Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Segui la storia  |       
Autore: kymyit    26/08/2011    1 recensioni
Qualcosa è in moto a Digiworld fin dai tempi della sua nascita e nonostante i tantissimi anni trascorsi, non si è mai risolto. Lucemon è tornato e i Demon Lords complottano per abbatterlo.
A due gemelli l'onere di custodire i suoi poteri: Yamato e Ylenia Ishida.
I due saranno loro malgrado l'occhio del ciclone, fra digimon che li vogliono morti o vivi tutti per il loro tornaconto. Se poi aggiungiamo nuovi prescelti problematici e vecchi prescelti i cui digimon sono nientemeno che i cari Dark Masters, le cose si complicano assai.
Chi la spunterà nel caos della battaglia? Lucemon? Daemon? I digiprescelti? O forse sarà solo un massacro totale?
Saga Attuale: Wrath's Showdown.
Dopo aver avuto a che fare coi redivivi Dark Masters, i digiprescelti devono affrontare il Demone dell'Ira per ostacolare il suo progetto di assorbire i poteri di Lucemon sfruttando il piccolo Risei.
Witchelny, la città magica, viene assediata. Riusciranno i prescelti a vincere salvando non solo il bambino, ma anche Ken Ichijouji e i fratelli Saiba? Perché il demone ha più di un asso nella manica.
[ATTENZIONE: Sto aggiustando la storia dai primi capitoli, cercando di non fare troppi cambiamenti drastici.
Modificato CAPITOLO 1]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Yamato Ishida/Matt
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Light and Darkness' Quest'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 16: Neo, portatore di tempesta



Stormbringer coming
Time to die
Got to keep running
Stormbringer coming
(Stormbringer, Deep Purple)


-E così, hai combattuto contro Vamdemon?- domandò Daisuke.
-Non era proprio lui. Infatti, non era neppure così forte.-
-Oppure era Pidmon ad essere più forte!- esclamò Veemon e Culumon mise le zampine sui fianchi, tronfio d’orgoglio.
-Non lo so. Se fosse stato il vero Vamdemon, non avrebbe esitato a ucciderci. Ma sapevo che era finto. Ero nei miei ricordi, dopotutto.- la maggiore rimase un attimo perplessa di fronte al fratello, si carezzò la testa e gli diede infine una pacca sulla spalla.
-Sai, assistendo a quella scena con occhi diversi, posso dirti di essere orgogliosa di te, fratellino.-
Lui arrossì violentemente.
-G-grazie- biascicò.
Jun che si complimentava con lui? Si vedeva che era in atto la fine del mondo.

Quell’idillio familiare fu interrotto da Hiroyuki. Ovviamente. Il prescelto del Vigore aveva come un radar anti momenti-di-silenzio-imbarazzante e aveva posto una domanda a Gennai.
Una domanda che gli frullava in testa da un po’ e che frullava nel cervello anche degli altri prescelti, a livello subconscio.
Cera un’incongruenza nel racconto fatto dal saggio. Un’incongruenza bizzarra, quasi insignificante se non ci si prestava attenzione. Ma lui, una volta uscito dal varco e rimesso piede a Witchelny, aveva considerato l’idea di tornarsene sulla terra, per controllare la situazione. Magari dire ai suoi –
Ehi, sono vivo, mettetevi il cuore in pace!- per poi fare retro-front a Digiworld e vivere come un guerriero come aveva fatto finora. E pensando a quei suoi tre avventurosi anni nel mondo digitale, aveva richiamato alla memoria la ragazza più seccante e pericolosa dell’universo. Lunghi capelli bianchi e occhi come d’argento, lingua tagliente, pugni spappola budella… sì, gli mancava un po’ quella ragazzina. Le loro risse, i suoi pugni, le sue minacce. Si comportava proprio da piccola teppista e se non fosse stata perfettamente in grado di mandare qualcuno all’ospedale, avrebbe riso di lei, con quelle catene enormi che si trascinava dietro.
-C’è qualcos’altro che non ci hai detto, Gennai?- chiese accendendosi una sigaretta.
Gennai lo guardò fisso per diversi secondi.
-Non dovresti fumare.-
Hiroyuki aspirò la stecca, con noncuranza e poi ribatté.
- Riguardo ai primi bambini prescelti.-
-Una cosa che non ci ha detto?- Miyako ci pensò su un attimo. In effetti, i conti non tornavano neppure a lei.
-Le loro età?- suggerì Koushirou.

°

-Taichi!- esclamò Ylenia sventolando davanti al naso del ragazzo il suo Digi Terminal. -Taichi, è arrivato un messaggio!-
-Non ora, Yle. Non vedi che sto vincendo?- fece, quasi seccato lui, allontanando l’oggetto col dorso della mano.
-Spostati lumaca!- esclamò Pinocchimon spintonandolo e gridando -VROOOOOOOOOOOOOOOOM!-
-AHIA!- gemette Taichi sbattendo i gomiti a terra. Si rialzò in fretta e sovrastò il burattino in tutta la sua altezza. - Ma sei matto?! E’ solo un gioco!-
Quello gli fece il verso e diede una sterzata col volante del suo videogioco, tagliando il traguardo prima dell’auto azzurra del ragazzo.
-Piccolo baro…- commentò aspro il prescelto del Coraggio. I suoi occhi adocchiarono poi una serie di giochi splatter all’apparenza estremamente godibili per un intenditore del suo calibro.
-Taichino…- lo richiamò Ylenia mentre quello continuava a battibeccarsi col burattino per la scelta del seguente gioco.
A complicare la situazione giunse Etemon, che riferiva che Mugendramon e Metalseadramon erano pronti per essere purificati.
-Come?- emise Ylenia -Due in una volta? Ma non so se riesco…-
Etemon le porse una rosa, tolta da chissà dove, e gliela porse con fare galante.
-Tu non preoccuparti di questo, mia cara. Il grande Etemon farà sempre il tifo per te.-
-Oh, grazie, mio eroe!- esclamò lei, dandogli corda, ma poi tornò dal suo ragazzo e lo sottrasse alla lotta con uno strattone.
-C’è un messaggio di Mimichan!- esclamò e iniziò a leggerlo. -Dice che lei e Koushirou sono ufficialmente una coppia!-
Taichi emise un fischio di apprezzamento Era anche ora che Kou si dichiarasse.
-Dice anche che stata lei a dichiararsi perché lui era troppo impacciato.-
Come volevasi dimostrare.
-E dice qualcos’altro?-
-Si. Dice che i ragazzi hanno superato la prova della Luna Rossa. Anche Mikachan! Oh, Mikachan è adirata con Hirotama perché dice un sacco di parolacce e… oh…- non lesse il messaggio a voce alta. Mimi le riferiva che toccava a Risei entrare nel varco, ma non da solo. Non era il caso nel modo più assoluto.
-Ma che strano- commentò poi la ragazza.
-Che cosa?- s’intromise Pinocchimon cercando di leggere il messaggio, ma Taichi fu più veloce e riuscì a cancellarlo.
-Ehi!- esclamò il burattino puntandogli contro una pistola Perché l’hai fatto?!-
-Non scaldarti tanto, sono cose private.-
-Decido io cosa è privato e cosa non lo è, testa di palma!-
-Testa di…- Taichi s’incupì -Come mi hai chiamato?-
E iniziò l’ennesimo battibecco fra lui e Pinocchimon. Etemon se ne stava lì in disparte a corteggiare Ylenia e intanto Mugendramon e Metalseadramon aspettavano da circa un quarto d’ora abbondante. Fu Vamdemon a recuperare il gruppetto.
-Vorrei proprio sapere perché state perdendo tempo qui dentro.- esclamò infuriato entrando nella stanza.
-Colpa mia!- mentì Ylenia -Ero un po’ insicura, sai…-
-Bene, andiamo allora.- disse lui calmandosi e accompagnandola fuori dalla stanza, sotto gli sguardi attoniti degli altri.
-Com’è che con lei diventa un agnellino?- sbottò Pinocchimon.

