... ma non vi era un vero e proprio posto per un cavaliere d'argento dove poter tornare. Bastava restare all'erta e dentro il Santuario. E quello le era sembrato un posto adeguato, dove poter trovare la pace e la quiete per calmare il suo cosmo. Restare lì ad ascoltare il canto degli uccelli e non gli echi lontani delle guerre e delle rappresaglie che le erano rimasti scolpiti nel cuore e nella mente. Caricarsi di energia pacifica prima di una lotta. Sorridere per il rientro del suo maestro in solitudine, raccogliendo la positività e tutta la forza del suo spirito aggrovigliata fra le matasse di quei giorni bui.
Avanzò di un passo, scorgendo così la figura del bel giovane, che non si era minimamente mosso da dove si trovava ed anzi le dava le spalle. Si fermò un istante per rimirare meglio il cavaliere e il buon cosmo che trasmetteva: era caldo e avvolgente, forte da graffiarti ed impetuoso come il suo padrone. Però, al contrario di ciò che si poteva pensare, quella dorata fonte d'energia non era poi così maligna. Ora.

Dovrei essere io quello sorpreso mocciosa, non eri forse morta lì in Italia?” Chiese Death Mask percependo lo stupore della ragazza.
M-morta?- Rispose un po' titubante lei, per poi comprendere a cosa si riferisse: -Ah sì, sulle coste della Sicilia... mi dispiace deludervi cavaliere, ma il Nobile Mu è venuto in mio soccorso e ho potuto così adempiere al mio compito.” Concluse risoluta, compiendo un altro passo verso il masso in cui risiedeva Cancer.
Il cavalier del Cancro annuì d'istinto per poi continuare ad osservare il cielo senza apparente preoccupazione. Un alito di vento ampliò il suo respiro. Marie avanzò ancora togliendo l'ennesimo ramo che le intralciava la strada ed arrivò finalmente allo spiazzo in cui si trovava anch'egli. Quante dicerie si sentivano sul suo conto, quante di queste erano veritiere? -Era stato il primo pensiero che la guerriera aveva avuto standogli accanto- E benché lei non lo conoscesse, quel cavaliere le sembrava solamente tanto abbandonato a se stesso.
Anzi, a dir la verità, il Saint della Bussola poco conosceva i cavalieri d'Oro. Del resto anche se allieva di uno di essi, non era una loro pari grado e comunque non vi era mai stato motivo alcuno per cui allacciare un'amicizia. Nel frattempo la piccola conversazione fra i due sembrò perdersi nel vento: per una manciata di minuti regnò incontrastato il silenzio, il quale permise ad entrambi di pensare su quello che era accaduto o su quello che doveva ancora succedere. Silenzio che veniva interrotto forse solo dal canto di qualche usignolo o di qualche alberello di castagno che frusciava facendo ondeggiare le proprie foglie. Sicché, d'improvviso, il Saint di Cancer uscì dal suo insolito mutismo -strano, a prima vista lo aveva creduto un tipo così loquace!- e le espose il problema, sospirando nuovamente: “Sai che siamo sulla stessa barca? Ci aspetta la morte... o meglio, a me neanche spetterebbe...- Dichiarò con un sorriso poco convincente sul viso. -Dovrei essere morto qualche anno fa se non fossi stato risvegliato da Atena.” Un sorriso che seppur irrisorio e sfacciato trasmetteva tanta amarezza.
La osservò, girandosi un attimo verso sinistra, cercando quasi di intravedere la sua reazione in quel volto di porcellana, ma la maschera serviva anche a quello e dunque nulla esprimeva se non la solita espressione. Lei indugiò nel rispondere, tormentando i pochi fiori che la circondavano da quando si era appollaiata sul terreno erboso: “State parlando delle Moire? Un tale Jonah, cavalier del vento mi ha riferito che io sarei dovuta morire insieme ai miei compagni... – Spiegò, ed anche se sembrava decisa nell'affermare quanto riferitole con assoluto distacco non nascose un leggero tremolio nella voce. -...Però io non ho intenzione di lasciare questo mondo solo perché me l'ha dichiarato qualcun altro. E voi, cavaliere del Cancro, non dovreste beffarvi così di un dono che vi ha fatto Atena...”
Quelle parole intaccarono l'interesse dell'italiano, che si spostò il minimo indispensabile per poterla scrutare meglio: “Cosa intendi ragazzina? Ah, tutti voi cavalieri fissati con l'eroismo e la Giustizia! Ne ho piene le tasche di questa ipocrisia...” Protestò esasperato agitando una mano come a voler cacciar un insetto fastidioso.

