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Autore: xela182    27/08/2011    2 recensioni
Storia scritta per il Contest "Uno per tutti: un giorno per iniziare, un filmato per ricordare e un disegno..." di Acciofanfiction
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sibilla Cooman | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Storia scritta per il Contest "Uno per tutti: un giorno per iniziare, un filmato per ricordare e un disegno..." indetto su Acciofanfiction.

La storia si divide in tre capitoli, l'ultimo dei quali è una drabble AU.

 
 
Questo capitolo si riconduce al "Prigioniero di Azkaban" e alcune considerazioni fatte a proposito di Remus Lupin da una sua collega...

 
    Un giorno, a Hogwarts
 
    

Remus Lupin


 
“Ma dov’è il caro professor Lupin?”

“Se vuoi proprio saperlo, Minerva, il povero professor Lupin non resterà fra noi molto a lungo […]. È fuggito via quando mi sono offerta di guardare il suo futuro dentro la sfera di cristallo”

(da “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”)

 

Hogwarts 1993

 

Sette anni di scuola, sette anni di scorribande con i Malandrini, non erano riusciti a fargli salire le scricchiolanti scale di quella torre; c’erano voluti sette giorni di insistenza da parte di una stranamente ironica e ambigua Minerva McGranitt per convincerlo.

Aveva fatto il suo ingresso nell’aula di Divinazione da pochi minuti e gli incensi della stanza gli stavano già provocando un principio di mal di stomaco, la luce soffusa e scarlatta gli bruciava gli occhi e per il caldo opprimente non faceva altro che allentarsi la cravatta, come fosse un tic.

 

Lupin era seduto ad uno dei graziosi tavolini destinati agli studenti, insofferente come stesse aspettando la luna piena, mentre un’affaccendata Sibilla Cooman stava preparando il the.

Con un trillo, che Lupin suppose fosse di soddisfazione, la donna si avvicinò al tavolo, facendo tintinnare i numerosi ninnoli che aveva al collo e alle braccia e delicatamente posò le tazze sul tavolo, aprendo il volto in un sorriso smagliante.

- Professor Lupin, - iniziò estasiata prendendogli la mano destra fra le sue – È un’immensa gioia fare la sua conoscenza…

- Sibilla, - la interruppe lui, cercando di ritirare la mano, invano – Diamoci del tu… siamo colleghi.

- Oh, ma è stato davvero garbato da parte tua recarti in questo lato remoto del castello affinchè io potessi conoscerti!

I grandi occhi della strega, ingigantiti dalle lenti spesse, indussero Lupin ad arretrare un poco.

- Non è un problema, Sibilla, davvero… e se, ehm, – tossichiò occhieggiando la mano – Potessi riavere la mia mano…

La donna seguì il suo sguardo, stupendosi forse lei stessa di avere ancora tra le dita quelle di Lupin, ma non accennò a lasciarle andare, prendendo ad accarezzarle; Lupin smise di tirare il braccio, per non sembrare scortese e Sibilla gli girò dolcemente la mano a palmo in su, avvicinandosi per leggerla.

- Possiedi una bellissima mano! Argomenta assai della tua vita! La sensibilità del mio Occhio Interiore mi consente di discernere… uno sposalizio!

Lupin quasi saltò dalla sedia; era una maschera di cera, sentiva il colletto della camicia inzupparsi di sudore e improvvisamente ebbe un moto di invidia per Harry Potter alle prese con il gramo, pochi giorni prima, in quella stessa aula.

- È una donna! – annunciò ancora la strega.

Lupin non potè trattenersi dal farle un eloquente gesto con l’arto libero, ma lei parve non accorgerse, come non aveva notato l’effetto delle sue predizioni.

- Ed è molto giovane. Percepisco anche del rosa, ti delizia quella tinta, caro?

Il licantropo fece per risponderle, quando con uno balzo improvviso, Sibilla Cooman gli si gettò tra le braccia.

Gli posò una mano sulla spalle, mentre con l’altra gli circondò il collo.

- Potrei essere più precisa se solo mi consentissi di adoperare la sfera di cristallo…

Lupin scattò in piedi come caricato a molla, affrettandosi a guadagnare l’uscita.

- Magari un’altra volta, Sibilla. Devo proprio andare… Hagrid ha bisogno di una consulenza per il suo nuovo allevamento di… non so bene cosa, ha dei problemi con dei particolari tipi di zecche, a presto!