Percorsero il corridoio quasi in silenzio. I loro passi picchiettavano leggeri sul legno della pavimentazione. Si diressero verso il laboratorio del drago nero, che aveva deciso di monitorare l’intero processo di purificazione per fini scientifici, ma anche per constatare se si poteva agire in maniera diversa rispetto a come la prescelta della Memoria aveva agito con Piemon.
-Vamchan.- iniziò la ragazza -Posso farti una domanda?-
Lui annuì.
-Riguarda Kei e gli altri ragazzi.-
Il vampiro si fermò.
-Conosci Kei?- chiese.
Lei scosse la testa.
-No, ma Hiroyuki sì. E anche Hina. E ora che ci penso, l’anno scorso al festival interscolastico la commedia vincitrice aveva come attrice una ragazza molto brava, ricordi Taichino?-
-Già.- rispose lui arrossendo appena -Si chiamava Kirara, in effetti. Cavolo, quella vittoria se la sono meritata su tutti i fronti.-
-Conosci una bambina che si chiama Aki?- domandò allora Pinocchimon agitato. Ylenia ci pensò su.
-Una volta la squadra di basket di Takeru si è scontrata con quella allenata da una ragazza di nome Aki, mi pare…-
-E com’era?- Pinocchimon era letteralmente su di giri.
Ylenia si grattò la guancia -Scusa, io non c’ero, avevo l’influenza il giorno. Non so neppure se fosse lei… però la cosa strana…- e si rivolse a Vamdemon - … è che hanno più o meno le nostre età da quanto ne so, mentre in realtà dovrebbero avere il doppio dei nostri anni.-
I Padroni delle Tenebre si bloccarono, tutti e tre, come statue.
-Perché?- domandò Ylenia.
Vamdemon la guardò, poi fissò il corridoio davanti a sé -E’ una storia piuttosto seccante da raccontare ma credo che non ci siano grossi problemi a…-
-La racconto io!- esclamò Etemon impugnando l’inseparabile microfono.
-NO, TU NO!- lo zittirono gli altri due.

°

-Alla fine, le schede USB non sono servite.- disse Gennai porgendole ai ragazzi -Ma era su questo che contavamo. Dovevate far brillare le vostre Digipietre e l’avete fatto. Ora prendete queste e usatele con saggezza, senza forzare i vostri compagni.- I ragazzi annuirono. Hiroyuki avrebbe voluto ribattere circa il continuo cambiare discorso del saggio, ma lasciò correre. Dopotutto aveva ottenuto il surplus energetico per cui si era quasi fatto ammazzare.
-Conoscete il significato delle vostre Digipietre?- domandò.
Scossero tutti la testa. Le conoscevano, ma solo sommariamente. -Apparentemente è il coraggio ciò che ci spinge ad osare. Ma è anche ciò che ci spinge a compiere scelte, a sacrificarci per uno scopo, a protrarre una lotta o anche a vivere semplicemente la vita, superando le comuni avversità.-
Così Gennai fece una digressione, per arrivare infine a tutto ciò che i prescelti volevano sapere.
-Il Vigore è la forza latente che ognuno ha dentro. Ciò che erge l’individuo fra le avversità. Lo rende come una roccia fra le onde di una tempesta. Hiroyuki, in un momento di simile crisi, avevamo assoluto bisogno di una persona traboccante di una simile forza.-
Passò a Jun -La volontà è ciò che spinge l’uomo a raggiungere le mete che si prefigge a dispetto di ogni ostacolo, di ogni timore. E ciò che lo aiuta a proseguire e, ora come ora, Digiworld ha davvero bisogno di trovare questa Volontà.-
La ragazza arrossì un poco, fiera della fiducia accordatale.
-E Mikachan, la tua Digipietra è la più bella di tutte.-
La bimba si rallegrò -Davvero?-
-I sogni tengono vivo il mondo. Senza sogni le persone sono gusci vuoti. Come le bambole.-
-Le bambole sono belle.- protestò allora la bambina.
-Sono belle perché sono giocattoli. Ma una persona che si comporta come una bambola non sarebbe bella, non credi.-
La bambina ci pensò su e concordò -Si, hai ragione.-
-Allora contiamo su di te.- le carezzò la testa Gennai. Lanciò un’occhiata a Risei, seduto sugli scalini dietro la bambina, ma prima di parlare a lui, diede una pacca alla spalla di Mamoru.
-La Giustizia è un onere. Solo pochi possiedono il vero senso di giustizia. Molti ritengono che il proprio lo sia, perciò, Mamoru, devi stare sempre in guardia. Giustizia è il bene di tutti, non solo di chi subisce un torto. E’ una bilancia, le due controparti devono rimanere sempre ad eguale altezza. Altrimenti si attua un crimine.-
Il ragazzo annuì, ma non era convinto.
-Infine, restano Onestà, Memoria e Fedeltà, ma per quest’ultimo se ne riparlerà in seguito. Risei, sai cos’è l’onestà?-
Il bambino alzò gli occhi e rispose -No.-
-Significa essere leali, sinceri, trasparenti. Qualunque cosa succeda, tu sei tu, non perdere te stesso, hai capito?-
Alzò le spalle -Zio, non trovavi altre parole per dirmelo?- sorrise.
Gennai annuì -Sei la persona più onesta che conosca.-

