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Autore: Fiamma Drakon    26/08/2011    1 recensioni
Gli shinigami sono la razza prescelta per proteggere il mondo dalla furia devastatrice dei demoni. Per questo vengono anche chiamati Demon Hunters.
Grell Sutcliff, degradato per la sua inaccettabile infatuazione verso il demone Sebastian Michaelis, ormai ha perso ogni interesse per il suo compito: tutto ciò che desidera è riuscire a star vicino al suo amore. Eppure, sembra che il destino sia contrario alla sua scelta...
«Will...?» lo chiamò, allontanandosi di mezzo passo «Che cos’è quella?».
«Queste... sono...»
«... le ceneri di uno shinigami assassinato» completò per lui Undertaker, il tono che aveva acquistato nuovamente quella sfumatura vagamente ilare propria di lui.

[...] «E io che cosa c’entro in tutto questo?»
«Quello shinigami era l’incaricato a distruggere Sebastian Michaelis. Raccapricciante come da carnefice si sia trasformato in vittima, non trovi?».

[Sebastian/Grell (one-sided); Claude/Grell (accennato, one-sided)] [Possibili lievi OOC]
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Claude Faustas, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, William T. Spears
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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7_Gli Immortali
Demon Hunters
7. Gli Immortali

«Dove altro volete andare, shinigami...?».
La voce che si era appena levata nel silenzio era indubbiamente femminile, e proveniva da dietro di loro.
Will fu il primo a girarsi a fronteggiare la nuova venuta, rinsaldando la presa sulla sua falce, sistemandosi gli occhiali sul naso.
Non sapeva se avrebbe dovuto lottare di nuovo e sperava di no, ma doveva prepararsi all’evenienza.
«E tu chi saresti?» chiese, glaciale, senza tanti giri di parole.
Grell si volse a propria volta, incrociando la figura di una donna vestita di lilla e di bianco, con lisci capelli di quest’ultimo colore che le arrivavano a sfiorare le spalle. Una riga posta a sinistra sul capo divideva la corta chioma ed il ciuffo di destra - più consistente - le cadeva a coprire in parte la fronte.
Gli occhi erano di un intenso ed intrigante viola scuro e le labbra sottili incurvate in un’espressione altera.
Il vestito era lilla e le fasciava il torace, mettendo in risalto il seno, poi si apriva in vita in un’ampia gonna che le arrivava fino alle ginocchia, da sotto le quali facevano bella mostra di loro un paio di stivali alti bianchi con una porzione di tacco a spillo non indifferente.
Le maniche dell’abito erano a sbuffo e la parte aderente a braccia ed avambracci era bianca e le arrivava fino al polso.
Sulla schiena erano ripiegate un paio di enormi ali bianche le cui piume parevano brillare di luce propria, una candida luce eterea che a Grell ricordava quella della madreperla.
Quanto avrebbe dato perché potesse vedere quelle immacolate piume bianche tingersi del più vivo rosso sangue...!
«Io sono Angela» si presentò la donna, seria «E quelli come voi qui non dovrebbero starci» aggiunse in tono più acido.
«Siamo venuti a cercare qualcosa che voi ci avete preso» interloquì William, avvicinandosi a lei, sistemandosi per l’ennesima volta gli occhiali sul naso.
Sul viso della femmina si materializzò uno sguardo di viva indignazione mista a furore.
«Noi non siamo ladri! Non abbiamo preso niente da voi cacciatori!» esclamò a gran voce.
Grell poteva percepire la tensione salire man mano che i secondi passavano, mentre nella donna dalle ali candide montava la rabbia.
Lo shinigami rosso fremeva nel tentativo di reprimere l’impulso di ucciderla e vedere sgorgare il suo sangue a fiotti: era un’immagine così viva e pulsante nella sua mente da indebolire sempre di più la sua forza di volontà, spingerlo inesorabilmente verso il gorgo della follia.
«Owww, Will ti prego! Fammela uccidere!» domandò, la voce altalenante ed instabile.
Spears percepì distintamente la nota di pazzia nella sua voce.
«Non puoi, Sutcliff. Non siamo qui per questo» sentenziò apatico, accostandoglisi per bloccare sue eventuali reazioni poco consone, vedendolo metter mano al motore della motosega.
