Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Ricorda la storia  |       
Autore: Stukas are Coming    27/08/2011    2 recensioni
Amando da matti The Grudge,non potevo non riorganizzarla un po' a modo mio. E' una storia del tutto indipendente dalla prima e dal suo seguito. Come vedrete i TH e Tom in particolare ci sono sempre, ovvio, ma... In un altra ambientazione.
I luoghi dove sono accaduti fatti di sangue spesso sono maledetti... E chi ci è morto non riposa in pace.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Indietro! Via dalla mia vista, ti nasconda la terra! Senza midollo sono le tue ossa; freddo è il tuo sangue; non c' è vista in quegli occhi fissi !

Via, ombra orribile, beffa incorporea: via !

(W. Shakespeare, Macbeth)

 

 

Dell' Oceano lo spirto invoca,

Sorgi, tempesta !

I flutti si alzan, schiuman le spire [...] .

Sta delle nubi nell' ombra avvolto il Terrore, e trama sventure.

Appare vago, scompare, ombra di Morte,

quando s' insinua nel buio del sepolcro, e silente cova nascosto,

viene il suo spettro! L' invoca! Ascolta, eccone il grido !

(Ann Radcliffe, L' italiano o il confessionale dei Penitenti neri)

 

 

 

Egli era un feroce, maligno demone: nelle sue funeste profondità l' inferno non ne contiene uno peggiore: aguzzato di [...] rancore e rabbia: d' ogni uomo, buono o cattivo, il nemico.

(Matthew G. Lewis, Il monaco)

 

 

 

 

 

 

1

Le donne hanno sempre la peggio, ne sono fermamente convinta. Gli uomini devono sempre vincere, noi sottostare. Proverei a ribellarmi, ma ha dalla sua la paura. E' un bastone al quale non succede nessuna carota.

Avendo una bambina, poi, non oso fare nulla. Sono sicura non provi niente per Alma, anche se è un angioletto.

Quando sposai Claudio pareva così gentile, buono... Ma è solo una delle trappole che i maschi come lui tendono a donne ingenue come me; cercava una serva da maltrattare e l' ha trovata.

Negli ultimi tempi è sempre peggio. Mi ha picchiata non so quante volte e si gira sempre più spesso contro Alma, uno scriccioletto dai lunghi capelli neri come i miei. E' furbo, Claudio: sa che temo per la bambina e usa il mio timore per farmi ciò che gli pare e piace. Non so di preciso se ho fatto qualcosa che gli ha scatenato l' istinto di dominazione, so che ora la situazione è questa.

Sta davvero esagerando, e ho sempre più paura. Ma quando il terrore sale, sale anche l' ingegno atto a tentare di fuggire dal luogo dove si svolgono i fatti.

Ho nascosto, appiccicandoli sotto un oggetto non meglio identificato di ceramica che mi regalò mia madre, due biglietti aerei per andarcene da qui, Alma e me.

La rabbia verso Claudio mi acceca. Non sarò certo l' unica con un marito violento, ma in questi momenti mi sento addosso tanta ingiustizia che pare sia la sola donna al mondo vittima di tale sofferenza.

Ho già preparato i bagagli celandoli dentro l' armadio, partiremo domani mattina. Mi recherò come al solito al lavoro, accompagnerò la bambina alle elementari e poi puff, scomparse entrambe ! Che si fotta, quel porco.

La sera scende cupa e nuvolosa, e lui è più nevrotico del solito.

Ad un certo punto per sbaglio gli faccio cadere gli occhiali -orrendi- dal tavolino e mi strattona per mezzo salotto tirandomi i capelli. Lo farai ancora per poco, caro.

La cosa che mi inquieta è che ha iniziato una collezione di coltelli. Coltelli estremamente affilati. Davvero non capisco il perchè di tutto questo.

Ordina del caffè è quando arriva ad ebollizione mi immagino versarglielo in faccia e bruciargliela, vederla chiazzarsi di rosso brillante. E poi spaccargli la testa a colpi di moka, a dir poco esilarante.

Dopo cena si posteggia sul divano a guardare il calcio e io corro su aprendo la camera di Alma. Mi precipito da lei e le appoggio le mani sulle spalle.

<< Tesoro, domani faremo un viaggio, un bel viaggio. Ce ne andremo da qua. >>

<< Viene anche papà ? >>

<< No. Lui no. >>

<< Quanto staremo via ? >>

A sei anni è una tritadomande. Mi blocco, non sapendo se dirle la verità o meno.

<< Molto. Tutta la vita. >>

Sospiro infine. Lei pare sollevata e mi sento meglio anch' io.

<< Che bello ! Così non litigherete più ! >>

Le sorrido, sapendo di ghignare come uno squalo.