Yamato sentì una sorta di gelosia. Gennai aveva un rapporto con suo figlio. Lui no. Forse, se avesse dovuto scegliere, alla fine Risei avrebbe preferito Digiworld e Gennai, non lui e la Terra.
Ebbe paura e cercò di non pensarci.
-Non mi farò assorbire da Daemon, né gli farò fare i suoi comodi.- s’incupì il piccolo Risei -Io quello lo odio.-
Il prescelto dell’Amicizia gli si sedette accanto allora e gli diede una pacca leggera sulle spalle.
-L’odio non ti porterà a nulla.- gli disse.
-Ma ti ha fatto del male!- si agitò il bambino.
-A me, infatti, fa solo pena.- mentì. Lo odiava anche lui, ma sapeva che l’odio era fra le cose da non insegnare mai ad un bambino. -Fa pena a tutti, come fanno pena Lucemon e tutti quegli altri che pensano che il potere sia la cosa più importante nella vita. Persone così non le capirò mai.-
Al termine del discorso Yamato si rese conto che erano rimasti tutti in silenzio a sentirlo parlare. Ma non poteva che essere contento del fatto che Wisemon lo scrutava con occhi diversi.
Lui non era solo una chiave di distruzione.
Sapeva pensare ed agire di testa sua e certo non si sarebbe tirato indietro al momento cruciale.
Uno scricchiolio sonoro allertò tutti e Risei esclamò gioendo -SI STA APRENDO!-

Il piccolo digiuovo nero e giallo era segnato da una crepa in tutta la sua larghezza. Quella crepa crebbe, finché l’uovo non si spaccò completamente mostrando ai ragazzi due occhietti ambrati, smaniosi di vedere la luce. Il piccolo guscio schizzò via e il digimon, un piccolo Botamon, saltò sulle mani di Risei, contento. Il bambino lo afferrò al volo -E adesso?- chiese ansioso.
-Dovresti abbracciarlo, per farlo sentire al sicuro.- propose Sora e lui obbedì, cullandolo.
-Tranquillo, piccolo, tranquillo…- gli disse.
E da quel momento in po’, fu totalmente assorto nella cura del suo partner. Mika gli ronzava intorno e sembravano una coppietta da “il gioco dell’allegra famiglia”.
A Yamato faceva male il pensiero di non essersi preso cura di lui a quel modo.
“Posso solo proteggerlo, ma quando finirà questa storia, che cosa dovrei fare?”

-Concludi il discorso, Gennai.- chiese Mamoru -Perché ci hai detto delle nostre Digipietre?-
Il saggio distolse la sua attenzione dai bambini e rispose -Giusto. Accadde durante lo scontro contro Lucemon…- annunciò e tutti gli rivolsero la loro completa attenzione.


°

-C’erano una volta, nove bambini prescelti e i loro digimon.- iniziò a raccontare Piemon, mostrando degli scarabocchi agli esterrefatti ospiti. -Che avevano il compito di sconfiggere Lucemon, per portare la pace nel Mondo Digitale.-
Scambiò il foglio.
-Ma non avevano fatto i conti con la forza del nemico, che li sconfisse in un attimo.-
Cambiò foglio.
-E i digimon perdettero la capacità di evolversi.- il suo sguardo si fece triste -Anzi, iniziarono ad involvere, finché non giunsero a livello primo stadio.-
All’inizio Taichi e Agumon si lamentarono per i pastrocchi riciclati dal combattimento contro di loro, ma Piemon li aveva zittiti riprendendo il racconto. Nonostante usasse un modo poco serio per raccontare la vicenda, con disegnini pressoché infantili, le sue ultime parole trasmisero una tristezza senza eguali.
-I bambini decisero di donare ai digimon ciò che permetteva loro di crescere. I digimon furono salvati e…- cambiò foglio ancora -Sconfissero infine Lucemon, confinandolo nella Dark Area.-
Un ultimo cambio di foglio e la storia finì -La missione era terminata. I bambini e i digimon avevano trionfato, ma i primi non sarebbero più cresciuti, i secondi avrebbero perso se stessi… c’è un lieto fine in questo?-
Taichi deglutì in silenzio, poi prese la parola -Non starai cercando di scaricare le tue colpe su Lucemon?-
Piemon si alzò dalla sedia, in silenzio, con un movimento lento e calcolato e rispose -No. Ora posso dire chiaramente che ho sbagliato. Lo ammetto. Ma per noi non è stato facile, né prima, né dopo. Abbiamo sconfitto Lucemon, ma cosa abbiamo guadagnato da tutto questo?-
Taichi fece per aprire bocca, ma il Padrone delle Tenebre lo interruppe -E non dire che queste cose si fanno spontaneamente senza dover desiderare qualcosa in cambio. Perché non è così. Abbiamo abbandonato Lucemon perché ci siamo accorti che aveva imboccato una strada che non ci andava di seguire. L’abbiamo sconfitto perché ciò che faceva non era giusto. L’abbiamo tradito e abbiamo pagato per quel gesto.- la sua voce s’incrinò -Non sono riuscito a ringraziare Kirara per avermi salvato la vita e avermi seguito fino in fondo nonostante non fosse una cosa che la riguardasse.- distolse lo sguardo -I ragazzini non dovrebbero essere coinvolti in cose simili.-
In quel momento Taichi provò rabbia,
-Aspetta un momento!- esclamò -Adesso parli così, ma avete cercato di ucciderci più di una volta. Tu ha cercato di uccidere Mimi sei anni fa e ci saresti riuscito se non fosse stato per Chuumon. E parliamo di Yamato?!-
Il clown annuì.
-So che può sembrare riduttivo, ma sono pentito. Prima non ero capace di ammettere che sbagliavo, ora sì.- alzò la mano accennando alla prescelta del Memoria -Grazie a te, Ylenia.-
Lei sorrise e incrociò le braccia dietro la schiena -Sono contenta per voi.- rispose, ma poi assunse un’aria seria -Però… vorrei che chiedeste scusa a mio fratello. Se siete davvero pentiti, non dovrebbe essere difficile, no?-
Piemon annuì.
-Vorrei parlare con lui… non ci sono andato leggero, in effetti.-
-L’hai quasi ucciso…- commentò gelido Taichi, sempre sulla difensiva.
Eppure non sentiva nessuna minaccia proveniente dagli astanti. Non più.
-Perché potrebbe prendere una strada sbagliata e questo comporterebbe la fine di ogni cosa.-
Taichi allora, istintivamente, afferrò l’altro per la giacca.
-COME POTETE PENSARE TUTTI QUANTI CHE LUI SIA COSI’?-
Piemon si liberò facilmente della sua presa -Perché ho visto che toccando certi tasti è facile fare leva su di lui. Ognuno ha le sue debolezze.-
-Oh e tu hai ben pensato di ucciderlo, per fare prima!- batté le mani -Ma che bravo! E’ il ragionamento più idiota che io abbia mai sentito!-
Piemon s’incupì -Senti un po’, moccioso. Mettiti un attimo nei miei panni!-
Ylenia ascoltava entrambi con preoccupazione crescente. La sua mano incontrò quella di Bearmon e la strinse forte. Metalseadramon lanciò un sorriso provocante a Vamdemon e gli trasmise telepaticamente “Vorresti essere al suo posto?” e ricevette una gomitata allo sterno in risposta.
-Tutto quello per cui ho lavorato in questi anni, tutto ciò che sono riuscito a recuperare dopo averle prese da un branco di marmocchi, era minacciato! Se avessi saputo prima che il tuo amico era la Chiave delle Tenebre, pensi che l’avrei risparmiato? Allora non ero neppure totalmente consapevole di essere stato contaminato da Lucemon. Non la prendevo sul serio.- assunse un tono greve e indicò la prescelta della Memoria -Avrei ucciso anche lei e non avrei avuto rimpianti.-
Ylenia indietreggiò un poco.
Taichi fece per ribattere, ma lei lo zittì posandogli una mano sulla spalla.
-Lascia perdere, Tai.- disse piano -Avete ragione entrambi, c’erano troppe cose in ballo per poter dire chi era nel torto o nella ragione. Ora pensiamo a fare quello per cui siamo qui e torniamo dagli altri.-