Angela pareva pronta a combattere: incurvò leggermente le spalle in avanti e fletté le ginocchia, aprendo le ali.
«Non è carino attaccare così gli ospiti, Angela».
Stavolta a parlare era stata l’inequivocabile voce di un maschio il cui tono, per quanto di timbro differente, somigliava incredibilmente a quello della donna.
Quest’ultima si bloccò e si volse indietro, ricomponendosi.
«Ash, questi sono...»
«So chi sono».
Da oltre le spalle di lei emerse una figura maschile che - inutile tentare di negarlo - le somigliava dannatamente, nonostante la differenza di sesso: la capigliatura e la pettinatura erano identiche, così come il colore degli occhi, anche se quelli di lui avevano una forma leggermente più allungata. Le sue labbra - a differenza di quelle di lei - erano increspate in un accenno di sorriso di cui William non si fidava affatto.
Era un poco più alto rispetto ad Angela ed anche le ali erano più grandi.
Indosso portava un’elegante giacca bianca sotto alla quale si intravedeva un gilet lilla ed un paio di lunghi pantaloni bianchi. Le mani erano protette da un paio di guanti bianchi.
Camminando a lunghe falcate, superò la donna e si fermò poco più avanti, coprendola con un’ala a mo’ di protezione.
«Stavano per attaccarmi!» si lamentò Angela.
«Sono convinto che sia solo un fraintendimento causato dal tuo atteggiamento apertamente ostile» ribatté l’uomo, pacato e mellifluo, quindi si rivolse ai due Demon Hunter: «Io mi chiamo Ash. Che cosa siete venuti a cercare presso la nostra dimora? Noi Immortali non abbiamo fatto niente che possa aver attirato su di noi le ire di voi shinigami».
«Non siamo qui per lavoro... non esattamente» replicò William, abbassando la falce: a quanto pareva, non c’era più motivo di temere attacchi.
Avrebbero potuto risolvere la cosa discutendo come le persone civili - scelta che gli era di gran lunga più congeniale di uno scontro.
Sentendo la tensione allentarsi, la smania di violenza e sangue di Grell si placò fino ad assopirsi nuovamente in lui.
«Cioè? Spiegati» sentenziò Ash, incuriosito dal tono criptico utilizzato dal Dio della Morte.
Spears si risistemò gli occhiali, alzando gli occhi a guardare l’angelo dritto in viso.
«Tra i nostri libri più preziosi e antichi ce n’è uno cui manca una pagina. Si intitola “Ibridi: l’alchimia della vita perfetta”. Abbiamo ragione di credere che l’abbiate rubata voi» spiegò pragmaticamente Will.
Grell notò lo sguardo dell’angelo maschio farsi improvvisamente più buio e severo.
«Perché avete bisogno di quella pagina? Vi serve per qualcosa in particolare...?» chiese Ash.
«Da ciò devo dedurne che l’avete realmente voi?» insinuò senza la minima esitazione Spears.
«Che cosa volete farci?» domandò di nuovo Angela, ma in modo più esplicito, diretto e aggressivo.
Stavolta fu Grell ad intervenire: «C’è un problema con il mio Sebastiàn!».
I due angeli spostarono confusi la loro attenzione allo shinigami vestito di nero in cerca di una spiegazione. Quest’ultimo si sistemò gli occhiali sul naso.
«C’è un problema con un demone. Sembra che qualsiasi shinigami gli si avvicini per ucciderlo venga carbonizzato» asserì senza scomporsi Spears.
I due angeli si scambiarono un’occhiata leggermente sconvolta. In essa, Grell riuscì a leggere un’intesa circa qualcosa di cui loro quasi certamente non erano a conoscenza.
«Venite» li invitò Angela, mentre Ash si avviava lungo il corridoio, precedendoli.
I due shinigami si fecero condurre senza obiettare attraverso diversi anditi, finché Ash non si fermò e si accostò ad una parete che, almeno all’apparenza, era identica in tutto e per tutto a tutte le altre.
Vi passò sopra la mano, accarezzando l’intonaco, poi premette le dita sul mattone.
Quest’ultimo s’incuneò nel muro, cominciando a scintillare di una luce madreperlacea talmente intensa che per qualche momento Grell ne rimase abbagliato e accecato.
