Non
voglio ricadere nell’ombra, non voglio mai più sentirmi
così e avere paura di non riuscire a venirne fuori, stavolta.
E soprattutto non voglio che Jake debba vivere di nuovo tutto questo,
non se lo merita.
Dopo la storia con Jeff, dopo che lui mi ha salvato da quello che ero
diventata, ogni tanto mi sveglio piangendo, dopo un incubo tremendo che
è sempre lo stesso. Una me più piccola e mezza anoressica
è in cucina e prova a suicidarsi. Arriva Jacob e prova a
fermarla, poi tende il braccio, proprio come è successo nella
realtà. Solo che questa volta vado fino in fondo e squarcio le
nostre vene, togliendo la vita anche a lui.
Leah Clearwater guarda fuori dalla finestra, e scopre che è sera.
La luce è grigiastra, le ombre lunghe, e l’onnipresente
rumore della pioggia sul tetto e la ghiaia del vialetto le farebbe
venire sonno, se solo non avesse già dormito per parecchie ore.
Dieci, stando al suo cellulare.
Incredibile, decisamente incredibile.
Ma non tanto quanto quello che è accaduto più di dieci ore fa.
Potrebbe pensare che si è trattato tutto di un sogno, ma Jacob
è ancora lì, nel suo lettone, e la blocca con un grosso
braccio caldo, impedendole di muoversi per paura di svegliarlo.
Sorridendo, Leah lo osserva dormire, e mentre lo guarda comincia a ricordare.
* * *
La
cucina è fastidiosamente inondata dalla luce, grigia eppure
incredibilmente vivida, che caratterizza la penisola di Olympia, quando
finalmente l’onnipresente cappa di pioggia si dirada per qualche
ora; e sotto quella luce Leah Clearwater imbocca il sentiero della
rinascita.
Sta medicando il polso del suo migliore amico, polso che è stata
lei stessa a ferire, e quella luce fredda le mostra chiaramente la sua
follia, e la profondità del baratro dentro il quale era
scivolata quasi senza accorgersene.
Quella che filtra dalle finestre non è la luce lusinghiera e
mutevole che il loro amico Paul ricrea per i suoi servizi fotografici,
sempre pronta ad esaltare i pregi e smorzare i difetti, ma quella di
una sala operatoria o di uno studio dentistico. Fredda, tagliente,
analitica. Decisamente non la migliore compagna che la possa aiutare a
ripercorrere serenamente le ultime tappe della sua vita. Ma forse
è meglio così, perché oramai ha abbondantemente
superato il ciglio, e ora deve solo decidere se schiantarsi in fondo al
burrone o decidere di risalire.
Le incertezze e i mezzi toni possono essere disastrosi, come ha già scoperto sulla sua pelle.
Infatti, nonostante la giovane età, Leah ha i suoi demoni;
mostri che si chiamano Tossicodipendenza, Anoressia e Depressione e che
si aggregano al caro e vecchio Abbandono, il più antico e fedele
dei suoi tormenti.
Anche il semplice suono del loro nome fa paura, e affrontarli da sola
è probabilmente una battaglia troppo impegnativa perché
una ragazzina impulsiva come lei possa sperare di vincere. Quei mostri
hanno trasformato gli ultimi tre mesi della sua vita in una vera e
propria caduta libera, da un grattacielo alto un chilometro dritta
contro un tappeto di schegge di vetro e rocce aguzze, ai diecimila
all’ora. E se quel salto è stato spiccato da una vivace
ragazzina di quattordici anni, che ha vissuto il volo e la caduta come
un’Estasi senza fine, il rovinoso impatto al suolo l’ha
assorbito una quasi quindicenne piena di problemi, e l’ha
lasciata squarciata e mezza morta. Troppo debole per reagire ma non
abbastanza per risultare poco interessante a quei mostri, che hanno
continuato a torturarla senza sosta.
Ora, mentre le sue mani scivolano sul sangue di Jacob, finalmente Leah
ha trovato la forza che cercava, e riesce a vedere le cose per come
sono e come erano realmente, anche se è troppo tardi.
Alcune cose non possono tornare indietro, le ha sacrificate con troppa
leggerezza, distratta dalle apparenze, e ora ne sente la mancanza.
La sua verginità è solo una delle tante, la prima che le
viene in mente in questo momento, e la sua non è tanto nostalgia
fisica, ma mentale. Non aveva mai considerato l’idea di rimanere
casta e pura sino al matrimonio, ma era sempre stata sicura del fatto
che la sua prima volta sarebbe accaduta perché lo voleva lei.
Invece ora si rende conto di essere stata totalmente condizionata e
mossa a piacere da altre cose e altre persone. Leah Clearwater, la
ragazzina più indomita e ribelle della riserva, si era lasciata
ammansire e domare. E quel che è peggio è che aveva
continuato a considerare quella infinita tortura come una meravigliosa
fiaba, sacrificando ad essa tutto ciò che aveva. O quasi.
Leah Clearwater sospira, e si accorge di essere scoppiata a piangere
solo quando il suo migliore amico la schiaccia contro il suo petto con
un abbraccio da orso, e lei sente l’umidità diffondersi
tra le fibre del cotone della sua maglietta e la sua guancia.
Jacob
non parla molto ma è sempre al suo fianco, incrollabile, e la
tira immancabilmente fuori da tutti i suoi casini, grossi e piccoli.
Lui è davvero l’unica persona nella quale Leah confidi e
creda ciecamente, l’unico che la sa capire anche e soprattutto
quando è lei la prima a non sapere ciò che vuole e quel
di cui ha bisogno. E quindi adesso la prende in braccio e la culla
dolcemente, accarezzandole i capelli e mormorando.