Vamdemon sorrise dolcemente e Metalseadramon ne approfittò per lanciargli un’altra beccata.
“Lei ti piace… ”
Che poi lui si limitava a pensare la cosa. Era Vamdemon che leggeva nelle menti di tutti, alla fine era colpa sua se poi ci restava male, no?
Infatti, gli diede un’altra gomitata.

°

-Dopo che Piemon e gli altri sono morti- disse Gennai -L’insieme di dati che consentiva la crescita ai ragazzi è stato liberato. Ora dovreste avere più o meno gli stessi anni.-
I ragazzi si erano stretti intorno al saggio, pendevano dalle sue parole ancora una volta, assetati di sapere.
-E’ una storia molto triste.- disse Miyako -Ma allo stesso tempo, mi fa accapponare la pelle. In senso positivo.-
-Già.- concordò Iori -In confronto al loro sacrificio, tutto ciò che abbiamo fatto viene sminuito.-
-Non dire così.- gli fece Jou -Ognuno fa quello che può, e probabilmente ognuno di noi avrebbe fatto lo stesso per il suo digimon in una situazione analoga.-
Iori annuì.
-E noi avremmo fatto lo stesso per voi!- affermò Armadimon raccogliendo consensi da ambo le parti.
-Io sono morto per salvare Takeru.- affermò Patamon mettendosi diritto su due zampine e pavoneggiandosi. Takeru s’incupì al ricordo, ma Veemon fissò il piccolo mammifero con ammirazione. Ma poi afferrò Wormmon e lo trascinò al centro dell’attenzione.
-Anche lui è morto per il bene di Ken!- esclamò, al che il piccolo bruco arrossì violentemente e tentò di dimenarsi.
-No, io… ti prego, mi metti in imbarazzooo!-
E Hawkmon sorrise benevolo osservandolo.
Era sempre così timido. Più lo conosceva, più lo trovava squisitamente dolce e buono.
Non c’era altro digimon che potesse affiancare Ken Ichijouji.
Bontà e bontà.
Così come lui stava accanto a Miyako nonostante il carattere eccentrico di lei, Wormmon era arrivato a farsi uccidere, si era umiliato fino alla fine, pur di salvare Ken da se stesso.
E poiché le premesse non erano buone con Daemon in circolazione, il falchetto sapeva benissimo che con Miyako avrebbero dovuto lottare tantissimo per aiutare i due. La prescelta dell’Amore e della Sincerità cercava di non pensarci e si sfogava su Daisuke, ma in realtà temeva per la sorte del suo ragazzo.

Stavano insieme da quando era finita la loro prima avventura. Ken, contrariamente alle aspettative, si era dichiarato a lei durante uno spettacolo pirotecnico.
- Miyakosan…- aveva iniziato a dire, un po’ impacciato, ma poi lei l’aveva visto stringere il pugno e arrossire leggermente.
-Dimmi.- rispose.
-Ehm… no, è che… insomma, tu cosa ne pensi del fatto che l’uomo tenti di razionalizzare ogni cosa?-
Miyako quasi rimase di sasso. Che bisogno c’era d’imbarazzarsi per chiederle quello? Ma poi lui le si era avvicinato un po’ di più. E lei rispose, giusto per educazione.
-Be’, direi che è il bisogno di non brancolare nel buio. Più si conoscono le cose, meno paura fanno.-
Lui annuì.
-Ma così si perde tutta la magia…-
Non gli sembrava un tipo romantico, ma lo lasciò proseguire nel discorso.
-E’ solo…- disse ancora Ken -Che io ho sempre avuto un approccio scientifico alle cose e invece ora… ora non ci riesco.- disse ancora, palesemente più agitato. -Quello che voglio dirti, Miyakosan, è che ora come ora… sei come un sale dentro un mortaio, insieme ad un ossidante e ad una miscela di combustibile… ecco.- e in quel momento si era fermato, chinando il capo.
Miyako intuì una leggera sfumatura romantica nella cosa, perciò gli si avvicinò ancora.
-E poi che succede?- chiese sorridendo.
Era così bella nello yukata lillà decorato d’orchidee e farfalle ricamate in oro.
-Le sostanze sublimano…- disse rosso in volto e alzò un dito al cielo. Era come se avesse calcolato tutto, perché un fiore di fuoco violaceo sbocciò su di loro con fragore. E Ken le si fece più vicino.
Erano così vicini che le loro labbra potevano sfiorarsi.
Ma erano solo bambini delle medie, in fondo. E nonostante fossero due genietti fatti e finiti, erano ancora troppo piccoli per desiderare un contatto così profondo.
Ken le posò le labbra sulla guancia, con delicatezza.
-Miyakosan…- sussurrò quando pochi secondi dopo si scostò da lei. Era praticamente rosso in volto. E non era un gioco di luci. Poteva ridere a crepapelle per il buffo effetto che faceva vederlo così, ma non lo fece.
Ken deglutì.
-Non voglio vederti in maniera razionale… ti sminuirebbe. Così come per i fuochi d’artificio.- inspirò a fondo -E’ che tu mi piaci così tanto…-

E poi il gran finale aveva interrotto Ken Ichijouji, ma lei, Miyako Inoue, l’aveva preso per mano decretando l’accettazione dei suoi sentimenti. Non pensava che si fosse mai dichiarato, semmai l’avesse voluto. Meditava di farlo lei, un giorno. E invece…
-Hanno avuto davvero tanto coraggio.- disse riferendosi ai primi prescelti. Sorrideva, ancora immersa nel suo dolce ricordo -Speriamo di averli presto al nostro fianco.-
E nonostante questo comportasse anche l’aiuto di coloro che erano i nemici, le incarnazioni dei loro incubi, di fronte alla minaccia di Daemon che incombeva, quello era il male minore.