Quando riuscì a rimettere a fuoco il mondo, notò che dove prima c’era il blocco scintillante adesso si era creato un varco con lo stipite composto di due onde le cui estremità culminavano sulla sommità dell’arco in due riccioli semplici e perciò ancor più belli.
«Wow...!» esclamò.
Ash ed Angela li precedettero all’interno.
«Fate attenzione alle scale, sono particolarmente ripide» li avvisò la donna, prima di sparire.
Grell fu il primo ad affacciarsi all’interno, trovando un minuscolo spazio da cui partiva una scala a chiocciola veramente stretta che spariva dietro una colonna di pietra azzurra adorna di fregi a spirale in bassorilievo.
«Coraggio, Sutcliff muoviti. Non abbiamo tutta la giornata» sentenziò William severo, punzecchiandolo in mezzo alla schiena con la punta della sua falce.
«Sì, sì vado Will. Come sei noioso!» si lamentò lo shinigami rosso, salendo le scale.
Le scale parevano non aver mai fine: si inerpicavano sempre più su, ripide e strette, tanto che Grell si domandò più volte se non fosse semplicemente una trappola.
Iniziava a perdere l’orientamento, nonché la scansione temporale: gli sembrava che il tempo si fosse fermato o che addirittura fosse passata un’eternità da quando aveva messo piede sul primo gradino. In aggiunta a ciò, cominciava a sentirsi oppresso in quello spazio che - man mano che saliva - gli sembrava restringersi sempre più.
Infine, finalmente, vide apparire un altro arco, che superò con sollievo: quell’ascesa infernale era terminata.
William si materializzò alle sue spalle e lo superò mentre lui si riposava, appoggiandosi contro la parete. Osservò il luogo dove si trovavano adesso: si trattava di un’immensa biblioteca con le pareti bianche decorate con fregi spiraliformi di un argento che quasi pareva liquido tant’era brillante e vivo.
Gli innumerevoli scaffali che occupavano l’intera sala erano altissimi e fatti completamente di cristallo, così come i tavoli e le sedie che vedeva sistemati con cura qua e là. La luce del sole che entrava dalle grandi finestre sulla parete sinistra faceva sì che le librerie ed ogni altro pezzo di mobilio risplendessero di un fulgore indescrivibilmente bello, rendendo il posto un qualcosa di quasi magico.
William, però, non ne rimase affatto sorpreso: sapeva perfettamente che gli angeli amavano i luoghi illuminati e ciò che risplendeva. Era naturale che tentassero di ricreare tale effetto nella loro dimora.
Qualcuno degli angeli che erano seduti al tavolo più vicino si voltarono incuriositi al vedere entrare i due shinigami.
«Da questa parte» disse Ash, invitandoli a seguirlo con un gesto della mano.
Il gruppetto attraversava la sala attirando su di sé gli sguardi di tutti coloro che incrociavano. Su tutti i loro visi, per quanto diversi potessero essere gli uni dagli altri, Grell riuscì a leggere la stessa espressione: sorpresa e diffidenza.
Sapeva che gli angeli fossero diffidenti nei confronti degli estranei, ma che potessero esserlo fino a quel punto gli pareva un tantino esagerato: sembravano quasi sul punto di saltare loro addosso con l’intento di trucidarli.
Erano cacciatori di demoni, non di angeli: perché provavano tanta palese rabbia nei loro confronti?
Ogni passo che metteva avanti sentiva altri sguardi aggiungersi a quelli già presenti, simili ad aghi che gli pungolavano ogni centimetro della pelle.
Era una sensazione veramente fastidiosa e la tentazione di porvi fine era forte; tuttavia, si limitò a procedere facendo il bravo, addirittura cercando di far meno rumore possibile con i tacchi - e sfortunatamente il pavimento non lo aiutava in ciò, visto che le grandi mattonelle erano fatte di un materiale che pareva amplificare spontaneamente ogni suono che rimbalzava su di esse.
Era talmente concentrato su ciò che aveva intorno che, quando la comitiva si fermò, sbatté contro la schiena di William, che volse leggermente il busto indietro e gli lanciò una severa occhiata di sbieco.
«Sta’ attento a dove cammini, Sutcliff» gli intimò semplicemente.
«Scusa, Will» si affrettò a dire l’altro, indietreggiando di qualche passo.
