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Autore: Myu_chan    27/08/2011    1 recensioni
Nelle strade della città di Osaka, si aggira una misteriosa organizzazione che ha il compito e il dovere di proteggere i suoi abitanti dai mostri che la popolano.
Solo perchè non li vedete, non vuol dire che non esistano.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sulla città di Osaka era scesa una notte silenziosa e carica di mistero: le stelle, che spesso brillavano ardenti nel cielo, quella sera erano invece ricoperte da uno strato di nuvole grigie e cupe, come pronte a scagliare lampi e tuoni.
Ma nel silenzio di quel momento si stava svolgendo uno scontro assai particolare.
… …  
Nonostante la brutta ferita alla gamba il mostro riusciva ancora a muoversi e trascinandosi dietro l’arto ferito stava ripensando allo scontro di poco fa: non avrebbe mai immaginato che un essere umano, per di più una femmina, potesse avere una potenza del genere, ma quella non era una ragazza normale, l’aveva notato da quando con una tranquillità assai sconcertante gli si era avvicinato senza la minima preoccupazione.
Si stupiva addirittura che fosse riuscita a localizzarlo nonostante avesse attivato la sua barriera protettiva che gli permetteva di mischiarsi tra gli esseri umani senza destare nessun sospetto.
 
Adesso però non aveva tempo da perdere: doveva trovare in fretta un rifugio o quella maledetta ragazzina lo avrebbe trovato per poi farlo fuori senza esitazioni; così con vari sforzi continuò a camminare, mugugnando di dolore.
… …
Era quasi l’alba, ma nonostante l’ora la ragazza si sentiva sveglia e piena di adrenalina, voleva assolutamente terminare la missione il più presto possibile per tornare a dormire nel proprio letto.
Per la precisione ci sarebbe dovuta andare almeno 10 minuti fa, ma purtroppo i suoi compagni si erano lasciati scappare il mostro che avevano inseguito per tutta la notte e che solo qualche momento fa erano riusciti ad acchiappar e adesso doveva perdere altro prezioso tempo per ritrovarlo: così dopo aver osservato la città da sopra il tetto di un palazzo di trenta piani, si lanciò nel vuoto e atterrò con agilità silenziosa sull’asfalto della strada.
Dopo di che prese a seguire la scia di sangue che il mostro aveva lasciato: d’altronde non c’era da stupirsi che ne stesse perdendo a fiotti, infondo poco prima l’aveva colpito con il suo pugnale ad una delle gambe, squarciando la pelle dura come l’acciaio.
Mentre si perdeva nei suoi pensieri non si accorse che le impronte erano sparite e dovette ritornare indietro a cercale; arrivò ad un incrocio, ma la situazione era molto strana: il mostro non poteva fare né salti né volare, ma all’improvviso le macchie di sangue erano svanite come se si fosse dissolto nel nulla.
Stava per chiamare i suoi compagni alla radio, quando vide un movimento dietro la propria schiena e fece appena in tempo a girarsi che un altro essere mostruoso l’attaccò con delle lame di ferro.
Agile scartò di lato, saltò sul tetto più vicino e si mise ad osservare la creatura apparsa davanti a lei; assomigliava in un certo qual modo al mostro a cui dava la caccia, ma era molto diverso: possedeva un corpo snello e muscoloso, di un colore indefinibile vista la poca luce, le braccia erano umane fino ai gomiti per poi assottigliarsi fino a diventare delle lame affilate, i piedi, anch’essi umani, terminavano con le stesse lame e  sulla schiena stavano tranquille delle ali molto piccole e piegate su se stesse.
Infine il viso era abbastanza particolare: i lineamenti erano quelli di un uomo, ma dalla bocca fuoriuscivano delle zanne, gli occhi erano dilatati, quasi uniti a formare un occhio soltanto e, al posto delle orecchie possedeva delle corna che terminavano con delle specie di foglie, anch’esse affilate.
Non che fosse qualcosa di straordinario; certo sembrava molto più forte di prima, me lei non avrebbe avuto problemi.
Anche il mostro la stava osservando con un certo interesse, ma non riusciva a decifrare la luce che risplendeva nei suoi occhi.
Aveva ancora qualche dubbio su chi fosse così senza peli sulla lingua espose il suo dubbio.
 “Senti un po’, per caso tu sei il mostro che poco fa ho ferito?”, come risposta ricevette solo un sorriso crudele e dopo qualche secondo l’essere sparì dalla sua vista.
 
“Credo che lo prenderò per un si.”
Sorpresa la ragazza si guardò in giro, ma non riusciva a percepire nessun movimento e mentre continuava a guardarsi intorno, sentii una risatina, seguita a ruota da una voce: “Adesso morirai, soffrirai e non riuscirai a respingere neppure un mio attacco.”
E giù un’altra risata che sarebbe dovuta risultare minacciosa, ma che la ragazza trovava assolutamente irritante.
“Se credi davvero di spaventarmi, stai facendo un grosso errore; solo perché non riesco a vederti non vuol dire che riuscirai a sconfiggermi.”, rispose lei di rimando; sapeva benissimoche era in svantaggio, per batterlo doveva solo trovarlo e poi sarebbe stato un gioco da ragazzi.
Stava aspettando un qualsiasi rumore, quando all’improvviso un vortice la circondò annebbiandole la vista, la polvere e le piccole pietre le entravano negli occhi, quindi li chiuse e cercò di ascoltare con gli altri sensi.
All’improvviso dietro di lei sentii della ghiaia che veniva raschiata sull’asfalto e con un movimento fluido del braccio prese il pugnale, girò su se stessa e colpì con forza, affondando la lama nella carne.
Non sapeva bene dove l’avesse ferito, ma poco importava; a lei bastava semplicemente che quel dannato vento la smettesse subito di soffiare, così da potersi concentrare più facilmente sulla sua preda.
Come se qualcuno avesse ascoltato la sua richiesta, il vortice scomparve lentamente lasciandole in bocca il sapore, quasi ferroso, di terra.
Con estrema lentezza aprii gli occhi.
Quello che vide le diede una grande soddisfazione: il mostro che qualche minuto prima si era definito invincibile, stava strisciano lungo la strada con la speranza di riuscire ad allontanarsi il più possibile, ma la ragazza non glielo permise.
Lentamente gli si avvicinò e con estrema tranquillità gli conficcò il pugnale in un arto inchiodandolo sul posto.
Un sorriso ironico spuntò sul volto della guerriera nel vedere quella patetica scena, infondo si era aspettata di meglio da un colosso che possedeva sul proprio corpo più lame di un fabbro, ma che ci vuoi fare, la vita è fatta di delusioni, no?
Con passi misurati si portò di fronte al viso della creatura, che continuava a piagnucolare, ma non ebbero nessun effetto: con un colpo forte e sicuro il piede della ragazza fracassò il cranio del mostro, uccidendolo.
Stette ad osservarlo ancora per qualche istante, poi chiamò i suoi compagni, che dopo averla raggiunta con una grossa jeep caricarono su il corpo.
Mentre loro portavano la creatura nel laboratorio, lei s’incamminò lungo la via che l’avrebbe riportata finalmente a casa propria, illuminata dai raggi nuovi del sole.
  
  
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