°
Ma torniamo un attimo ancora sull’Errant Castle, nel laboratorio di Mugendramon.
Alla fine era calato l’ennesimo silenzio e il drago nero si era seduto davanti ad Ylenia, nella sua originale stazza. Aveva poi aperto la bocca, mostrando una grossa lente rossa che brillava nell’oscurità delle sue fauci.
-Devi indirizzare qui il raggio.- disse col vocione metallico che assordò i presenti.
Lei annuì.
-E se sbagliassi?-
Mugendramon, con fragore metallico si chinò su di lei -Non sbagliare.- rispose.
Ylenia allora inarcò un sopracciglio. Nervosetto il tipo.
-E questo cosa sarebbe?- chiese Agumon indicando una teca con all’interno quella che sembrava una pistola tecnologicamente molto avanzata di color platino.
-E’ un esperimento.- rispose quello -Ma prima di tutto devo raccogliere altri dati, perciò sbrigati con quel raggio e chiudiamola qui.- disse infine, a Ylenia.
-Non sarà che hai paura?- lo beccò Agumon e la luce negli occhi del digimon cambiò per un istante. Si spense e riaccese, a indicare che stava mentalmente contando fino a dieci prima di spiaccicare il piccolo dinosauro arancione sul pavimento.
Allearsi con lui era l’ultima cosa che voleva, ma anche il grande Mugendramon aveva i suoi conti da chiudere e non solo la ricerca di Gie o la salvezza di Digiworld. Era un qualcosa di più seccante. La ragione per cui era venuto al mondo, tanto tempo prima. Ciò che l’aveva gettato nella disperazione. E anche il motivo per cui aveva quel corpo quasi indistruttibile.
Quasi…
Doveva lavorarci su.
Aveva bisogno di tempo, di dati, ma era a buon punto.
E innanzitutto aveva bisogno di liberarsi di quell’orgoglio che gli impediva di chiedere ai suoi compari un piccolo, minuscolo favore.
Via il dente, via il dolore.
Si rimise a sedere a terra, mansueto come chi sa che non ha molto da perdere.
Ylenia allora gli andò davanti e fece esattamente quello che fece con Piemon. Puntò il dito indice verso la gola del digimon, come fosse la canna di una pistola.
-Sono pronta.- disse.
-Aspetta!- esclamò il digimon, come se ricordasse qualcosa. Con la zampa armata indicò la teca con la pistola. Trasmise un comando e da questa fuoriuscì una lente azzurra.
-Prova prima a colpire quella. Giusto per calibrare la potenza del colpo.-
La ragazza annuì e si posizionò di fronte allo strumento.
Agumon zampettò verso il digimon e gli lanciò una frecciatina -Paura?-
Mugendramon ancora si trattenne, ma la risposta giunse da sola. Perché Ylenia sparò un raggio di luce abbagliante contro la lente, ma fallì miseramente la mira e il colpo fu lì per lì per prendere Vamdemon in pieno. Questi si spostò di fortuna.
E Metalseadramon gli lanciò un’occhiata divertita.
“Un bel colpo di fulmine.” Sghignazzò inarcando ad intermittenza le sopracciglia.
Il vampiro preferì non infierire troppo su quella mente decisamente troppo inferiore per i suoi gusti. E il drago d’acqua ne fu deluso. Insomma, voleva solo svagarsi! Era preoccupato per il suo compagno, dopotutto. Mugendramon stava istruendo Ylenia, che aveva aggiustato la mira anche grazie ai consigli da serial killer di Pinocchimon.
-Se miri un po’ più a sinistra fai centro sicuro.- le disse -Così se c’è vento non ti sposta il raggio.-
-Ma un raggio non è come un proiettile!- ribatté lei.
-Non ho bisogno di precisione millimetrica, dai spara!- esclamò spazientito il drago nero.
La ragazza obbedì.
Il raggio colpì la lente che divenne rossa.
Si udì un forte brusio e sul vetro della teca comparvero delle scritte di luce arancione che scorsero davanti agli occhi di tutti per qualche minuto. Al termine di quel tempo, il drago disse.
-Prova adesso a contenere un po’ la forza.-
-E come si fa?-
Intervenne Piemon.
Mugendramon era un ammasso di metallo. Un’arma. Una volta scelta la potenza dei colpi li sparava senza ridurne la prestanza. Occorreva il suo intervento in qualità di digimon mago.
-Cerca di tenerla dentro. O pensa alla valvola di un rubinetto che si chiude riducendo il getto d’acqua. Una volta che capisci come funziona, è abbastanza semplice.-
E lei provò ancora.
Dopo tre colpi raggiunse il livello di energia necessario. Scagliò altre tre frecce di luce verso la lente e, finalmente, Mugendramon diede ordine di procedere.
-Pronto?- chiese la ragazza.
Lui diede conferma, spalancando nuovamente le fauci.
La digiprescelta della Memoria si concentrò sulle sue energie che fluivano dal corpo verso il braccio e da lì alla mano.
Dalla mano all’indice.
Una sfera luminosa si generò e rimase immobile, accrescendosi quanto bastava. Ylenia immaginò il rubinetto che veniva socchiuso. Potenza calibrata. Non aveva l’adrenalina in circolo come quando aveva colpito Piemon. Adesso aveva più scrupolo. Meno urgenza. Inspirò, espirò. Lasciò andare il colpo.
La luce sfrecciò nell’aria, nella bocca di Mugendramon. Colpì la lente rossa e si trasmise nei suoi circuiti fino alla parte più nascosta dell’essere.
Fino ad un piccolo agglomerato di dati in forma di scheda madre.
Questo brillò e da esso fuoriuscì una minuscola massa d’energia nera che si dissolse all’istante separata dal suo ospite.
Disgregata dalla luce.

