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Autore: Midori_chan    26/08/2011    4 recensioni
Erano le due di notte quando ormai i preparativi per la corsa erano tutti ultimati.[..]
Gli piaceva farsi chiamare “Il regista della notte” era il suo hobby preferito, perché se di giorno era un ricco impresario per bene, la notte si trasformava nell’incubo peggiore della polizia.
I due protagonisti della tragedia si stavano preparando nei propri box...
Aveva deciso, avrebbe fatto come nelle migliori delle tragedie, sarebbe morto insieme al suo amore.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ho deciso di mettere questa storia come conclusa, diversamente da come avevo programmato.Sinceramente mi piace così e non riesco a pensare ad un finale migliore, trovo che farci una long la rovinerebbe. Quindi, One shot approvata :D (Mi dispiace per chi aveva messo nelle seguite sperando nel continuo). 
Alla prossima,  Midori_chan (e state attenti con quelle verdure, cavolo mi rimangono i lividi se le tirate così forte) XD




Erano le due di notte quando ormai i preparativi per la corsa erano tutti ultimati; le macchine erano parcheggiate a qualche isolato di distanza e al messaggio “pronti” sarebbero tutti giunti alla linea di partenza che era stata segnata con una bomboletta da due donne formose e appariscenti sempre presenti a questo tipo di incontri.
Molta gente era riunita agli angoli della strada, lungo il tracciato e strilloni davano le ultime notizie sugli spostamenti della blacklist che avrebbe aiutato gli investitori sulle loro offerte e sulle puntate.
La blacklist era una classifica delle vittorie e del “rispetto”, come nelle corse della formula1 in cui i punti vengono dati sia al pilota che alle case costruttrici.
La puntata minima del giorno erano duemila dollari visto la portata della gara.
Non era una semplice corsa quella, ma bensì La corsa.
Due compagni, i primi due delle blacklist, messi contro dalla crudeltà dell’uomo che governava la notte da dietro una tenda, come un grande sipario aveva mosso le sue pedine e aveva messo in scena la più tragica delle opere.
Gli piaceva farsi chiamare “Il regista della notte” era il suo hobby preferito, perché se di giorno era un ricco impresario per bene, la notte si trasformava nell’incubo peggiore della polizia.
I due protagonisti della tragedia si stavano preparando nei propri box, con il fiato corto e la decisione che vacillava, soprattutto nel cuore del moro il cui nome da corridore era Revenge. Avrebbe dovuto, per volere del Regista, condannare a morte il suo ex compagno di team, il suo miglior nemico, il suo amante, il suo Fox. Quella bomba, che solo Sasuke poteva innescare, posizionata sotto il motore lo avrebbe ucciso.
Fox dal canto suo si preparava per combattere quello che prima era un compagno, ma che ora si era trasformato nel suo più acerrimo nemico, il biondo infatti era stato scaricato come amico e come amante da Revenge e ora si voleva vendicare su di esso.
Un uomo batté il palmo sulle spalle curvate del moro.
-Farai quello che ti è stato ordinato?-, chiese il Regista.
-Come da programma-, confermò Sasuke, il moro.
Si sentì una risata profonda e il Regista se ne andò, probabilmente era diretto al suo attico da cui avrebbe potuto vedere la fine della sua opera.
Sasuke chiuse di botto il cofano della porshe 911 che aveva costruito con il biondo e si maledisse per non essere abbastanza forte per disubbidire agli ordini.
Si era alleato con il Regista per salvare la sua vita e ora era lui a dovervi mettere fine, tutto questo a detta del capo era romantico e tragico per questo aveva deciso così la fine di Naruto, ovvero Fox.
Prese il cellulare dalla tasca e veloce digitò il numero del biondo che rispose subito visto chi lo aveva chiamato.
-Ti amo-, gli disse per poi attaccare e spengere il telefono.
C’era sempre stato qualcosa che gli avrebbe voluto dire in quelle notti infinite in cui scappava dal suo padrone e andava a nascondersi nella tana della volpe, in quelle notti di passioni, di amori, in cui il biondo da subito gli aveva dimostrato i suoi sentimenti, ma quando, se non alla fine della tragedia, quelle parole contavano più di tutte.
Il Regista stava ingannando tutti, ognuna delle due pedine aveva seguito un sogno falso, gli aveva fatto credere, ad ogni personaggio, di potersi salvare vedendosi e prostrandosi ai suoi piedi, tutto il dolore che aveva causato, tutti i rimpianti, i suicidi, tutto per dei falsi sogni, false speranze.
Anche Sasuke era stato ingannato, gli aveva promesso di salvare suo fratello se avesse ucciso il suo amore, ma quello che non sapeva e che sarebbe morto anche lui; tutti sarebbero morti, sarebbe stata una serata gloriosa, un’esplosione di luce e sogni.
Sarebbe stata la fine che tutti loro si meritavano, il sipario che calava sul palcoscenico dove era stata recitata la più grande opera mai scritta.
Il biondo con il respiro corto, le lacrime agli occhi, i piedi che gli bruciavano era corso dal  suo moro e lo abbracciava come si fa con un ultimo sprizzo di energia.
Si baciarono immergendo le mani nei capelli dell’altro, conservando l’odore nelle narici, la sensazione del calore dei loro corpi, entrambi si stavano imprimendo nelle loro menti l’essenza dell’altro.
-Devo andare-, disse riprendendo fiato Fox.
-Ti amo, ti amo, ti amo e mi dispiace-, pianse Sasuke.
Mai Naruto lo aveva visto piangere, mai.
-Ti amo anche io e dopo questa corsa risolveremo tutti i nostri problemi-, sorrise cercando di essere rassicurante prima di voltarsi e correre via.
Dopo questa corsa staremo finalmente insieme, pensò deciso Revenge asciugandosi gli occhi.
Aveva deciso, avrebbe fatto come nelle migliori delle tragedie, sarebbe morto insieme al suo amore.
 
