Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Shark Attack    26/08/2011    5 recensioni
Li vide subito.
La divertivano molto.
Per loro, diventò presto un incubo.
«E ora come ci liberiamo di questa... cosa?»
[Terza Classificata al contest di _Malika_ "A causa di un'adozione" sul forum di EFP]
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Itachi, Kisame Hoshigaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nick: Shark Attack
Titolo: Souvenir di Viaggio
Pacchetto Illusione:
Personaggio: Itachi Uchiha
Bambina: Saeko, 2 anni. È una bambina di salute cagionevole, ma non riesce mai a stare ferma e adora mettersi in bocca qualunque cosa gli capita a tiro. È sempre solare e adora ridere, ma quando piange sono guai perché ha due polmoni spacca timpani.
Oggetto bambina: Cappellino verde
Causa conoscenza: La incontra vicino a un fiume e nota la grande potenza che già a quell’età possiede, per cui decide di prenderla con sé, nonostante le risate di Kisame.
Eventuali altri personaggi: Itachi, Saeko, Kisame, soldati mercenari.
Genere: Azione
Rating: Verde
Avvertimenti: Slice of life, What if?
Intro: Li vide subito.
La divertivano molto.
Per loro, diventò presto un incubo.
«E ora come ci liberiamo di questa... cosa?»
Eventuali NdA: Beh, alla fine sono riuscita a scrivere anche questa! Prima che mi tiriate i pomodori... lo ammetto, è una storia oscena e me ne vergogno profondamente! Ho ucciso il personaggio di Itachi in una maniera orribile ma spero siate consapevoli (soprattutto la giudicia ^^”) del fatto che mettere un bambino con l'Uchiha maggiore è un'impresa più che impossibile... spero di aver combinato qualcosa di decente! No, certo che no... ma io ci ho messo del mio meglio! “Buona” lettura! :D