La sua voce è troppo soffusa per essere chiara, eppure il senso
di quello che vuole dire arriva al cuore di Leah, ed è un
balsamo fresco per le sue tremende ferite.
Jacob è qui, è al suo fianco, e ci sarà sempre. Tanto basta.
Il ragazzo indio, che solo quando tratta con lei è sempre
incredibilmente paziente, non le fa fretta, non le chiede ogni due
secondi se la crisi è passata e se va tutto meglio, la culla e
aspetta che il suo affetto per lei faccia ciò che può, e
le arrivi al cuore, mostrandole quanto lei sia importante per lui. E
quando, dopo un bel po’ di tempo, Leah smette finalmente di
singhiozzare, lui la solleva e la porta su.
Entra nella stanza, la stende sul letto e, quando lei stringe
spasmodicamente le mani alla stoffa della sua maglietta bianca,
sorride, allenta con dolcezza la presa delle dita e si stende accanto a
lei, fronte contro fronte, mani intrecciate e occhi negli occhi.
La faccia di Leah è smunta e scavata, e tutto attorno agli occhi
ha un tremendo pasticcio lacrime e trucco colato, ma il suo sguardo
ridà a Jacob la speranza.
Nei suoi strani occhi giallini non c’è più
quell’espressione tremenda di dolore e folle risolutezza, ma la
luce acuta e sarcastica alla quale era abituato mesi e mesi fa. Gli
sembra troppo bello per essere vero, e la paura che sia tutto un sogno
lo divora. In fondo, sa benissimo di essersi spinto quasi oltre il suo
limite fisico e mentale per seguirla, e ha paura che la sua mente gli
abbia giocato un brutto tiro.
Leah, che non sa cosa vuole ma capisce Jacob meglio di chiunque altro
al mondo, lo accoglie tra le sue braccia, e lo accarezza dolcemente,
piangendo, scusandosi e rassicurandolo. Gli assicura che ora ha capito,
che non rifarà mai più una cosa del genere e che è
stata una pazza che non merita la sua comprensione.
Jacob ascolta, ma non cede e, soprattutto, non riesce e credere.
Le parole per lui sono inutili, lui vuole i fatti e, nelle condizioni in cui si trova adesso, solo i fatti possono convincerlo.
Leah è mezza anoressica, e le sue braccia sono ulteriormente
indebolite dagli innumerevoli aghi che le hanno regalato lo sballo in
questi ultimi mesi; ma quando si stringono attorno al corpo del suo
amico, per proteggerlo e rassicurarlo, sono forti e salde.
Il suo cuore, oltre al sangue, pompa nelle sue vene un qualcosa di
strano e misterioso che la riempie di forza e determinazione. Lei
farà tutto per
lui, sarà al suo fianco per sempre, in ogni modo possibile.
Perché è il suo dovere, perché lo ha giurato sulla
tomba di quella che considera la sua unica e vera madre.
E soprattutto perché lo ama.
Sì, lo ama, nel senso più completo ed assoluto del termine, e si domanda come possa non essersene accorta prima.
Il ricordo dei sentimenti che provava per il suo precedente fidanzatino e, soprattutto, per Jeff sbiadiscono al confronto di quello che sente per il suo Jake.
É una cosa che va oltre l’amore filiale, l’amicizia,
il sesso. Morirebbe per lui. Vivrebbe con lui. Per sempre, giorno dopo
giorno.
Leah lascia perdere le parole e i discorsi.
Prende dolcemente il viso di Jacob tra le mani e posa sulle sue labbra
un semplice bacio. Niente di violento, niente di provocante. Un bacio
sincero ed innamorato, probabilmente il suo primo vero Bacio.
E Jacob, dopo aver spalancato gli occhi per un attimo, sembra capire e
risponde in maniera impacciata, dolce e semplicemente perfetta.
Intreccia le sue mani con quelle della sua amica e, usando tutte le cure del caso, la sposta delicatamente sotto di lui.
Continuano a baciarsi, senza parlare o sciogliere le mani. Per capirsi bastano i sorrisi, gli sguardi, i sospiri.
Leah capisce che lo desidera.
Jacob si rende conto di non volere altro.
E come le gocce di pioggia si uniscono all’aria e, dopo la
caduta, alla terra, così Leah si fonde a Jacob, e lui si
scioglie in lei.
I due cari e vecchi amici si accarezzano, si baciano, si amano e creano
assieme qualcosa. Non una nuova vita, ma redini per imbrigliare quella
vecchia.
Creano consapevolezza, senso del dovere. Appartenenza, accettazione, e soprattutto comprensione.
Questa è la loro unica notte, e lo sanno entrambi. Sanno e
capiscono che è giusto così e che non possono chiedere di
più, e quindi se la godono appieno, non sprecando neppure un
istante. Danzano sotto la loro musica, corrono al loro ritmo, muoiono e
rinascono assieme. Più maturi, più forti, più
uniti.
Eppure sono ancora ragazzi, e ancora amici. E lo saranno per sempre. Saranno davvero grandi amici.
* * *
La
pioggia cessa, e Leah apre gli occhi, distogliendosi dai suoi ricordi.
Il suo sguardo si posa su Jacob, e poi sulla sveglia. Le lancette ora
segnano quasi la mezzanotte. Cercando di prendere sonno, osserva i
numeri scorrere lenti.
E quando il 17 Febbraio sfuma nel 18, Leah capisce di essere davvero rinata.
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sperando davvero con tutto il cuore che ti piaccia <3