*************************************FLASHBACK*****************************************
La prima aria fresca
della notte le schiarì i pensieri. Prese un profondo respiro e andò
verso i
suoi colleghi che stavano ammanettando il sospettato mentre lo
trattenevano
poco gentilmente contro la macchina.
“Yo, Beckett, guarda
chi abbiamo qui?” la raggiunse la voce di Esposito mentre stringeva un
altro
po’ le manette.
“Portatelo in centrale
per interrogarlo,” disse con tono risoluto grazie alla riacquisita
lucidità.
Esposito aprì la
portiera posteriore della macchina e fece entrare lo spacciatore dentro
l’abitacolo.
I due detective si batterono un cinque prima di aprire i loro
sportelli. Si
bloccarono entrambi quando la voce di Beckett interruppe la loro
partenza.
“Scusatemi ragazzi,”disse
abbassando lo sguardo imbarazzata, “Avrei dovuto avvertirvi che usciva
e invece
mi sono distratta! Se non fosse stato per voi l’avremmo perso e io non…”
“A cosa servono i
partner altrimenti?” le disse Ryan sfoderando il suo sorriso e
guardandola con
quegli occhi azzurri che ogni volta le suscitavano un istinto di
affetto
fraterno.
Kate gli sorrise e
sussurrò un “grazie”. Era davvero fortunata ad avere loro in squadra.
“A proposito di
partner,” aggiunse Esposito, “Dov’è Castle? Ha trovato qualche bionda
con cui
divertirsi e improvvisamente noi siamo diventati il gioco noioso?”
Kate cercò di
mascherare qualsiasi reazione scaturita dal nominare lo scrittore e
maledì sé stessa
per il fastidio che il solo supporre Castle con un’altra le aveva
provocato.
“No, è
andato a prendere i nostri cappotti,” o
almeno sperava che, una volta calmato, avesse riacquistato sufficiente
lucidità
mentale per farlo. “Per il rapporto, scrivete tutto dettagliatamente,
mi
assumerò le mie responsabilità davanti a Montgomery.”
“Non so te, Ryan,”
sorrise l’ispanico, “Ma io ho chiaramente sentito la voce di Beckett
dirci che
il tizio stava uscendo.”
“Affermativo Bro!”
disse l’irlandese salendo in macchina.
Beckett ed Esposito si
sorrisero che quest’ultimo mettesse in moto e partisse” alla volta
della
centrale.
Osservò la vettura
fino a quando non svoltò a sinistra e fu fuori dal suo campo visivo.
Solo allora
si girò per tornare verso il locale e vide Castle che con sguardo
intimidito si
dirigeva verso di lei con in mano il suo cappotto. Era il momento di
affrontare
la dura realtà.
Afferrò il cappotto
dalle mani di Castle e si coprì, allontanandosi da lui e dirigendosi
verso il
parcheggio per recuperare
Kate Beckett aveva
poche certezze nella sua vita, ma una non era mai stata messa in
discussione:
era un buon Detective. Anzi, era
“Kate…” sentì la voce
di Castle alle sue spalle mentre allungava il passo per raggiungerla.
Non si
girò e continuò di passo svelto fino alla macchina. Ma prima di
riuscire ad
afferrare la maniglia dello sportello sentì la mano di Castle
stringerle il
braccio e obbligarla a voltarsi verso di lui.
“Kate, fermati,” gli
occhi della Detective trasmettevano fuoco. Di questo ne era certa
perché le era
bastato uno sguardo sulla mano che Rick aveva sul suo braccio, per
fargli
capire che se ci teneva ad avere le dita integre sarebbe stato meglio
toglierla. Non appena si fu liberata della presa gli diede uno spintone
per
allontanarlo.
“Si può sapere che
cavolo ti è saltato in mente Castle? Per poco non mandi a monte
l’operazione!”
gli urlò.
“Cosa è saltato in
mente a me? Guarda che sei tu che mi sei saltata addosso,” rispose lui
adeguando il tono di voce a quello assunto da Kate.
“Castle, non hai 15
anni anche se vorresti dimostrare il contrario. Non credo che ci sia
necessità
di spiegarti che se siamo sotto copertura il sospettato deve vederci in
faccia
il meno possibile, no?”
“E mi pare che abbia
funzionato, non ci ha visti.”
“Ma per poco non ci
sfuggiva. Dal momento che non posso sperare che tu cresca da un giorno
all’altro, questa collaborazione finisce qui.”
Castle si impietrì. Il
respiro affannato per la lite era evidente dalle nuvolette di fumo che
uscivano
dalla sua bocca, rimasta aperta dopo la minaccia di rompere la loro
partnership.