Souvenir di Viaggio




Un lavoretto semplice semplice: uccidere quell'omuncolo che stava a capo dei ninja che avevano sfruttato fino ad allora. Ormai non servivano più, né lui né i suoi uomini. Ma i mercenari erano ancora corruttibili ed utilizzabili. Il loro capo no.
Per questo Itachi e Kisame si stavano recando nel Paese della Nebbia, gettandosi in un viaggio lungo, snervante, di quelli in grado di rafforzare la già enorme pazienza dell'Uchiha.
«Vado a pisciare», disse ad un certo punto lo squalo, indicando la boscaglia alle sue spalle.
Itachi non lo degnò nemmeno di un'occhiata o di un grugnito e scavalcò il masso che aveva di fronte, proseguendo in silenzio. Aveva già scelto quale dei due sentieri prendere per arrivare più rapidamente quando notò una sagoma non proprio vegetale. Nemmeno animale, considerando che da giorni l'unica fauna nei paraggi oltre a loro due erano principalmente marmotte e gufi. E ovviamente vermi, farfalle, pipistrelli notturni e scoiattoli vari, ma questo che vedeva il quel momento era diverso.
Innanzitutto sembrava vestito.
Di stracci, certo, ma vestito.
La testolina si girò di scatto e Itachi ebbe un piccolo sussulto: da anni il suo sguardo non incrociava quello di un bambino così piccolo.
Scosse la testa e la ignorò, sperando che Kisame finisse i suoi bisogni in fretta per sfuggire a quello sguardo troppo innocente per i suoi gusti.
Non essere circondato da nient'altro che non fosse terrore o strafottenza lo metteva a disagio.
Le sue iridi rosse erano progettate, create e messe a punto per uccidere e leggere chiari ideogrammi di dolore e paura negli occhi di chiunque li incrociasse. Quella purezza e quel candore che stava vedendo in quel momento, invece...
Il bambino si alzò in piedi e gli si avvicinò. Istintivamente l'Uchiha fece un passo indietro.
«Hai fatto nuove amicizie, vedo», ironizzò Kisame comparendo alle sue spalle.
Il bimbo non si spaventò del suo viso squamato e blu, anzi: lo fissava con stupore.
«Uuuhh!», esclamò entusiasta indicandolo con quella manina minuscola.
Itachi sbuffò e si diresse verso il loro sentiero. «Muoviamoci», sentenziò.
Pessima mossa.
Il bimbo corse tra i cespugli, dove era prima che Itachi lo attraesse, e ne sbucò nuovamente fuori con in mano un cappellino verde che si mise goffamente in testa. L'Hoshigaki lo indicò ridacchiando, «Credo che ti stia ubbidendo anche lui, ahah... uh?»
Lo prese rapidamente per il collo della giacchetta lercia e lo sollevò per osservarlo meglio, ma il bimbo non era d'accordo e si divincolò rapidamente, sfuggendo alla presa e scappando a terra, a due centimetri dalle nuvole rosse di Itachi che, indifferente, si allontanava. «Ahahah, Itachi, hai un fan!», esclamò lo squalo, «Anzi, un'ammiratrice!», si corresse.
L'Uchiha smise di muoversi, sbuffò spazientito e si voltò di scatto, con tutta l'intenzione di far prendere un bello spavento alla piccola: si chinò al suo livello alla velocità della luce – già solo quella l'avrebbe fatta scappare – e spalancò i suoi crudeli occhi rossi, piantandoli nelle iridi candide della piccola.
La piccola sussultò e cadde a terra atterrando sul sederino, mentre una smorfia triste e spaventata allo stesso tempo le si dipingeva in volto. Iniziò ad aprire la
bocca per prendere sempre più fiato e Itachi ebbe un flashback: quel gesto non preannunciava altro che... «UUUAAAAAAAAAHHH!!»
Entrambi i ninja si portarono le mani sulle orecchie premendo forte sui timpani: come poteva una bimba così piccola fare tanto rumore?! Gli uccelli attorno a loro volarono via creando scompiglio nella foresta, e lo stesso si poteva dire per i vari animali che fuggivano spostando fragorosamente foglie e rami vari.
La loro copertura e il loro viaggio furtivo stavano per saltare a causa di un simile pianto.
Itachi si maledì per quello che stava per fare da lì a poco, ma si chinò di fronte alla piccola e, con uno sforzo enorme, le poggiò una mano sulla testa e la fece scivolare lungo il viso. «Non piangere», tentò sforzando la sua voce per suonare più affidabile e sicura.
Dopo vari e sempre più patetici e dubbi tentativi, a poco a poco, l'uragano smise di girare e la calma ricominciò a regnare in quel lembo di foresta.
La bimba ancora singhiozzava, ma ormai il peggio sembrava passato. Sasuke avrebbe continuato per ore, Itachi se lo ricordava benissimo, ma questa piccola scocciatura sembrava avere un caratterino leggermente migliore.
«Woah, stavo per rimetterci l'udito!», scherzò Kisame mentre faceva il gesto di stapparsi le orecchie.
«Odio i bambini», asserì Itachi, voltandosi nuovamente e ricominciando il suo viaggio.
«Ti conviene non seguirci, capito piccolina?», lo squalo le mostrò l'indice che oscillava in segno di “no”, poi si rimise in pari col compagno di missione.
La bimba rimase con il sederino a terra per qualche minuto, prima di ritrovare la forza di asciugarsi il naso sulla manica e rialzarsi.