°

Neo correva da diverse ore.
Era esausto, ma quelli che aveva alle spalle lo attaccavano davvero. E MetalPhantomon era in prima linea, dannato!
“Che bisogno c’è?!” si chiese.
Doveva farsi notare dai digiprescelti, quello era vero. Ma se uno di quei raggi l’avesse colpito, sarebbe morto. E allora addio piano, grande Daemon! Si gettò a capofitto nel sottobosco, e continuò a correre sfrecciando fra gli alberi. Secondo i dati raccolti, doveva esserci una zona con lo spazio distorto nelle vicinanze. Si sentì in colpa perché facendo in quel modo, una volta rivelato l’inganno (perché era sicuro che presto o tardi Daemon avrebbe dato a lui il "merito" di tutta l’operazione) Taichi l’avrebbe odiato.
Ora, Neo Saiba non aveva mai avuto in simpatia Taichi. Ma il prescelto del Coraggio aveva protetto Rei, i suoi amici e gli aveva aperto gli occhi.
Avevano sconfitto Daemon insieme e perciò, nonostante l’incompatibilità di carattere, provavano stima reciproca. Potevano definirsi amici, in effetti. E lui stava per distruggere tutto. Perdere tutto, di nuovo.
Ma che scelta aveva?
Poteva solo tentare di fare il doppio gioco, ma doveva gestire bene le cose.

Giunse infine nella zona in cui sorgeva Bernika, ma non la vedeva. Sapeva di esserci in mezzo però. E sperò che non ci fosse nessuno lì intorno. Si massaggiò i polpacci che gli dolevano per l’incessante corsa e le braccia, martoriate dagli esperimenti.
Daemon tramava qualcos’altro.
“In effetti, poteva trovare tantissimi modi per rapire il suo “contenitore” ai digiprescelti. Quindi, perché è venuto a cercare proprio me?”
Un’ipotesi si fece largo nella sua mente e Neo poté solo spostarsi appena in tempo prima di venire investito da un potente raggio bluastro.

-Perché ti sei fermato, Neo Saiba?-
Il ragazzo, steso sull’erba, alzò un poco la testa e guardò davanti a sé.
MetalPhantomon l’aveva raggiunto come da copione. I Mechanorimon erano sicuramente nascosti col resto del plotone fra la vegetazione. Col luogotenente di Daemon vi era soltanto un altro digimon che aveva avuto modo di vedere in azione una volta soltanto: Metal Tyranomon. Questo digimon era molto simile ad un Tyranomon, ma aveva la pelle squamata biancastra e varie parti metalliche e cavi lungo tutto il corpo. Ricordava un Mugendramon, ma ancora incompleto.
Era stato lui a scagliare il raggio verso il suolo ai suoi piedi.
Stava per ripetere l’attacco. E mirava alla barriera, ma Neo sapeva di doversi mettere in mezzo il tanto che bastava per far continuare la messinscena.
Si alzò e prese a correre più veloce che poteva.
“Signori e signori, che lo show inizi!” pensò sarcastico.
L’esercitò rimase nascosto in silenzio nella fitta radura e il digimon rettile si diede all’inseguimento del ragazzo. Si tratteneva, era evidente. Sparò colpi a casaccio, ma anche questa era apparenza. Voleva attirare l’attenzione.
E ci riuscì.

°

-Abbiamo un problema.- esclamò Andromon nella sala di controllo, rivolto a Leomon e Ogremon in piedi alle sue spalle. I due digimon si scambiarono un’occhiata e s’avvicinarono al cyborg. Osservarono gli schermi luminosi, restando interdetti nell’osservare quanto accadeva fuori del villaggio nascosto.
-Chi è quel moccioso?- domandò Ogremon, sempre molto gentile.
-Non lo so…- rispose pacato Leomon -Ma certo non possiamo farlo uccidere così.-
-Scherzi?!- esclamò l’orco -Senti bello, non so tu se lo sai, ma quello è Metal Tyranomon, dell’esercito di Daemon! E quell’altro è MetalPhantomon, il suo nuovo luogotenente! Quelli non hanno pietà di nessuno!-
Leomon estrasse dal fodero la sua spada e la osservò, come in trance, bramando giustizia.
-Mi spiace, ma finché i ragazzi saranno impegnati, spetta a noi difendere i dintorni. E non posso semplicemente stare a guardare, non credi?-
Ogremon schioccò la lingua contro il palato.
-Forse non ti rendi conto di chi stai andando a combattere.-
Leomon lo fissò dritto negli occhi -Dov’è finito tutto il tuo coraggio?-
-E il tuo senno?!-
Entrambi avevano ragione, ma nessuno dei due l’avrebbe mai data vinta all’altro. Andromon si era quasi convinto di doversi mettere all’opera, ma il problema si risolse da solo.
-Devo andare.- disse Leomon lasciando la stanza -Tu sta pure qui e prenditi cura dei bambini.-
-Ma certo!- esclamò ancora l’orco sarcastico -E magari quando torni, caro, ti massaggio i piedi e preparo il bagno! Va, va! E cerca di non morire di nuovo!-
Il leone annuì e lo salutò -Mi raccomando.-
Uscì dalla sala di controllo.
Ogremon si morse la lingua, rimase pensieroso qualche secondo, poi pestò i piedi in terra e si precipitò dietro il rivale brandendo la sua clava d’osso.
-Aspetta! Aspetta, dannazione!- gli urlò contro -Non ti permetterò di superarmi di nuovo, dannato!-


Inutile negarlo. Quando si trattava di mettere in piedi sadiche messinscene, MetalPhantomon era un campione. Oh, ma gliel’avrebbe fatta scontare anche quella.
Mentre correva per evitare di essere colpito dagli attacchi del dinosauro, Neo si vide volare contro anche il digimon fantasma. E nonostante il suo volto fosse scheletrico, i suoi occhi avevano un che di maligno. Forse la luce, l’adrenalina, o forse l’effetto di qualche strana sostanza, ma sembra sogghignasse. Brandì la sua falce e sferrò diversi colpi, che se non avesse evitato l’avrebbero preso di certo.
Neo si abbassò, scattò di lato. E c’era un sasso… perché sassi e radici sono sempre dove non devono essere quando uno scappa. In mezzo ai piedi. Lui mise il piede in fallo e sentì distintamente un rumore sinistro provenire dalla sua caviglia. Un dolore lancinante s’inerpicò lungo la gamba e perse l’equilibrio, rovinando fra l’erba.
-Merda…- disse tra i denti. “Ma mi vendicherò… mi vendicherò, bastardo. Te lo giuro!”
Metal Tyranomon era sopra di lui, fece per calpestarlo con la sua zampa enorme.
L’avrebbe schiacciato sul serio?
Aveva paura.
Neo odiava non essere messo al corrente delle cose. Odiava quando i piani subivano variazioni che sfuggivano al suo razionale controllo. Perché temeva gli imprevisti più di qualsiasi altra cosa.
Pensò che fosse finita. Per lui, per Rei e anche per i loro digimon.
Daemon lo aveva giocato in grande stile e lui era solo un grande fesso. Un ragazzino fesso che credeva di saper gestire le cose.
La zampa calò su di lui che chiuse ermeticamente gli occhi e strinse i denti. Non avrebbe dato a quei maledetti la soddisfazione di urlare di terrore.