Voi non credete nella Giustizia?- Chiese così la ragazza interpellandolo di nuovo, mentre nuvole biancastre oscuravano il cielo cristallino. -Comunque non parlavo di eroismo... Non credo di essere un'eroina solo perché non voglio morire, non credete? O forse voi siete disposti a farlo per la causa*?”
No affatto, non ci tengo a schiattare... Né tanto meno Atena vorrebbe la mia morte... dopo che ha smosso perfino l'Olimpo per farci ritornare qui fra i vivi.” Ridacchiò divertito Death Mask sdraiandosi con il busto sulla liscia pietra.
...In fondo una Dea generosa e buona come la Dea Atena non poteva far altro che tentar il tutto per tutto per uomini di valore come i Cavalieri d'Oro..” rifletté ad alta voce il Saint di Pyxis.
Mi stai mettendo nella lista?” La provocò lui, anche se era effettivamente curioso di sapere cosa pensasse di lui. Se era come il suo maestro allora faceva bene a interessarsi: Shura non era così scontato come molti, non lo additava per ciò che aveva fatto in passato. Non lo disprezzava ed era un silenzioso compagno di battaglie pronto ad esserci se ne avevi necessità. Non lo odiava come tanti facevano, senza neppure sapere perché fosse stato così terribilmente crudele con diverse persone. Dunque ammirava quell'uomo perché non si faceva influenzare dalle calunnie che vociferavano su di lui.
Marie alzò lo sguardo, incrociando gli occhi del Saint intenti nel guardarla: “Beh, cavaliere del Cancro, ovviamente nessuno mai potrà dimenticare gli orrori o le misfatte che avete compiuto.- Rispose prontamente lei, ragionandoci, mentre Death Mask annuiva stranamente attento. -Però, d'altra parte, nessuno potrà dimenticare che siete divenuto Cavaliere d'oro non a caso e di come nell'ultima Guerra Santa vi siete legato alla Giustizia, aiutando Atena e gli altri cavalieri a non far trionfare Hades e il suo impero del male...- Si bloccò, un momento soltanto, per far comprendere appieno il significato di quello che voleva intendere.

-...E dunque sì, siete in lista” Concluse infine stiracchiandosi. Non che avesse sonno, c'era abituata dopotutto, però d'altronde aveva passato l'intera notte fuori ad allenarsi.
Il cavaliere di Cancer rimase a quella rivelazione. Un ghigno beffardo gli incorniciò il volto:
Bene, meglio così, non mi piace avere dei sottoposti contro di me... anche perché fanno tutti una brutta fine.” Farneticò alzando il braccio destro verso il cielo roteando l'indice.