Itachi si lasciò cadere sull'erba con grazia, sbuffando ancora una volta mentre si immergeva nei raggi lunari riflessi sugli steli. Per tutto il giorno aveva avuto la testa sommersa di pensieri su quella strana bambina, abbandonata, smarrita, lasciata sola nel bosco. Aveva ripensato al loro percorso fatto prima di incrociarla, non c'era anima viva, esattamente come in seguito.
Da dove arrivava, allora? Come poteva una bimba così piccola sopravvivere da sola?
Inoltre, quello sguardo: intelligente, curioso ma puro ed innocente.
Ricordò la prima volta in cui, dondolando sulle punte dei piedi, era riuscito a raggiungere il bordo della culla e ad incrociare i suoi occhi per la prima volta con quelli del fratellino. Ricordò anche quelle spesse volte in cui Mikoto gli legava un panno dal collo al mezzo busto e gli affidava il piccolo Sasuke, mentre lei doveva svolgere commissioni, pulire la casa o semplicemente non poteva badare a lui. Anche Itachi era piccolo, ma così tanto intelligente e maturo da meritare di essere un ottimo baby sitter. Ricordò l'orgoglio provato dalla prima all'ultima di quelle occasioni, e lo scacciò bruscamente.
Ormai quei ricordi non erano altro che pellicole sbiadite, che stentavano a muoversi nella sua mente.
Niente avrebbe riportato la vita com'era allora, niente gli avrebbe fatto tornare quella voglia di prendersi cura di qualcun altro a quel modo.
Si girò su un fianco e si costrinse a dormire.
Alle sue spalle, Kisame ronfava già da un pezzo, abbracciato al suo spadone.
Stupidi pensieri inutili.
… ma nonostante l'auto-convincimento, Itachi non prese assolutamente sonno.
Si rigirò più volte sul suo fazzoletto d'erba, si sistemò il mantello cercando di trovare una sistemazione più comoda, si costrinse a non pensare a nulla se non a cose estremamente noiose... niente. Sarà stata la luna, troppo luminosa, o il vento, troppo assente. Chissà.
Si alzò e si passò una mano sul volto.
L'insonnia non è altro che rifiuto della propria mente di abbandonarsi e smettere di pensare. E Itachi stava pensando decisamente troppo.
Quella dannata bambina sembrava non lasciarlo in pace. Poteva essere ridicolo ciò che stava provando?
Era qualcosa di simile all'apprensione, per cui sì: era ridicolo.
Decise di andare a sciacquarsi il viso al fiume, così si mise in piedi e mosse fuori dal loro piccolo accampamento. Il fiumiciattolo, un letto di appena due metri di larghezza contenente un pigro flusso d'acqua, lo attendeva pacifico sotto i raggi lunari, addobbato dai loro riflessi che scintillavano radiosi.
Si chinò a sfiorare l'acqua con le dita, e la vide.
Sull'altra riva.
Cappellino verde e due occhioni che lo fissavano.
«Taaaahiii!», esclamò vedendolo, agitando le braccia per farsi notare mentre un sorriso si allargava sempre più tra quelle guanciotte rosa.
Itachi rimase paralizzato sentendosi chiamare in quella strana maniera, così unica e nonostante questo così simile a quella utilizzata da Sasuke nel periodo delle sue prime parole. La bambina si stava ancora sbracciando e per quasi un minuto la situazione rimase statica.
Poi, la piccola si sbilanciò.
Perse l'equilibrio.
Cadde in acqua con un piccolo tonfo e molti spruzzi.
Itachi la vide annaspare mentre con i piedini cercava di spingersi nuovamente a galla – non che fosse profondo, o almeno non per un adulto – e mentre spingeva la testolina fuori dall'acqua per respirare.
Scattò d'istinto e saltò nel fiume anche lui, afferrandola subito per un braccio e tornando subito sulla riva.
La piccola tossicchiò un poco e Itachi ricordò ancor più nitidamente la sensazione di apprensione, nonostante all'esterno continuasse a mostrare la sua solita maschera di indifferenza.
Un passante avrebbe detto che non gliene fregava nulla della salute della bimba, ma lui in realtà stava rodendo: l'aveva tirata fuori abbastanza in fretta? Aveva bevuto troppo? Piangerà ancora?
E ancora una volta rimase sorpreso dalla sua reazione.
«Gahie!», trillò la bimba abbracciandogli la gamba come un gattino felice.
Itachi la afferrò per un braccio e la portò al loro accampamento deciso a trovare un'altra maniera per liberarsi di quella bambina, dal momento che lasciarla indietro non era bastato.
La osservò strizzare gli occhietti per cercare il suo berrettino verde nei paraggi e temette che volesse tornare al fiume a riprenderlo. «Non ti muovere», le disse, e si alzò in direzione del fiumiciattolo.