Anche Beckett era
rimasta immobile e col respiro affannato. Quelle parole così dure e
decise
avevano stupito anche lei, se non fosse che era stata proprio lei a
dirle. Si
passò una mano tra i capelli e indietreggiò fino ad appoggiarsi alla
costosa
macchina senza staccare gli occhi dal volto dello scrittore. Lo vide
alzare gli
occhi al cielo e sorridere amaramente prima di cominciare ad
avvicinarsi a lei.
“E sarebbe tutta colpa
mia? C’eri anche tu lì dentro e non ho iniziato io a muovere il bacino
contro
il tuo,” disse avvicinandosi di un passo verso di lei.
“Castle non azzaddar…”
“E perché sei così
arrabbiata? Non riesci ad ammettere che quel che è successo non ti ha
lasciata
indifferente,”aggiunse con un ulteriore passo.
“Castle, non ho
provato assolut…”
“Oppure ti manda fuori
di testa il fatto che in 3 minuti con me hai provato tutto ciò che non
riesci
neanche ad avvicinare con Josh?” sputò fuori con un sorriso di trionfo
sulle
labbra imprigionandola nuovamente, tra sé e la macchina.
“Non osare neanche
nominar…”
“Oppure,” si chinò a
sussurrarle all’orecchio, “Sei così nervosa solo perché non ho portato
a
termine il mio lavoro? Se tutto quello che vuoi è questo, sarò ben
felice di accontentarti,”
aggiunse in un sospiro portando la sua mano tra le gambe della
Detective.
Senza il minimo uso
della razionalità, Kate agì di puro istinto. Con minima fatica sbatté
la faccia
di Castle sulla sua macchina afferrandogli il braccio e portandoglielo
dietro
alla schiena con una forza tale che lo scrittore urlò per il dolore.
Poggiò
tutto il peso del suo corpo su quello di Rick, aumentando la pressione
sul
braccio imprigionato e arrivando all’altezza del suo viso, contratto in
una
smorfia di dolore.
“NON AZZARDARTI
Aspettò che Castle
annuisse prima di lasciarlo.
“E tutto ciò che hai
appena detto conferma solo quanto tu sia infantile e non mi conosca
affatto come
credi,” aggiunse prima di allontanarsi alla ricerca di un taxi. Vide
con la
coda dell’occhio lo scrittore massaggiarsi il braccio e si arrabbiò con
sé
stessa per provare quella punta di rimorso nell’avergli procurato
dolore.
“Kate, aspetta dove
vai? Ti accompagno al distretto.”
Kate si fermò e si
girò verso di lui. Aveva la faccia dispiaciuta ed era sicura che le sue
scuse
sarebbero arrivate di lì a poco ma in quel momento non sapeva che
farsene.
“Fammi un favore,
Castle, e fallo a te stesso: esci dalla mia vita. Torna alla tua vita
da
scrittore miliardario, alle tue bionde prive di cervello, alle tue
serate da
VIP. Uccidi Nikki Heat e dimentica di avermi mai conosciuta,”disse
prima di
girarsi nuovamente e chiamare con un elegante gesto un taxi.
Kate aprì la portiera
per salire quando la voce di Castle la interruppe nuovamente.
“E’ quello che farai?
Dimenticare di avermi mai conosciuto?” la voce, quasi rotta
dall’emozione, non
nascondeva la paura verso la sua risposta.
“Sarebbe bello
riuscirci,” aggiunse prima di salire sul taxi, chiudere lo sportello e
sparire
nel cuore della notte.
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Da tre giorni, le ipotesi su cosa potesse essere successo quella sera e in quel night club erano le più disparate e ormai giravano tra le pareti del dodicesimo distretto. L’improvvisa e prolungata assenza di Castle unita a una più che mai intrattabile Beckett erano bastate ad aprire immediatamente un giro “clandestino” di scommesse. Il tutto ovviamente alle spalle delle Detective. Alla loro vita ci tenevano.
“Ryan, non ci credo che tu non sappia niente, dammi un indizio e dividiamo la vincita,” sussurrò Karposky mentre fingeva di mostrare al Detective un file, con un occhio sempre attento ai movimenti provenienti dalla scrivania di Beckett, pronta a svignarsela in caso di pericolo.
“Pensi che io ed Esposito avremmo scommesso su cose diverse se avessimo più informazioni di voi? Ti ripeto che…”
“RYAN!” la voce tuonante di Beckett li interruppe.
“Allora ok, Karposky, faccio questo controllo e ti faccio sapere,” disse con tono fermo mentre Kate si avvicinava a lui. La ricciola Detective sparì velocemente, forse Beckett non sapeva niente, ma meglio non rischiare.
“Hai fatto il controllo incrociato sui conti bancari del Dottor Thomas come ti avevo chiesto?”