Le macchine rombavano sotto il sedile.
Intorno a Sasuke non c’era nessuno, lui era un traditore per tutti, invece la macchina del biondo era accerchiata di gente, lui era il primo in classifica a pari merito con il moro per le vittorie, ma aveva più “rispetto” di quest’ultimo, lui non aveva tradito.
Intorno alle altre macchine c’era molta poca gente, erano secondarie in quella corsa, poiché tutti gli occhi erano puntati su loro due: la volpe e la vendetta.
La piccola polo modificata e colorata di arancione emise un rombo più forte per dimostrare agli altri che si era piccola, ma era anche potente.
Sasuke appoggiò la testa sul voltante e chiuse gli occhi.
Si riprese da quel momento di ansia solo quando una tromba suonò  richiamando  tutte le persone ad allontanarsi dalle macchine; una ragazza dai capelli rosa e i vestiti attillati si mise al centro dei veicoli modificati con le braccia alzate, quando quelle si sarebbero abbassate la gara sarebbe iniziata.
-Pronti, partenza e via-, giù le braccia via i motori.
Sasuke scattò in avanti con la potenza del motore nello scatto, ma venne subito ripreso dal motore della polo che anche se impiegava più secondi ad ingranare riusciva comunque a tenere testa alla porshe.
Rimasero in quelle posizioni stabili fino alla curva prima dell’edificio che faceva da scena finale per l’opera.
Lì, come aveva da poco deciso il Regista, sarebbe scoppiato il putiferio.
Sasuke inconsapevole di quel piano inchiodò per altri motivi.
Aveva deciso di finirla nascondendosi agli occhi del capo, voleva morire in pace con il suo amato, ma senza far parte del suo spettacolo perverso.
Quando inchiodò la botta che diede sbattendo con la macchina dietro fu tremenda;
sentì la testa buttata in avanti andare a frantumarsi contro il vetro, non c’era dolore in quel momento a rallentatore in cui vedeva il vetro spezzarsi e sporcarsi di sangue, il petto contro il volante che gli mozzò il respiro facendogli aprire la bocca in cerca d’aria cosicché schegge di vetro gli scesero per la gola.
Ma era vivo, aveva coscienza di se.
Cosa ne era stato del biondo?
Svenne, ma avrebbe voluto morire.
Nell’altra macchina, il respiro mozzato dal parabrezza rotto, le gambe schiacciate nel metallo, il biondo esalava l’ultimo respiro.

 
 
   
 
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