«Eheh, avete fatto il bagnetto?»
Kisame ridacchiò sguaiatamente nel vedere Itachi tornare con il cappellino in mano e la bimba, seduta accanto a lui, si tolse una pigna di bocca e lo imitò.
La sua risata cristallina avrebbe potuto far tentennare l'Uchiha, ma si costrinse a resistere. Non avrebbe mai avuto un istante di cedimento di fronte a Kisame. «Non volevo che ricominciasse a piangere come prima», spiegò sbrigativo lanciando il copricapo alla piccola.
Si distese nuovamente laddove aveva già lasciato il segno precedentemente. «E tu che mi dici, invece? Stai facendo amicizia?»
«Come no», rispose l'Hoshigaki, «Saeko ed io siamo ormai ottimi amici!»
Saeko.
Quelle cinque lettere fluttuarono nella mente di Itachi alla velocità della luce.
Che razza di nome.
«E non ti ha detto, magari, dove vive? Così possiamo togliercela dai piedi.»
«No, a quello non risponde. Però guarda che forza... ehi, ti sto parlando!», gli lanciò un sassolino per attirare la sua attenzione e farlo voltare, «Guarda qui: Saeko, fai vedere anche a lui quello che hai fatto prima!»
La piccola annuì scuotendo la testa vigorosamente, poi si avvicinò al tronco di un abete molto alto. Piegò le ginocchia, sistemò i piedini e... bam!, spiccò un balzo portentoso, fino a raggiungere un ramo distante circa cinque metri dal suolo. E vi atterrò, anche, con una maestria degna di un genin diplomato col massimo dei voti.
«Ahah!», ridacchiò il ninja, «Visto che roba? E quanti anni avrà, due? Tre?»
«Dormiamo, Kisame», lo rimproverò Itachi nascondendo il suo stupore, «Domani riprendiamo il viaggio e cercheremo un qualche villaggio dove abbandonarla.»
Saeko tornò a terra con gli occhi tristi.

La mattina dopo, tutti e tre si erano svegliati esattamente dov'erano rimasti qualche ora prima, subito dopo l'esibizione della piccola.
Itachi era stranamente riuscito a prendere sonno e si impedì di attribuire quel traguardo alla consapevolezza che la piccola era con loro e stava bene.
«Ohi», lo chiamò Kisame, chinato su Saeko, «Ma era così pallida anche ieri?»
«Avrà preso freddo stanotte dopo esser caduta in acqua», tagliò corto l'Uchiha mentre cancellava le tracce del loro passaggio.
«Allora... in che villaggio vuoi lasciarla?»
«Il primo che troviamo».
«Io vollio tare con Tahi!», borbottò la piccola con cipiglio non appena si alzò in piedi.
Itachi la ignorò e fece cenno con la mano di mettersi in cammino.
Ci mancava solo che due membri dell'Akatsuki si inchinassero al volere di una poppante.

Nonostante si stesse sforzando per trovare difetti e motivi per odiarla, Itachi non riusciva a non notare le sue doti: oltre all'agilità dimostrata nel divincolarsi da Kisame il giorno prima e nel saltare sull'albero, Saeko dimostrò ben presto di essere rapida e intelligente, nonché una futura ottima ninja.
Ebbe la conferma durante uno strano episodio: una talpa era sbucata all'improvviso dal terreno e l'aveva spaventata. Pochi secondi dopo, era stecchita, morta sotto il lancio precisissimo e molto potente di un insignificante sassolino.
Quell'istinto per l'assassinio era strano e raro in una bimba, di qualsiasi età, a meno che la sua breve vita non l'avesse traviata a quel modo.
Ma Saeko avrà avuto al massimo due anni: quali esperienze traumatiche poteva aver vissuto e, ancor più difficile, ricordato? Itachi non sapeva proprio spiegarselo.