Passò così un altro quarto d'ora, lei intenta nell'osservare quel prato che tutto un tratto le era divenuto particolarmente interessante e lui assorto in chissà quale contorto pensiero... o forse neanche pensava davvero, semplicemente non disdegnava la compagnia di quella silenziosa ragazza. L'odore dell'erba si sentiva nell'aria, per semplice merito del vento, e qualche foglia verde vorticava giocosa cadendo poi miseramente a terra.
Sai,- cominciò nuovamente l'italiano, che a quanto pareva non riusciva a rimanere con la bocca chiusa dopo un certo periodo di tempo. -Sei una ragazzina, ma mi piaci.” Le rivelò.
Strappò un filo d'erba per poi metterselo meccanicamente in bocca: “Nel senso, -precisò sogghignando. – Assomiglieresti alle mie amate maschere se non fosse per la tua, d'argento, che non ha un'espressione poi così deplorevole...” Continuò come se per lui quello fosse un discorso normale, anzi persino un complimento.
Marie sapeva bene la storia delle maschere: volti umani che il cavaliere del Cancro usava appendere come decorazioni della quarta casa. Sguardi vuoti e pieni d'angoscia, bocche deformate dall'orrore e dallo struggimento, rughe indelebili che solcavano le guance accentuandone le caratteristiche drammatiche.
Così reali da sembrare finte, false, dipinte da una mano esperta... I trofei di un megalomane che esibiva nel suo tempio le facce degli sconfitti per decantare la sua vittoria personale; i trofei di Death Mask. Perché l'aveva paragonata a quelle orribili maschere? Cautamente cercò lo sguardo di Cancer, poiché così anche se non poteva osservare la sua espressione si potesse percepire nei gesti la sua perplessità. E c'era da immaginarselo il cavaliere scoppiò in una fragorosa risata, quasi ci godesse nel poter affermare che lei era una mocciosa e no, non poteva capire.
E sai un'altra cosa?- Le disse alzandosi a sedere. -Non credo che ce l'avessi sfigurato neppure quando ti è morto quel tuo amico... Crist-…Cris.. sì, insomma quello lì, quel tuo compagno d'infanzia...”
Il cavaliere d'Argento tentò di concepire la logica in quelle fuorvianti affermazioni, ma sinceramente non riusciva a trovarla:
C-che cosa?” Domandò tentennante Marie sperando affinché si spiegasse meglio.
Ma come che cosa! Il tuo volto*, ovvio.” Rispose lui come se fosse scontato. A quelle parole alla ragazza quasi mancò il respiro e lui se ne accorse: “Non che l'abbia visto, francamente ne faccio a meno di uccidere un cavaliere d'Atena proprio ora che mi hanno redento. -Non vorrei mica finire i miei giorni a Capo Sounion- E per di più sai che rottura aspettare tutti i giorni i colpi deboli di una Sacerdotessa Guerriero che spera vivamente di ucciderti... No, no preferisco raccogliere ortiche piuttosto.” Rise nuovamente divertito, facendo poi spallucce come a voler giustificare quanto detto poiché in fin dei conti era solo la sua linea di pensiero.
E difatti Marie, al contrario delle aspettative, non s'offese: In primo luogo si tranquillizzò prendendo un gran bel respiro come se avesse buttato via un pesante macigno e poi alzandosi da terra annuì spiegando che in fondo lui avesse pure ragione. 'Certamente una Silver Saint nulla potrebbe mai contro la casta più alta dei cavalieri di Atena. Sarebbe stata solo una seccatura poiché le sorti sarebbero state, al contrario delle speranze della donna, solo la morte di quest'ultima e un alone di disonore ancora più grande.' In sintesi ciò che gli aveva detto.
Death Mask sputò il filo d'erba: era inconcepibile, come poteva essere d'accordo con lui? Riusciva veramente a fargli saltare i nervi! Era sempre pronta lì a spiegargli i suoi pensieri, che non si sapeva come, non si potevano controbattere...
Dio, quanto le odiava le persone così! Erano così... saccenti. Dichiarava diretta la sua opinione che, fosse contraria o di comune accordo, era comunque e irrimediabilmente perfetta da non poter essere in nessun modo ribattuta.
Lo prendeva in giro, forse? Non poteva davvero pensarla così! Poi ci ragionò su... E sì, dovette ammetterlo, le ricordava proprio Shura. Lui che, in un modo o nell'altro, aveva sempre ragione: e proprio su questa sua caratteristica si era costruita e basata in fondo quella specie di alleanza silenziosa che entrambi avevano, confidando l'uno nell'altro. Era molto simile al suo maestro per comportamento e carattere..!
Però c'era qualcosa dentro di lui che, non sapeva bene spiegarlo, gli diceva che non doveva confondere la personalità del Saint di Capricorn con quella della sua discepola. Erano differenti, molto differenti.
Lei era così naturale... con lui.