-Ho capito.- disse Gennai, parlando con Andromon attraverso una trasmittente di piccole dimensioni che aveva al collo -Qui siamo a buon punto. Se avranno bisogno d’aiuto possiamo anche intervenire.-
Chiuse la comunicazione e si rivolse ai prescelti che lo fissavano con aria interrogativa.
-I digimon di Daemon sono qui.- disse.
E Hiroyuki scattò in piedi, seguiti da Kotemon.
-Ma non preoccupatevi.- disse Gennai -Sembra siano solo due. Se ne occuperanno Leomon ed Ogremon. Però…-
-Però?-
-Sembra che gli sgherri di Daemon stiano dando la caccia ad un ragazzo.-
-Il prescelto mancante?- domandò Jun alzando la mano.
Gennai alzò le spalle -Non lo so ancora. -


La zampa di Metal Tyranomon si fermò a mezz’aria. Neo aprì gli occhi percependo il suo corpo ancora integro. Una sagoma scura lo sovrastava e fermava l’enorme zampa del rettile con un’arma che sembrava essere un’ascia.
-Che aspetti a toglierti da lì?!- sbraitò il suo salvatore e Neo obbedì, trascinandosi lentamente sull’erba.
MetalPhantomon attendeva. Sorrideva fra sé e sé. Lo sapeva!
-Ti muovi? Non resisterò qui sotto ancora per molto!-
-Beh, scusa tanto se non ci riesco!- esclamò furioso il ragazzo. Metal Tyranomon si stancò di spingere l’arto inferiore contro il suo avversario e fece un passo indietro. Caricò il cannone che aveva impiantato nella zampa superiore e generò una sfera d’energia azzurrognola.
Il digimon con l’ascia, intuendone la pericolosità, afferrò Neo per il braccio e saltò con lui appena in tempo. Il colpo fece terra bruciata del punto in cui stavano poco prima i due e della vasta zona circostante.
-L’ho salvato.- disse il digimon a qualcuno -Ora cosa vuoi fare?-
Neo guardò verso il basso (erano sopra un albero) e vide avanzare a passo felpato un enorme felino dai lunghi denti a sciabola che ricordava molto l’antico smilodonte, solo che aveva la criniera ed era decisamente più grande del preistorico animale terrestre.
Era SaberLeomon, livello mega di Leomon, tipologia variante fra Dati e Antivirus, tipo Bestia Antica, peso 20 Gb.
L’altro era Boltmon, livello mega di Ogremon, tipologia Dati, tipo cyborg, peso 25 Gb.
Metal Tyranomon era un evoluto dal peso di 40 Gb e come Boltmon era un cyborg costruito a partire da una base organica.
-Ora dobbiamo allontanarli da qui.- rispose il felino.
Boltmon lasciò andare il ragazzo e si gettò dall’albero, atterrando di fianco al compagno.
-Va bene, ci penso io. Tu stai pure nascosto.-
Non cambiava mai.
Il felino insistette nell’avanzare insieme all’altro e, fra un battibecco e l’altro, giunsero nuovamente di fronte a Metal Tyranomon e MetalPhantomon.
-Sono convinto che ci sia qualcosa di strano…- disse pensieroso SaberLeomon.
-Non importa.- disse Boltmon carezzando la lama della sua ascia pregustando la battaglia imminente -L’importante è farli fuori.-
-No, l’importante era salvare il ragazzo e metterli in fuga.-
In realtà il felino meditava di far evacuare Bernika.
Se il luogotenente di Daemon si trovava lì, non era certo per caso. Erano stati scoperti. Forse proprio lui e Ogremon avevano dato conferma al nemico della locazione della città, ma non potevano fare altro.
Un rumore di esplosioni poco distante da lì scosse i presenti. La foresta era in fiamme. MetalPhantomon era meravigliato.
-Cosa diavolo succede?!- esclamò.

Andromon aveva visto giusto.
Aveva pensato che fosse tutto troppo strano e aveva dato un’occhiata ai dintorni. Come pensava, vi era una parte dell’esercito meccanico di Daemon stanziato da quelle parti.
Così aveva lasciato la sala controllo e con Centarumon si erano precipitati a soccorrere i compagni. Non avevano lasciato i monitor incustoditi, comunque.
-Hunting Cannon!- esclamò il centauro digitale caricando il suo raggio distruttore contro una fila di Mechanorimon. Colpì con precisione le loro lenti, disintegrandole. Andromon invece si lanciò nella mischia respingendo i raggi distruttori con le sue lame di luce rotante. Le generò roteando a massima velocità il suo braccio destro e con questo avanzò fra le fila nemiche, squarciando i corpi metallici come fossero burro. Saltò poi su uno degli avversari e spaccò la cupola rinforzata. Afferrò il Bakemon all’interno della cabina di pilotaggio e lo scagliò lontano. Dall’altro braccio fuoriuscirono numerosi cavi che s’inserirono fra i circuiti del Mechanorimon, riprogrammandolo.
Pochi secondi dopo il digimon si rivoltò contro i suoi compagni e Andromon ripeté l’opera con altri quattro di essi per poi tornare al fianco del centauro e sferrare con lui un ultimo devastante attacco.

-Non va tutto come avevi previsto, vero?- sussurrò Neo sogghignando da sopra l’albero.
MetalPhantomon non era per nulla contento e dimostrò di perdere le staffe decisamente piuttosto in fretta. Evidentemente non aveva ben calcolato la situazione. O forse pensava che le truppe fossero forti a sufficienza da resistere a qualsiasi rappresaglia.
E anche Metal Tyranomon non se la stava vedendo troppo bene.
Da un lato vi era Boltmon che parava i suoi colpi respingendoli col metallo della sua arma, dall’altro SaberLeomon lo colpiva alle zone vitali.
Quando poi però respinse il felino che gli era balzato al collo, fu Boltmon a metterlo in seria difficoltà.
Questi, infatti, alzò la sua ascia e l’affondò con forza fra le carni del digimon. -Battle Tomahawk!- gridò. Sangue misto ad olio schizzò ovunque. Il dinosauro ruggì dolorante e tentò di scrollarsi di dosso i due digimon nemici che lo attaccarono senza concedergli tregua.
-Nail Crusher!- esclamò SaberLeomon affondando gli artigli fra l’ammasso di cavi elettrici nel suo addome.
Non gli piaceva l’idea di uccidere qualcuno, ma non poteva fare altrimenti.
Il suo colpo affondò nel buco sul ventre che permetteva ai cavi elettrici di raggiungere l’interno del corpo del dinosauro metallico e, grazie alla poca resistenza che ne ricevette, lo trapassò da parte a parte.
Il grido di dolore di Metal Tyranomon pervase l’aria per poi cessare.
Dissolto in dati.
MetalPhantomon si ritrovò inaspettatamente solo.
“A questo punto mi conviene ritirare ciò che resta delle truppe e fare immediato rapporto al grande Daemon!” pensò “Abbiamo sottovalutato il nemico, ma non accadrà più.”
Lanciò un’ultima occhiata a Neo e quello deglutì.
Boltmon e SaberLeomon avevano ripreso a discutere, ma s’avvicinavano inesorabili al fantasma i cui occhi arsero d’ira.
-Non fatevi illusioni.- ammonì i due -Oggi non eravamo qui per combattere. Quando quel momento giungerà, sappiate che non avrete scampo!-
Ciò detto sparì, sfuggendo ai due e richiamando l’esercito.
Avevano vinto, così pareva.