Girarono per ore, allontanandosi spesso dalla loro meta, pur di trovare un centro abitato dove poter depositare quello scomodo pacchetto.
Solo a metà pomeriggio incapparono in un gruppetto di case adatto, abitate e pacifiche.
Le avvistarono dall'alto della collina, nascosti tra le fronde. Ci avrebbero messo pochi minuti a raggiungerle: erano in mezzo alla grande pianura, ma non troppo lontane.
«Ci avvicineremo nella notte?», domandò Kisame.
«No, non possiamo perdere altro tempo.»
«E allora cosa? Siamo troppo visibili, in pieno giorno e in una pian...»
Si zittirono all'improvviso, Itachi mise preventivamente una mano sulla bocca della bimba: c'era qualcuno attorno a loro.
Uno sguardo d'intesa e i due ninja si diedero un mutuo cenno di assenso per nascondersi e prepararsi alla caccia degli intrusi.
Itachi mise la bimba a terra sperando che non ne approfittasse per dar fiato a quel megafono di gola che si ritrovata e, indeciso se addormentarla con un'illusione o no, si stupì nel vederla così seria e attenta a ciò che stava succedendo attorno a lei.
La vide raccogliere dei sassolini e decise di metterla alla prova: affondò una mano sotto il mantello e ne estrasse due shuriken. Non ebbe il tempo di godersi la sua aria assorta e studiosa nell'afferrarli e rimirarli perché Kisame aveva già scovato i nemici – i mercenari! - e lo scontro era iniziato.

«Cosa volete!», tuonò l'Hoshigaki dopo aver tagliato a fette uno di loro e averlo lanciato verso gli altri.
«Morite, sporchi maledetti!», urlò un altro ninja della Nebbia avventandosi verso il nascondiglio di Itachi.
L'Uchiha si alzò solamente in piedi, mostrando ai nemici l'imponenza della sua figura, e attivò la sua arte oculare: il ninja smise a metà il suo attacco, perso in un'illusione.
Stava bloccando e disorientando l'assalto di altri quattro nemici quando si accorse che Saeko non era più alle sue spalle, nascosta sotto le falde del mantello.
Nel voltarsi a controllare rischiò di venir colto di sorpresa, così la lasciò momentaneamente perdere e si concentrò solo sui nemici, che sbucavano imperterriti da ogni punto della foresta.
Probabilmente, pensò, avevano scoperto in qualche modo che l'Akatsuki aveva intenzione di disfarsi di loro e avevano agito di contropiede, cercando di sopraffarli in un attacco a sorpresa. Ma evidentemente non avevano ben chiare le potenzialità dell'associazione.
Itachi chiuse gli occhi, le pupille assunsero nuove forme, poi tornarono normali: l'inferno, attorno a lui, ebbe fine.
Il silenzio ricoprì i cadaveri disseminati tra gli alberi e uno sguardo d'intesa con Kisame pose la parola “fine” su ogni nemico.
Ma Saeko?
Udì dei lievi ansimi provenire da ovest, anzi da sud-ovest, e si avvicinò furtivo.
La trovò nel mezzo di un triangolo di cadaveri, tutti colpiti in mezzo alla fronte o alla gola con degli shuriken. Ad uno di loro era stato addirittura estratto per poterlo rilanciare.
Lo raggiunse Kisame e anche lui non poté che rimanere stupefatto. «Dimmi che non l'ha fatto lei», boccheggiò.
L'Uchiha rimase in silenzio.
Saeko si accorse della loro presenza e sorrise radiosa, giocherellando con una scarpina, ancora una volta innocente di ciò che aveva fatto istintivamente.
«È ancora più pallida o sbaglio?»
«Non siamo dottori», sibilò l'Uchiha.
«I tuoi occhi sono favolosi, ma se non riesci a vedere la salute di una persona...»
«Kisame, non mi interessa la salute della bambina», scandì velenoso voltandosi verso di lui con imponenza, «Muoviamoci a mollarla presso quel villaggio e torniamo all'Akatsuki. La missione è fallita.»
I mercenari non erano stati corrotti e l'organizzazione aveva perso una valida opportunità per potersi rafforzare. Inoltre, loro due avevano fallito. Ed entrambi lo odiavano.
Kisame alzò le mani in segno di arresa e lo seguì in silenzio.
La piccola si sistemò la scarpina e con un “uhhh” soffiato tra i denti si rialzò in piedi e seguì il duo trotterellando contenta e ignara del turbinio che aveva ancora una volta portato nella mente dell'Uchiha.
Non poteva ignorare quella straordinaria abilità combattiva, e non poteva non pensare che era addirittura superiore alla sua, a pari età. Cosa sarebbe diventata, da grande? Se avesse un posto dove vivere, sicuramente Capo del villaggio o dell'intero Paese. Ma perché era nella foresta, da sola? Si era persa?
Non era affar suo. Ma non riusciva a non pensare che aveva per le mani un potere incredibile...
Forse, si disse, la missione non era stata un totale fallimento.
Se da un lato avevano perso l'appoggio dei mercenari, dall'altro avevano trovato un'arma che alla lunga sarebbe diventata efficace. Molto, molto efficace.
Saeko avrebbe potuto diventare il loro cavallo di battaglia, il biglietto da visita dell'organizzazione per incutere timore nei villaggi prima del loro arrivo. Un giorno, avrebbe indossato a pieno titolo il mantello con le nuvole rosse e avrebbe fatto parte di una nuova generazione dell'Akatsuki.
Per quanto gli scocciasse ammetterlo, quella bambina era portentosa.
«Fermo», disse imponente al compagno, interrompendo la sua discesa verso il villaggio, «Ho un'altra idea...»