Stavo dicendo, – proseguì Cancer aggrottando le sopracciglia, trovando in quel momento il sasso in cui sedeva inspiegabilmente scomodo. -Sì, tu sei riuscita ad avere un contegno persino nella morte. Talvolta mi capitava di vedere i parenti delle persone che uccidevo... Eh beh, se devo essere sincero, erano quasi quasi più sfigurate dalla paura e dal terrore le facce di quelli ancora vivi piuttosto che quelli che erano a terra esamini.” Costatò rimembrando i familiari di uomini, donne o bambini che ammazzava senza una spiegazione apparente.
Era persino tranquillo mentre ricordava il suo passato, quasi come se fosse stata cosa da tutti fare massacri di innocenti... O forse, magari, credeva ciecamente di essere cambiato... dopo la redenzione, dopo la morte e in una nuova vita ancora.

Non vi capisco Cavaliere, cosa state insinuando?” Si era fatta improvvisamente più restia Pyxis, un piccolo brivido le aveva pervaso la spina dorsale.

Un passo furtivo calpestò l'erba, pochi metri dietro di loro.

Il fatto ragazzina è che tu hai pianto, ti sei sfogata e hai reagito. Hai perso tutto ciò a cui t'aggrappavi, e... Eppure hai affrontato bene la morte dei tuoi compagni. No, -ammise dunque il cavaliere d'Oro inchinandosi ad osservare alcuni fiori appassiti.- Non avresti mai potuto stare fra le mie maschere... nè tanto meno fra quelle persone che, povere d'animo, si piangono ancora addosso. Potrei giurarci, il tuo viso non avrà mai un'espressione deplorevole.” E sembrava quasi essere rasserenato da quell'affermazione.
Vi sbagliate.- Rispose con un minimo di sicurezza Marie -Sono fragile tanto quanto quelle persone a cui avete strappato il motivo per cui continuare a vivere...- Ed alzò la testa perché sapeva bene lei che, al solo pensare alla morte dei suoi amici, pungenti lacrime le avrebbero solcato il viso per poi discendere frettolose sul collo scoperto.
Tsk, vuoi metterti a paragone con quella stupida gentaglia? Erano solo rozzi contadini in fondo, non conoscevano manco l'onore o il valore di un uomo!” Decantò Cancer girandosi dalla parte opposta a lei.
-...Ma forse, proprio per questo, non mi abbatto.- Continuò impavida lei, ignorando bellamente quella provocazione. -Le emozioni stesse sono la mia forza. Il mio maestro il Venerabile Shura crede siano solo un peso. Io la penso diversamente. Le emozioni che riempiono un cuore umano fanno sì che ognuno di noi possa passare avanti a quel dolore e continuare a vivere cercando di trovare altrove qualcosa di buono per cui valga la pena restare lucidi... Ognuno ha il suo modo di superare le difficoltà e poi c'è chi le difficoltà non le supera affatto.”

Un altro passo smosse la rigogliosa vegetazione.

Death Mask scosse il capo, rassegnato: aveva a che fare davvero con una bambina, se credeva ancora che nel mondo ci potesse essere qualcosa di buono. Shura difficilmente sbagliava e anche lui era della sua stessa idea. Anzi, credeva fermamente nella legge del più forte. Chi diveniva il più forte e chi riusciva a sopprimere i suoi presunti avversari era colui a cui spettava fama, gloria e potere. E la sua propria Giustizia avrebbe avuto la meglio: altro che sentimentalismi e sdolcinatezze. Non aveva proprio capito niente.

I dodici fuochi della meridiana s'accesero.