«Ecco, è qui» li interruppe Ash, spostandosi di lato per lasciare sopravanzare i due shinigami.
I due si fecero avanti, fermandosi a ridosso della sottile catena che impediva di accedere all’angolo in cui erano arrivati. A poco meno di un metro da loro c’era un piedistallo di marmo bianco sormontato da una piccola custodia rettangolare dello stesso materiale.
Angela si protese e la sollevò con la mano, rivelando una sottostante superficie di vetro che permetteva di vedere cosa c’era all’interno.
William, non appena fu alzato il “coperchio”, intravide una sottile pagina bianca che somigliava incredibilmente a quelle del libro che aveva letto.
Doveva essere quella.
Senza nemmeno chiedere, si sporse per poter finalmente completare la sua lettura. Al suo fianco, Grell si allungò a propria volta, curioso di leggere.
Nonostante la distanza, i due riuscirono a scorgere ed interpretare le parole che vi erano scritte: “Nìade.
Creata dall’unione di una giovane vergine ed una vedova nera tramite un rituale che prevede la recisione di un seno della donna ed un circolo tracciato con il suo stesso sangue - oltre che un complesso rituale di evocazione di un'anima dagli Inferi. La Nìade ha l’aspetto di una femmina nuda avvolta da catene di sangue che ne coprono il seno rimasto, il pube e ne avvinghiano gli arti. Pare essere priva di piedi. La testa è oscurata da un velo di tenebra dal quale traspaiono solo due sfere bianche.
Le catene, otto in totale, la rendono incapace di muoversi a suo piacimento; per questo tende a richiamare a sé persone che le procurino anime di cui nutrirsi.
Per proteggere il suo servitore rilascia un sottile ed invisibile velo protettivo attorno a lui, che si attiva ogni qualvolta il servo si trovi in pericolo di vita. In tal caso, non appena l'aggressore entra in contatto con la barriera, viene immediatamente ucciso da un fuoco fatuo che lo incenerisce in pochi secondi.”.
Una descrizione minuziosa condensata in poche righe. L’unica impressione che ne ricavò Grell - nonché il solo commento che riuscì a formulare mentalmente - fu un secco “inquietante”.
«Nìade...?» ripeté, ritraendosi «Non ne ho mai sentito parlare» aggiunse, incrociando le braccia sul petto e voltandosi a fissare i due angeli, che adesso erano in piedi alle loro spalle.
«Nemmeno io. Ma, chiunque o qualunque cosa sia, è questo ciò che cerchiamo: gli shinigami morti sono stati uccisi come descritto» sentenziò William, risistemandosi gli occhiali con la punta della falce.
Si volse a propria volta verso Ash ed Angela.
«Perché questa è qui?» domandò.
«Ci è stata portata molti decenni fa» spiegò l’uomo «Con l’ordine di proteggerla ed impedire che qualsiasi persona potesse avvicinarsi o leggerla» proseguì la donna.
«Perché?! Esigo una spiegazione chiara!» insistette lo shinigami rosso: era stufo di sentirsi rifilare mezze verità ed informazioni per enigmi.
Se doveva lavorare - ed oltretutto su un caso concernente l’incolumità del suo Sebastian - esigeva farlo senza intralci inutili.
Seguì un silenzio carico di tensione ed attesa.
«Perché nessun altro riuscisse a creare quel mostro» spiegò Ash in tono greve.
S’interruppe un momento, prese fiato e si lanciò in una nuova spiegazione: «Secoli fa qualcuno riuscì a creare una Nìade che sterminò moltissimi shinigami come voi. Ne erano rimasti pochissimi ed i sopravvissuti vennero a rifugiarsi qui da noi. Qualcuno di voi, però, riuscì miracolosamente ad ucciderla e la vostra specie risorse, riconquistando la libertà. Fu dopo quel periodo che una persona si presentò qui e ci affidò il compito di proteggere quella pagina».
«Chi era?» domandò di getto Grell, interessato alla narrazione.
Angela scosse la testa e prese parola: «Non lo sappiamo. Venne avvolto in un mantello nero ed un cappuccio calato sul volto. Si presentò dicendo di possedere un compendio in cui erano annotate tutte le nozioni circa gli ibridi esistenti in tutto il mondo. Ed aveva anche notizie sulla Nìade, su come si creava e com’era possibile distruggerla. Di fronte ai nostri occhi strappò quella pagina e ce la diede, dicendo che “per nessun motivo quelle informazioni dovevano essere lette da nessuno, poiché il rischio per gli shinigami sarebbe stato altissimo e pagato con il sangue”».