°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


Ed eccomi, dunque!
Sono arrivata terza, contro ogni regola del buon senso (xD) e ho pure preso il premio Stile!
In ogni caso, non mi lamento... se non per ciò che ho scritto. Ultimamente è un periodo che non son molto in vena, nel campo delle ff... ma non intendo scusarmi per nulla: in fondo in fondo (in fondo e in fondo e... laggiù, insomma) potrebbe anche essere una fic simpatica! ^^
Ecco il voto della giudicia _Malika_ e i suoi banner, molto carucci!
Arigato e complimenti anche alle altre partecipanti!

Buenas dias,
Shark






III Classificata: Shark Attack con “Souvenir di Viaggio” 

Grammatica e Sintassi: 13,9/15 
Solo qualche errore di distrazione per quanto riguarda la grammatica, mentre la sintassi poteva essere migliore: in alcuni punti è piuttosto ambigua e si capisce poco quello che succede o a chi viene rivolta una domanda. 
Forma e Stile: 15/15 
Il tuo stile mi piace molto: non troppo pesante, ma coinvolgente al punto giusto, inoltre il lessico è molto giusto per il contesto. 
Caratterizzazione bambino: 5/5 
Mi hai fatto innamorare di Saeko, giuro! Mi è piaciuta molto, sembrava vera, anche per come si sia affezionata a Itachi, che deve essere la prima persona che vede da quando si trova nella foresta. 
IC: 4,5/5 
Itachi è caratterizzato piuttosto bene, perfettamente concentrato nel suo ruolo di membro dell’Akatsuki e volto solo al raggiungimento dell’obiettivo, ma… in lui c’è anche una percentuale di angoscia e rassegnazione al proprio stato di Nukekin che nella tua storia non è presente. 
Originalità: 9/10 
Devo dire che non è esattamente quello che mi aspettavo; per carità, è un’ottima storia, ma hai sviluppato, anche se al meglio, il motivo per cui si sono incontrati… magari avresti potuto aggiungere qualcosa in più… 
Punti bonus: 4,5/5 
Li hai utlizzati bene, anche se io avrei approfondito maggiormente l’attaccamento della bambina al cappellino! 
Gradimento personale: 5/5 
Storia molto bella e coinvolgente, mi è piaciuta parecchio. Il finale aperto mi ha lasciata sbigottita e con l’amaro in bocca: mi hai reso super curiosa per il destino della bambina, ma mi sarebbe piaciuto avere una specie di epilogo, per sapere come si risolve. Ho letto questa storia tutto d’un fiato! 
Totale: 56,9/60 


   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Shark Attack