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Autore: londra555    26/08/2011    5 recensioni
Quattro anni dopo il liceo. Protagoniste sempre Santana e Brittany quello che è successo dopo il diploma.
In un certo senso il seguito di "more than words".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: pubblico subito il capitolo nuovo spinta dalle vostre recensioni e per evitare rappresaglie di willow! Grazie a tutti!

 

CAPITOLO 9

 

Il taxi correva veloce tra le strade stranamente poco trafficate. Santana aprì gli occhi per guardare che ora fosse. Sperava di arrivare in fretta, il cambio di fuso orario e lo stress emozionale accumulato iniziavano a passarle fattura. Avrebbe voluto trovare un posto tranquillo per dormire almeno un giorno intero, ma sapeva che i suoi problemi non sarebbero spariti. Perciò aveva deciso di affrontarli direttamente, senza darsi tregua e ovviamente c'era solo una persona che volesse vedere in quel momento. Il taxi accostò davanti alla casa e Santana scese pagando il taxista e salutandolo gentilmente. Poi si diresse verso la porta e suonò il campanelo, poggiò la fronte sul legno pregando tra se e se fa che sia in casa, fa che sia in casa. Dopo alcuni minuti si arrese all'evidenza: non c'era. Prese il telefono e digitò il numero di Kurt, aveva assoluto bisogno di parlargli, non poteva più aspettare. Ma prima che il ragazzo potesse rispondere una voce la fece sussultare.

-A quest'ora non è mai in casa.

Santana sollevò lo sguardo e lo incrociò con quello di un giovane che usciva dalla porta vicina.

-Già, vedo.

-Posso farle una domanda?

-Si e dammi pure del tu, mi pare che abbiamo la stessa età.

-Bene. Tu sei Santana?

Lei lo guardò con fare sospettoso, era sicura di non averlo mai visto prima.

-Si, ci conosciamo?

Il viso del giovane si aprì in un ampio sorriso.

-Io sono J.D., vicino di casa e amico di Brittany. Tu non mi conosci ma io praticamente si.

-Cosa vuoi dire?

-Brit appena può parla di te. E ti ho riconsciuta dalle foto che ha in casa. Certo eravate più giovani ma tutto sommato non sei cambiata molto.

-Parla di me?

-Continuamente. Anche se sempre con un sorriso triste. Sai speravo di vederti qui un giorno o l'altro.

-Dov'è adesso?

-Ha le prove in teatro. Aspetta, prendo un altro casco e ti porto io.

 

 

Appena arrivati davanti al teatro Santana scese dalla moto e riconsegnò il casco a J.D.

-Grazie del passaggio.

-Figurati, in bocca al lupo. Spero di vederti presto- gli rispose facendo l'occhiolino e ripartendo.

Santana si diresse verso l'ingresso del teatro dove fu immediatamente bloccata da un omone in giacca e cravatta.

-Dove crede di andare signorina?

-Devo vedere Brittany Pierce.

L'uomo rise prima di risponderle.

-Sono prove a porte chiuse.

-Senti scimmione è meglio che ti sposti. Tu non sai da dove vengo io.

L'uomo sollevò un sopraciglio con aria scettica.

-Vuole che finga di essermi spaventato?

-Basta che mi fai passare.

-Senta, le prove finiranno in quindici minuti. Se veramente deve vedere la signorina Pierce è meglio che l'aspetti qui, non posso davvero farla passare.

-Non è che c'è un uscita secondaria?

-Lei ha visto troppi film.

Così Santana uscì dal teatro sperando vivamente che quella sottospecie di primate non le avesse mentito. All'inizio camminò avanti e indietro, poi decise di sedersi su una panchina esattamente dalla parte opposta della strada. Aveva gli occhi chiusi cercando di fare mente locale per prepararsi un discorso che avesse un minimo di senso logico. Ci rinunciò quasi subito. Poi, dopo diverso tempo, sentì delle voci che provenivano dall'ingresso del teatro e la vide mentre scherzava con alcuni colleghi. Santana si alzò lentamente tenendo lo sguardo fisso sul volto sorridente della ballerina. A un certo punto quest'ultima si voltò e il suo sorriso si spense immediatamente. Questo non promette nulla di buono, riuscì a pensare solo Santana prima di rivolgersi a lei.

-Ciao.

Brittany la guardò per alcuni interminabili istanti senza dire niente. Poi un suo collega le si avvicinò e le disse:

-Noi andiamo al ristorante. Ci vediamo li?

-Si, cinque minuti e arrivo.

Nemmeno questo promette bene, continuava a pensare Santana. Quando furono da sole Brittany finalmente parlò.

-Cosa vuoi?

Tutte le frasi che aveva provato e riprovato si cancellarono immediatamente dalla sua testa, alla fine disse solo:

-Sono venuta a prenderti.

L'altra piegò leggermente il capo mentre la guardava con una delle sue espressioni indecifrabili, non sorrideva, il suo corpo non dava nessun indizio di ciò che le passava per la testa.

-Credo che sia troppo tardi.

Santana incredibilmente piegò le labbra in un sorriso ironico.

-Lo so perfettamente.

-Bene, allora devo andare adesso. Mi aspettano.

Mentre si voltava per raggiungere la sua auto parcheggiata poco distante Santana proseguì.

-So che è tardi. Ma questa volta non ti lascio andare.

Brittany si voltò incuriosita.

-Non dipende da te, non più. Questa volta la decisione è solo mia. Non ti darò altre opportunità. Questo è un addio.

Santana continuava a sorridere mentre la guardava.

-Un adiós no es despedida, por mucho que tu me digas, si laten dos corazones. Ti dico cosa farò. Domani torno a New York e preparo il mio trasferimento qui. Credo che mi accetteranno senza problemi nell'università. Poi mi troverò un piccolo appartamento vicino a casa tua e ti riconquisterò, anche se mi ci volessero anni perchè la mia vita senza di te non ha senso.

Brittany la guardava cercando di mantenersi seria anche se l'altra aveva visto un piccolo piegarsi delle labbra in un sorriso appena accennato ma subito bloccato.

-Chi ti dice che il mio cuore batte ancora con il tuo?

-Da quando capisci lo spagnolo?

Santana fece alcuni passi per avvicinarsi un po'.

-L'ho studiato in questi anni. Quindi ti trasferiresti qui per me?

Brittany finalmente stava sorridendo ma c'era qualcosa di strano. Non sembrava compiaciuta, più che altro si sarebbe potuto definire un sorriso divertito.

-Arrivo il prima possibile.

-Hai un posto dove stare stanotte?

-Troverò un albergo.

La bionda manteneva un espressione divertita, poi finse di pensare a qualcosa e le disse:

-A casa mia c'è un divano. Ti accontenti?

-Qualunque cosa per starti vicina.

La seguì verso l'auto. Il viaggio fu molto silenzioso. Brittany guidava con quell'espressione divertita mentre Santana fingeva di guardare il paesaggio ma, ogni pochi secondi, buttava un'occhiata a lei domandandosi se, magari, la stesse prendendo in giro. Poi scacciò quell'idea, sapeva che non avrebbe mai potuto farle del male.

  
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