<< Certo che no. Ma devi promettermi che non dirai niente, proprio niente. Non ci lascerebbe partire... Lo sai. >>

<< Si >>

Afferma solennemente.

<< Bene, allora acqua in bocca. >>

Torno giù e, facendo finta di nulla, riordino il tavolo.

<< Domani ce ne andiamo >>

Esclama lui di colpo e sobbalzo, rischiando di far cascare il piattino.

<< Co... Cosa ? >>

<< Sei sorda ? Hai le orecchie piene di merda ? Ho detto che andiamo nella casa lassù >>

Deglutisco, scioccata. Abbiamo una seconda casetta in una località turistica famosa, ce l' ha lasciata mia madre che era originaria di là.

<< Bene. >>

Riesco a dire, la gola come foderata di flanella.

<< Certo che è bene >>

Commenta prima di tornare a seguire la partita.

Cazzo, cazzo, cazzo. Perfetto. Potrei fingermi malata, ma mi trascinerebbe anche attaccandomi al paraurti della macchina. Quando Claudio parla, tutto è già fatto.

Forse è meglio, potrete scappare nel bosco, che ne dici Giulia ? Bisbiglia una vocina. Già, è vero.

Non male.

 

 

Il viaggio è durato quattro ore, e la vista delle piccole casette con i monti dietro mi fa stare sempre un po' meglio.

L' armadio è occupato per tre quarti delle sue cose, ma ci faccio meno caso. Esco fuori per una boccata d' aria sedendomi su una vecchia sedia vicina all' entrata e mi rilasso lievemente.

Credo si sia portato dietro alcuni dei suoi coltelli perchè sento dei rumori metallici dalla finestra di camera nostra. Il cuore fa due palpiti più veloci.

<< Vieni a preparare il pranzo, donna ! >>

Grida da dentro e, con un sospiro, eseguo come un robot i suoi ordini.

Per sicurezza mi sono portata dietro i due biglietti, infilati dentro alla bustina dei trucchi dove non ha mai messo le sue mani da porco. Disprezza gli oggetti femminili, come disprezza le donne in genere.

Il pranzo si consuma come al solito in silenzio, aspettando che lui parli e subito rispondergli con cortesia.

<< Vado un attimo al cesso. Ho un cazzo di raffreddore >>

Annuncia con grazia poi, alzandosi e camminando come un gorilla fino alla porta del bagno. Alma mi guarda di sottecchi, nervosa. Mi poso un dito sulle labbra e annuisce.

Finisco di mangiare, sparecchio e mi domando quanto ci stia là dentro.

Quando esce, un terrore nero mi piomba addosso come un treno.

E' stranamente calmo, tranquillo quasi.

In una mano ha i miei biglietti... Nell' altra un coltello. Riconosco il suo preferito, con una seghettatura da bocca di piranha.

Rimango immobilizzata senza osare muovere un muscolo.

<< E questi ? >>

Chiede sollevando i due pezzi di carta, dopo un silenzio interminabile. Rimango muta, deglutendo all' impazzata e sentendomi gocce fredde di sudore sulle tempie.

<< Volevate scappare, eh ? Carine. Ma vi ho beccate. Cucù ! >>

Fa uno scatto del braccio e mi sfugge un gridolino. Mi fa il verso.

<< Uuuh! Uuuh! Aiuto, il papà cattivone ! Mi spiace non ci sia anche il posto per me. Ma ora non ci sarà neanche il vostro. >>

Detto questo si avventa brandendo il coltello su di me e strillo tanto forte da farmi male ai timpani, cercando di correre al piano di sopra dalla bambina. Lui continua a urlare “cucù! Cucù!” e mi pare impazzito. Magari lo è sempre stato.

Le scale sembrano l' Everest, non finiscono mai ed è vicinissimo.

Riesco ad aprire, sempre urlando, la porta della cameretta di Alma vedendola accucciata sul letto a coprirsi le orecchie ma una mano mi cala sul collo stringendolo. Il mio grido scema di colpo, ripreso dalla bimba.

<< Piccola troia. Piccola, piccola troia. Te lo faccio fare io il viaggio. >>

Qualcosa di freddo mi entra dentro poco sotto la scapola e strillo, poi lo sento da un' altra parte, e ancora, e ancora.

Il mondo diventa grigio, poi nero.

Le ultime cose che sento sono i suoi passi, le grida della bambina e infine un' infinità di tonfi. Sono identici a quelli che produceva il coltello a contatto con il mio corpo, come pugnalare l' imbottitura di divano, mi dico.

Un' ultima esplosione immensa, bestiale, accecante di rabbia, poi svanisce tutto.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Stukas are Coming