“Sì, ci stavo lavorando prima con Esposito ma ancora non…”
“Devo mandarvi anche Karposky in aiuto? Dovete essere in 5 per controllare due estratti conti? Scendo in obitorio da Lanie per vedere se ha delle novità, al mio ritorno voglio quel documento sulla mia scrivania.” E se ne andò senza aspettare neanche una replica. Sapeva di essere stata veramente troppo dura con Ryan, ma neanche le 3 ore di lotta e kick boxing della mattina erano riuscite a far sbollire tutte quelle energie represse che covavano dentro di lei. Era un mix letale: rabbia, frustrazione, impotenza erano solo alcune componenti del turbinio di emozioni contrastanti che guidavano da tre giorni il suo umore e le sue azioni.
“Tu su cosa hai scommesso?” disse facendo il suo prepotente ingresso nella sala autopsie dove la sua amica patologa stava esaminando un corpo.
“Buongiorno anche a te! Allora è vero quello che si dice ai piani alti!”
Beckett aggrottò le sopracciglia.
“Che sei particolarmente irritabile, vedo che hanno ragione” aggiunse Lanie alla faccia interrogativa dell’amica.
“Fossero professionali invece di comportarsi come bambini non lo sarei. E a tal proposito, su cosa hai puntato i tuoi venti dollari?”
“Non so di cosa tu stia parlando, Kate,” disse l’anatomopatologa riportando l’attenzione sul povero cadavere, inconsapevole testimone della loro chiacchierata.
“Andiamo, Lanie, non fare la finta tonta con me, lo so benissimo che c’è una scommessa sulla scomparsa di Castle dal distretto. Il tuo caliente maschio latino è stato tanto discreto con questa cosa tanto quanto lo è stato nel gestire il vostro sordido inizio di relazione!”
“Anche tu hai notato quanto è caliente? Uhhh, ho i brividi al solo pensiero.”
“LANIE!”
“Ok, ok, potrei casualmente aver partecipato alla scommessa anche io…”
Kate alzò le sopracciglia per incitarla a continuare. Lanie la guardò, fece una teatrale pausa ed espirò prima di aggiungere: “Ho scommesso venti dollari che mentre ballavate ti ha palpeggiato il sedere e tu gli hai dislocato una spalla.”
Kate rise di gusto come non faceva ormai da qualche giorno.
“Non voglio sapere quali sono gli altri possibili scenari ma spero che mi vedano tutte protagonista di violenza su Castle.”
“Oh sì, qualcuno pensa che lo scrittore sia ormai morto e tu abbia occultato il cadavere.”
Sorrise amaramente. Era veramente arrabbiata, ma più passava il tempo e più si sentiva in colpa per le parole dette quella sera. Castle aveva le sue colpe ma la rabbia che provava era solo per sé stessa.
“Ti basti sapere,” la stuzzicò la detective, “Che nella tua versione c’è un fondo di verità.”
“Ti ha toccato il sedere?” squillò immediatamente entusiasta Lanie.
“No,” disse voltandosi verso l’uscita, “Gli ho dislocato una spalla,” aggiunse lasciando andare le porte dietro di sé uscendo dalla stanza.
“Cosa? Dove vai? Non puoi lasciarmi così! TORNA IMMEDIATAMENTE QUI!”
Le urla di Lanie accompagnarono il suo passo fiero e sorriso diabolico per tutto il corridoio. Era orgogliosa di quella piccola vendetta sui suoi amici. Chiamò l’ascensore proprio quando il suo cellulare iniziò a suonare e il nome di Ryan apparve sullo schermo.
“Beckett.”
“Sì, capo, so che sei da Lanie e non volevo disturbarti, ma… ecco…”
“Ryan, che c’è?”
“Castle è qui e ha chiesto di te,” sussurrò l’irlandese. Beckett poteva quasi immaginare la sua faccia, i suoi occhi che si stringevano per la paura di un suo urlo o rimprovero.
“Beckett, cosa gli dico?”
Castle era lì. Perché? Tre giorni di latitanza e ricompare in distretto cercandola. E quel mix letale di emozioni aveva ricominciato a muoversi sempre più velocemente, lasciandola con una sensazione di quasi vertigine che non sapeva come calmare.
“Sto salendo, digli di aspettarmi.”
Entrò in ascensore come un automa, si appoggiò alla parete, inspirò profondamente cercando, in quel breve tragitto, di mettere ordine nella sua testa. Doveva aver chiaro cosa voleva e cosa provava prima di ritrovarselo davanti o non sarebbe riuscita a gestire un eventuale scontro.
Angolo dell'autrice: Grazie a tutti per le fantastiche recensioni! Rimango senza parole e non me le merito!! Visto che sono in partenza per la Lituania (Go Italy!!!!!!) vi lascio per una decina di giorni! E al mio ritorno mancheranno solo 10 giorni alla Season 4... non vedo l'ora!!!! Un bacione a tutte