Però, inaspettatamente, quando quella ragazza sembrava non avesse più nulla da dirgli, se ne uscì fuori con una confessione che catturò ancora una volta la sua attenzione: “In verità, vi dirò, è ben lontano dall'essere un nobile valore il motivo per cui sono ancora qua... Senza dannarmi l'anima. -Socchiuse gli occhi e strinse forte le mani al petto, le costava davvero tanto ammetterlo: -Vivere, capite? È vero, avete dannatamente ragione quando dite che c'è gente che non si rialza più dopo la perdita di qualcuno a lui caro. Ma Atena solo sa perché ci siano anche persone che, pur di non cadere nel baratro, s'aggrappano ai ricordi, ai momenti belli della loro vita... e cercano di vivere, Vogliono vivere! Sì, sì... di vivere anche per coloro che non vivono più, per la loro memoria, per poterli ricordare e per essere grati di averli conosciuti!- La voce le si era incredibilmente alzata.
La sopravvivenza stessa ne è la causa, ecco. C'è chi muore dentro e chi invece va avanti... Io, Cavaliere del Cancro, come vi ho già detto Voglio vivere*.”
E mai dichiarazione più sincera le era costata tanto. Lei non era solo il gran Cavaliere della Bussola, armatura che le era costata sogni e fatica... No, lei era anche una ragazza, un essere umano che come tutti alle volte era semplicemente egoista... lei voleva restare in vita. Lo spirito di sacrificio era pretenzioso e si sarebbe arresa solo ad Atena, poiché a lei sola aveva dato i suoi voti. A nessun altro.
E fu in quell'istante che a Cancer cambiò qualcosa dentro, la guardò con occhi diversi. Fu in quell'istante che rispose persino ai suoi dubbi e fu sempre in quell'istante che si disse -che sì- c'era qualcosa che gli piaceva di lei. Che aveva ammesso le sue paure, ma era pronta a lottare per vivere. E non era ipocrisia quella. Era testardaggine e mentalità: carattere.

Non ti giudico per questo, credo sia un buon motivo per non cedere tra l'altro.” Detto ciò si alzò e andò a riprendere l'elmo. Quella vicinanza lo scottava.
Doveva rientrare presto nel suo tempio: c'era qualcosa di insolito che lo turbava. Però allo stesso tempo aveva tardato il ritorno proprio a causa di quella conversazione che l'aveva piacevolmente distratto.
Non fece neppure in tempo a tendere il braccio per raccogliere l'elmo che una violenta scossa di luce elettrica lo colpì. Fortuna volle che egli non fosse uno sprovveduto, ma Saint di Cancer e dunque poté schivare il colpo abbastanza rapidamente, giusto il tempo di captarlo, non subendolo almeno appieno.

Rimase nonostante tutto ferito al braccio sinistro.

Mai abbassare la guardia, Cavaliere d'Oro del Cancro! Voi e le vostre chiacchiere sprovvedute!” Dichiarò con un sorrisetto Elikonis comparendo in un lampo di luce. Poi fece un breve inchino: “Ci rincontriamo ancora Death Mask! E questa volta sarà anche l'ultima...- Disse buttandosi a capofitto su Cancer -Devo dire che mi hai reso la vita facile, non ho dovuto neanche attraversare i templi del Santuario per trovarti, Atropo sarà fiera di me.”
Non montarti la testa, pivello.- Rispose prontamente il Cavaliere, che il vizio di attaccar briga con chiunque proprio non l'avrebbe mai perso. -Non è facendo il gradasso con me che vincerai, stanne certo” Schivò l'attacco parandosi con le braccia per poi contrattaccare con un sonoro calcio all'addome del ragazzo.
Marie rimase esterrefatta: quel cosmo che ora sentiva pulsare negativo l'aveva ampiamente percepito in terra di Sicilia! Era dunque quello l'inizio della guerra? Così effimero e solitario? Un giovane uomo che brandendo luce e un'armatura scarlatta chiedeva sangue e morte? Non se ne rese nemmanco conto che, stordita com'era da quell'attacco improvviso, due fredde mani la bloccarono prendendola alla sprovvista da dietro.

Era stata così bene sino a poco tempo prima...