Spalancò in fretta la botola e a grande velocità discese le scale; in un attimo fu fuori dal castello, ma la distanza con la Cooman gli sembrava troppo poca, così a passo lesto si allontanò, senza una meta precisa.

Si trovò ben presto nella stretta strada che conduceva ad Hogsmeade; trasse un lungo sospiro guardandosi indietro col timore di essere seguito.

Non vide nessuno, ma ugualmente un brivido gli percorse la schiena: “È proprio come dice Hagrid, - pensò - A volte liberarsi dai parassiti è quasi impossibile!”.

Proseguì verso il paese, gettando di tanto in tanto uno sguardo dietro di sé e accellerando il passo ogni volta che la voce della Cooman gli rimbalzava nelle orecchie.

Girò l’angolo dopo l’Ufficio Postale e in un lampo si ritrovò dolorante a terra.

Quando alzò gli occhi vide una ragazza dai capelli corti di una profonda tonalità di blu, semisdraiata sul marciapiede che si massaggiava il ginocchio con una smorfia dipinta sul viso.

Lupin si alzò immediatamente e le tese una mano per aiutarla.

- Wotcher, ragazzo! Non guardi mai dove cammini? – chiese lei afferrandola.

- Ma io veramente…

- Senti, starei anche a chiacchierare volentieri con te, ma Malocchio mi ucciderà se arrivò di nuovo in ritardo! Ciao!

Improvvisa com’era comparsa se ne andò, lasciando Lupin da solo nel vicolo con la mano ancora tesa.

 

*****

 

Rischiando di inciampare un paio di volte a causa della strada ciottolosa, la ragazza arrivò nei pressi di Mielandia, dove ufficialmente si fermò per riprendere fiato e ufficiosamente per sbirciare la vetrina; il riflesso che questa le rimandò però, non le piacque affatto.

- Acciderbola! Ancora questo blu terrore! – esclamò storcendo il naso. Si concentrò un istante chiudendo gli occhi e quando li riaprì i capelli erano di uno sgargiante rosa cicca.

Non fece in tempo a congratularsi con se stessa, che un urlo alle sue spalle li fece tornare com’erano prima.

- Ninfadora Tonks!!

Si girò lentamente verso la fonte del ruggito, con ancora la testa incassata nelle spalle, mentre il famigerato Alastor Moody si avvicinava con lo sguardo (quello dato dall’occhio sano) minaccioso, il volto paonazzo, trasfigurato dalla rabbia e un grosso tomo che brandiva pericolosamente verso la testa della ragazza.

- Oh, Malocchio, sei già qui? – domandò cantalenando la ragazza, fingendo nonchalance.

In tutta risposta Moody le lanciò il volume addosso che la fece traballare qualche secondo.

- Mmm, che lettura interessante!  - ridacchiò una volta riacquistato l’equilibrio - “Delle Magie Fetide e Putridissime”… dev’essere bello, ma mi raccomando: non raccontarmi come va a finire, eh?

Moody ignorò la battuta e riprese a camminare lesto, per quanto il suo stato consentisse.

- Poche ciance! Sono riuscito ad avere in prestito questo libro da Silente, solitamente è ben sigillato nel reparto proibito, ma visto che in pozioni ci sai fare, credo che potrebbe tornarti utile.

Tonks era rimasta indietro per sfogliarlo.

- Qui c’è la ricetta per cuocere un Lupo Mannaro! Non sarà un tantino indigesto?

Malocchio si fermò bruscamente, tanto che la ragazza gli sbattè contro.

- Scio-glie-re! Non “cuocere”, zuccona!

La ragazza lanciò un urlo e mollò all’istante il volume, che cadde a terra con un tonfo assordante.

- Io non sciolgo proprio niente! I Lupi Mannari sono persone! Un po’ troppo pelose, forse, - aggiunse vedendo il volto scuro del suo mentore – Ma per-so-ne! Nessuno merita di essere sciolto!

Con un gesto teatrale alzò la testa, scostò con la mano l’Auror e camminò fiera avanti a lui.

Moody la guardò per qualche secondo, sbattendo incredulo l’occhio sano.

- Tonks! – le gridò subito dopo – Tooooonks!

 
NdA: Era da un secolo che mi balenava l'idea di una Sibilla/Remus, ma non ce l'ho fatta a farli andare oltre... mi sembra che Lupin ne passi già abbastanza!
  
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