Sembrava sconvolta dalle sue stesse memorie: le mani che teneva giunte sul seno erano scosse da fremiti violenti e ai lati dei suoi occhi cominciavano ad affacciarsi le prime lacrime.
«Avete detto che degli shinigami sono stati uccisi, bruciati come descritto nella pagina. Allora ciò significa che un’altra Nìade è stata creata in questi secoli. Dovete fermarla» sentenziò Ash.
«Come? Nel libro non è scritto come ucciderla» obiettò Will.
«La risposta che cercate è da un’altra parte, non qui» continuò l’angelo.
«Cioè?» incalzò Spears.
«Quando quell’uomo venne qui» interloquì la donna, cercando una fermezza in sé e nelle sue parole che non riusciva a trovare «Menzionò un altro libro, un quaderno di appunti. Disse che l’avrebbe tenuto con sé per sicurezza e che l’avrebbe ceduto solamente quando il Male avrebbe tentato nuovamente di distruggere la stirpe dei Demon Hunter».
Grell pestò un piede a terra, stizzito.
«È successo secoli fa! Come possiamo sapere chi abbia o dove sia quel quaderno?!» sbottò.
William non poté che trovarsi d’accordo con lui: senza alcun indizio circa l’identità dello shinigami che era stato lì non avevano in mano niente che potesse aiutarli a trovare l’ubicazione del manoscritto o un eventuale discendente che potesse averlo custodito.
«Siete sicuri di non aver visto niente di lui?» domandò di nuovo, risistemandosi per l’ennesima volta gli occhiali sul naso.
«No, niente: era completamente coperto» ribadì Ash.
«Anche se... ora che mi ci fate pensare, ho visto una parte del viso...» intervenne Angela, sovrappensiero.
I due shinigami fissarono la loro attenzione su di lei, la quale tacque qualche altro momento, poi annuì, per rafforzare la sua affermazione e proseguì: «Sì, ho intravisto la carnagione cinerea ed alcuni ciuffi di capelli d’un argento spento che sembravano cadergli davanti al volto coperto».
Vedendo l’espressione un po’ delusa che si era dipinta in viso a Grell aggiunse: «Mi spiace, so che non è molto, ma è tutto ciò che so dirvi a riguardo».
«Non importa» esclamò Spears, sistemandosi gli occhiali «Penseremo noi a trovarlo. Andiamo, Sutcliff» disse, facendo dietrofront per tornare da dove venivano. Lo shinigami rosso si affrettò a seguirlo per non rischiare di rimanere indietro.
«Un momento» li richiamò Ash.
I due Hunter si volsero in contemporanea a guardarlo.
«Se avete veramente intenzione di intervenire personalmente contro quella bestia, cercate qualcuno che possa aiutarvi. In due soli non potrete mai farcela»
«Grazie del consiglio, ma non era necessario» replicò gelido William, spostando gli occhiali sul naso con la punta della sua arma «Perché ci avevo già pensato io».
Detto ciò, si girò e si avviò, fianco a fianco con un Grell alquanto sorpreso per quell’affermazione: «Hai intenzione di coinvolgere veramente qualcun altro? Non bastiamo noi?».
«Non sono abituato a lavorare con così tanta gente intorno, ma devo, se voglio finire in fretta questo lavoro. E non ho intenzione di fare straordinari» sentenziò Spears.
«Aspettatemi, vi conduco all’uscita!» esclamò Angela, raggiungendoli e mettendosi alla guida del gruppetto.
«E a chi hai intenzione di chiedere?» chiese il Dio della Morte rosso, piegandosi curioso verso il compagno, lanciandogli un’occhiata interrogativa dal basso verso l’alto.
«L’unico altro con cui abbia mai lavorato...» fu la criptica risposta che ottenne.





Angolino autrice
Ecco - finalmente *^* - il settimo capitolo!
ò-ò spero di non aver fatto attendere molto >/////<
Ringrazio quanti hanno aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo chappy! ^^
F.D.
   
 
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