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*causa: ovviamente è un modo di dire, del tipo: “ci vai tu per primo?”, “fai da cavia per vedere se è vero?” e cose così.

*volto: dunque quando diceva che non ce l'aveva, si riferiva al fatto che l'espressione “orripilante, brutta, paurosa” come quella delle sue maschere, lei pareva non averla neppure nel momento del suo pieno dolore -ossia in Sicilia, lì in orfanotrofio-. (e dunque per un attimo Marie pensa che l'abbia vista senza maschera) Ovviamente ci sono dei motivi per cui tiene a dirlo, leggere ù.ù

*vivere: (lunga premessa) okay, chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Se la prendete così la mia cara Marie può sembrare una pallosissima e noiosissima Mary Sue *muore * invece spero tanto abbiate compreso il CONTROSENSO. Che fino ad un certo punto lei ha voluto essere l'impeccabile Marie, allieva di Shura... esortando parole che anche con Fish hanno funzionato -seppur ci creda, eh! Okay? Non è che mente- ma che stufano di gran lunga Death Mask perché sono le parole trite e ritrite di quei cavalieri che sono così "ciechi" dal vedere (cercare) SOLO il buono nel mondo. Ed invece, alla fine Marie scopre/svela anche un suo lato, un suo VERO lato, che le costa fatica e vergogna... un MOTIVO per cui lei è ancora viva e non è così affranta come le maschere -o come i parenti di queste ultime- è il fatto stesso del Sopravvivere. Lei vuole Vivere.

Non è forse vero, pensandoci, e molto umano -ma forse meno cavalleresco eh- che chi ha subito tragedie, ma anche una semplice scomparsa di un parente... alle volte si allacci ai ricordi e al voler vivere nel ricordare i momenti belli che le stanno nel cuore? A me sembra molto umano, per di più è successo a molte persone, dunque non credo sia un comportamento così fuori dalle righe. L'ho voluto mettere poiché voglio far vedere una sorta di maturazione interiore, e non solo di lei, ma anche di Death Mask...poiché di lui, alla fine sul suo carattere se ne sa poco e nulla...e quello che si sa...non è poi così “importante”. Dunque una sorta di botta e risposta maturando con ogni affermazione. Maturando lui da quando è da solo, ma che ora non disdegna la sua compagnia, maturando quando si accorge che una personalità non è uguale all'altra (mentre prima, invece, quando uccideva le sue vittime magari le pensava tutte miseramente uguali), maturando quando deve rivedere ANCHE lui la sua linea di pensiero che fino ad allora l'ha portato DOVE l'ha portato...
Okay, mi fermo qua, spero non vi annoi, ma sì... lo so che è SENTIMENTALE questa fan fiction PERO' io tendo sempre a dare una linea di fondo prima di imbattermi nell'
amore, soprattutto quando è difficile parlare d'amore visto che scrivo di un personaggio come DM e di una serie come Saint Seiya... in cui son più cazzotti che dolci creme caramel :) Come ho detto in una risposta ad una recensione: far ragionare e maturare una testa calda come Death Mask (senza cadere nell'OOC) è un'impresa titanica D: farlo più umano poi, è un'impresa ancora più colossale.


Note:

Salve a tutti u.u e insomma, ho fatto una luuunga premessa sull'ultimo asterisco solo perché ritengo sia opportuna =.= e poi ho anche fatto un capitolo più lungo del solito D: e quindi sai che barba x'D io spero vi sia piaciuto, ma posso comprendere se non c'abbiate capito un'acca. -v'aspettavate subito qualcosa eh? Ed invece LoL- Sono soddisfatta di questo capitolo quanto insoddisfatta. Soddisfatta perché io quello che volevo scrivere credo di essere riuscita a farlo, ma insoddisfatta perché NON so se l'ho scritto bene e quindi se sia ...COMPRENSIBILE ç_ç Dunque vi ringrazio ancora una volta per le recensioni, che siano positive o critiche. :)



   
 
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