Ma quella frase che si era lasciato alle spalle confermò a SaberLeomon che ormai erano stati scoperti anche dal Demone dell’Ira. E quando poco dopo lo riferì ad Andromon e Centarumon, si decise di comune accordo di dislocare il villaggio nascosto.

°

Metalseadramon s’innalzò nell’aria urlando di gioia.
Era libero!
Finalmente poteva sentirsi libero di fare le cose come voleva davvero.
Combattere quando voleva, amare quando voleva, fuggire quando voleva. E al diavolo l’orgoglio! Grazie a quello si era fatto solo ammazzare da Wargreymon.
Il Padrone delle Tenebre si chinò verso la prescelta della Memoria, mostrandole la solita massa d’energia oscura che lo abbandonava. Le sorrise.
-Ti ringrazio.- le disse.
Ylenia si grattò la testa.
-Ma figurat…-
Ovviamente si era sforzata troppo, perciò si sentì debole e cadde seduta a terra, per poi accasciarsi e piombare in un sonno profondo.
Taichi la chiamò preoccupato diverse volte, ma non c’era nulla da fare.
Avrebbe dormito per un po’ e aveva tutto il diritto di riposare.
Le sorrise carezzandole il capo e scostandole dei ciuffi ribelli dalla fronte sudata.
-Sei stata brava… orsacchiotta.- Gliela disse piano quella parola. Così piano che nessuno lo sentì e quel momento rimase solo loro.

La porta del laboratorio si aprì e fecero capolino Lady Devimon e Kokueimon.
La digimon lanciò un’occhiata alla prescelta della Memoria e poi a Piemon. Quello scosse la testa per dirle che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Allora lei gli fece cenno di seguirla e lui obbedì.
Fuori dal laboratorio, padre e figlio si scrutarono attentamente, come mai avevano fatto prima.
O meglio, come Piemon non aveva mai fatto prima.
Suo figlio era il ritratto di sé.
Affascinante, flemmatico, arguto, efficiente… Non per quello aveva il ruolo di generale. Le sue doti le aveva sempre riconosciute.
Era qualcos’altro che gli mancava.
E Piemon si decise a compiere quel piccolo passo.
Lo abbracciò stretto.
Gli occhi di Kokueimon si spalancarono colmi di stupore e le sue braccia tremanti esitavano, indecise se abbracciare a loro volta suo padre.
-Mi dispiace… - disse Piemon -Mi dispiace davvero, figliolo.-

Non se lo aspettava, Lady Devimon. Non aveva accompagnato il suo caro figliolo nel laboratorio per quello, ma per un consulto. Per un problema. E invece…
Piemon la vide, mentre si voltava verso il muro.
Provò a nascondere le lacrime, la signora delle tenebre, ma fallì miseramente e si trovò invischiata in un tenero abbraccio da parte del digimon che amava.
-Te l’ho detto che ti amo?- le chiese Piemon prendendole poi il mento fra le dita.
Kokueimon era ancora immobile alle loro spalle, troppo sconvolto per reagire.
Lady Devimon sorrise e posò una delle dita artigliate sulla bocca rossa di Piemon.
-Si, una volta me lo dicesti, ma non ricordo bene. Gradiresti ripetere, mio signore?-
Lui la baciò teneramente.
-Ti amo, mia signora. Ti amo.-

Inutile dire che dopo tutto il tempo trascorso a ignorare i propri sentimenti, questi sfuggirono al controllo di Piemon. E anche lui pianse tanto.
Ma anche quel momento rimase intimo fra loro e il proprio figlio, anche se solo per pochi minuti.

-Guardate!- esclamò Pinocchimon spalancando la porta -Piemon e Lady Devimon sono in vena di smancerie!-
“Cretino di un fratello…”


Fine Capitolo 16

Quindi, che dire del capitolo? Che adoro Piemon ancora di più e anche se ora è sdolcinato come una patata lessa (??) trovo giusto che sia così. Mica deve darsi contegno ora che riesce a lasciarsi andare, no?
E mo' che è arrivato Neo, sono casini amari, per me, per voi e per i prescelti. Ma già pregusto i capitoli più avanti, solo immaginati nella mia mente, mi spiace. Spero di poterli scrivere al più presto.
Povero Kokueimon, aveva tanto bisogno di coccole.Ovviamente, per chi non lo sa (è stato disattento o ha iniziato a leggere quest'ultimo capitolo) Neo viene dal manga Digimon V-Tamer, che ho integrato nella storia, quindi gli eventi a cui si riferisce vengono da lì (e anche se si trattava di un Digiworld parallelo, me ne frego e mi prendo la licenza poetica).
Ogremon mi ha lasciata leggermente così per la sua evoluzione. Perché avevo davanti due digimon papabili: Boltmon e DeathMeramon. Uno con un'ascia (amo le asce) e uno figo (non so voi, ma lo trovo stupendo nonostante tutto).
Ma doveva essere un mega e così mi sono fregata delle implicazioni che avrebbe arrecato alla mia ispirazione e l'ho messo lo stesso.
Perché le pagine da cui attingo contengono davvero così tante idee ispiranti Q_Q E Boltmon appare nel drama in cui Yama si dichiara a Sora come creatura senza cuore che soffre per questo.
Capite quanto mi costa trattenermi dal fare di ogni digimon un romanzo? Q_Q

Ok, alla prossima, senza anticipazioni che poi scrivo ben altro XD

Aggiornamento dell'ultimo minuto: ho cambiato la digipietra di Yle da Passato a Memoria. Il succo è lo stesso, credo suoni meglio anche a livello di capacità della ragazza.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: kymyit